CAPITOLO 56
A caccia
Angelo Moser
spruzzò con il dispenser una parte del liquido ambrato della boccetta stretta
nella mano sinistra. A prima vista poteva sembrare una confezione di profumo,
ma in realtà era una pozione rintraccia demone. «Da questa parte.»
Yuri e Davide lo
seguirono oltre l’ingresso di un grande parco, illuminato da una coppia di
lampioni dalla plafoniera a forma di palloncino.
Angelo aveva
fissato l’incontro con i ragazzi davanti al suo negozio, alle prime ore della
sera. Al momento di usare la pozione, aveva proposto che le ragazze rimanessero
in un luogo sicuro durante la loro battuta di caccia. Nessuno di loro era
preparato per la lotta, ma i poteri dei due maschi si erano rivelati quelli più
utili nel confronto con i demoni trasformati. Sara si era opposta, e Angelo no
ne era stato affatto sorpreso, ma era ricorso alla democrazia e per sua
fortuna, dopo aver messo ai voti la questione, la maggioranza gli aveva dato
ragione.
La pozione
dispersa nell’aria lasciò una scia color verde luminescente, come aveva fatto
lungo tutto il tragitto percorso dal Portale
Mistico fin lì, e si diffuse fino nelle profondità del viale alberato.
Mentre lo percorrevano, Davide chiese: «Siamo sicuri che sia proprio il nostro
demone?»
«Sì. Dai vestiti
di Yuri ho recuperato alcuni frammenti di squame carbonizzate e le ho mischiate
alla pozione» rispose Angelo.
«E quando lo
rintracciamo, cosa facciamo per fermarlo?» s’informò Yuri. «Abbiamo visto che è
molto rapido e a parte la paura per il fuoco, non credo abbia altri punti
deboli.»
Angelo continuò
ad avanzare tenendo lo sguardo puntato sulla traccia luminosa che iniziava a
sbiadire. «Non sarà necessario imprigionarlo interamente come avete fatto la
prima volta. Basterà chiudergli la testa in un campo di forza.»
«E si aspetta
che lo faccia io?» domandò Davide. «Non sono ancora così esperto da concentrami
solo su un dettaglio cosi specifico.»
«Ci aveva anche
detto che soffocarlo serviva solo a fargli vomitare l’embrione, se non si era
ancora trasformato completamente» aggiunse Yuri
Angelo si bloccò.
«Non ti preoccupare, Davide. Ti guiderò io.» Poi si rivolse al’altro e rispose:
«Questo demone si è impossessato di un corpo umano e a differenza dei demoni
originali, una delle poche debolezze di cui non può disfarsi è il bisogno di
immettere ossigeno nei polmoni. Soffocarlo non lo libererà dalla possessione,
ma lo ucciderà.»
Davide inarcò un
sopracciglio. «Prima o dopo che ci avrà fatto a pezzi?»
Un urlo di
terrore di una voce femminile, proveniente dalla zona più oscura del parco,
mise fine alla discussione.
Angelo e i suoi
due compagni corsero in quella direzione, senza aver più bisogno della pozione
per sapere dove si trovasse il demone. Arrivarono in uno spiazzo in cui erano
disposte un paio di panchine. Sopra la prima, l’ex-bibliotecario teneva sollevato
da terra un ragazzo ventenne, stringendolo con entrambe le mani. Con la schiena
appoggiata al sedile della seconda panchina, la ragazza che aveva emesso
l’urlo, con i capelli castani in disordine, tremava seduta per terra e guardava
impotente e sconvolta la scena.
Angelo ordinò a
Yuri: «Colpiscilo alla schiena.»
Il ragazzo
infiammò i palmi delle mani e li puntò contro il demone, disturbato dal loro
arrivo. Spire di fuoco guizzarono contro di lui bruciandogli le squame della
parte sinistra del dorso e del braccio dello stesso lato. Non emise alcun
lamento di dolore, però reagì mollando la presa sulla vittima, e lo lasciò cadere
con un tonfo a pochi centimetri dalla compagna.
Vedendoli
impalati e ancora scossi per la bizzarra e incredibile aggressione, Angelo
urlò: «Scappate!»
Il ragazzo si
riscosse per primo, tirò a forza in piedi lei e la trascinò via.
