CAPITOLO 55
Seconda lezione di incubazione
demoniaca
«Non capite? Questo
è proprio quello che vuole» disse Sara, chiudendo la fila dei quattro compagni
che le camminavano davanti a coppie. «Quell’uomo non aspetta altro che avere
una scusa per obbligarci a entrare nell’Ordine.»
«Purtroppo non
abbiamo alternativa» rispose Naoko, subito prima di lei con vicino Sabrina. «Dobbiamo
rivolgerci a lui.»
Sara sbuffò. Non amava essere in minoranza
nelle decisioni e nemmeno essere obbligata a fare qualcosa che non la
convinceva. «Non ci siamo neanche fermati a parlarne un attimo Siamo usciti da
scuola e siamo subito venuti qui, senza nemmeno mangiare un boccone.»
In testa al
gruppo, Yuri si voltò per guardarla. «Non abbiamo tempo da perdere.»
«Ma ce la siamo
cavata bene anche da soli» insistette lei.
Davide emise un
risolino. «Come no. Una favola.» Lo vide scuotere la testa. «Abbiamo avuto solo
fortuna e dopo due volte, non proverei a sfidarla ancora.»
Sara non sapeva
dare una motivazione precisa, le definiva più una serie di sensazioni, ma non
si fidava di Angelo Moser. Era convinta che accettare il suo aiuto, avrebbe
portato altri guai. Ebbe il timore di dovere quei pensieri alla parte di Sayka
in lei, e per una volta decise di passarci sopra, ignorare un avvertimento
conscio o meno era peggio. «E se cercasse di incastrarci? Di ricattarci per
quello che sta succedendo a tutte queste persone?»
«Non dire
sciocchezze. Se avesse voluto farlo, ci avrebbe provato la prima volta che gli
abbiamo raccontato del bidello» rispose Sabrina.
«E poi nessuno
di loro è rimasto ferito. Forse possiamo ancora salvare il bibliotecario, come
abbiamo fatto con il bidello» precisò Yuri.
Ancora un
rifiuto ad ascoltarla. Quest’ultimo le diede più fastidio dei precedenti perché
le sembrava un’alleanza tra Sabrina e Yuri. Anzi, Sara aveva l’impressione si
fossero coalizzati tutti contro di lei. «E
se non fosse possibile salvarlo?» provò a stuzzicarli. «Accettereste di
diventare degli assassini per lui?»
Sabrina si
fermò. Si girò, mettendosi di fronte a lei. «Sai cosa si prova sentirsi
colpevoli della morte di qualcuno. Tutti noi lo sappiamo. Per questo non
dobbiamo permettere che accada ancora. Mi dispiace se il bibliotecario dovesse
morire, ma se per farlo vivere dovessi lasciare che uccida dieci, cento, o
mille altri innocenti, non lo risparmierei. Ormai è un demone, non lo ha
scelto, ma è quello che è diventato.»
Sara rimase in
silenzio a fissarla. Era la prima volta che la vedeva tenerle testa così
risoluta. E le dava ancora più fastidio, una volta riflettuto e messo da parte
le sue sensazioni, doverle dare ragione. Ricordò con angoscia cosa aveva
provato nel venir perseguitata da una vittima di Sayka, non sapeva se si
sarebbe ripetuto, ma non voleva aggiungere nuovi nomi alla lista dei morti per
le sue azioni, del passato o del presente, e scoprire in quali altri modi
potevano tormentarla.
Sabrina tornò a
procedere, come gli altri e lei fece altrettanto, rinunciando all’idea di
opporsi.
Un cliente uscì
dal cancello del Portale Mistico e li
obbligò a rompere la formazione. Davide aprì la porta e rimase in attesa che
entrassero gli altri. Quando fu all’interno, Sara individuò Angelo intento a chiudere
il ricevitore di cassa.
L’uomo alzò la
testa dal macchinario e li osservò entusiasta. «Buongiorno a tutti. Speravo che
sareste passati. Ho delle novità.»
«Anche noi»
replicò Yuri. «E non le piaceranno.»
«Ancora demoni?»
domandò Angelo.
Sara non rispose,
ma Yuri, Naoko e Sabrina annuirono nello stesso momento.
«Ho capito. È
meglio andare di sotto.» Angelo uscì da dietro il bancone e controllò che sistemi
di allarme mistico e tecnologico fossero attivi. Passò tra di loro e chiuse a
chiave la porta, girando come da abitudine il cartello. «Sbrighiamoci, dalle
vostre facce credo sia più grave di quanto mi aspetto.»
Lo seguirono nel
magazzino che avevano scoperto durante la loro visita precedente e trovarono le
sedie già disposte in cerchio.
Sara sentì riemergere
la sua diffidenza e lo guardò con fare accusatorio. «Sembra che ci stesse
aspettando.»
