lunedì 29 gennaio 2024

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 52

Il Gioco del Branco 16: L’Inferno non ha Scrupoli

 

«Dico che non è un nostro problema» ribadì Donovan, lanciando un’occhiata di sbieco a Chas, seduta nella prima fila di poltroncine con ai due lati i suoi nuovi migliori amici Jordan e Aiden. «Se vuole seguire il cliché della bionda stupida, lasciamoglielo fare.»

Michelle inghiottì l’ultimo sorso di Sprite e accartocciò la lattina tra le mani. «Sono pienamente d’accordo» sentenziò dall’ultima fila, dove insieme ai suoi amici attendeva l’arrivo della professoressa Noxon con la lista dei ruoli. Erano passati due giorni e non sapevano ancora in che genere di licantropo era stata cambiata la ragazza più spocchiosa della scuola. Chas non le era mai piaciuta e non capiva perché dovessero preoccuparsi di qualcuno che non aveva voluto ascoltarli quando l’avevano messa in guardia e li trattava già come dei mostri lebbrosi da prima della comparsa della Bocca dell’Inferno. «Qualsiasi cosa le hanno fatto, se l’è cercata e non sembra darle fastidio.»
«Perché non immagina la gravità delle conseguenze» rispose Billy assorto. «E in ogni caso è una mia responsabilità. Il paranormale giornaliero è opera dell’altro me.»
«Sai che nessuno di noi ti incolpa di questo» intervenne Zec. «Siamo una squadra, affrontiamo ogni minaccia uniti.»
Betty si sporse in avanti, appoggiandosi sullo schienale della poltroncina della penultima fila. «Allora dovremmo tenerci pronti. Se non ha ottenuto la parte che vuole nel musical, Chas passerà di certo all’azione.»
«Lasciamoglielo fare» disse Michelle, notando lo sguardo sorpreso sui volti degli altri. «Risolva da sola i casini in cui si caccia.»
Billy scosse la testa. «Non si tratta solo di lei. Pensa a tutti i ragazzi presenti, quanti di loro faranno le spese dell’egoismo di Chas? O nostro, se non interveniamo.» 
Michelle si morse il labbro inferiore. Non era del tutto d’accordo: non potevano intervenire sempre, soprattutto ora che c’erano altri ragazzi con capacità soprannaturali e sembravano intenzionati a utilizzarle per il loro tornaconto. «Così saremo sempre messi in mezzo…»
«Può darsi» ipotizzò Betty. «O forse avranno anche gli altri un codice morale per non ferire chi è innocente. Dopotutto accusano Billy di questo.»
«Ti ricordi di chi stiamo parlando, vero?» domandò scettico Donovan. «Gli stessi che si sono uniti a Kate contro di noi, senza un vero motivo.»
«È una nostra responsabilità» replicò Zec, guardandola negli occhi. «Lo abbiamo deciso l’anno scorso.»
Michelle sbuffò imbronciata. Per lei era diverso. Un conto era occuparsi direttamente di ciò che la mente di Elliott creava come Bocca dell’Inferno, un altro quello che qualcun altro decideva di fare alterando la realtà a suo piacere e attribuendosi superpoteri.
«Grazie per aver avuto la pazienza di aspettarmi.» La professoressa Noxon comparve all’ingresso dell’auditorium e procedette verso il palcoscenico. «E soprattutto di averlo fatto in silenzio.»
Michelle e i suoi compagni si alzarono dai posti, come il resto degli altri ragazzi e si avvicinarono alla bacheca appoggiata su un cavalletto, dove la donna stava affiggendo un foglio stampato con nomi, cognomi e relativa parte nel musical.
«Come vi ho più volte ripetuto, il mio giudizio e insindacabile» precisò la Noxon, ravvivandosi la chioma castana di capelli corti e vaporosi. «Il copione vi sarà distribuito più tardi e lo studierete durante la pausa delle vacanze invernali. Mi auguro sarete tutti pronti per il primo giorno di prove al rientro a scuola. Sarò in sala professori se avrete bisogno, ma ripeto: non ci saranno cambi di ruoli.»
Scese dal palco e li lasciò a leggere le attribuzioni.
Michelle avanzò, facendosi strada tra gli altri compagni. Sperò in un ruolo piccolo e con poche parti cantate e ballate. Non aveva ancora superato la sua avversione verso l’idea di calcare le scene, era rimasta nel gruppo di teatro solo perché era un’altra attività da fare insieme ai suoi amici, ma senza dover combattere mostri o catastrofi. Il più delle volte.
Fece scorrere lo sguardo e cercò il suo nome. Provò un senso di sollievo nel leggere che le era stata assegnata la parte di una dei figli, “Brigitta Von Trapp” per la precisione, da quel che ricordava il personaggio rispettava i suoi criteri per non dover sforzarsi troppo. Si dedicò quindi a scoprire cosa era toccato ai suoi amici.
Billy era “Friederich Von Trapp” e Zec “Kurt Von Trapp”, anche loro due dei fratelli; Donovan era stato scelto per essere “Rolf Gruber”, il nazista innamorato della figlia maggiore; mancava Betty, scorse i vari nomi e poi la sua bocca si distorse in una smorfia di fastidio. Non ci voleva.
«Stiamo scherzando? Il ruolo di “Maria” lo farà Betty Swanson?» urlò Chas inviperita. «Non esiste!»
Michelle si girò a guardare l’amica. «Cosa pensi di fare?»
Betty scrollò le spalle. «Niente. Se mi attacca scoprirà di non essere l’unica ad aver avuto un cambiamento.»
Chas camminò decisa verso loro e li scrutò infastidita. «Siete sempre in mezzo ai piedi. Non importa, possiamo risolverla facilmente. Andiamo dalla prof Noxon e ci scambiamo i ruoli.»
«Niente affatto. E poi “Liesl Von Trapp” è un buon ruolo, hai anche una delle canzoni più famose» rispose calma Betty.
«Allora fallo tu, non sarà un problema scambiarci.»
«Sarebbe comunque inutile, la professoressa ha detto che non farà cambi.»
Chas le riservò un sorriso stretto e affilato come la lama di un coltello. «Non ti conviene metterti contro di me.»
Michelle tirò indietro l’amica e la circondò con il resto dei suoi compagni. «Accontentala ed evitiamo guai.»
«Neanche per sogno» ribatté l’altra.
«Anche io preferirei ti scambiassi la parte» disse Donovan. «Non mi va di fingere di essere innamorato di lei. Di nuovo.»
Michelle si rivolse a Billy. «Cosa proponi?» Le era venuto spontaneo dare a lui il compito della scelta finale, come se avessero tacitamente accettato il suo ruolo di leader.
Lui la guardò e poi fissò uno a uno gli altri. «Penso sia meglio assecondare Chas. Eviteremmo possibili guai soprannaturali.»
«Forse, ma tatticamente non è la soluzione più giusta» rispose Betty. «Se la spingo a esporsi, ci svelerà in cosa l’ha trasformata Kate e perderanno un vantaggio.»
«E se fosse qualcosa che non possiamo battere o contenere?» domandò Zec.
«Sciocchezze. Tu e Michelle avete il potere più forte. Siete i nostri pezzi da novanta» fece Betty.
Seppur lusingata, Michelle avrebbe preferito la soluzione non violenta. Lanciò uno sguardo a Chas e lesse nei suoi occhi l’intenzione di non cedere senza combattere.
La ragazza bionda si schiarì la gola. «Sto aspettando, cosa hai deciso?»
Betty si allontanò dal loro gruppetto. «Non cambio idea. E se fossi una vera attrice, accetteresti il tuo ruolo senza troppe storie.» Abbassò la voce e aggiunse: «Avere un qualche talento nuovo e sovraumano non ti dà il diritto di sfruttarlo per i tuoi capricci.»
Jordan si unì alla discussione. «Ancora a farci la morale? Siete patetici.»
Michelle osservò la scena in ansia. Stava degenerando, lo si poteva avvertire chiaramente e Billy lo confermò.
Il ragazzo, in piedi tra loro, sussurrò: «Allarme soprannaturale.»
Aiden si unì ai due compagni. «È finalmente arrivata l’ora del primo scontro? Vediamo quale squadra è più forte.»  
«Aggredirci non risolverà nulla» s’intromise Billy.
«Non cederemo ai ricatti» continuò Donovan.
«E la decisione finale spetta alla professoressa Noxon» ricordò al trio Zec.
Betty fissò i ragazzi di fronte . «Volete farle del male? Attaccare una donna innocente?»
Chas sospirò esasperata. «Siete così drammatici. Troppo perfino per me. Mi basterà convincerla a cambiare idea.»
Michelle si guardò intorno aspettandosi una stramberia da un momento all’altro. Quello che notò, però, fu l’assenza di altri nell’auditorium: oltre a loro otto, a nessuno interessava il battibecco da primadonna di Chas. Guardò Billy e sibilò: «Il tuo senso del soprannaturale ti ha allertato, ma qual è la minaccia?»
Il ragazzo le restituì uno sguardo smarrito.
Nell’auditorium risuonò una musica soffusa e Chas prese a fare dei gorgheggi con la voce.
Per un attimo in Michelle si accese una speranza. La musica era un carattere distintivo di Dana e l’idea di rivederla la rendeva allegra, non solo per averla come alleata. Non apparve però nessuno sbuffo di fumo viola.
Aiden ruggì e allargò le labbra, mostrando le zanne. Le iridi gli si tinsero di giallo, ciuffi di peli gli spuntarono ai lati del mento, le orecchie si strinsero divenendo a punta e le unghie si allungarono in artigli.
«Cosa state facendo?» domandò Michelle confusa.
«Ci prepariamo in caso vi mettiate di mezzo» rispose Jordan, anche se non si mosse di un centimetro e nemmeno mutò la sua forma.
Le note della canzone divennero più precise, tanto da permettere a Michelle di riconoscerla: si trattava di Meneater di Nelly Furtado.
 

