lunedì 20 maggio 2024

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 60

 Il Gioco del Branco 24: Like a Werewolf

 

Donovan trascinò una sedia nel centro della palestra e nella semioscurità, Michelle vi depositò con il suo potere il corpo privo di sensi di Kenny.

«Fai piano» ripeté per l’ennesima volta Kerry.
Michelle sbuffò esasperata, ma non rispose. Per tutto il tragitto l’aveva tormentata di fare attenzione con il suo prezioso gemello e un paio di volte era stata sul punto di risponderle di portarselo in spalla lei. Anche quando si erano intrufolati a scuola, sfruttando la finestra semi aperta della caffetteria, come avevano già fatto in passato, Kerry non si era resa conto della fatica per lei di doversi concentrare per passare e trasportare un’altra persona, nonostante l’aiuto di Zec. Sul punto di sbottare, Michelle aveva guardato le ferite della ragazza, in parte in via di guarigione grazie alle doti di Cacciatrice, ed era rimasta in silenzio.
«Billy, legalo stretto» disse Betty.
Ritornando al suo normale aspetto privo dei poteri di Poltergeist, Michelle guardò il ragazzo far girare un paio di corde e una catena intorno al busto e alle braccia di Kenny, immobilizzandolo alla sedia. «Quelle dove le hai prese?»
«Dal mio arsenale nascosto qui a scuola» replicò Billy, accovacciato accanto alla sedia e intento nella sua mansione.  
«È proprio necessario?» domandò Kerry, mentre Zec le fermava la benda intorno al braccio, dopo averle disinfettato i graffi, come aveva fatto con quelli sulla schiena.
Betty annuì. «Non sappiamo quanto rimarrà incosciente e non sono sicura controlli la trasformazione. Questo è l’unico modo per non fargli del male ed evitare che lui ne faccia a noi.»
«Ora puoi spiegarci cosa facciamo qui e in che modo hai intenzione di battere Kate al suo gioco?» domandò Donovan, debolmente illuminato dalla luce dei lampioni esterni, filtrata dalle finestre nel corridoio.
Michelle osservò l’amica mordersi il labbro inferiore e incrociare le braccia sul petto. Se aveva imparato qualcosa dalle posizioni che assumeva, significava che non le sarebbero piaciute le loro reazioni su quello che stava per rivelare.
«Può sembrarvi una scelta … strana, ma dovremmo chiamare Dana» disse Betty.
Zec si girò di scatto, facendo cadere sul pavimento la scatola del kit di pronto soccorso, presa dall’infermeria. «No, non è mai una soluzione coinvolgere mia sorella. E comunque non fa niente per niente e sappiamo come è andata l’ultima volta che abbiamo sfruttato il suo aiuto.»
«Me lo ricordo, ma ci ho riflettuto ed è l’unica che in qualche modo è riuscita a contrastare il potere di Kate» replicò la compagna. «Con una canzone, può indurre Kenny a rivelarci come lo ha trasformato e lo controlla, forse come controlla l’intero branco.»
Michelle cercò di nascondere il suo eccitamento all’idea di rivedere Dana. All’incontro durante il musical a scuola, non avevano avuto modo di parlare e anche se la situazione era disperata, come al solito, magari avrebbe potuto farle le domande che le frullavano in testa da mesi.
«Non sono d’accordo e non lo farò» disse Zec risoluto. «Non la chiamerò.»
Kenny emise dei mugolii, si mosse a fatica e riaprì gli occhi. Li stinse per abituarsi alla poca illuminazione della palestra e guardando verso il basso, scoprì di essere incatenato a una sedia. «Cosa è successo? Perché sono legato?»
La gemella gli fu subito accanto. «Ehi, non preoccuparti, è solo una precauzione. Come stai?»
«Sono confuso…» rispose. Rimase a fissarla per qualche secondo e poi esclamò: «Ti ho ferita! Mi dispiace! Non volevo, non riuscivo a controllarmi.»
Kerry gli accarezzò la guancia. «È tutto a posto, ti aiuteremo.» Si voltò verso il gruppo di ragazzi e disse: «Senza richiamare la ragazza demone, perché non proviamo a domandare a lui come ha fatto Kate a trasformarlo?»
Donovan inarcò un sopracciglio. «E pensi ci rivelerà tutto spontaneamente?»
Le catene tintinnarono tra loro e Kenny si agitò, come scosso da convulsioni. «Sta succedendo di nuovo.» Chiuse gli occhi e piegò le labbra scure in una smorfia di dolore. «Sto per ridiventare un licantropo.»
«Controllati» fece Kerry.
«Non posso… non riesco…»
Michelle lo osservò: stava soffrendo, lottare contro la trasformazione era tanto difficile quanto controllare le abilità da Poltergeist. E Kenny non poteva scegliere di attivare quel potere.
«Non è in grado di spiegarci nulla» sentenziò Betty. «Dana è la nostra unica possibilità di capire come aiutarlo.»
«Zec, questa volta non abbiamo altra scelta» disse Billy, avvicinandosi al fidanzato. «Devi mettere da parte il tuo risentimento per lei.»
L’altro ragazzo scosse la testa. «Possibile che non lo capiate? Se mi rivolgo a Dana ogni volta che c’è un problema, continuerà a manipolarmi. Mi dispiace, ma se voglio avere un rapporto… sano, devo dimostrarle che non ho bisogno del suo aiuto.»
«La chiamerò io» intervenne Michelle, senza badare alla sua impulsività. Non vedeva in Dana tutto il negativo che ripeteva Zec, ma  non era sua sorella. Tra loro c’era qualcosa di diverso.
Zec estrasse il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni e glielo porse. La fissò negli occhi e lei vi interpretò la silenziosa richiesta di essere prudente.
Michelle richiamò dallo schermo l’applicazione con la playlist musicale. Fece scorrere il pollice sui brani, non era sicura quale fosse il più adatto da cantare per spingerla a venire.
«Risparmia la voce, carotina.» Rivoli di fumo violaceo scivolarono lungo il pavimento della palestra e Dana comparve nella parte inferiore. Avanzò sicura verso il gruppo e disse: «Vi stavo osservando da un po’.» 
Kerry la squadrò con dubbiosa. «Questo non mi rassicura sul suo aiuto.»
Dana sospirò. «Rilassati, la giaguara mannara e il suo gruppo di minions stanno sulle palle anche a me, per questo tenevo la situazione sotto controllo. Anche io ho un conto aperto con loro.»
Michelle si fece avanti per esserle di fronte. «Vuol dire che ci darai una mano a capire come curare Kenny?»
«Certo» le rispose l’altra, sfoderando il più rassicurante dei sorrisi.
«Senza pretendere niente in cambio» aggiunse Zec.
Dana gli lanciò uno sguardo fugace. «Vedremo.» Carezzò Michelle su una guancia e poi girò intorno agli altri ragazzi non legati, sfiorandoli con le dita. «Vi rendo immuni dal mio trattamento. Servirà a concentrarci sul vostro nuovo licantropo ed evitare la coreografia, sarebbe fuori luogo in questa situazione.»
Michelle la seguì con gli occhi e si convinse avesse delle buone intenzioni. Preoccuparsi che tutto non si trasformasse in una patetica versione di un videoclip musicale era un segno di miglioramento rispetto al passato. Non voleva illudersi, ma forse qualcosa stava cambiando nel suo atteggiamento verso tutti loro.
Dana posò le mani sulle spalle del ragazzo incatenato e legato e una ciocca di capelli castani le ricadde lungo il top viola. Si piegò in avanti e ordinò: «Guardami.»
Kenny spalancò gli occhi, gocce di sudore percorsero il bordo del suo volto e digrignò i denti. «Lasciami in pace, stronza.»
«Sorvolerò sulla tua maleducazione perché sei sotto l’influsso di Kate» replicò, raddrizzando la schiena. «Però questa reazione conferma che dovrò andare molto in profondità.» Schioccò le dita e la musica rimbombò nella palestra vuota.
Michelle identificò la canzone senza troppo sforzo: Like a Virgin di Madonna. La scelta la meravigliò, aprì la bocca per chiedere spiegazioni, ma la richiuse senza emettere un suono. Non voleva distrarre Dana e mandare all’aria il suo “trattamento”.
Kenny fu scosso da un brivido, poi reclutante, cantò:

«Ne ho passate di tutti i colori

Familiari, criminali e soprannaturali
Non sapevo quanta violenza potevo sopportare
Ma Lei sì
Mi ha colto di sorpresa
Ha guardato dentro me
Ero arrabbiato e selvaggio
E mi ha fatto sentire
Sì, mi ha davvero fatto sentire
Totalmente libero (Hoo).»
 

Dana sorrise compiaciuta. «Bravo, non opporre resistenza. Raccontaci come ti ha cambiato e perché mantiene il controllo.»

Kenny riprese:
 

«Come un Licantropo

Legato a Lei e al suo Branco
Come un Licantropo
Senza regole
Se non le sue
Non mi ha chiesto amore
Solo di essere sincero
Un segreto come un peso
Lo ha tolto dal mio petto
Ha funzionato
Ero suo
Ma mi sento forte, senza tormenti
Oh, quel segreto mi lega
Sì, non posso oppormi o ferirli
Spaventa, ma ti trasforma.»
 

«È geniale» esclamò Dana.

«Cosa? Non sto capendo molto» s’intromise Kerry
«Shh!» la zittì l’altra.
Michelle condivideva in parte la delusione di Kerry. Non afferrava  appieno il senso ed era incerta se la sua interpretazione fosse corretta, ma non espresse i suoi dubbi.
Riprendendo fiato, Kenny cantò:
 

«Come un Licantropo, hey

Legato a Lei e al suo Branco
Come un Licantropo
Senza regole
Se non le sue
Whoa
Whoa, ah
Whoah
Ha funzionato
Ero suo
Ma a una condizione
Fin quando il segreto è nostro
Perché mi ha fatto sentire
Sì, mi ha davvero fatto sentire
Servo dell’Alpha
Come un Licantropo, hey
Legato a Lei e al suo Branco
Come un Licantropo
Senza regole
Se non le sue.»
 

Kenny agitò le braccia e sporgendosi alle sue spalle, Michelle notò spuntare gli artigli dalle dita.

Riportando lo sguardo sul volto di lui, vide le iridi diventargli gialle, prima che riprendesse a cantare.
 

«Come un Licantropo, oh oh

Come un Licantropo
Sono libero e prigioniero
Quando chiama
E ordina
Devo obbedire.»
 

La musica sfumò lenta e Dana indietreggiò dalla sedia. «Quello che ha fatto quella tizia è quasi assurdo, per quanto è semplice.»

«Lo spieghi anche a noi?» domandò Donovan spazientito.
Dana si girò a guardarli. «Più che un branco, sembra il metodo di una setta. Kate li costringe  a rivelare un segreto personale, qualcosa che non hanno condiviso con nessun altro, tranne che con il resto del gruppo. In cambio li trasforma e li tiene in pugno, divenendo di fatto la loro Alpha, o capobranco, se preferite.»
Betty si sistemò gli occhiali sul volto. «Un incrocio distorto tra imprinting e ricatto.»
«Quindi, per annullare la sua presa su di loro, dobbiamo obbligarli a rivelare quel segreto anche a noi» disse Billy.
Michelle ebbe conferma di parte delle sue deduzioni, però non era sicura su un particolare. «E questo annullerebbe anche la mutazione in vari esseri mannari, o quello che è Chas?»
Dana si strinse nelle spalle. «Non lo so. Ogni possibilità è buona. Siamo sotto l’influsso di una Bocca dell’Inferno umana, capace di alterare la realtà. Chi può dire quanto del volere di Elliott, di Kate, o dei diretti interessati ha più peso sul cambiamento?»
«Ci deve essere qualcos’altro che ti è sfuggito» intervenne  Kerry. «Mio fratello non avrebbe mai condiviso spontaneamente nessun segreto con quella tizia. Ci confidiamo solo tra di noi.»
«La mia pratica è corretta, non ho omesso niente» replicò Dana.
«Potresti giurarlo?» domandò Zec.
«Non serve prendersela con lei» s’intromise Michelle. «C’è un'altra spiegazione, magari è grazie al canto di Chas, oppure con il potenziamento della Falce, o co…»
Il ringhio acuto di Kenny sovrastò la sua voce.
Michelle e tutti gli altri si voltarono verso di lui. Sottili raggi di luce argentea s’immisero dalle porte alla destra del ragazzo, Kenny ansimò e dalla bocca furono evidenti le zanne.
La luna piena era sorta.
Il ragazzo ululò selvaggio, le orecchie divennero a punta, il suo corpo si ricoprì di pelo e la transizione in licantropo fu completa. Spezzò con poco sforzo le catene e le corde e balzò in piedi.
Libero.
                                                           

                                                              Continua…?  

Nessun commento: