Il Gioco del Branco 24: Like a Werewolf
Donovan trascinò una sedia nel centro
della palestra e nella semioscurità, Michelle vi depositò con il suo potere il
corpo privo di sensi di Kenny.
«Fai piano» ripeté per l’ennesima volta
Kerry.
Michelle sbuffò esasperata, ma non rispose.
Per tutto il tragitto l’aveva tormentata di fare attenzione con il suo prezioso
gemello e un paio di volte era stata sul punto di risponderle di portarselo in
spalla lei. Anche quando si erano intrufolati a scuola, sfruttando la finestra
semi aperta della caffetteria, come avevano già fatto in passato, Kerry non si
era resa conto della fatica per lei di doversi concentrare per passare e
trasportare un’altra persona, nonostante l’aiuto di Zec. Sul punto di sbottare,
Michelle aveva guardato le ferite della ragazza, in parte in via di guarigione
grazie alle doti di Cacciatrice, ed era rimasta in silenzio.
«Billy, legalo stretto» disse Betty.
Ritornando al suo normale aspetto privo
dei poteri di Poltergeist, Michelle guardò il ragazzo far girare un paio di
corde e una catena intorno al busto e alle braccia di Kenny, immobilizzandolo
alla sedia. «Quelle dove le hai prese?»
«Dal mio arsenale nascosto qui a scuola»
replicò Billy, accovacciato accanto alla sedia e intento nella sua mansione.
«È proprio necessario?» domandò Kerry,
mentre Zec le fermava la benda intorno al braccio, dopo averle disinfettato i
graffi, come aveva fatto con quelli sulla schiena.
Betty annuì. «Non sappiamo quanto
rimarrà incosciente e non sono sicura controlli la trasformazione. Questo è
l’unico modo per non fargli del male ed evitare che lui ne faccia a noi.»
«Ora puoi spiegarci cosa facciamo qui e
in che modo hai intenzione di battere Kate al suo gioco?» domandò Donovan,
debolmente illuminato dalla luce dei lampioni esterni, filtrata dalle finestre
nel corridoio.
Michelle osservò l’amica mordersi il
labbro inferiore e incrociare le braccia sul petto. Se aveva imparato qualcosa
dalle posizioni che assumeva, significava che non le sarebbero piaciute le loro
reazioni su quello che stava per rivelare.
«Può sembrarvi una scelta … strana, ma
dovremmo chiamare Dana» disse Betty.
Zec si girò di scatto, facendo cadere
sul pavimento la scatola del kit di pronto soccorso, presa dall’infermeria. «No,
non è mai una soluzione coinvolgere mia sorella. E comunque non fa niente per
niente e sappiamo come è andata l’ultima volta che abbiamo sfruttato il suo
aiuto.»
«Me lo ricordo, ma ci ho riflettuto ed è
l’unica che in qualche modo è riuscita a contrastare il potere di Kate» replicò
la compagna. «Con una canzone, può indurre Kenny a rivelarci come lo ha
trasformato e lo controlla, forse come controlla l’intero branco.»
Michelle cercò di nascondere il suo
eccitamento all’idea di rivedere Dana. All’incontro durante il musical a
scuola, non avevano avuto modo di parlare e anche se la situazione era
disperata, come al solito, magari avrebbe potuto farle le domande che le
frullavano in testa da mesi.
«Non sono d’accordo e non lo farò» disse
Zec risoluto. «Non la chiamerò.»
Kenny emise dei mugolii, si mosse a
fatica e riaprì gli occhi. Li stinse per abituarsi alla poca illuminazione
della palestra e guardando verso il basso, scoprì di essere incatenato a una
sedia. «Cosa è successo? Perché sono legato?»
La gemella gli fu subito accanto. «Ehi,
non preoccuparti, è solo una precauzione. Come stai?»
«Sono confuso…» rispose. Rimase a
fissarla per qualche secondo e poi esclamò: «Ti ho ferita! Mi dispiace! Non
volevo, non riuscivo a controllarmi.»
Kerry gli accarezzò la guancia. «È tutto
a posto, ti aiuteremo.» Si voltò verso il gruppo di ragazzi e disse: «Senza
richiamare la ragazza demone, perché non proviamo a domandare a lui come ha
fatto Kate a trasformarlo?»
Donovan inarcò un sopracciglio. «E pensi
ci rivelerà tutto spontaneamente?»
Le catene tintinnarono tra loro e Kenny
si agitò, come scosso da convulsioni. «Sta succedendo di nuovo.» Chiuse gli
occhi e piegò le labbra scure in una smorfia di dolore. «Sto per ridiventare un
licantropo.»
«Controllati» fece Kerry.
«Non posso… non riesco…»
Michelle lo osservò: stava soffrendo,
lottare contro la trasformazione era tanto difficile quanto controllare le
abilità da Poltergeist. E Kenny non poteva scegliere di attivare quel potere.
«Non è in grado di spiegarci nulla»
sentenziò Betty. «Dana è la nostra unica possibilità di capire come aiutarlo.»
«Zec, questa volta non abbiamo altra
scelta» disse Billy, avvicinandosi al fidanzato. «Devi mettere da parte il tuo
risentimento per lei.»
L’altro ragazzo scosse la testa.
«Possibile che non lo capiate? Se mi rivolgo a Dana ogni volta che c’è un
problema, continuerà a manipolarmi. Mi dispiace, ma se voglio avere un
rapporto… sano, devo dimostrarle che non ho bisogno del suo aiuto.»
«La chiamerò io» intervenne Michelle,
senza badare alla sua impulsività. Non vedeva in Dana tutto il negativo che
ripeteva Zec, ma non era sua sorella.
Tra loro c’era qualcosa di diverso.
Zec estrasse il cellulare dalla tasca
posteriore dei pantaloni e glielo porse. La fissò negli occhi e lei vi
interpretò la silenziosa richiesta di essere prudente.
Michelle richiamò dallo schermo l’applicazione
con la playlist musicale. Fece scorrere il pollice sui brani, non era sicura
quale fosse il più adatto da cantare per spingerla a venire.
«Risparmia la voce, carotina.» Rivoli di
fumo violaceo scivolarono lungo il pavimento della palestra e Dana comparve
nella parte inferiore. Avanzò sicura verso il gruppo e disse: «Vi stavo
osservando da un po’.»
Kerry la squadrò con dubbiosa. «Questo
non mi rassicura sul suo aiuto.»
Dana sospirò. «Rilassati, la giaguara
mannara e il suo gruppo di minions stanno sulle palle anche a me, per questo
tenevo la situazione sotto controllo. Anche io ho un conto aperto con loro.»
Michelle si fece avanti per esserle di
fronte. «Vuol dire che ci darai una mano a capire come curare Kenny?»
«Certo» le rispose l’altra, sfoderando
il più rassicurante dei sorrisi.
«Senza pretendere niente in cambio»
aggiunse Zec.
Dana gli lanciò uno sguardo fugace.
«Vedremo.» Carezzò Michelle su una guancia e poi girò intorno agli altri
ragazzi non legati, sfiorandoli con le dita. «Vi rendo immuni dal mio
trattamento. Servirà a concentrarci sul vostro nuovo licantropo ed evitare la
coreografia, sarebbe fuori luogo in questa situazione.»
Michelle la seguì con gli occhi e si
convinse avesse delle buone intenzioni. Preoccuparsi che tutto non si
trasformasse in una patetica versione di un videoclip musicale era un segno di
miglioramento rispetto al passato. Non voleva illudersi, ma forse qualcosa
stava cambiando nel suo atteggiamento verso tutti loro.
Dana posò le mani sulle spalle del
ragazzo incatenato e legato e una ciocca di capelli castani le ricadde lungo il
top viola. Si piegò in avanti e ordinò: «Guardami.»
Kenny spalancò gli occhi, gocce di
sudore percorsero il bordo del suo volto e digrignò i denti. «Lasciami in pace,
stronza.»
«Sorvolerò sulla tua maleducazione
perché sei sotto l’influsso di Kate» replicò, raddrizzando la schiena. «Però
questa reazione conferma che dovrò andare molto in profondità.» Schioccò le
dita e la musica rimbombò nella palestra vuota.
Michelle identificò la canzone senza
troppo sforzo: Like a Virgin di
Madonna. La scelta la meravigliò, aprì la bocca per chiedere spiegazioni, ma la
richiuse senza emettere un suono. Non voleva distrarre Dana e mandare all’aria il
suo “trattamento”.
Kenny fu scosso da un brivido, poi
reclutante, cantò:
«Ne ho passate di tutti i colori
Familiari,
criminali e soprannaturali
Non
sapevo quanta violenza potevo sopportare
Ma
Lei sì
Mi
ha colto di sorpresa
Ha
guardato dentro me
Ero
arrabbiato e selvaggio
E
mi ha fatto sentire
Sì,
mi ha davvero fatto sentire
Totalmente
libero (Hoo).»
Dana sorrise compiaciuta. «Bravo, non
opporre resistenza. Raccontaci come ti ha cambiato e perché mantiene il
controllo.»
Kenny riprese:
«Come un Licantropo
Legato
a Lei e al suo Branco
Come
un Licantropo
Senza
regole
Se
non le sue
Non
mi ha chiesto amore
Solo
di essere sincero
Un
segreto come un peso
Lo
ha tolto dal mio petto
Ha
funzionato
Ero
suo
Ma
mi sento forte, senza tormenti
Oh,
quel segreto mi lega
Sì,
non posso oppormi o ferirli
Spaventa,
ma ti trasforma.»
«È geniale» esclamò Dana.
«Cosa? Non sto capendo molto»
s’intromise Kerry
«Shh!» la zittì l’altra.
Michelle condivideva in parte la
delusione di Kerry. Non afferrava
appieno il senso ed era incerta se la sua interpretazione fosse
corretta, ma non espresse i suoi dubbi.
Riprendendo fiato, Kenny cantò:
«Come un Licantropo, hey
Legato
a Lei e al suo Branco
Come
un Licantropo
Senza
regole
Se
non le sue
Whoa
Whoa,
ah
Whoah
Ha
funzionato
Ero
suo
Ma
a una condizione
Fin
quando il segreto è nostro
Perché
mi ha fatto sentire
Sì,
mi ha davvero fatto sentire
Servo
dell’Alpha
Come
un Licantropo, hey
Legato
a Lei e al suo Branco
Come
un Licantropo
Senza
regole
Se
non le sue.»
Kenny agitò le braccia e sporgendosi
alle sue spalle, Michelle notò spuntare gli artigli dalle dita.
Riportando lo sguardo sul volto di lui,
vide le iridi diventargli gialle, prima che riprendesse a cantare.
«Come un Licantropo, oh oh
Come
un Licantropo
Sono
libero e prigioniero
Quando
chiama
E
ordina
Devo
obbedire.»
La musica sfumò lenta e Dana indietreggiò
dalla sedia. «Quello che ha fatto quella tizia è quasi assurdo, per quanto è
semplice.»
«Lo spieghi anche a noi?» domandò
Donovan spazientito.
Dana si girò a guardarli. «Più che un
branco, sembra il metodo di una setta. Kate li costringe a rivelare un segreto personale, qualcosa che
non hanno condiviso con nessun altro, tranne che con il resto del gruppo. In
cambio li trasforma e li tiene in pugno, divenendo di fatto la loro Alpha, o
capobranco, se preferite.»
Betty si sistemò gli occhiali sul volto.
«Un incrocio distorto tra imprinting e ricatto.»
«Quindi, per annullare la sua presa su
di loro, dobbiamo obbligarli a rivelare quel segreto anche a noi» disse Billy.
Michelle ebbe conferma di parte delle
sue deduzioni, però non era sicura su un particolare. «E questo annullerebbe
anche la mutazione in vari esseri mannari, o quello che è Chas?»
Dana si strinse nelle spalle. «Non lo
so. Ogni possibilità è buona. Siamo sotto l’influsso di una Bocca dell’Inferno
umana, capace di alterare la realtà. Chi può dire quanto del volere di Elliott,
di Kate, o dei diretti interessati ha più peso sul cambiamento?»
«Ci deve essere qualcos’altro che ti è
sfuggito» intervenne Kerry. «Mio
fratello non avrebbe mai condiviso spontaneamente nessun segreto con quella
tizia. Ci confidiamo solo tra di noi.»
«La mia pratica è corretta, non ho
omesso niente» replicò Dana.
«Potresti giurarlo?» domandò Zec.
«Non serve prendersela con lei»
s’intromise Michelle. «C’è un'altra spiegazione, magari è grazie al canto di
Chas, oppure con il potenziamento della Falce, o co…»
Il ringhio acuto di Kenny sovrastò la
sua voce.
Michelle e tutti gli altri si voltarono
verso di lui. Sottili raggi di luce argentea s’immisero dalle porte alla destra
del ragazzo, Kenny ansimò e dalla bocca furono evidenti le zanne.
La luna piena era sorta.
Il ragazzo ululò selvaggio, le orecchie
divennero a punta, il suo corpo si ricoprì di pelo e la transizione in
licantropo fu completa. Spezzò con poco sforzo le catene e le corde e balzò in
piedi.
Libero.
Continua…?
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