lunedì 26 maggio 2025

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 86

Sorge Oscurità Maggiore 11: Hart of Darkness

 

Nella palestra gremita, Zec ascoltò le parole del preside Espenson, ma la sua mente vagava altrove.

Dopo la morte di Aiden Cheung, inspiegabile per quasi l’intero corpo docenti e studentesco, le lezioni erano state sospese. I paramedici intervenuti avevano fatto diverse domande a Billy, Donovan, Chas e Jordan e li avevano quasi obbligati a fare un test antidroga per capire se tra le cause possibili c’era l’uso di sostanze illegali, ma erano risultati puliti.
I signori Cheung non avevano sporto denuncia e non avevano fatto alcuna pressione per altre indagini. Volevano solo poter seppellire al più presto il figlio e avevano voluto una cerimonia privata e così era stata organizzata una sorta di veglia funebre a scuola, per chiunque tra insegnanti e compagni volesse parteciparvi.
Per Zec non era così strano, o difficile da condividere come comportamento. Per i genitori di Aiden era un modo per proteggersi. Lui aveva cercato di fare lo stesso con sua madre: ormai da più di un anno era caduta in depressione, malata di un brutto esaurimento nervoso scatenato dalla morte di suo padre e peggiorato dalla scomparsa di sua sorella Dana e appunto per evitarle altro dolore, le aveva omesso che era tornata, in giro per Dorms con l’aspetto di un demone…
«Lascio la parola al coach Adams, che lo ha seguito spesso negli allenamenti della squadra di basket» continuò il preside. Prima di scendere dal palchetto allestito nella zona nord della palestra, si avvicinò di nuovo al microfono. «Dopo il suo intervento, se tra voi, colleghi e ragazzi, c’è qualcun altro che ha voglia di esprimere un ricordo su Aiden, può avvicinarsi liberamente, in modo ordinato.»
Zec scrutò tra la folla di studenti seduti sugli spalti e in piedi nel perimetro dello stanzone. Alcuni si mossero, altri rimasero impassibili. Qualcuno piangeva e non sapeva se fossero lacrime vere, o una finzione per le circostanze.
Scorse Chas: per la prima volta, da che ne aveva memoria, era senza trucco, indossava una normale felpa nera e jeans dello stesso colore. I capelli biondi raccolti in una treccia e gli occhi arrossati e gonfi. Non aveva dubbi dell’autenticità del dolore del suo pianto. 
I suoi amici avevano raccontato a lui, Betty e Michelle la verità sull’accaduto, la reazione di Chas non era una sorpresa, come il fatto che Jordan le stesse accanto, seguendola come una guardia del corpo.  
Ciò che sconvolgeva Zec era il modo in cui aveva agito Oscurità Maggiore. Freddo, calcolatore, drastico. Non provava particolare simpatia per Aiden, ma non gli avrebbe mai augurato la morte. Per il nemico, invece la vita del ragazzo non aveva avuto alcun valore: non poteva sfruttarlo per i suoi scopi, quindi lo aveva eliminato come un giocattolo rotto.
Alla sua destra, Billy gli strinse le dita che tenevano intrecciate e mormorò: «Usciamo.»
Zec gli vide fare un cenno anche a Donovan che a sua volta richiamò Betty e Michelle.
Si mossero con calma tra il gruppo di ragazzi e ragazze e raggiunsero l’ingresso, camminando quatti fino a metà  del corridoio.
Billy li portò nella stanza degli attrezzi per le lezioni di ginnastica, li fece entrare e chiuse la porta dietro di sé. «Non possiamo andare avanti così. È il momento di reagire in maniera decisiva contro Oscurità Maggiore.»
Zec lo osservò sorpreso. Non si aspettava quel tipo di discorso in quell’occasione. «Questa tragedia ci ha sconvolti tutti, ma cosa possiamo fare? È senza dubbio imprevedibile, pericoloso e potente.»
«Ero con te quando è accaduto, ricordi?» intervenne Donovan, appoggiandosi a una cesta quadrata in metallo, con dentro i palloni da basket. «Ed ero presente a quasi tutte le apparizioni di Oscurità Maggiore. È sempre un passo avanti a noi.»
«Hai ragione, per questo sono arrivato alla conclusione che l’unica soluzione è non frequentarvi più» disse Billy. «Siete dei bersagli troppo facili se restiamo spesso insieme.»
Betty incrociò le braccia sul petto. «È una scelta esagerata e oltretutto non è vero. Oscurità Maggiore se l’è presa con Kerry Wood prima ancora di presentarsi a noi. Inoltre, eri quasi incosciente quando ha alterato la realtà il giorno del test e le sue vittime dirette non eravamo noi.»
«Giusto» s’intromise Michelle. «Quel giorno e l’ultima volta se l’è presa con Jordan, Dylan, Chas e…Aiden.»
Zec strinse ancora più forte le sue dita intorno a quelle del compagno. «Sappiamo che hai un forte senso di responsabilità verso tutto ciò che è scatenato dalla Bocca dell’Inferno, ma questa volta è diverso. Oscurità Maggiore attacca chiunque considera corruttibile e manovrabile. Nessuno è al sicuro, con o senza di te nei paraggi.»
