Il Gioco del Branco 29: La Sincerità ti
Rende Omega
Michelle addentò il mini burrito con
pollo, pomodoro e insalata e masticando, si guardò intorno, passando in
rassegna i volti dei ragazzi e delle ragazze nella mensa.
Seduta di fronte a lei allo stesso
tavolo, Betty sbuffò infastidita. «Smettila, ti ho già detto che nessuno di
loro è qui.» Si riferiva ai membri del branco, Chas, Aiden, Jordan e Dylan.
Tutti e quattro erano presenti a scuola, li avevano intravisti nei corridoi, ma
non li avevano avvicinati per sapere qualcosa di più su Sasha. «È chiaro che
non sanno come comportarsi dopo gli eventi della notte di luna piena.»
Accanto a lei, Donovan infilò i rebbi
della forchetta in due maccheroni al formaggio. «Billy e Zec sono in missione
anche per questo. Hai novità?»
Betty spostò con la forchetta la sua
pasta al formaggio nel piatto e mise il cellulare sul tavolo. «Ancora niente,
ma dovrebbero scrivermi a momenti. La segretaria sarà in pausa pranzo e non
dovrebbero impiegarci molto a scoprire se l’infermiera Kate è assente anche
oggi.»
Michelle bevve un lungo sorso d’acqua
dalla bottiglietta per ingoiare il boccone. «E sarebbe il terzo giorno che non
si fa vedere a scuola.»
Betty annuì. «Conferma la nostra tesi
che Sasha non ha riacquistato le forze per riportare questa emanazione di sé
nella realtà.» Sollevò lo sguardo dall’amica e vide i gemelli Wood con i vassoi
del pranzo in mano. «Venite, siamo qua» disse, sventolando il braccio destro
sopra la testa. «E di conseguenza disorienta il suo branco e lo rende più
vulnerabile.»
Kerry e Kenny raggiunsero il loro
tavolo, posarono i rispettivi vassoi e lei si sedette al fianco di Michelle e
il fratello nel posto vicino al suo.
«Nessuno degli altri ha tentato di
avvicinarmi o parlarmi» disse Kenny, afferrando il mini burrito dal piatto.
Kerry parlò osservando Betty in volto.
«Non lo considerano parte del loro branco. Forse perché Kate non ha avuto il
tempo di introdurlo, o per il fatto che siamo vostri alleati.»
Donovan guardò l’altro ragazzo
sottecchi. «E tu non senti nulla? Nessun messaggio subliminale dalla tua
Alpha?»
Kenny si bloccò con il burrito quasi in
bocca. «No, ve lo avrei già detto.»
«Sicuro?» insistette l’altro. «Magari ha
un qualche trucco per impedirti di darci notizie e non te ne rendi conto.»
Betty ingoiò a fatica il boccone di
pasta. Sapeva dell’antipatia del fidanzato per l’altro ragazzo, ma sperava si
fosse attenuata dopo la nottata insieme in palestra. «Sono certa che non ha
nessun controllo nascosto su di lui.»
«Non ti fidi di me?» domandò Kenny
scuro. «Parla chiaramente» e dalla sua gola uscì un suono lieve, troppo simile
a un ringhio.
«Abbiamo visto come gli altri lupi e
banshee, o quello che è, sono fedeli a Kate, potresti esserlo anche tu e averci
attirato in trappola.» Donovan sostenne lo sguardo dell’altro.
«Non c’è nessun inganno» replicò Kerry,
allontanando la lattina di Coca Cola dalle labbra. «O non vi avremmo proposto
di usare mio fratello come prima cavia per il vostro piano.»
Betty diede una vistosa gomitata al
braccio del fidanzato. «Lo sappiamo e ci fa piacere abbiate accettato la nostra
idea di collaborare. Donovan è solo troppo scrupoloso.»
Lui aprì di nuovo la bocca per ribattere,
ma il trillo del cellulare sul tavolo lo zittì. Lei sbloccò lo schermo e lesse
il messaggio di Billy. «È confermato: Kate Silver è assente anche oggi, non
corriamo rischi.»
«Gli altri del suo branco però sono qui
a scuola» ricordò prontamente Michelle. «Non è sicuro agire dove possono
raggiungerci facilmente.»
Kerry si pulì le labbra con un
tovagliolo di carta. «Ha ragione, se abbiamo una possibilità di liberare mio
fratello non possiamo farlo dove ci possono fermare.»
Betty arricciò ilo naso. Non aveva pensato
a quell’eventualità. Si rimproverò: stava perdendo colpi, succedeva sempre più
spesso che i suoi piani avessero difetti rilevanti. Doveva stare più attenta ai
dettagli. «Ok, ma quale sarebbe un luogo sicuro?»
«Casa nostra» le rispose Kenny. «Nostro
zio è fuori per lavoro fino alle sette e se dovessero farsi vivi, saremmo in
vantaggio.»
«Non so…» temporeggiò Betty. Non
potevano andare tutti e cinque a casa dei gemelli. «È meglio che qualcuno resti
a sorvegliare il branco, non si sa mai. Qui a scuola almeno potremmo fare
entrambe le cose.»
«No, casa nostra è il posto migliore»
ribadì Kerry. «Uno di voi verrà con me e Kenny, gli altri resteranno qui a
controllarli. Abbiamo l’ultima ora buca. Vediamoci sul retro della scuola.»
La campanella della fine dell’ora di
pranzo suonò, i gemelli afferrarono i vassoi e abbandonarono il tavolo.
Guardando le loro schiene allontanarsi, Betty risme interdetta nel non aver
potuto far valere le sue ragioni.
Seppur all’esterno della scuola e con un
vento freddo che pensava avrebbe fatto rabbrividire perfino un pinguino, Betty
scoppiava dal caldo. Era furiosa e la colpa era di Donovan, tranquillo in piedi
al suo fianco.
«Kerry ha detto solo uno di noi» gli ripeté per la quarta
volta in meno di un’ora.
«Te l’ho già detto: non si arrabbierà se
siamo in due.»
«Non è questo il punto. Eravamo
d’accordo che sarei andata io. Gli altri hanno confermato che non era un
problema occuparsi di Jordan e compagni, quindi perché ti sei imposto per
venire?»
Lui la guardò incrociando le braccia.
«Sembra ti dia parecchio fastidio.»
«Certo! Mi sembra di essere controllata…
come se avessi tre anni.»
«È per la tua sicurezza, non sappiamo se
Kenny reagirà da licantropo.»
Betty spalancò la bocca sconvolta. «Mi
prendi in giro? Ho ha avuto a che fare due volte con Kenny da lupo mannaro e me
la sono cavata benissimo.»
«Non si sa mai, uno in più è meglio.»
«C’è Kerry e ha superforza e istinto da
Cacciatrice» replicò. Compì un paio di respiri per calmarsi e disse: «Tu sei
geloso, ne abbiamo già parlato più volte e sta diventando ridicolo.»
Donovan sbuffò. «Non mi fido di lui.
Avrei accompagnato chiunque degli altri fosse andato al tuo posto.»
Betty lo guardò di sbieco da dietro le
lenti degli occhiali. Non era sicura di poter credere a quella risposta e non
le piaceva continuare a mettere in dubbio il suo rapporto con lui. Pretendeva
che si fidasse di lei e si accorse di dover fare lo stesso. Sollevò lo sguardo
e vide i gemelli Wood avvicinarsi: in ogni caso la loro conversazione terminava
lì.
Kenny li squadrò. «Viene anche lui?»
Donovan esibì il più forzato dei
sorrisi. «Sì, è un problema?»
Betty esaminò l’altro ragazzo scuotere
la testa, ma non percepì nessuna emozione. Kerry scrollò le spalle e fece cenno
di incamminarsi. Donovan la prese sottobraccio e procedettero dietro gli altri
due.
L’interno della casa dello zio dei
gemelli Wood era confortevole, almeno il salotto dove i padroni di casa li
fecero fermare, appendendo le giacche a portabiti fissati alla parete accanto
all’ingresso. Betty pensò che la stanza avesse un arredamento un po’ scarno, ma
tenne l’opinione per sé. Il tragitto per raggiungere l’abitazione era già stato
contraddistinto da un silenzio imbarazzante.
Kenny si lasciò cadere sul divano a tre
posti. «Quindi? Adesso in cosa consiste il vostro piano?»
«Ecco…» Betty si schiarì la voce. «Come
ha spiegato Dana, la presa di Kate su di voi è legata al vostro segreto condiviso
solo con il branco, rivelandolo anche a
noi rompereste il legame e ciò che vi ha fatto.» Prese qualche istante per
scegliere con cura le parole. «Non ti giudicheremo, puoi parlare liberamente e
raccontarci quello che non sei riuscito a confessare a nessun altro.»
Kenny abbassò lo sguardo.
«Volete qualcosa da bere?» domandò
Kerry. «Non credo abbiamo molto: acqua, succo d’arancia, forse della soda.»
«No, grazie» rispose Donovan, prendendo
posto sull’unica poltrona alla sinistra del divano e tenendo lo sguardo fisso
sull’altro ragazzo.
«Grazie, sono a posto» replicò Betty.
Kerry annuì e si diresse comunque in
cucina, tornando poco dopo con una lattina di soda e una sedia, la posizionò
all’altro lato del divano e si sedette.
Betty passò in rassegna i tre presenti e
si mordicchiò il labbro inferiore. Non ci volevano poteri paranormali per
percepire la tensione tra loro: non era certo l’atmosfera ideale per facilitare
una confessione.
«Stiamo aspettando» insistette Donovan.
«Non mettergli fretta» intervenne Kerry.
Bevve un sorso della bibita. «Lo farà quando sarà pronto.»
«Sarebbe utile entro questa sera»
commentò l’altro.
Kenny si girò di scatto verso il
ragazzo. «Se hai fretta, puoi anche andartene. Basta uno di voi.»
Betty vide il suo fidanzato pronto a
reagire e così lo anticipò. «Nessuno vuole farti pressioni e poi non c’è un noi
e un voi. Siamo qui perché siamo della stessa… come dire… squadra.»
«Forse mio fratello non è a suo agio con
voi due» disse Kerry. «Non voglio offendervi, ma magari preferisce prima
confidarsi solo con me.»
«No» sussurrò Kenny.
Betty non ne fu sorpresa. Per quanto la
gemella Wood fosse convinta del loro intaccabile legame fraterno, si era
scordata che Kate aveva avuto il potere di trasformarlo perché ciò che Kenny
teneva nascosto non lo aveva confidato a nessuno. Nemmeno a lei.
«Insomma, possiamo girarci intorno
all’infinito, ma devi parlare» lo pungolò Donovan. «È facile.»
«Facile?» Dalla gola di Kenny sfuggì un
ringhio. «Se fosse stato facile, non avrei dovuto tenerlo nascosto.» Le iridi
divennero gialle, ciuffi di pelo si allungarono sulle basette e artigli
scattarono dalle sue unghie.
Donovan balzò in piedi, posizionando le
braccia davanti al petto per rispondere a un attacco.
Kerry scansò la sedia, lasciò la lattina
sul pavimento e si avvicinò al fratello, prendendogli un braccio. «Kenny, non
devi reagire così.»
Lui le ringhiò contro: «Lasciami stare.»
Betty si fece avanti. «Fai come ti
dice.»
«Ma io vo…»
«Per favore!»
Kerry abbandonò la presa e arretrò dal
gemello.
«Non riesco, andatevene via tutti!»
sbraitò Kenny.
Betty gli andò quasi di fronte. «Kate ti
ha usato. Ti ha obbligato a rivelarle questo segreto e forse ti sembra di
rivivere lo stesso con noi, ma volgiamo liberarti dal suo controllo. Non può
essere niente di tremendo.»
Lui sollevò il viso e la guardò dritto
negli occhi. «Non voglio resuscitare mio padre.»
La frase gli uscì tutta d’un fiato, nei
suoi occhi Betty vide una profonda vergogna e un senso di colpa. «Non c’è
niente di male in questo. Anzi, è una decisione saggia.»
«Lei non è d’accordo» le rispose e girò
il viso verso la sorella.
«È quello che pensi?» domandò Kerry,
incrociando le braccia sul petto. «Per questo non ti sei confidato con me?»
«Ti saresti arrabbiata e avresti cercato
di convincermi del contrario, ma non voglio farlo, anche se avessimo già la
Falce» continuò Kenny. «Dopo aver visto come poteva essere quando la scuola era
un miscuglio d’inferni e come Kate, o Sasha ha stravolto Chris Hogan, sono
sicuro che non riporteremmo papà in vita, non il vero lui. Sarebbe qualcosa
di…»
«Abominevole» concluse la gemella al suo
posto. «Ne sono certa anche io. Mi dispiace averti fatto pensare che ti avrei
obbligato e peggio che tu avessi tanto timore di dirmelo.»
Betty la fissò stupita. «Quindi anche tu
non sei più dell’idea di resuscitarlo.»
Kerry abbozzò un sorriso. «Alle fine
avevate ragione voi. Gli ultimi eventi mi hanno fatto riflettere: rischieremmo
di portare nella realtà qualcosa di mostruoso e dovremmo liberarcene. E sarebbe
ancora più doloroso.»
Kenny le andò accanto e le accarezzò la
spalla. «Perché non me ne hai parlato prima?»
«Non so. Forse anche io temevo una tua
reazione diversa. Da ora in poi, ci
confronteremo per tutte le decisioni importanti e senza aver paura di essere
sinceri.»
«È tutto qui? Non avete altro da
confessarvi?» Donovan abbassò il braccio sinistro e si grattò il mento con la
mano destra. «Perché se è così, qualcosa comunque non ha funzionato, lui è
ancora un licantropo.»
Kenny si toccò i ciuffi di pelo sulle
basette e fissò confuso gli artigli.
Betty ricordò all’improvviso le esatte
parole di Dana e non c’era nessuna garanzia di liberarlo anche della mutazione.
Però aveva bisogno di una conferma. «Prova a collegarti con gli altri del
branco e poi muta di nuovo forma in umano, cambiando un solo particolare.»
Lui chiuse gli occhi e li riaprì pochi
secondi dopo. «Non percepisco nessuno di loro. Non saprei dirvi dove sono, o
cosa stanno facendo.» Seguì l’ordine, annullò la trasformazione. Si concentrò
di nuovo e fece spuntare gli artigli dalla mano destra. «Che significa?
Continuerò a trasformarmi?»
Betty lo guardò dispiaciuta. «Temo di
sì, a quanto pare ti abbaiamo reso un Omega: un lupo mannaro senza un branco.»
Continua…?