«Come vi ho
anticipato, speravo di avere l’occasione di incontrarvi. È arrivata una parte
del materiale che avevo richiesto all’Ordine e volevo sottoporvelo» spiegò,
sollevando una scatola posta accanto all’ingresso con sopra un timbro in cera
lacca, simile a quello di una casata nobile.
«Ha i Registri
che ci riguardano?» domandò Davide, prendendo posto.
«No, non li
hanno ancora inviati. Potrebbero arrivare tra qualche ora» rispose, sedendosi a
sua volta e sistemando la scatola aperta accanto al piede destro. Attese che
anche gli altri si accomodassero e poi continuò. «Ma credo che quello che c’è
qui dentro, ci sarà più utile in questo momento. Immagino vogliate parlarmi di
un nuovo attacco?»
Sara aprì la
bocca, ma Yuri si schiarì la voce e disse: «Sì, è successo questa mattina. Ero
in biblioteca, quando il bibliotecario si è trasformato davanti ai miei occhi.
Mi ha assalito e quasi mangiato vivo, se non fossi riuscito a contattare
mentalmente Sara che ha riunito gli altri.»
Angelo le lanciò
un’occhiata come se volesse scrutarla nel profondo. Poi tornò a rivolgersi a
Yuri. «Quindi, a differenza dell’assalitore precedente, quello di oggi era un
uomo senza alcun segno evidente di una mutazione in atto?»
«No, aveva delle
chiazze sul collo, ma era coperto con i vestiti e quando me ne sono reso conto
era già troppo tardi.»
Davide lo guardò
confuso. «Se hai visto le chiazze, perché non sei scappato subito?»
Yuri rimase in
silenzio.
Sara notò
l’espressione cambiare all’improvviso. Nei suoi occhi non trovò più il capo
deciso che li guidava. Vide solo un ragazzo spaventato. Terrorizzato da
qualcosa che aveva visto. O rivissuto.
Lui incrociò il
suo sguardo nello stesso istante e la voce di Yuri, le risuonò nella mente.
Perché quello che ho visto prima era più
spaventoso. Un fantasma grigio.
D’istinto, gli
parlò telepaticamente. È successo anche a
te?
Yuri la fissò
allarmato e poi guardò altrove. Sara capì cosa provava e non aggiunse altro,
prendendo quel gesto come un assenso. «Non è questo il punto» disse poi per
andargli in aiuto. «Il problema è che si è trasformato all’improvviso e molto
più velocemente di quell’altro. Deve spiegarci come mai c’è questa differenza
per ogni mutamento.»
«Suppongo
dipenda da quanto tempo ha impiegato l’uovo ad attecchire nell’ospite» rispose
Angelo, afferrando il primo volume dall’interno della scatola vicino a sé.
Aveva una copertina rigida color rame con diversi disegni in rilievo. L’aprì delicatamente e girò le pagine fino a quella in cui aveva
posto un normale segnalibro di cartone. «Presupponendo che le uova siano state
impiantate tutte nello stesso momento e non in periodi diversi, bisogna tenere
conto di come reagisce il corpo ospite. Probabilmente Barbieri si è premurato
che non ci fosse un rigetto, dopodiché l’uovo ha dovuto nutrirsi dell’organismo
in cui si è trovato per poter essere pronto in un secondo momento a prendere il
sopravvento. Quando si è creato un ambiente favorevole, ha avuto inizio la
procedura per schiudersi.» Si fermò nuovamente e girò la pagina. Seguì con il
dito indice destro le frasi e dopo qualche riga riprese. «Ecco, qui spiega che
ogni uovo ha una tempistica di mutazione sul corpo dell’ospite determinata in
base alla resistenza con cui le difese immunitarie continuano a combatterlo,
anche dopo che l’attecchimento è avvenuto.»
«In poche parole
è come un batterio, o un virus. Più il fisico della persona a cui è stato
iniettato è forte e in salute, più a lungo ci impiega a infettarlo, rimanendo
quindi in incubazione» disse Naoko.
Sara e gli altri
si voltarono a guardarla stupefatti.
«Perché fate
quelle facce?» domandò lei. «Non è così strano che io sappia queste cose. Mio
padre è un medico. Sento questi discorsi
da quando ho sei anni.»
«Ok, però se la
consideriamo come una malattia, ci deve essere anche una cura» dedusse Sabrina.
Angelo sfogliò
per la terza volta il libro dall’apparenza antica. «Non esattamente. Se l’uovo
è ancora in fase di incubazione e il soggetto ospite mostra solo i primi segni
della trasformazione, è possibile aiutarlo facendogli espellere il parassita
demoniaco. L’embrione ha infatti bisogno di ossigeno per svilupparsi e
sopravvivere insieme al suo corpo, quindi soffocando momentaneamente l’ospite,
la mancanza d’aria lo spingerà a liberarsi dell’intruso.»
Sara annuì, ma
nessuno se ne accorse. Quella spiegazione le tornò alla mente, come se l’avesse
già sentita in passato…
Davide si sporse
in avanti. «In effetti la mia barriera era piuttosto stretta la prima volta in
cui abbiamo avuto a che fare con quei tizi, e il bidello si agitava talmente
tanto che deve avere esaurito in pochi secondi tutta l’aria presente.»
«E se l’ospite si
è trasformato completamente?» domandò Yuri. «Come si fa a farlo tornare
normale?»
«Purtroppo è
impossibile» rispose Angelo in tono grave. «Quando la trasformazione è
avvenuta, l’essere umano perde la sua umanità e l’anima è totalmente corrotta,
rendendolo un demone. All’inizio è preda di istinti famelici, quasi animali. Può
imparare a controllarli, a comportarsi in parte come la creatura che era prima,
ma resterà pur sempre soggiogato dalla violenza e dal bisogno di uccidere, solo
per il gusto di farlo. La mutazione è irreversibile.»
Sabrina
impallidì. «Ci sta dicendo che dobbiamo uccidere il bibliotecario?»
Angelo la guardò
perplesso. «Credevo lo aveste già fatto.»
Sara passò in
rassegna i volti dei suoi compagni, tutti sconvolti, e represse il bisogno di
dire “Ve lo avevo detto che non c’era da fidarsi.”
«È riuscito a
fuggire» rivelò Davide. «Era molto rapido, in qualche modo ha visto le pareti
invisibili che stavo costruendo per imprigionarlo e le ha saltate.»
L’uomo scattò in
piedi. «Avete lasciato un demone in libertà?»
«Perché crede
che siamo venuti qui?» sbottò Sara irritata. Come si permetteva di trattarli in
quel modo? «Avrà sicuramente qualche aggeggio o incantesimo per rintracciarlo.»
«Dovevate
dirmelo subito. Se trova chi può risvegliare gli embrioni a comando, la situazione
può diventare pericolosa.» Angelo ripose il libro nella scatola e si chinò a
cercarne un altro.
«Ma l’altra
volta ci ha detto che nessuno può farlo» ricordò Sabrina.
«Vi ho detto che non sapevo come si potesse
fare una cosa del genere» rispose, rialzandosi con un nuovo volume, dalla
copertina color acciaio, aperto tra le mani. «Ora ho scoperto un possibile piano originale: prevede l’uso di un non ben
specificato Catalizzatore, uno strumento in grado di attivare tutti gli
embrioni perché diventino demoni e prendano parte al sacrifico per liberare DiKann.»
Sara si alzò
dalla sedia. «Sapevamo che io e Leonardo eravamo gli unici a poter rompere il
Sigillo.»
«E in principio
lo credevo anche io. Ma dopo aver consultato questo nuovo materiale, ho
scoperto che il rito è molto più complesso. Quando gli Anziani Originali
bloccarono l’ingresso del Primo Inferno e i demoni nei regni infernali con il
Sigillo, dopo la battaglia scatenata da Sayka e Lucen, lo fecero sacrificando
le loro energie e i loro poteri. Per essere sicuri che l’accesso alla Terra fosse
bloccato da entrambe le vie, legarono questo sacrificio a quello degli ultimi
demoni rimasti sulla Terra, convinti in questo modo, che non ci fosse più
alcuna possibilità per qualcuno di poter infrangere interamente il Sigillo.»
Angelo trasse un lungo sospiro. «Mesi fa, però, Oliver Barbieri ha scoperto
come spezzare la parte del Sigillo legata agli Anziani Originali, grazie a voi
e all’incantesimo del Riciclo delle Anime, e che per rompere l’altra metà
bisogna sacrificare dei demoni che camminano sulla Terra. E dato che non ne
esistono da secoli, con l’aiuto di DiKann, ne ha creati di nuovi tramite le
uova.»
Sara si sentì
invadere dal panico. Le sue sensazioni erano corrette. Anche se non per scelta,
quell’uomo annunciava guai e problemi. Non era finita. Il pericolo di DiKann
era ancora reale.
«Questo vuol
dire che se non riusciamo a trovare e liberare tutti quelli che hanno un uovo
in corpo… Naoko non riuscì a completare
la frase.
«Saremmo
costretti a ucciderli» concluse serio Yuri.
«Non c’è altra
scelta» concordò Angelo. «Più uomini diventano demoni, più possibilità ha
questo qualcuno in grado di usare il Catalizzatore di rompere la metà del
Sigillo ancora intatta.»
«E cos’è questo
Catalizzatore?» domandò Davide. «Come scopriamo chi ce l’ha?»
«Non lo so
ancora scoperto, ma conto di farlo presto.» Angelo chiuse il libro che mandò
nell’aria uno sbuffo di polvere. «Intanto, stasera, dovete prepararvi.»
«Per cosa?»
chiese Sabrina.
«Non è ovvio? C’è
un demone da stanare ed eliminare» rispose Sara. Era furiosa perché la sua vita
stava imboccando di nuovo la strada
delle complicazioni, ma non avrebbe mai permesso a DiKann di liberarsi. «Dobbiamo
andare a caccia.»
Continua…
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