Il
Gioco del Branco 16: L’Inferno non ha Scrupoli
«Dico che non è un nostro problema»
ribadì Donovan, lanciando un’occhiata di sbieco a Chas, seduta nella prima fila
di poltroncine con ai due lati i suoi nuovi migliori amici Jordan e Aiden. «Se
vuole seguire il cliché della bionda stupida, lasciamoglielo fare.»
Michelle inghiottì l’ultimo sorso di
Sprite e accartocciò la lattina tra le mani. «Sono pienamente d’accordo»
sentenziò dall’ultima fila, dove insieme ai suoi amici attendeva l’arrivo della
professoressa Noxon con la lista dei ruoli. Erano passati due giorni e non
sapevano ancora in che genere di licantropo era stata cambiata la ragazza più
spocchiosa della scuola. Chas non le era mai piaciuta e non capiva perché
dovessero preoccuparsi di qualcuno che non aveva voluto ascoltarli quando
l’avevano messa in guardia e li trattava già come dei mostri lebbrosi da prima
della comparsa della Bocca dell’Inferno. «Qualsiasi cosa le hanno fatto, se l’è
cercata e non sembra darle fastidio.»
«Perché non immagina la gravità delle
conseguenze» rispose Billy assorto. «E in ogni caso è una mia responsabilità.
Il paranormale giornaliero è opera dell’altro me.»
«Sai che nessuno di noi ti incolpa di
questo» intervenne Zec. «Siamo una squadra, affrontiamo ogni minaccia uniti.»
Betty si sporse in avanti, appoggiandosi
sullo schienale della poltroncina della penultima fila. «Allora dovremmo
tenerci pronti. Se non ha ottenuto la parte che vuole nel musical, Chas passerà
di certo all’azione.»
«Lasciamoglielo fare» disse Michelle,
notando lo sguardo sorpreso sui volti degli altri. «Risolva da sola i casini in
cui si caccia.»
Billy scosse la testa. «Non si tratta
solo di lei. Pensa a tutti i ragazzi presenti, quanti di loro faranno le spese
dell’egoismo di Chas? O nostro, se non interveniamo.»
Michelle si morse il labbro inferiore.
Non era del tutto d’accordo: non potevano intervenire sempre, soprattutto ora
che c’erano altri ragazzi con capacità soprannaturali e sembravano intenzionati
a utilizzarle per il loro tornaconto. «Così saremo sempre messi in mezzo…»
«Può darsi» ipotizzò Betty. «O forse
avranno anche gli altri un codice morale per non ferire chi è innocente.
Dopotutto accusano Billy di questo.»
«Ti ricordi di chi stiamo parlando,
vero?» domandò scettico Donovan. «Gli stessi che si sono uniti a Kate contro di
noi, senza un vero motivo.»
«È una nostra responsabilità» replicò
Zec, guardandola negli occhi. «Lo abbiamo deciso l’anno scorso.»
Michelle sbuffò imbronciata. Per lei era
diverso. Un conto era occuparsi direttamente di ciò che la mente di Elliott
creava come Bocca dell’Inferno, un altro quello che qualcun altro decideva di
fare alterando la realtà a suo piacere e attribuendosi superpoteri.
«Grazie per aver avuto la pazienza di
aspettarmi.» La professoressa Noxon comparve all’ingresso dell’auditorium e
procedette verso il palcoscenico. «E soprattutto di averlo fatto in silenzio.»
Michelle e i suoi compagni si alzarono
dai posti, come il resto degli altri ragazzi e si avvicinarono alla bacheca
appoggiata su un cavalletto, dove la donna stava affiggendo un foglio stampato
con nomi, cognomi e relativa parte nel musical.
«Come vi ho più volte ripetuto, il mio
giudizio e insindacabile» precisò la Noxon, ravvivandosi la chioma castana di
capelli corti e vaporosi. «Il copione vi sarà distribuito più tardi e lo
studierete durante la pausa delle vacanze invernali. Mi auguro sarete tutti
pronti per il primo giorno di prove al rientro a scuola. Sarò in sala
professori se avrete bisogno, ma ripeto: non ci saranno cambi di ruoli.»
Scese dal palco e li lasciò a leggere le
attribuzioni.
Michelle avanzò, facendosi strada tra
gli altri compagni. Sperò in un ruolo piccolo e con poche parti cantate e ballate.
Non aveva ancora superato la sua avversione verso l’idea di calcare le scene,
era rimasta nel gruppo di teatro solo perché era un’altra attività da fare
insieme ai suoi amici, ma senza dover combattere mostri o catastrofi. Il più
delle volte.
Fece scorrere lo sguardo e cercò il suo
nome. Provò un senso di sollievo nel leggere che le era stata assegnata la
parte di una dei figli, “Brigitta Von Trapp” per la precisione, da quel che
ricordava il personaggio rispettava i suoi criteri per non dover sforzarsi
troppo. Si dedicò quindi a scoprire cosa era toccato ai suoi amici.
Billy era “Friederich Von Trapp” e Zec
“Kurt Von Trapp”, anche loro due dei fratelli; Donovan era stato scelto per
essere “Rolf Gruber”, il nazista innamorato della figlia maggiore; mancava
Betty, scorse i vari nomi e poi la sua bocca si distorse in una smorfia di
fastidio. Non ci voleva.
«Stiamo scherzando? Il ruolo di “Maria”
lo farà Betty Swanson?» urlò Chas inviperita. «Non esiste!»
Michelle si girò a guardare l’amica.
«Cosa pensi di fare?»
Betty scrollò le spalle. «Niente. Se mi
attacca scoprirà di non essere l’unica ad aver avuto un cambiamento.»
Chas camminò decisa verso loro e li
scrutò infastidita. «Siete sempre in mezzo ai piedi. Non importa, possiamo
risolverla facilmente. Andiamo dalla prof Noxon e ci scambiamo i ruoli.»
«Niente affatto. E poi “Liesl Von Trapp”
è un buon ruolo, hai anche una delle canzoni più famose» rispose calma Betty.
«Allora fallo tu, non sarà un problema
scambiarci.»
«Sarebbe comunque inutile, la professoressa
ha detto che non farà cambi.»
Chas le riservò un sorriso stretto e
affilato come la lama di un coltello. «Non ti conviene metterti contro di me.»
Michelle tirò indietro l’amica e la
circondò con il resto dei suoi compagni. «Accontentala ed evitiamo guai.»
«Neanche per sogno» ribatté l’altra.
«Anche io preferirei ti scambiassi la
parte» disse Donovan. «Non mi va di fingere di essere innamorato di lei. Di
nuovo.»
Michelle si rivolse a Billy. «Cosa
proponi?» Le era venuto spontaneo dare a lui il compito della scelta finale,
come se avessero tacitamente accettato il suo ruolo di leader.
Lui la guardò e poi fissò uno a uno gli
altri. «Penso sia meglio assecondare Chas. Eviteremmo possibili guai
soprannaturali.»
«Forse, ma tatticamente non è la soluzione
più giusta» rispose Betty. «Se la spingo a esporsi, ci svelerà in cosa l’ha
trasformata Kate e perderanno un vantaggio.»
«E se fosse qualcosa che non possiamo
battere o contenere?» domandò Zec.
«Sciocchezze. Tu e Michelle avete il
potere più forte. Siete i nostri pezzi da novanta» fece Betty.
Seppur lusingata, Michelle avrebbe
preferito la soluzione non violenta. Lanciò uno sguardo a Chas e lesse nei suoi
occhi l’intenzione di non cedere senza combattere.
La ragazza bionda si schiarì la gola.
«Sto aspettando, cosa hai deciso?»
Betty si allontanò dal loro gruppetto.