«Me lo prenderò, me lo prenderò.»

 

Chas canticchiò le due frasi ancheggiando verso il palcoscenico. Salendo i gradini al lato destro, riprese a cantare:
 

«Tutti quanti venite qui,qui

Varcate la soglia e guardatemi,
Urlate ed esaltatevi sono qui per dare spettacolo
Cosa spettate? Muovetevi, eccitatevi»
 

Michelle osservò i compagni. Nessuno ballava come sotto l’influsso delle canzoni di Dana. Eppure il modo in cui la musica si diffondeva nell’ambiente, partendo dal nulla, e il testo era modificato erano uguali al suo modo di attivare poteri da demone della musica.

«Perché non ci succede niente?» domandò Donovan, ragionando come lei.
«Forse non siamo noi il suo obiettivo» rispose Zec, indicando l’ingresso dell’auditorium. «Guardate là dietro.»
Una piccola folla di ragazzi avanzò come zombie, ma dallo sguardo estasiato, immettendosi nell’auditorium. Procedettero lungo la striscia di pavimento che divideva le due file di poltroncine e si accalcarono ai piedi del palco. Davanti a loro, facilmente individuabile in quanto unica adulta, c’era la professoressa Noxon.
Chas si accovacciò, tendendo la mano sinistra al suo pubblico.
 