A quel punto il
demone buttò la testa all’indietro e aprendo la bocca, ululò come un lupo alla
luna. Il suo verso era carico di rabbia. Avanzò sicuro contro il suo nemico,
scontrandosi contro il fuoco, ma non scappando più dalle fiamme.
«Abbiamo perso
il nostro vantaggio» disse Yuri. «Ha superato presto la sua paura.»
Angelo afferrò
Davide per le spalle e, rimanendo dietro di lui, disse: «Tocca a te. Non devi
fare niente di diverso dal solito modo con cui ricorri al tuo potere. Non
pensare però a bloccarlo interamente. Fissa la tua attenzione sulla testa: è
quello il tuo obbiettivo.»
Davide deglutì a
vuoto. Puntò le mani verso il demone, ormai a pochi passi da Yuri, e sopra le
sue corna comparve la mezza sfera di una cupola. Mentre procedeva nel formarla,
questa scese a gran velocità verso il basso, avvertendo il nemico del pericolo
con le sue pareti opache.
Il demone si gettò
in avanti, spinse lontano Yuri e poi con un salto, si lanciò oltre le teste
degli altri due, planando dietro di loro.
Yuri si rialzò velocemente.
«Non fatelo scappare!»
Angelo si voltò
di scatto. Davide lo imitò e lui lo esortò: «Riprova e focalizza bene la forma
nella mente.»
Il demone non
aspettò di essere ingabbiato e brandendo
gli artigli delle dita affusolate, si avventò sulle prede.
Davide puntò
sicuro il braccio sinistro contro il demone e con le dita piegate come se
stesse sorreggendo una pallina da tennis, creò una bolla trasparente intorno
alla testa cornuta del demone.
La bestia
infernale si fermò. Graffiò con foga la bolla. Si dimenò da una parte
all’altra, prese addirittura a colpire ripetutamente e violentemente con il
capo il tronco di un albero. L’unico effetto che ottenne fu di spezzarlo in
due, mentre la copertura sferica non si sfaldava.
Davide tenne
stretta la presa, Angelo però noto che a ogni tentativo del demone di
liberarsi, il ragazzo stringeva i denti per trattenere urla di dolore.
«Resiti.»
«Non ce la faccio
più» replicò lui.
«Tieni duro» lo
incitò di nuovo.
Dopo una lotta sfrenata,
il demone si placò all’improvviso. Immobile, con gli occhi rossi rivolti all’insù,
si accasciò a terra, sollevando sbuffi di terra in un rumore fragoroso.
Rimasero tutti
fermi. Angelo fissò la bestia, poi osservò Yuri e infine Davide con il braccio
teso. Riportò quindi gli occhi sul demone e lo trovò ancora riverso sul terreno.
Prese coraggio e
avanzò verso l’essere. Si piegò sulle ginocchia lo scrutò minuziosamente. Gli
occhi vitrei gli tolsero ogni dubbio. Angelo sollevò il capo e disse: «Puoi far
sparire il campo di forza.»
Davide ubbidì,
abbassò il braccio e la sfera di energia trasparente si sgretolò.
«È sicuro?»
chiese Yuri.
Angelo annuì e
si rialzò. «È morto.»
Davide si avvicinò
con cautela al corpo disteso. «E ora? Lo lasciamo qui?»
«No, ovviamente.
Troppe persone sono a conoscenza dell’esistenza di questi ibridi. Dobbiamo
sbarazzarci del cadavere. Devi farlo tu Yuri.»
Lui avanzò
sollevò le braccia e poi chiese: «Siamo certi che brucerà come un qualunque
cadavere?»
«Puoi stare
tranquillo» rispose Angelo. «Diverrà cenere senza effetti collaterali.»
Il ragazzo si
piegò in avanti, mentre Davide arretrava. Fiammelle rosse e gialle spuntarono
dai polpastrelli delle sue mani. Si inginocchiò e le posò sopra il demone
morto. Lascio scivolare sulle sue squame le fiamme in modo che fossero libere
di avvolgerlo interamente.
Angelo osservò i
due giovani illuminati dalla luce del fuoco e sorrise. Non si era sbagliato. Se
avessero accettato l’addestramento, sarebbero diventati dei guerrieri
eccezionali.
Continua…
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