«Non cambio idea. E se fossi una vera attrice, accetteresti il tuo ruolo senza
troppe storie.» Abbassò la voce e aggiunse: «Avere un qualche talento nuovo e
sovraumano non ti dà il diritto di sfruttarlo per i tuoi capricci.»
Jordan si unì alla discussione. «Ancora
a farci la morale? Siete patetici.»
Michelle osservò la scena in ansia.
Stava degenerando, lo si poteva avvertire chiaramente e Billy lo confermò.
Il ragazzo, in piedi tra loro, sussurrò:
«Allarme soprannaturale.»
Aiden si unì ai due compagni. «È
finalmente arrivata l’ora del primo scontro? Vediamo quale squadra è più
forte.»
«Aggredirci non risolverà nulla»
s’intromise Billy.
«Non cederemo ai ricatti» continuò
Donovan.
«E la decisione finale spetta alla
professoressa Noxon» ricordò al trio Zec.
Betty fissò i ragazzi di fronte .
«Volete farle del male? Attaccare una donna innocente?»
Chas sospirò esasperata. «Siete così
drammatici. Troppo perfino per me. Mi basterà convincerla a cambiare idea.»
Michelle si guardò intorno aspettandosi
una stramberia da un momento all’altro. Quello che notò, però, fu l’assenza di
altri nell’auditorium: oltre a loro otto, a nessuno interessava il battibecco
da primadonna di Chas. Guardò Billy e sibilò: «Il tuo senso del soprannaturale
ti ha allertato, ma qual è la minaccia?»
Il ragazzo le restituì uno sguardo
smarrito.
Nell’auditorium risuonò una musica
soffusa e Chas prese a fare dei gorgheggi con la voce.
Per un attimo in Michelle si accese una speranza.
La musica era un carattere distintivo di Dana e l’idea di rivederla la rendeva
allegra, non solo per averla come alleata. Non apparve però nessuno sbuffo di
fumo viola.
Aiden ruggì e allargò le labbra,
mostrando le zanne. Le iridi gli si tinsero di giallo, ciuffi di peli gli
spuntarono ai lati del mento, le orecchie si strinsero divenendo a punta e le
unghie si allungarono in artigli.
«Cosa state facendo?» domandò Michelle
confusa.
«Ci prepariamo in caso vi mettiate di
mezzo» rispose Jordan, anche se non si mosse di un centimetro e nemmeno mutò la
sua forma.
Le note della canzone divennero più
precise, tanto da permettere a Michelle di riconoscerla: si trattava di Meneater di Nelly Furtado.
«Me lo prenderò, me lo prenderò.»
Chas canticchiò le due frasi
ancheggiando verso il palcoscenico. Salendo i gradini al lato destro, riprese a
cantare:
«Tutti quanti venite qui,qui
Varcate
la soglia e guardatemi,
Urlate
ed esaltatevi sono qui per dare spettacolo
Cosa
spettate? Muovetevi, eccitatevi»
Michelle osservò i compagni. Nessuno
ballava come sotto l’influsso delle canzoni di Dana. Eppure il modo in cui la
musica si diffondeva nell’ambiente, partendo dal nulla, e il testo era
modificato erano uguali al suo modo di attivare poteri da demone della musica.
«Perché non ci succede niente?» domandò
Donovan, ragionando come lei.
«Forse non siamo noi il suo obiettivo»
rispose Zec, indicando l’ingresso dell’auditorium. «Guardate là dietro.»
Una piccola folla di ragazzi avanzò come
zombie, ma dallo sguardo estasiato, immettendosi nell’auditorium. Procedettero
lungo la striscia di pavimento che divideva le due file di poltroncine e si
accalcarono ai piedi del palco. Davanti a loro, facilmente individuabile in
quanto unica adulta, c’era la professoressa Noxon.
Chas si accovacciò, tendendo la mano
sinistra al suo pubblico.
«Tutti quanti giratevi a guardarmi
Sono
qui per voi
Potreste
inginocchiarvi davanti alla vostra regina
So
che mi adorate e vorreste essere me!
Diva,
giovane star, sono il vostro sogno
Adoratemi,
supportatemi, urlate per vedermi recitare
Lei
è la mia rivale, vi farà crollare
Vi
farà annoiare, fatele capire che non la potete amare.»
Michelle
la guardò sbigottita. Non stava cantando per esprimere qualcosa che provava,
stava manipolando le persone per farsi adorare.
La
folla di ragazzi, più la professoressa Noxon, si girò e lanciò uno sguardo di
disprezzo a Betty, prima di voltarsi e riportare l’attenzione su Chas.
«Lo
avete visto anche voi? Mi sta denigrando con qualche trucco di musica
paranormale» sbottò l’amica irritata.
Billy
le prese il braccio. «Non muoverti. Non sappiamo come li sta influenzando. È
meglio essere cauti.»
Jordan
sorrise compiaciuto. «Ha ragione. Non reagite, sarà tutto più tranquillo.»
Chas
continuò il suo pezzo personalizzato di persuasione canora.
«Sono una diva, giovane star, sono il vostro sogno
Adoratemi,
supportatemi, urlate per vedermi recitare
Lei
è la mia rivale, vi farà crollare
Vi
farà annoiare, fatele capire che non mi può eguagliare.»
La ragazza bionda si rialzò lentamente,
scese dagli scalini del palco e camminò nella loro direzione. Il suo pubblico
intanto dondolò sul posto a tempo di musica, seguendola solo con lo sguardo.
«E lo so che ci prova con passione, passione
Ogni
tentativo è una delusione
Voce
gracchiante, aspetto slavato
Vi
farà desiderare di essere cechi.
Tutti
quanti giratevi a guardarmi
Sono
qui per voi
Potreste
inginocchiarvi davanti alla vostra regina
So
che mi adorate e vorreste essere me!»
Chas girò intorno a Betty, continuando
la sua performance.
Michelle riconobbe in quelle parole, nel
modo in cui la sfotteva e la guardava, lo stesso trattamento di solito
riservato a lei.
Essere presa in giro, l’oggetto dello
scherno e della derisione. Non lo sopportava. In nessun caso, a maggior ragione
per una stupida parte in un musical. Betty era sua amica, doveva difenderla.
«Adesso basta.» I capelli le si tinsero
di nero e le vene scure sbocciarono sulla fronte e sulle guance. Osservando con
occhi totalmente neri la cantante, intimò: «Smettila, o ti farò smettere io.»
Aiden le ringhiò contro. «Non farai
niente.»
«Credi di spaventarla, barboncino?» lo
derise Donovan. «Ti farà fare un volo tale da schiarirti le idee.»
«No» rispose Jordan. Le sue iridi
divennero rosso-arancio e fiamme gialle divamparono dal suo petto, riducendo a
brandelli il maglione blu. Snudò i denti e rivelò zanne nell’arcata inferiore.
«Nessuno farà nulla. Chas finirà la sua canzone in pace. O sarà peggio per
voi.»
«Non ci credo» disse Zec sbalordito. «È
un Segugio Infernale, come in Teen Wolf.»
Jordan abbandonò il gruppo e si diresse
al palcoscenico. Salì gli scalini e afferrò un lembo del sipario. Le fiamme dal
suo petto ondeggiarono vicino al tessuto. «Ostacolateci e darò fuoco a tutto.»
«Ferirai anche tutti i ragazzi e la
Noxon lì sotto» intervenne Billy. «Nello stato in cui sono non possono scappare
e mettersi al riparo.»
Jordan lo guardò serio. «Non mi
importa.»
Michelle si voltò verso Billy e lui le
fece cenno di rimanere immobile. Eseguì il suggerimento e mentre Chas si
muoveva cantando e ancheggiando per tornare sul palco dai suoi fans zombificati
e adoranti, non prestò attenzione al resto della canzone.
Non riuscì però a reprimere la rabbia.
Anche lei aveva avuto la tentazione di usare le sue capacità risvegliate dal
sogno di Elliott per scopi personali: punire le ragazze che la bullizzavano, ma
non era andata fino in fondo. Proprio Betty l’aveva aiutata e ora che era il
suo turno, non poteva fare nulla, altrimenti altri ne avrebbero pagato le
conseguenze.
«Dite alla vostra amica di rifarsi la
tinta naturale» ringhiò di nuovo Aiden.
«Michelle, dovresti tornare normale» le
disse Billy a denti stretti.
«Non ci riesco» replicò. Il dolore e la
furia non l’abbandonavano e così il potenziale di scatenare un poltergeist. Dana… pensò chiudendo gli occhi. Vorrei tu fossi qui.
Ehi,
carotina!
Michelle sollevò lo sguardo e scandagliò
l’auditorium. La voce della ragazza demone le era risuonata nelle orecchie, ma
di lei non c’era traccia. Le bastò però il pensiero di vedersela davanti a
rilassarla e il suo aspetto tornò quello di sempre.
«No, non troverete un attrice migliore di me
Desiderate
guardare e ascoltare solo me
Desiderate
guardare e ascoltare solo me
Desiderate
guardare e ascoltare solo me
Sono
una diva, una giovane star
Diva,
giovane star
Diva,
giovane star»
Chas terminò il suo canto e la musica e
la sua voce sfumarono lentamente, fino a spegnersi.
Michelle e il suo gruppo rimasero fermi
a fissare i ragazzi risvegliarsi dal torpore indotto dalla canzone e poi
guardarsi tra di loro confusi e infine allontanarsi verso l’uscita
dall’auditorium.
La professoressa Noxon rimase per pochi
istanti a osservare la lista, poi pescò dalla tasca della giacca una penna blu
e tracciò una riga sul nome “Betty Swanson”, accanto al ruolo “Maria” e scrisse
in stampatello con grafia chiara Chastity Chain. Modificò anche il nome per il
ruolo di “Liesl Von Trapp”, quindi si voltò e se ne andò come se niente fosse.
Jordan socchiuse gli occhi, espirò
rumorosamente e le fiamme si estinsero dal suo petto, lasciando un foro vistoso
sul maglione e mettendo in evidenza la pelle del petto con tracce di cenere.
«Ecco, giustizia è stata fatta» fece
Chas. Li osservò sorridendo e scendendo dal palco, raggiunse i suoi compagni.
«Coraggio Aiden, puoi tornare normale.»
Il ragazzo asiatico sbuffò e ritrasse
gli artigli, mentre il suo aspetto tornava quello di semplice adolescente.
«Hai vinto, ma non si tratta di
giustizia» sentenziò Betty.
Chas fece spallucce. «Pensa quello che
vuoi. Sarò comunque la protagonista.»
«Ma che razza di licantropo sei?»
domandò Donovan. «Una iena canterina?»
«È una banshee» rispose Michelle. «O una
sua versione riveduta.»
Zec inarcò un sopracciglio. «Ma sono
delle annunciatrici di morte. Non cantano. Urlano o si lamentano.»
«Kate l’ha chiamata nello stesso modo e
ha fatto le tue obiezioni» spiegò Chas. «Le ho fatto capire che se mi voleva
con sé, doveva scendere a un compromesso. Urlare in modo sguaiato non si addice
alla mia persona.»
«Manipolare invece ti calza a pennello»
commentò Billy.
Chas lo ignorò, prese sotto braccio i
due ragazzi e si allontanarono a loro volta verso l’uscita.
Michelle li guardò capendo di non poter
combattere con il branco alla pari: non sapevano cosa significasse avere
scrupoli.
Continua…?
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