Billy scostò la mano e si allontanò da lui. «Non avete capito. Durante l’attacco ad Aiden, quando ho  cercato di fermare Oscurità Maggiore, ho riportato nel modo reale un ricordo di Elliott. Si è trattato di pochi istanti, ma vuol dire che la connessione tra me, lui e Oscurità Maggiore è rimasta attiva. E come ha detto Betty e avete visto, riesce a rendermi inoffensivo… non riesco più a trovare il limite tra me e lui, e se la prossima volta mi usasse per ferirvi e uccidervi? Non posso sopportarlo.»
«Donovan, tu eri lì, digli che è una stupidaggine» fece Zec, accostandosi all’altro ragazzo.
Donovan si morse il labbro inferiore e strinse il pugno destro. «No… purtroppo è vero, cioè ci ha davvero trascinati per pochi secondi in uno di quei ricordi e anche io mi chiedo quanto sia profondo il loro legame.»
«E poi questo è un buon modo per abituarvi all’inevitabile» continuò Billy. «In qualunque modo chiuderemo la Bocca dell’Inferno, c’è l’alta probabilità che io scompaia.»
«Ma mi avete ascoltato?» replicò Betty allargando le braccia esasperata. «Oscurità Maggiore usa e  userà chiunque. Non ha importanza con chi siamo, farà in modo di portare avanti il suo piano e se non lo asseconderemo, ci eliminerà. Billy, non puoi evitare tutto questo separandoti da noi.»
«Però anche quello che dice Billy ha una certa… importanza.» Michelle sfiorò il bordo di una pettorina rossa, in cima a una pila di quelle usate per dividere in squadre i ragazzi, e giocherello con una cucitura. «Ha cancellato una parte di memoria di Nicole Racher, solo per punirci e punire lei. Billy non può difenderci da qualcosa del genere e noi non possiamo fare niente se succederà quello che teme.»
Zec li scrutò in volto. Nessuno guardava negli occhi gli altri e tutti avevano paura e angoscia ben visibile nelle espressioni. La morte di Aiden stava avendo un effetto più deleterio di quello che Oscurità Maggiore aveva previsto: li stava facendo dubitare della loro unione.
«Abbiamo tutti ragione e tutti un po’ torto» rispose poi, provando a sembrare calmo. Tornò accanto al suo ragazzo e gli avvolse la schiena con il braccio sinistro. «Ora non è il momento di prendere queste decisioni. Dobbiamo ancora elaborare la morte di Aiden, riparliamone tra un paio di giorni e valuteremo ogni proposta.»    
Betty gli strinse la spalla. «Sono d’accordo. Rientriamo in palestra per il resto della commemorazione.»
Donovan annuì non molto convinto e si scostò dal cesto dei palloni. Michelle si mosse seria, con lo sguardo incerto e aprì la porta del magazzino.
«Andiamo, non rimuginarci su» sussurrò Zec a Billy, ma anche se l’altro abbozzò un sorriso, gli lesse in faccia che non aveva affatto abbandonato la sua idea.
S’incamminò con il ragazzo al fianco, seguendo i suoi amici. Rientrarono in palestra e si sistemarono in piedi, due file dietro le prime sedie di fronte al palchetto.
Osservando una ragazza alta e con i capelli scuri raccontare qualche aneddoto su Aiden, Zec decise di non pensare più alla folle proposta di Billy. Era sicuro che una volta superate quelle giornate tristi e cariche di lutto, lo avrebbe di nuovo convinto che Elliott li aveva scelti per affrontare tutto uniti e separarsi non era un’opzione da considerare in nessun caso.
Il preside Espenson tossicchiò al microfono e richiamò la sua attenzione nel presente.
«Dunque non vedo più nessuno desideroso di parlare, quindi è arrivato il momento di un annuncio ufficiale.» Fece una pausa udendo il brusio tra i ragazzi e aggiunse: «Domani riprenderemo le normali lezioni e introdurremo una nuova figura nel nostro organico. L’Unione Genitori e il Consiglio Docenti hanno valutato di comune accordo la necessita della presenza a scuola di un esperto che vi aiuti ad affrontare i recenti traumi ed episodi sconvolgenti in cui siete stati coinvolti. Pertanto, saranno obbligatori gli incontri con il nostro nuovo Consulente Scolastico e psicologo autorizzato. Venga pure avanti.»
Zec osservò un uomo alzarsi sulla destra, dalla zona in cui erano raggruppati gli insegnanti e camminare sicuro nel centro della palestra, per raggiungere il palchetto. Non appena fu salito bene in vista, gli mancò il fiato e la mano di Billy si irrigidì nella sua.
Vestito in un perfetto completo blu scuro con camicia azzurra, Oscurità Maggiore sostava in piedi al fianco del preside Espenson.
«Ragazze, ragazzi, vi presento il dottor Hart Wyngarde» fece l’uomo. «Avrete modo di conoscervi meglio negli incontri personali a partire da domani.»
Zec lanciò un’occhiata fugace ai suoi amici, allibiti quanto lui e poi riportò gli occhi sul nuovo Consulente. Anche se la sua somiglianza con Billy – ed Elliott – per loro cinque era ancora evidente, era riuscito a camuffarla: nessuno dei presenti tra studenti e adulti commentò quel particolare tanto palese.
Hart Wyngarde si avvicinò al microfono e disse: «Sarà un piacere parlare a tu per tu con ognuno di voi.»
Zec non riuscì a staccare lo sguardo, per un secondo i loro occhi si incrociarono e la bocca  dell’uomo si distese in un sorriso subdolo.
 
 

                                                                      Continua…? 

Nessun commento: