lunedì 15 luglio 2024

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 64

 Il Gioco del Branco 28: Un Gioiello per Rintracciarti

 

«Come coincidenza è parecchio strana, voglio dire: un’altra persona in coma e con poteri mentali qui a Dorms?» disse Donovan, spingendo la schiena contro la sedia, facendola scricchiolare.

Billy sentì il suo sguardo indagatore vagare per l’aula multimediale, in cui si erano ritrovati alla fine delle lezioni, fino a posarsi con insistenza su di lui. Fermo in piedi, appoggiato alla parete accanto all’entrata, fece spallucce. «Non so che dirti, negli ultimi due giorni ho immaginato ogni altra spiegazione e questa rimane la più plausibile.»
«E il più delle volte è così: la soluzione più ovvia è anche quella corretta» replicò Betty, dandogli le spalle e pigiando rapida le lettere sulla tastiera, osservando lo schermo del computer davanti al quale era seduta. «Un controllo incrociato tra ospedale e notizie del quotidiano locale, conferma che Sasha DiVittis è in coma dopo un incidente stradale, avvenuto all’incirca poco più di un anno fa e in cui sua sorella Crystal ha perso la vita.»  
Zec comparve sull’uscio con il fiatone. «Scusate il ritardo. Cosa mi sono perso?»
«L’ennesima conferma che ciò che ci succede negli ultimi tempi è tutto collegato» rispose Billy.
«O l’ennesima riprova che è tutto troppo facile» sottolineò Donovan.
«Elliott mi ha fatto apparire più o meno nello stesso periodo in cui Sasha è finita in ospedale» continuò ignorandolo. «E nel sogno che abbiamo visitato, due ragazze viaggiavano in auto. Non sono semplici coincidenze, sono prove.»
Betty si voltò a guardarlo. «Però questo non spiega tanto altro. Come mai è in collera con te? Cosa ne ha fatto di Elliott e della Falce? Chi o cosa è Kate Silver?» contò i suoi dubbi sull’indice, il medio e l’anulare della mano destra, mentre li elencò.
«Odio essere io a dirlo, ma Kate potrebbe essere l’equivalente di Billy…» ipotizzò Zec, evitando di guardarlo in volto. «Un’emanazione della psiche di Sasha, il suo avatar nel mondo reale per vendicarsi. Mentre lei interagisce senza una vera forma sotto lo pseudonimo “S” e tramite i messaggi.»
«E come mai, di punto in bianco, ha deciso di aiutarci, combattendo la sua creazione e guidandoci da lei?» domandò Donovan, aggrottando la fronte.
Billy rimuginò su quella domanda. Era venuta in mente anche a lui e inevitabilmente lo aveva fatto tornare a porsi dubbi sulla sua stressa esistenza: si poteva considerare una persona reale? E quanto le sue scelte erano davvero solo sue?
Betty chiuse le finestre delle sue ricerche online, facendo riapparire lo schermo con il logo del liceo di Dorms. «Forse è più inesperta di Elliott e non la controlla come crede.»
Il cellulare nella tasca dei jeans di Billy suonò, lo estrasse e lesse il nome di Michelle sullo schermo. «Ciao, come va l’influenza?»
«Meglio, grazie» rispose l’amica all’altro capo della comunicazione. «Anzi, non sono contagiosa e possiamo vederci, mi è venuta un’idea sul mistero Sasha, Kate ed Elliott.»
«Ah… ne stavamo discutendo adesso..»
«Possiamo continuare a casa mia. Vi aspetto.»
Chiuse la chiamata senza dargli tempo di parlarne con gli altri presenti e Billy ripose il cellulare in tasca. «Dobbiamo andare, a quanto pare anche Michelle ha una sua teoria.»
 

Osservando la lavagna di plastica che avevano già usato per riassumere i loro indizi, sistemata nello spazio tra il tavolino e il televisore nel salotto di casa di Michelle, Billy si domandò come avesse fatto l’amica a portarla al piano inferiore da camera sua tutta da sola.

«Oltre alla conferma che S, il nostro stalker dei messaggi, è Sasha, fin qui siamo arrivati alle stesse conclusioni» disse Michelle, in piedi accanto alla lavagna, con indosso la vestaglia di pile rosso che le copriva il pigiama. «Con una differenza, credo che in realtà Sasha non abbia poteri forti quanto quelli di Elliott, ma si sia solo agganciata alle sue capacità mentali, per potenziare le sue.» Tracciò una linea con il pennarello evidenziandola due volte e risaltando così il collegamento tra i nomi SASHA ed ELLIOTT.
Seduto sul divano, Donovan si grattò la testa confuso. «Un po’ come quando ti attacchi abusivamente a una rete Wi-Fi?»
«Più o meno. Però Sasha è molto più giovane di Elliott e non ha ancora sviluppato appieno i suoi poteri e aver dovuto alterare la realtà così spesso e in modi così vari in questi mesi, deve averla stancata» rispose la ragazza, coprendo la punta del pennarello con il tappo.
«E in questo modo rispondi alla domanda sul perché ha agito contro Kate e come mai lei è scomparsa appena arrivata accanto al letto, ma rimangono ancora aperte le due questioni più importanti» fece Betty, seduta accanto al suo ragazzo. «Il suo odio per Billy e dove ha nascosto Elliott e la Falce.»
«Sul primo non ne ho idea» rispose Michelle. «Però ho una teoria su come ritrovare lui e la nostra arma segreta.» Sollevò il capo e puntò lo sguardo verso le scale per il piano superiore. «Dana, puoi scendere adesso.»
Billy avvertì il corpo di Zec irrigidirsi in braccio a lui sulla poltrona. Il suo ragazzo girò lentamente il collo e osservò la sorella fare un’entrata in scena diversa dal solito.
Dana scese le scale con calma, girò intorno al divano e si posizionò accanto a Michelle.
«Non ci avevi detto ci fosse anche lei» intervenne, posando il palmo sinistro sulla schiena di Zec. 
«Le ho chiesto io di aspettare qualche minuto» rispose Dana.
Michelle si schiarì la voce. «Prima di andare avanti, volevo farvi sapere che io e lei stiamo insieme.»
Billy spostò gli occhi su Zec. Le spalle del ragazzo si rilassarono e si accoccolò di nuovo contro il suo petto, come se quella notizia gli avesse tolto altri timori. Spostò quindi la sua attenzione sugli altri due amici e i loro volti erano impassibili.
«Ok…» disse Betty. «Sono contenta per voi.»
Donovan sbuffò. «Bene, siamo tutti felici, ora puoi dirci cosa hai in mente per rintracciare il bell’addormentato perduto? La tensione mi sta uccidendo.»
Michelle si soffermò un paio di secondi su Zec e lui le sorrise in risposta. «Sì, giusto, in verità l’idea  è venuta a Dana… pensiamo di poter usare la Lacrima di Giulietta per collegare Billy al sé stesso principale.»
Zec inarcò un sopracciglio. «La collana che ti sei fatta dare dopo la sospensione della rappresentazione di Romeo e Giulietta dell’anno scorso?  Come può esserci utile?»
«Quel finto gioiello ha catturato l’energia della dichiarazione d’amore di Billy per te, fratellino» rispose Dana.
Donovan rise sarcastico. «Non è una spiegazione un po’ troppo smielata per i tuoi standard?»
Michelle gli puntò il pennarello contro. «Non offendere la mia ragazza!»
«Calma carotina» replicò Dana, accarezzandole la spalla. «E come al solito, zuccone, non hai colto il senso della questione. Elliott non ha un fidanzato al suo capezzale, quindi non si è mai dichiarato a nessuno, lo ha fatto Billy trovando un ragazzo di cui è innamorato e questo non è solo un simbolo d’amore: racchiude una forte componente psichica, la realizzazione di un desiderio inespresso.»
Betty spinse gli occhiali sul collo del naso. «Seguendo il tuo ragionamento, sarebbe un’esperienza che Elliott riesce a vivere attraverso Billy e quindi un legame diretto e qualcosa che la sua capacità di modificare la realtà cercherebbe comunque di proteggere.»
Dana applaudì. «Non mi deludi mai, Velma. Proprio così e la ragione per cui avevo cercato di impossessarmene: la mia garanzia di non svanire del tutto e mantenere magari qualche beneficio, nel caso il creatore di questa Bocca dell’Inferno si fosse svegliato, o peggio..»
«E ora saresti disposta a cedercelo altruisticamente?» domandò Zec serio.
Billy scrutò la sfida di sguardi tra i due fratelli. Era in dubbio sull’intervenire. Intromettersi tra loro lo metteva sempre in forte disagio. Oltretutto si sentiva una parte centrale del conflitto.
«Se non ci sbarazziamo di Kate, nessuno di noi sarà al sicuro e l’unico modo è ritrovare Elliott, sperando che il tuo ragazzo sappia come sfruttare la vostra Falce per fermare anche Sasha» ribatté Dana. «Ci guadagno anche io, puoi considerarlo un sacrificio necessario.»
Donovan balzò in piedi. «Se avete finito con i pipponi esplicativi, passerei all’azione.»
«Un attimo, vi ricordo che non ho idea di come fare questa cosa» intervenne Billy. Scostò gentilmente Zec da sé, spingendolo ad alzarsi. «L’ultima volta che ho provato qualcosa del genere, siamo finiti nel sogno confuso di Sasha e rischiavamo di venire azzannanti da un lupo gigante.»
«Questa volta non andremo tutti, solo tu» spiegò Michelle. «E Dana ti aiuterà a connetterti.»
La ragazza demone andò verso il divano e si sedette al posto di Donovan, in modo da essergli di fronte. Infilò la mano destra nella scollatura e tirò fuori la collana con il pendente giallo. «Sarà come una seduta di ipnosi. Dovrai solo rilassarti e fissare il ciondolo.» Tenne con le dita della mano sinistra la maglia del gioiello e la fece dondolare.
Nel silenzio piombato nel salone, Billy fissò la pietra gialla.
Oscillò in maniera ritmica e costante.
Destra. Sinistra.
Destra.
Sinistra.
Destra…
… l’odore acre di disinfettante si insinuò nelle narici e gli fece sgranare gli occhi.
Intorno a sé c’era la camera dell’ospedale Saint Mary. Non una qualunque.
Elliott era steso nel letto. Addormentato nel coma.
Billy gli andò accanto e lo osservò. Era proprio lui. Guardò la stanza intorno a sé ed era esattamente la stessa in cui lo avevano lasciato. Ma quella stessa stanza non c’era all’ospedale, nessuno riusciva a trovarla.
D’istinto si inginocchiò e scrutò sotto il letto. Della Falce non c’era traccia. Si rialzò e andò verso la finestra, fece scorrere la cordicella della veneziana sollevandola. All’esterno poteva vedere il panorama di Dorms: le strade della città erano popolate da automobili e persone in movimento.
Quello in cui si trovava era un luogo reale e non un altro sogno.   
Però non avvertiva nessun rumore, qualcosa li ovattava.
Camminò intorno al letto e raggiunse la porta della camera.
Piegò la maniglia e uscì all’esterno. Il corridoio era deserto.
Billy si voltò per rientrare, ma non trovò la porta. Era svanita. La parete spoglia colmava lo spazio tra le entrate delle altre due stanze sul lato.
«Non è possibile» sussurrò. «Ci sono appena stato.»
Appoggiò i palmi dove avrebbe dovuto trovarsi la porta e avvertì calore, tenue, tendeva a intiepidirsi. Una luminescenza giallognola colorò la sua pelle poi udì…
CRACK!
Billy sbatté le palpebre.
Era seduto sulla poltrona, nel salotto con i suoi compagni intorno e lo sguardo fisso su una scheggia di vetro giallo appesa a una catenina.
«Qualsiasi cosa tu abbia visto, ha funzionato» sentenziò Dana, raccogliendo i frammenti di vetro sparsi sulle cosce. «L’intensità di abbattere le difese mentali di Sasha ha mandato in frantumi il contenitore dell’energia psico-emozionale di Elliott.»
«Ero all’ospedale Saint Mary e lui era nella sua camera» rispose Billy, sbatté le palpebre, ancora un po’ stordito da quel ritorno repentino al piano fisico.
«Come è possibile? Abbiamo perlustrato l’edificio e non c’è traccia della camera di Elliott» obiettò Betty. «I gemelli Wood me lo hanno confermato.»
Billy ripensò agli ultimi istanti prima di riprendersi. La stanza c’era e poi all’esterno non esisteva più. «Perché è nascosta in bella vista» ragionò ad alata voce. «Sasha usa un semplice trucco mentale che altera la percezione, chiunque cerchi quella stanza non vede la porta d’ingresso e così non trova la camera. La tiene occultata, ma è sempre lì.»
«Quindi c’è anche la Falce» disse Donovan gongolante.
Billy scosse la testa. «La stanza è in ordine, come l’abbiamo lasciata l’ultima volta che ci siamo stati, ma senza l’arma.»
Michelle si lasciò cadere sull’altra poltrona al lato sinistro del divano. «Quindi siamo al punto di partenza.»
«Non proprio: sappiamo che Elliott non è stato spostato» replicò Zec.
Billy annuì. «E possiamo riuscire a rintracciarlo, dobbiamo solo far cedere le ultime difese di Sasha e sappiamo già che è allo stremo delle forze psioniche. Il primo passo sarà sciogliere il branco e grazie al trattamento di Dana con Kenny, consociamo la giusta strategia: devono ammettere i loro segreti.»
«Sai che non lo faranno mai spontaneamente» gli fece notare la ragazza demone.
Billy non perse il suo sguardo deciso. «Li obbligheremo a farlo.»
 

 

                                                                      Continua…?

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