«Tutti quanti giratevi a guardarmi

Sono qui per voi
Potreste inginocchiarvi davanti alla vostra regina
So che mi adorate e vorreste essere me!
Diva, giovane star, sono il vostro sogno
Adoratemi, supportatemi, urlate per vedermi recitare
Lei è la mia rivale, vi farà crollare
Vi farà annoiare, fatele capire che non la potete amare.»
 

Michelle la guardò sbigottita. Non stava cantando per esprimere qualcosa che provava, stava manipolando le persone per farsi adorare.

La folla di ragazzi, più la professoressa Noxon, si girò e lanciò uno sguardo di disprezzo a Betty, prima di voltarsi e riportare l’attenzione su Chas.   
«Lo avete visto anche voi? Mi sta denigrando con qualche trucco di musica paranormale» sbottò l’amica irritata.
Billy le prese il braccio. «Non muoverti. Non sappiamo come li sta influenzando. È meglio essere cauti.»
Jordan sorrise compiaciuto. «Ha ragione. Non reagite, sarà tutto più tranquillo.»
Chas continuò il suo pezzo personalizzato di persuasione canora.
 

«Sono una diva, giovane star, sono il vostro sogno

Adoratemi, supportatemi, urlate per vedermi recitare
Lei è la mia rivale, vi farà crollare
Vi farà annoiare, fatele capire che non mi può eguagliare.»


La ragazza bionda si rialzò lentamente, scese dagli scalini del palco e camminò nella loro direzione. Il suo pubblico intanto dondolò sul posto a tempo di musica, seguendola solo con lo sguardo.

 

«E lo so che ci prova con passione, passione

Ogni tentativo è una delusione
Voce gracchiante, aspetto slavato
Vi farà desiderare di essere cechi.
Tutti quanti giratevi a guardarmi
Sono qui per voi
Potreste inginocchiarvi davanti alla vostra regina
So che mi adorate e vorreste essere me!»
 

Chas girò intorno a Betty, continuando la sua performance.

Michelle riconobbe in quelle parole, nel modo in cui la sfotteva e la guardava, lo stesso trattamento di solito riservato a lei.
Essere presa in giro, l’oggetto dello scherno e della derisione. Non lo sopportava. In nessun caso, a maggior ragione per una stupida parte in un musical. Betty era sua amica, doveva difenderla.
«Adesso basta.» I capelli le si tinsero di nero e le vene scure sbocciarono sulla fronte e sulle guance. Osservando con occhi totalmente neri la cantante, intimò: «Smettila, o ti farò smettere io.»
Aiden le ringhiò contro. «Non farai niente.»
«Credi di spaventarla, barboncino?» lo derise Donovan. «Ti farà fare un volo tale da schiarirti le idee.»
«No» rispose Jordan. Le sue iridi divennero rosso-arancio e fiamme gialle divamparono dal suo petto, riducendo a brandelli il maglione blu. Snudò i denti e rivelò zanne nell’arcata inferiore. «Nessuno farà nulla. Chas finirà la sua canzone in pace. O sarà peggio per voi.»
«Non ci credo» disse Zec sbalordito. «È un Segugio Infernale, come in Teen Wolf
Jordan abbandonò il gruppo e si diresse al palcoscenico. Salì gli scalini e afferrò un lembo del sipario. Le fiamme dal suo petto ondeggiarono vicino al tessuto. «Ostacolateci e darò fuoco a tutto.»
«Ferirai anche tutti i ragazzi e la Noxon lì sotto» intervenne Billy. «Nello stato in cui sono non possono scappare e mettersi al riparo.»
Jordan lo guardò serio. «Non mi importa.»
Michelle si voltò verso Billy e lui le fece cenno di rimanere immobile. Eseguì il suggerimento e mentre Chas si muoveva cantando e ancheggiando per tornare sul palco dai suoi fans zombificati e adoranti, non prestò attenzione al resto della canzone.
Non riuscì però a reprimere la rabbia. Anche lei aveva avuto la tentazione di usare le sue capacità risvegliate dal sogno di Elliott per scopi personali: punire le ragazze che la bullizzavano, ma non era andata fino in fondo. Proprio Betty l’aveva aiutata e ora che era il suo turno, non poteva fare nulla, altrimenti altri ne avrebbero pagato le conseguenze.
«Dite alla vostra amica di rifarsi la tinta naturale» ringhiò di nuovo Aiden.
«Michelle, dovresti tornare normale» le disse Billy a denti stretti.
«Non ci riesco» replicò. Il dolore e la furia non l’abbandonavano e così il potenziale di scatenare un poltergeist. Dana… pensò chiudendo gli occhi. Vorrei tu fossi qui.
Ehi, carotina!
Michelle sollevò lo sguardo e scandagliò l’auditorium. La voce della ragazza demone le era risuonata nelle orecchie, ma di lei non c’era traccia. Le bastò però il pensiero di vedersela davanti a rilassarla e il suo aspetto tornò quello di sempre.
 

«No, non troverete un attrice migliore di me

Desiderate guardare e ascoltare solo me
Desiderate guardare e ascoltare solo me
Desiderate guardare e ascoltare solo me
Sono una diva, una giovane star
Diva, giovane star
Diva, giovane star»

 

Chas terminò il suo canto e la musica e la sua voce sfumarono lentamente, fino a spegnersi.

