lunedì 29 luglio 2024

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 65

 Il Gioco del Branco 29: La Sincerità ti Rende Omega

 

Michelle addentò il mini burrito con pollo, pomodoro e insalata e masticando, si guardò intorno, passando in rassegna i volti dei ragazzi e delle ragazze nella mensa.

Seduta di fronte a lei allo stesso tavolo, Betty sbuffò infastidita. «Smettila, ti ho già detto che nessuno di loro è qui.» Si riferiva ai membri del branco, Chas, Aiden, Jordan e Dylan. Tutti e quattro erano presenti a scuola, li avevano intravisti nei corridoi, ma non li avevano avvicinati per sapere qualcosa di più su Sasha. «È chiaro che non sanno come comportarsi dopo gli eventi della notte di luna piena.»
Accanto a lei, Donovan infilò i rebbi della forchetta in due maccheroni al formaggio. «Billy e Zec sono in missione anche per questo. Hai novità?»
Betty spostò con la forchetta la sua pasta al formaggio nel piatto e mise il cellulare sul tavolo. «Ancora niente, ma dovrebbero scrivermi a momenti. La segretaria sarà in pausa pranzo e non dovrebbero impiegarci molto a scoprire se l’infermiera Kate è assente anche oggi.»
Michelle bevve un lungo sorso d’acqua dalla bottiglietta per ingoiare il boccone. «E sarebbe il terzo giorno che non si fa vedere a scuola.»
Betty annuì. «Conferma la nostra tesi che Sasha non ha riacquistato le forze per riportare questa emanazione di sé nella realtà.» Sollevò lo sguardo dall’amica e vide i gemelli Wood con i vassoi del pranzo in mano. «Venite, siamo qua» disse, sventolando il braccio destro sopra la testa. «E di conseguenza disorienta il suo branco e lo rende più vulnerabile.»
Kerry e Kenny raggiunsero il loro tavolo, posarono i rispettivi vassoi e lei si sedette al fianco di Michelle e il fratello nel posto vicino al suo.
«Nessuno degli altri ha tentato di avvicinarmi o parlarmi» disse Kenny, afferrando il mini burrito dal piatto.
Kerry parlò osservando Betty in volto. «Non lo considerano parte del loro branco. Forse perché Kate non ha avuto il tempo di introdurlo, o per il fatto che siamo vostri alleati.»
Donovan guardò l’altro ragazzo sottecchi. «E tu non senti nulla? Nessun messaggio subliminale dalla tua Alpha?»
Kenny si bloccò con il burrito quasi in bocca. «No, ve lo avrei già detto.»
«Sicuro?» insistette l’altro. «Magari ha un qualche trucco per impedirti di darci notizie e non te ne rendi conto.»
Betty ingoiò a fatica il boccone di pasta. Sapeva dell’antipatia del fidanzato per l’altro ragazzo, ma sperava si fosse attenuata dopo la nottata insieme in palestra. «Sono certa che non ha nessun controllo nascosto su di lui.»
«Non ti fidi di me?» domandò Kenny scuro. «Parla chiaramente» e dalla sua gola uscì un suono lieve, troppo simile a un ringhio.
«Abbiamo visto come gli altri lupi e banshee, o quello che è, sono fedeli a Kate, potresti esserlo anche tu e averci attirato in trappola.» Donovan sostenne lo sguardo dell’altro.
«Non c’è nessun inganno» replicò Kerry, allontanando la lattina di Coca Cola dalle labbra. «O non vi avremmo proposto di usare mio fratello come prima cavia per il vostro piano.»
Betty diede una vistosa gomitata al braccio del fidanzato. «Lo sappiamo e ci fa piacere abbiate accettato la nostra idea di collaborare. Donovan è solo troppo scrupoloso.»
Lui aprì di nuovo la bocca per ribattere, ma il trillo del cellulare sul tavolo lo zittì. Lei sbloccò lo schermo e lesse il messaggio di Billy. «È confermato: Kate Silver è assente anche oggi, non corriamo rischi.»
«Gli altri del suo branco però sono qui a scuola» ricordò prontamente Michelle. «Non è sicuro agire dove possono raggiungerci facilmente.»
Kerry si pulì le labbra con un tovagliolo di carta. «Ha ragione, se abbiamo una possibilità di liberare mio fratello non possiamo farlo dove ci possono fermare.»
Betty arricciò ilo naso. Non aveva pensato a quell’eventualità. Si rimproverò: stava perdendo colpi, succedeva sempre più spesso che i suoi piani avessero difetti rilevanti. Doveva stare più attenta ai dettagli. «Ok, ma quale sarebbe un luogo sicuro?»
«Casa nostra» le rispose Kenny. «Nostro zio è fuori per lavoro fino alle sette e se dovessero farsi vivi, saremmo in vantaggio.»
«Non so…» temporeggiò Betty. Non potevano andare tutti e cinque a casa dei gemelli. «È meglio che qualcuno resti a sorvegliare il branco, non si sa mai. Qui a scuola almeno potremmo fare entrambe le cose.»
«No, casa nostra è il posto migliore» ribadì Kerry. «Uno di voi verrà con me e Kenny, gli altri resteranno qui a controllarli. Abbiamo l’ultima ora buca. Vediamoci sul retro della scuola.»
La campanella della fine dell’ora di pranzo suonò, i gemelli afferrarono i vassoi e abbandonarono il tavolo. Guardando le loro schiene allontanarsi, Betty risme interdetta nel non aver potuto far valere le sue ragioni.    
 

Seppur all’esterno della scuola e con un vento freddo che pensava avrebbe fatto rabbrividire perfino un pinguino, Betty scoppiava dal caldo. Era furiosa e la colpa era di Donovan, tranquillo in piedi al suo fianco.

«Kerry ha detto solo uno di noi» gli ripeté per la quarta volta in meno di un’ora.
«Te l’ho già detto: non si arrabbierà se siamo in due.»
«Non è questo il punto. Eravamo d’accordo che sarei andata io. Gli altri hanno confermato che non era un problema occuparsi di Jordan e compagni, quindi perché ti sei imposto per venire?»
Lui la guardò incrociando le braccia. «Sembra ti dia parecchio fastidio.»
«Certo! Mi sembra di essere controllata… come se avessi tre anni.»
«È per la tua sicurezza, non sappiamo se Kenny reagirà da licantropo.»
Betty spalancò la bocca sconvolta. «Mi prendi in giro? Ho ha avuto a che fare due volte con Kenny da lupo mannaro e me la sono cavata benissimo.»
«Non si sa mai, uno in più è meglio.»
«C’è Kerry e ha superforza e istinto da Cacciatrice» replicò. Compì un paio di respiri per calmarsi e disse: «Tu sei geloso, ne abbiamo già parlato più volte e sta diventando ridicolo.»
Donovan sbuffò. «Non mi fido di lui. Avrei accompagnato chiunque degli altri fosse andato al tuo posto.»
Betty lo guardò di sbieco da dietro le lenti degli occhiali. Non era sicura di poter credere a quella risposta e non le piaceva continuare a mettere in dubbio il suo rapporto con lui. Pretendeva che si fidasse di lei e si accorse di dover fare lo stesso. Sollevò lo sguardo e vide i gemelli Wood avvicinarsi: in ogni caso la loro conversazione terminava lì.
Kenny li squadrò. «Viene anche lui?»
Donovan esibì il più forzato dei sorrisi. «Sì, è un problema?»
Betty esaminò l’altro ragazzo scuotere la testa, ma non percepì nessuna emozione. Kerry scrollò le spalle e fece cenno di incamminarsi. Donovan la prese sottobraccio e procedettero dietro gli altri due.
 

L’interno della casa dello zio dei gemelli Wood era confortevole, almeno il salotto dove i padroni di casa li fecero fermare, appendendo le giacche a portabiti fissati alla parete accanto all’ingresso. Betty pensò che la stanza avesse un arredamento un po’ scarno, ma tenne l’opinione per sé. Il tragitto per raggiungere l’abitazione era già stato contraddistinto da un silenzio imbarazzante.

Kenny si lasciò cadere sul divano a tre posti. «Quindi? Adesso in cosa consiste il vostro piano?»
«Ecco…» Betty si schiarì la voce. «Come ha spiegato Dana, la presa di Kate su di voi è legata al vostro segreto condiviso solo con il  branco, rivelandolo anche a noi rompereste il legame e ciò che vi ha fatto.» Prese qualche istante per scegliere con cura le parole. «Non ti giudicheremo, puoi parlare liberamente e raccontarci quello che non sei riuscito a confessare a nessun altro.»
Kenny abbassò lo sguardo.
«Volete qualcosa da bere?» domandò Kerry. «Non credo abbiamo molto: acqua, succo d’arancia, forse della soda.»
«No, grazie» rispose Donovan, prendendo posto sull’unica poltrona alla sinistra del divano e tenendo lo sguardo fisso sull’altro ragazzo.
«Grazie, sono a posto» replicò Betty.
Kerry annuì e si diresse comunque in cucina, tornando poco dopo con una lattina di soda e una sedia, la posizionò all’altro lato del divano e si sedette.
Betty passò in rassegna i tre presenti e si mordicchiò il labbro inferiore. Non ci volevano poteri paranormali per percepire la tensione tra loro: non era certo l’atmosfera ideale per facilitare una confessione.
«Stiamo aspettando» insistette Donovan.
«Non mettergli fretta» intervenne Kerry. Bevve un sorso della bibita. «Lo farà quando sarà pronto.»
«Sarebbe utile entro questa sera» commentò l’altro.
Kenny si girò di scatto verso il ragazzo. «Se hai fretta, puoi anche andartene. Basta uno di voi.»
Betty vide il suo fidanzato pronto a reagire e così lo anticipò. «Nessuno vuole farti pressioni e poi non c’è un noi e un voi. Siamo qui perché siamo della stessa… come dire… squadra.»
«Forse mio fratello non è a suo agio con voi due» disse Kerry. «Non voglio offendervi, ma magari preferisce prima confidarsi solo con me.»
«No» sussurrò Kenny.
Betty non ne fu sorpresa. Per quanto la gemella Wood fosse convinta del loro intaccabile legame fraterno, si era scordata che Kate aveva avuto il potere di trasformarlo perché ciò che Kenny teneva nascosto non lo aveva confidato a nessuno. Nemmeno a lei.
«Insomma, possiamo girarci intorno all’infinito, ma devi parlare» lo pungolò Donovan. «È facile.»
«Facile?» Dalla gola di Kenny sfuggì un ringhio. «Se fosse stato facile, non avrei dovuto tenerlo nascosto.» Le iridi divennero gialle, ciuffi di pelo si allungarono sulle basette e artigli scattarono dalle sue unghie.
Donovan balzò in piedi, posizionando le braccia davanti al petto per rispondere a un attacco.
Kerry scansò la sedia, lasciò la lattina sul pavimento e si avvicinò al fratello, prendendogli un braccio. «Kenny, non devi reagire così.»
Lui le ringhiò contro: «Lasciami stare.»
Betty si fece avanti. «Fai come ti dice.»
«Ma io vo…»
«Per favore!»
Kerry abbandonò la presa e arretrò dal gemello.
«Non riesco, andatevene via tutti!» sbraitò Kenny.
Betty gli andò quasi di fronte. «Kate ti ha usato. Ti ha obbligato a rivelarle questo segreto e forse ti sembra di rivivere lo stesso con noi, ma volgiamo liberarti dal suo controllo. Non può essere niente di tremendo.»
Lui sollevò il viso e la guardò dritto negli occhi. «Non voglio resuscitare mio padre.»
La frase gli uscì tutta d’un fiato, nei suoi occhi Betty vide una profonda vergogna e un senso di colpa. «Non c’è niente di male in questo. Anzi, è una decisione saggia.»
«Lei non è d’accordo» le rispose e girò il viso verso la sorella.
«È quello che pensi?» domandò Kerry, incrociando le braccia sul petto. «Per questo non ti sei confidato con me?»
«Ti saresti arrabbiata e avresti cercato di convincermi del contrario, ma non voglio farlo, anche se avessimo già la Falce» continuò Kenny. «Dopo aver visto come poteva essere quando la scuola era un miscuglio d’inferni e come Kate, o Sasha ha stravolto Chris Hogan, sono sicuro che non riporteremmo papà in vita, non il vero lui. Sarebbe qualcosa di…»
«Abominevole» concluse la gemella al suo posto. «Ne sono certa anche io. Mi dispiace averti fatto pensare che ti avrei obbligato e peggio che tu avessi tanto timore di dirmelo.»
Betty la fissò stupita. «Quindi anche tu non sei più dell’idea di resuscitarlo.»
Kerry abbozzò un sorriso. «Alle fine avevate ragione voi. Gli ultimi eventi mi hanno fatto riflettere: rischieremmo di portare nella realtà qualcosa di mostruoso e dovremmo liberarcene. E sarebbe ancora più doloroso.»
Kenny le andò accanto e le accarezzò la spalla. «Perché non me ne hai parlato prima?»
«Non so. Forse anche io temevo una tua reazione diversa.  Da ora in poi, ci confronteremo per tutte le decisioni importanti e senza aver paura di essere sinceri.»
«È tutto qui? Non avete altro da confessarvi?» Donovan abbassò il braccio sinistro e si grattò il mento con la mano destra. «Perché se è così, qualcosa comunque non ha funzionato, lui è ancora un licantropo.»
Kenny si toccò i ciuffi di pelo sulle basette e fissò confuso gli artigli.
Betty ricordò all’improvviso le esatte parole di Dana e non c’era nessuna garanzia di liberarlo anche della mutazione. Però aveva bisogno di una conferma. «Prova a collegarti con gli altri del branco e poi muta di nuovo forma in umano, cambiando un solo particolare.»
Lui chiuse gli occhi e li riaprì pochi secondi dopo. «Non percepisco nessuno di loro. Non saprei dirvi dove sono, o cosa stanno facendo.» Seguì l’ordine, annullò la trasformazione. Si concentrò di nuovo e fece spuntare gli artigli dalla mano destra. «Che significa? Continuerò a trasformarmi?»
Betty lo guardò dispiaciuta. «Temo di sì, a quanto pare ti abbaiamo reso un Omega: un lupo mannaro senza un branco.»
 

 

                                                             Continua…? 

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