Michelle e il suo gruppo rimasero fermi a fissare i ragazzi risvegliarsi dal torpore indotto dalla canzone e poi guardarsi tra di loro confusi e infine allontanarsi verso l’uscita dall’auditorium.
La professoressa Noxon rimase per pochi istanti a osservare la lista, poi pescò dalla tasca della giacca una penna blu e tracciò una riga sul nome “Betty Swanson”, accanto al ruolo “Maria” e scrisse in stampatello con grafia chiara Chastity Chain. Modificò anche il nome per il ruolo di “Liesl Von Trapp”, quindi si voltò e se ne andò come se niente fosse.
Jordan socchiuse gli occhi, espirò rumorosamente e le fiamme si estinsero dal suo petto, lasciando un foro vistoso sul maglione e mettendo in evidenza la pelle del petto con tracce di cenere.
«Ecco, giustizia è stata fatta» fece Chas. Li osservò sorridendo e scendendo dal palco, raggiunse i suoi compagni. «Coraggio Aiden, puoi tornare normale.»
Il ragazzo asiatico sbuffò e ritrasse gli artigli, mentre il suo aspetto tornava quello di semplice adolescente.   
«Hai vinto, ma non si tratta di giustizia» sentenziò Betty.
Chas fece spallucce. «Pensa quello che vuoi. Sarò comunque la protagonista.»
«Ma che razza di licantropo sei?» domandò Donovan. «Una iena canterina?»
«È una banshee» rispose Michelle. «O una sua versione riveduta.»
Zec inarcò un sopracciglio. «Ma sono delle annunciatrici di morte. Non cantano. Urlano o si lamentano.»
«Kate l’ha chiamata nello stesso modo e ha fatto le tue obiezioni» spiegò Chas. «Le ho fatto capire che se mi voleva con sé, doveva scendere a un compromesso. Urlare in modo sguaiato non si addice alla mia persona.»
«Manipolare invece ti calza a pennello» commentò Billy.
Chas lo ignorò, prese sotto braccio i due ragazzi e si allontanarono a loro volta verso l’uscita.
Michelle li guardò capendo di non poter combattere con il branco alla pari: non sapevano cosa significasse avere scrupoli.
 

 

                                                           Continua…? 

lunedì 15 gennaio 2024

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 51

Il Gioco del Branco 15: Come ti ha Cambiato l’Inferno?

 

«Non ci sono più dubbi: Kate è sicuramente S» sentenziò Michelle, seduta su una poltroncina sul fondo dell’auditorium. «Il suo cognome è Silver, stessa lettera iniziale con cui si firma.»

Billy arricciò il naso. «Mi sembra troppo ovvio.» Seduto accanto a lei, non condivideva affatto quella deduzione. «L’unica certezza è di quanto sia pericolosa. E potente. È riuscita  a far passare inosservati gli spari dell’agente Hogan. Nessuno è venuto fuori a controllare o ne ha parlato.»
Dando le spalle al palcoscenico, dove erano in fila i compagni per le audizioni, e con il mento posato sul braccio abbandonato sul bordo della spalliera, Betty ragionò: «Non sono la stessa persona, ma sono alleate, o simili. L’infermiera voleva coinvolgere i gemelli Wood nel suo branco, ma non poteva sapere che saremmo riusciti a parlare con loro, come ci aveva ordinato di non fare S.»
«E se avessi obbedito forse non ci sarebbe stato Mezzogiorno di fuoco nel cortile della scuola ieri pomeriggio» replicò Donovan, nel posto al suo fianco e girato di tre quarti. 
«Per favore, non ricominciate» disse Zec, seduto alla destra di Billy. «Grazie al cielo non si è fatto male nessuno.»
«Già… ma a Kate non importava» commentò Billy. Non riusciva a levarsi dalla mente l’indifferenza con cui era intervenuta e aveva parlato dell’agente Christopher Hogan. E nemmeno del disgusto e rancore con cui si è rivolta a lui, prima di lanciare l’ultima bomba. «Dobbiamo trovare al più presto la persona che vuole arruolare e metterla in guardia.»
«Anche se la nostra cerchia di conoscenze è piuttosto ristretta, non è comunque facile» sottolineò Zec.
Betty raddrizzò la schiena e aggiustò gli occhiali sulla base del naso. «Dobbiamo ragionare seguendo le trame delle serie televisive a cui si ispira. Come venivano coinvolti i personaggi vicini o legati in qualche modo ai protagonisti?»
Billy sbuffò. Non conosceva le due serie prese a modello da Kate e S e non sapeva come dare il suo apporto al gruppo.
«In Teen Wolf Scott McCall non recluta il suo branco, si forma piuttosto intorno a lui» fece Michelle con sguardo assorto.
«Ma Derek Hale ha un criterio specifico» rispose Zec. «Quando diventa un Alpha, cerca nella scuola i reietti, i bullizzati i perdenti… forse dovremmo andare in quella direzione.»
«Giusto! Anche in Pretty Little Liars i bersagli contro cui A. indirizza le ragazze hanno qualcosa di simile» concordò Betty.
Donovan si voltò del tutto verso gli altri compagni dietro di sé. «Se lo trasferiamo nella nostra situazione, anche Aiden e Jordan rientrano nelle categorie. Il primo fa parte della squadra di basket e per non essere bullizzato si finge meno intelligente. Mentre il secondo è… cioè era perseguitato dal professor Monaghan.»
Billy provò a seguire il loro ragionamento. Chi c’era, tra i compagni di scuola ancora in vita e coinvolto in faccende legate alla Bocca dell’Inferno, che potesse rientrare nella categoria? Fece scivolare lo sguardo lungo i sedili davanti al suo, nelle varie file con alcuni ragazzi membri del club di teatro e non riconobbe nessuno, fino a fermarsi su una ragazza da i lunghi capelli biondi.
«È Chas Chain» disse convinto.
Gli altri quattro si misero a fissarla a loro volta.
Donovan aggrottò la fronte. «Scherzi? È più il tipo da tormentare gli altri, invece di essere tormentata.»
«Osservate bene» insistette. «Ha sempre intorno una o due ragazze a farle da corteo, ma è seduta in mezzo alla fila, completamente sola. Nessuna “schiavetta” al seguito. Non è strano?»
Michelle si sporse in avanti. «In effetti è da diversi giorni che la vedo giare da sola anche per i corridoi e in mensa…»
«E ricordate, durante la messa in scena di Romeo e Giulietta è stata attaccata dai vampiri, è stata vittima del ciondolo di Giulietta ed era a scuola anche durante la distorsione infernale di Jordan» continuò Billy, sempre più sicuro della sua rivelazione. «In qualche modo tutta questa esposizione al soprannaturale può averla portata a essere isolata dagli altri. Il bersaglio ideale per Kate.»
«Messa sotto questa luce, non hai tutti i torti» concordò Betty. «Come la avviciniamo? Non ha decisamente un carattere affabile. E in più io, tu e Donovan dobbiamo rimanere qui per i provini.»
«Chas lo ha fatto ieri con me e Michelle, possiamo provare a parlarle noi» propose Zec.
Michelle storse il naso. «Devo proprio farlo anche io?»
«Al provino penserò domani, voglio cercare di convincerla in ogni modo» disse Billy risoluto. «Copritemi con la professoressa Noxon, questa faccenda ha la priorità.»
 

Chas li squadrò con aria stizzita, incrociando le braccia sul petto. «E voi mi avete trascinato fuori dall’auditorium per dirmi queste cavolate?»

«Tanto hai già fatto il provino, cosa ti importa?» domandò irritata Michelle.
«Devi sempre tenere sotto controllo la concorrenza» ribatté l’altra. «Ecco la differenza tra una professionista come me e dei dilettanti come voi.»
Billy s’infuriò. «Non stiamo scherzando. Quello che ti abbiamo detto è tutto vero. Non puoi ignorare i fatti. Quello che è successo l’anno scorso è frutto di manifestazioni soprannaturali e ne sei stata coinvolta anche tu.»
Non nutriva particolare simpatia per la ragazza, ma non voleva cadesse vittima del gioco di Kate. Ogni pedina arruolata in quella assurda partita contro di lui, era una persona in più sulla sua coscienza.
«Chas, sei intelligente per capire che c’è in ballo qualcosa di anormale» disse Zec. «Puoi non ricordare i particolari, ma sai di essere stata presente a eventi inspiegabili con la logica.»
«E se anche fosse?» domandò Chas con scarso interesse. «Di cosa dovrei preoccuparmi?»
«Devi stare lontana dall’infermiera Silver, da Aiden Cheung e da Jordan Guiterrez» le ordinò Billy. «Qualunque promessa ti facciano, non fidarti. Ogni offerta ha un prezzo altissimo.»
Chas lo fissò negli occhi e gli parve leggervi all’interno un principio di timore. «Non capisco dove vuoi arrivare, ma non hanno nulla che mi interessi.» Li spinse via, allontanandosi dal muro contro cui l’avevano accerchiata e avanzò nel corridoio. «La vostra fama è diffusa in tutto il liceo. Ed è vero. Siete degli schizzati.»
Billy la rincorse e le afferrò una spalla. «Ti stiamo mettendo in guardia, vogliamo aiutarti, sapere che sarai al sicuro.»
Lei scansò via le sue dita con la mano destra dalla maglietta. «Lo sarò, lontano dalla vostra combriccola di svitati.»
Chas riprese a camminare e Billy si mosse per seguirla, ma Zec lo bloccò per un polso.
«È inutile, non vuole ascoltarci» gli disse. «Abbiamo fatto quello che potevamo.»
«Non è abbastanza» ribatté. «Non mi arrendo.»
Billy si liberò dalla presa e inseguì Chas nel corridoio, tra le file di armadietti. Svoltò poco dopo lei  e la vide davanti all’auditorium, la mano sulla maniglia. Prima che la piegasse, fu raggiunta dall’infermiera Kate Silver.
«Oh, Chas meno male che sei qui. Dobbiamo controllare le tue vaccinazioni.»
«Cosa? Adesso?» domandò la ragazza sorpresa.
«È la solita routine prima di ogni attività extrascolastica» rispose Kate sorridente. «Non vuoi rischiare di essere esclusa dallo spettacolo?»
Chas scosse la testa e la seguì verso l’infermeria.
«No! Aspetta» gridò Billy.
Svoltò all’improvviso, scivolando sul pavimento, per non perderla di vista, ma due figure gli si pararono davanti.
«Non sai proprio farti i fatti tuoi» gli fece Aiden guardandolo di sbieco.
«Non ti intromettere» continuò Jordan. «Riguarda solo Chas.»
Billy non fu poi tanto sorpreso di ritrovarli tra i piedi. Erano i primi membri del branco di Kate, seguivano i suoi ordini e lei non voleva intromissioni. Averlo avvisato era solo un modo per stuzzicarlo. O peggio, dimostrare che non poteva fermarla.
«Non sa a cosa sta andando in contro» replicò. «E a nessuno di voi importa di lei.»
«A te sì, invece?» Jordan lo fissò adirato. «Non mi sembra ti interessassi a Chas finché non hai capito che poteva migliorare. Puoi atteggiarti a supereroe quanto vuoi, ma non sei migliore di noi.»
«Ho commesso degli errori, ma non ho mai attirato nessuno in una trappola.»
Aiden lo spintonò. «Credi di sapere sempre tutto! Chi è buono, chi è cattivo. Non ti è venuto in mente che potresti essere tu il problema per tutti.»
Era inutile farli ragionare. Kate li aveva plagiati, oppure pensavano davvero questo di lui. A Billy non importò. Doveva provare a salvare Chas. Qualsiasi proposta di Kate, non era a fin di bene.
«Fatemi passare.»
«Altrimenti?» Aiden girò il polso destro e mostrò il palmo con le cinque dita aperte e piegate. Ognuna aveva un artiglio scuro ben visibile. «Ho voglia di vederti reagire» ringhiò.
Dei passi concitati alle sue spalle annunciarono l’arrivo dei suoi amici.
«Vuoi davvero farti vedere da tutti nel tuo altro stato?» domandò serio Zec.
«Vale anche per voi» replicò Jordan.
I capelli di Michelle si tinsero di nero e le sottili vene scure comparvero sul volto. «Per noi non è un problema.»
Jordan prese il braccio del compagno. «Lascia stare. Ci sarà un’altra occasione. Ormai Kate dovrebbe aver finito.»
Billy li guardò allibito. «Non volevate davvero scontrarvi con me. Avete solo preso tempo perché Kate la convincesse indisturbata.»
Aiden ridacchiò, rinfoderando gli artigli. «L’acume non è trai i tuoi superpoteri.»  
Entrambi si voltarono e se ne andarono lasciandolo con i suoi compagni a domandarsi cosa aveva deciso Chas.
 

Billy, Zec e Michelle rientrarono di soppiatto in auditorium e ripresero i loro posti di prima.

«Come è andata?» domandò Donovan in un bisbigliò.
«Chas non è con voi…» sussurrò Betty. «Non vi ha creduto.»
Billy annuì sconsolato.
«Non è detto che ceda alla proposta di Kate» tentò Zec, per risollevargli il morale.
Le porte dell’auditorium si spalancarono.
Chas entrò raggiante, scostandosi i capelli biondi dietro le spalle. Girò il viso e gli rivolse un sorriso angelico, tutt’altro che rassicurante. A pochi passi da lei, ai suoi lati, procedettero Aiden e Jordan, un po’ come delle guardie del corpo e un po’ come complici con un obbiettivo sinistro.
Continuarono tranquilli verso tre poltroncine nella fila centrale e si sedettero.
Per Billy non c’erano dubbi.
Kate aveva convinto Chas a entrare nel branco e si chiese, nel farlo, in che modo l’avesse cambiata.
 
 

                                                           Continua…?

lunedì 1 gennaio 2024

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 50

Il Gioco del Branco 14: Il Nemico del mio Nemico è mio Nemico (2°parte)

 

Billy ebbe una fastidiosa sensazione di déjà vu.

Quello stesso uomo, impugnando la stessa arma contro di lui a minacciare la sua vita.
Un brivido gli corse lungo la spina dorsale e un pizzicore sulla nuca. Era il segnale.
«Abbiamo a che fare con il soprannaturale» disse rivolto ai due compagni, senza distogliere lo sguardo dalla pistola.
«È solo un uomo armato» replicò Donovan stupito.
«Il mio senso del soprannaturale non mente.»
Betty girò il volto verso di lui. «Non è possibile… è assurdo che un sem…»
«Fate silenzio!» L’uomo alzò la voce e fece un passo verso di loro, mantenendo la mira.
Billy sollevò lentamente le braccia. «Credo sia la punizione di S. per aver disobbedito.»
Betty lo imitò. «Riesce a controllarlo?»
«Non posso confermarlo, ma è l’ipotesi più probabile» le rispose.
«Chiudete la bocca» gridò il poliziotto. «Fate quello che vi ho detto.»
Donovan alzò le braccia a sua volta. «Come ne usciamo?»
«Possiamo spiegarci con calma.» Billy parlò diretto all’uomo, ma la risposta era anche per il compagno. «Non c’è bisogno di ricorrere alla violenza.»   
«Non mi prenderete in giro. Vi conosco, so cosa siete, mostri.» La voce dell’uomo era carica di odio e disprezzo. «Ero qui tutte le volte che è successo un crimine inspiegabile. Arrivavo troppo tardi, ma oggi pareggeremo i conti. Non ve la caverete, pagherete per le vostre colpe.»
«D’accordo, non ci opporremo all’arresto» fece Billy. «Per favore, abbassi la pistola.»
«Gli ordini li do io. E non ho mai detto di volervi arrestare.»
«Questa è la prassi.»
L’uomo compì un nuovo passo verso di loro. «Io sono la legge. Io decido. E con voi non valgono le regole normali.»
«Perché?» domandò Donovan.
«Drogati» rispose secco il poliziotto. «Non so che schifezza vi sniffate, fumate o iniettate, ma so che è questo che vi fa compiere quegli omicidi disumani. Non volete ripulirvi e quella roba non vi rende più umani, siete belve. E i mostri selvaggi come voi vanno cacciati.»
Quelle parole confermarono a Billy l’avviso inviatogli dal suo senso speciale. Nella sua affermazione, il loro assalitore citava indirettamente il messaggio di S.
Sarà caccia aperta.
Billy continuò a guardarlo negli occhi. «Sono sicuro si tratti di un equivoco. Nessuno di noi fa uso di droghe. Di nessun genere.»
«Bugiardo» sbraitò il poliziotto. «Siete mostri, drogati e bugiardi!»
Con una mossa rapida e cogliendolo impreparato, Betty balzò davanti a lui e Donovan. L’azione innervosì l’uomo già instabile e Billy lo vide piegare il dito sul grilletto e si lanciò sul compagno, rotolando a destra insieme sul cemento.
Il proiettile partì con un colpo assordante, rimbombando nel cortile deserto. Alzando appena in tempo il volto, Billy vide la pallottola volare attraverso il corpo intangibile dell’amica, conficcandosi nel muro dell’edificio principale.
«Betty! Ti ha dato di volta il cervello?» gridò terrorizzato per cosa sarebbe potuto accaderle. «Cosa credevi di fare?»
Lei parlò senza voltarsi. «Sapevo di riuscire a controllare a sufficienza il mio potere.»
Donovan si massaggiò la testa. «Siete impazziti tutti e due. Ma cosa avete? Il complesso del martire?»
«Mostri! Lo sapevo!» gridò il poliziotto. «Non siete umani!»
Prima che lui e il compagno potessero rimettersi in piedi, partì un secondo e un terzo colpo, diretti a Betty. Come i precedenti, i proiettili le passarono attraverso.
Pur sapendo che nella forma incorporea l’amica non correva rischi, Billy era comunque spaventato. Quella non era una soluzione. Qualcun altro poteva arrivare all’improvviso e farsi male.
Morire.
«Smetta di sparare» gridò. «Basta! Ammazzerà degli innocenti.»
«È colpa vostra» replicò l’altro. «Avete iniziato voi questa guerra.» Sparò un quarto colpo.
Betty camminò nell’aria verso di lui, senza una forma fisica da intaccare, procedette sicura. Di rimando l’uomo premette il grilletto altre due volte. Riprovò una terza,ma il caricatore girò a vuoto. Aveva finito i colpi a disposizione. La ragazza si avventò su di lui, tornando tangibile proprio quando gli fu addosso. Iniziarono una colluttazione per il possesso dell’arma scarica, ma lui ebbe la meglio.
Billy e Donovan si rimisero in piedi e corsero in contro ai due.
«Fermi!» urlò il poliziotto. Avvolse il braccio sinistro sotto la gola di Betty, serrandole la spalla destra e immobilizzandola davanti a sé. Con la mano libera gettò a terra la pistola e in uno sbuffo di fumo grigio fu rimpiazzata tra le sue dita da un cilindro argenteo. Premette con il pollice la parte superiore, tre led si illuminarono e Betty gridò dolorante.
«Cosa le hai fatto?» chiese agitato Donovan.
«Ultrasuoni a bassa frequenza» rispose l’uomo. «Lei può sentirli e le impediscono di rifare il suo trucco.» Lanciò poi l’oggetto nella siepe opposta a loro. «Non pensate neanche di andarlo a prendere.»
Billy si sforzò di ragionare e non permettere al panico di avere il sopravvento. Quell’uomo sapeva come neutralizzare la concentrazione di Betty e renderle impossibile diventare intangibile. Ma cosa poteva avere in serbo per lui e Donovan? Se con mezzi paranormali S. lo riforniva di strumenti per contrastarli, doveva sapere che loro erano innocui. L’amico non aveva poteri e il suo senso del soprannaturale non era un’arma offensiva.
«Questa volta state fermi dove siete. Non vi conviene farmelo ripetere.» I tratti del viso del poliziotto si rilassarono. Percepì il suo vantaggio e preannunciato dal fumo, nella mano destra apparve un machete. «Purtroppo per criminali estremi, occorrono misure estreme.»
«No, rifletta, non è il suo mestiere. Lei protegge le persone, non le uccide» disse Billy.
«Da ora in poi, proteggerò chi non può farlo da solo.» Sollevò la lama del coltello e lo avvicinò alla testa di Betty. «A cominciare da questo mostro qui.»
«Agente Hogan, fermati!»
Billy si girò di scatto. Nel trambusto di lotta e speranza di placare l’uomo con le sole parole, non aveva sentito arrivare nel cortile della scuola i gemelli Kerry e Kenny Wood.
«Per favore, Christopher, fermati» ripeté Kenny.
Christopher li guardò stordito. «Ragazzi… non dovreste essere qui…»
«Neanche tu, zio Chris» fece Kerry.
A Billy non sfuggì quell’appellativo. Erano parenti? No, le loro ricerche dell’anno prima confermavano che i gemelli avevano solo uno zio paterno in vita e non era l’uomo davanti a loro.
«Andatevene» insistette l’agente Hogan. «Vostro padre non vi vorrebbe coinvolti.»
«Lo stesso vale per te» continuò Kerry. «Quello che ho davanti non è lo stesso uomo a cui papà aveva affidato la sua vita. Il suo partner.»
Il braccio con cui Christopher tratteneva Betty tremò. «Non capite. Lo sto facendo per lui.»
«No. E lo sai anche tu.» Kenny si mosse lentamente, superando sia lui che Donovan. «Odi la violenza. Ci ricorri solo in casi disperati. E questo non lo è. Sono solo dei ragazzini.»
«Lo erano anche quelli che hanno ucciso vostro padre» rispose. «Tossici irrecuperabili, gli hanno sparato senza pietà, come se fosse un animale da cacciare.»
«Hanno sbagliato. Tu li hai presi e consegnati alla giustizia» raccontò Kenny. «Hai fatto il tuo lavoro. Non sei stato giudice, giuria e boia, ma un onesto e corretto poliziotto. E lo sei ancora.» Si fermò a una spanna da lui. «Per favore, lascia andare Betty. Lei è… un’amica.»
Christopher Hogan scosse la testa. «No, no, no. Lei è un mostro. La droga, non so che tipo, l’ha cambiata, in tanti sono diventati dei mostri e si comportano da mostri.»
Kerry camminò dove era caduta la pistola e la raccolse. «È vero, in giro ci sono dei mostri. Ma non tutti i diversi lo sono.» Raccolse l’arma dal terreno e stringendola tra le mani, la piegò a ferro di cavallo. Senza alcuna fatica. «Guarda zio Chris, sono un mostro da cacciare anche io?»
Christopher strabuzzò gli occhi, allontanò il braccio da Betty e aprì la mano con cui stringeva il machete, lasciandolo cadere con un clangore sul cemento. «Non è possibile… tu… tu…»
«Non ci droghiamo» intervenne Kenny. Prese con calma le braccia di Betty e la fece proseguire, affidandola poi a Donovan, avvicinatosi per riabbracciarla.
Billy osservò l’intera scena ammirato. I gemelli irreprensibili, e che più volte lo avevano messo in difficoltà, erano riusciti dove lui aveva fallito.
L’agente Hogan indietreggiò e cadde sul sedere. Si strinse la testa dai capelli biondo scuro tra le mani e la scosse sconvolto. «Non può essere… non capisco più niente… cosa sta succedendo?»
Kenny si inginocchiò accanto a lui. «Sei stanco, zio Chris. Questo lavoro può portarti in luoghi oscuri.»
Kerry lasciò cadere la pistola accartocciata e raggiunse il gemello. «Però tu sei più forte. Ti sei solo smarrito per pochi istanti. Niente a cui non possiamo porre rimedio.»
Lui sollevò il capo e passò lo sguardo da uno all’altro. Una coppia di lacrime gli scesero dagli occhi e bagnarono la barba chiara. «Non so più cosa fare…»
«Torna a casa» disse Kerry con un sorriso.. «Ti svesti. Fai una lunga doccia calda e ti stendi un po’.»
Kenny lo aiutò a rialzarsi. «Noi veniamo a trovarti più tardi e portiamo cibo cinese. Niente ti ridà la pace come una buona cena.»
«Io…ok» acconsentì Christopher. «Ma dobbiamo parlare, dovete raccontarmi tutto. Me lo promettete?»
Kerry annuì. «Ti spiegheremo tutto. Promesso. Ora vai a casa.»
Lui accarezzò le guance di entrambi i ragazzi.
Billy non poteva crederci, non era più l’uomo aggressivo di qualche ora prima. Era ciò che i gemelli vedevano ogni volta che il soprannaturale invadeva e alterava la realtà.
Una vittima.
Kenny e Kerry si accostarono a loro tre, controllarono l’agente Hogan uscire dal cancello principale del cortile del liceo e dirigersi verso la strada per la sua abitazione.
«Grazie» disse Billy. «Non so davvero cosa avremmo fatto se non foste intervenuti.»
L’applauso fragoroso di qualcuno, s’intromise in quel breve istante di sollievo.
«Un arrivo davvero provvidenziale.» Kate Silver comparve sulla soglia della doppia porta dell’ingresso della scuola e li guardò con un sorriso compiaciuto. «O forse era più un test per vedere le vostre qualità.»
«Ci sei tu dietro a tutto questo.» Kerry lo affermò, non lo chiese.
Kate scrollò le spalle. «Non confermo e non smentisco.»
Kenny la guardò furioso. «Infermiera Silver, perché fa tutto questo? Se è lei la responsabile, come può coinvolgere un uomo onesto in… cosa sta facendo esattamente?»
«Si può definire in molti modi» rispose lei. «A me piace chiamarlo gioco.»
Billy si staccò dal gruppo e le andò di fronte. «Sei seria? Consideri tutto questo un passatempo? Che razza di persona malata sei?»
Lei lo fulminò con i suoi occhi azzurri. «Sei l’ultimo a poter dare giudizi.» Lo scostò malamente dalla strada e proseguì verso i gemelli. «Mi dispiace aver dovuto mettere in mezzo una persona che vi è cara, ma rintracciarvi è davvero complicato.»
Kerry sostenne il suo sguardo. «Cosa vuoi da me e mio fratello?»
«Unitevi a me, al mio nuovo branco. Potrete mantenere le vostre abilitò, o magari aggiungerne di nuove» propose Kate.«Insieme faremo tutto ciò che volgiamo.»
«No» rispose la ragazza dalla pelle scura. «Noi non stiamo con nessuno. L’unica parte per cui lottiamo è la nostra.»
Kenny le si avvicinò. «Non sappiamo se hai tu la Falce, nel caso, ce la prenderemo. E se invece è ancora in giro, la troveremo da soli.»
«Non mi piacciono i rifiuti» sibilò Kate.
I gemelli si scambiarono un’occhiata. Si voltarono e senza salutare nessuno, si avviarono verso il cancello dell’uscita.
«Lo rimpiangerete» gridò Kate.
Betty abbandonò l’abbraccio sicuro di Donovan in cui si era rifugiata dopo il salvataggio e l’affrontò. «Hai coinvolto l’agente Christopher Hogan per darci la caccia, questo vuol dire che sei tu S.»
Kate ritrovò la sua calma serafica. La fissò e ripeté: «Non confermo e non smentisco.» Camminò poi indietro, in direzione delle porte della scuola. Stava per entrare ma si fermò.
Billy la osservò fare dietrofront e raggiungerlo. Piegò leggermente il volto e con la bocca accanto al suo orecchio destro, sussurrò: «Ti do un’anticipazione: la mia prossima recluta non fa parte del tuo gruppo, ma è comunque qualcuno che ti è vicino. Un’altra vecchia conoscenza.»
Osservandola sparire oltre l’ingresso della scuola, Billy restò immobile con il compito di decifrare quel criptico avvertimento.
 
 

                                                           Continua…?