lunedì 12 febbraio 2024

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 53

Il Gioco del Branco 17: La X Indica il Sogno

 

Donovan entrò nel salone della casa di Michelle con lo zaino in spalla e il volto scuro. «Mettiamolo subito in chiaro: non parteciperò a un pigiama party» sentenziò deciso.

Betty alzò gli occhi al soffitto, spazientita. «Te l’ho già detto al telefono: questo non è un pigiama party.»
«Allora perché sei in pigiama? Michelle, che è venuta ad aprirmi, è in pigiama e mi hai detto “Ricordati di portare il pigiama”?»
Michelle li raggiunse dopo aver chiuso la porta, succhiando un lecca-lecca a pallina. «Però ha ragione, sembriamo tutti pronti per un pi…»
«Non ripeterlo» le intimò Betty, puntandole contro l’indice destro e lasciandosi poi cadere sul divano.
Billy scese le scale del piano superiore, aveva ascoltato la discussione ed era pronto a dare le spiegazioni del caso. Con la presa di coscienza che Kate e i suoi alleati non avevano scrupoli a mettere in pericolo innocenti, si era convinto della necessità di dover cambiare strategia.
«È stata una mia idea» disse entrando nel salone, con indosso un pigiama grigio, con una sveglia stampata sulla maglia e la scritta Buon risveglio. «Abbiamo provato le nostre parti per il musical, ma ora dobbiamo dedicarci ad altro. E non si tratta di una festa.»
Donovan aggrottò la fronte. «Ah sì? Avete uno strano modo per riorganizzarci dalla batosta di Chas e gli altri in auditorium. Però sapete che sono aperto a nuove esperienze.»
Billy trattenne una risata. Se gli avesse dato corda, non sarebbero mai andati avanti. «Vogliamo tentare di rintracciare Elliott e la Falce e per farlo dobbiamo provare a collegarci insieme mentalmente, sfruttando il mio legame con Elliott e quello che condividiamo tutti con la Falce.»
Zec sbucò fuori dalla cucina sulla destra, con una t-shirt di Pippo e un paio di pantaloni celesti. «Michelle, non trovo i vassoi» poi si accorse di Donovan e fece: «Sei arrivato, cosa ci fai ancora vestito?»
Donovan aprì la bocca per rispondere, ma Betty girò l’indice, appena usato come arma ammonitoria, verso di lui. «Niente battute e niente allusioni al sesso.»
«Posso almeno sapere perché devo cambiarmi d’abito?» domandò l’altro.
«Fa sempre parte della mia idea» intervenne Billy. «L’unica volta che le nostre menti si sono ritrovate in una sorta di connessione, dormivamo in questo salotto. E se addormentarci è un requisito essenziale, tanto vale farlo comodi.»
«E a cosa servono i vassoi?»  domandò Donovan.
Michelle gli passò davanti come una furia. «Oh giusto, i vassoi. Ti faccio vedere dove sono.» Prese Zec sotto braccio e sparirono dietro la porta della cucina.
Billy sospirò rassegnato a dover ripetere ancora una volta tutto il piano. Contrariamente all’opinione di Betty, il suo ragazzo non si sarebbe adeguato senza troppi problemi. «Ricordi che stavamo facendo una maratona di Buffy l’altra volta? Ci siamo organizzati e abbiamo pensato di cenare davanti alla tv. Michelle e Zec hanno preparato delle bibite e qualcosa da sgranocchiare prima che ordiniamo le pizze.»
«Questa volta però guarderemo Teen Wolf» precisò Betty. «È chiaro che Kate e il suo branco prendono spunto da lì, anzi una dei cattivi della prima stagione si chiama come la nostra spina nel fianco. Non può essere un caso. In più la Bocca dell’Inferno ha molto in comune con il Nemeton e cer…»
Billy si voltò a guardala e insieme a Donovan domandò: «Il cosa?»
«Ecco, questo è un altro motivo per cui voi dovete farvi almeno un’idea generale» disse lei. «Comunque, il Nemeton è sostanzialmente un albero, un luogo di ritrovo di druidi nella mitologia del serial, ma convoglia anche magia e correnti telluriche che attraggono esseri soprannaturali e può aprire un portale. Un po’ come la Bocca dell’Inferno.»
«Ho capito, niente battaglie con i cuscini, ma indagini soprannaturali» concluse Donovan.
Betty annuì. «Esatto. Ora, puoi andare a metterti in pigiama, così iniziamo?»
Il ragazzo si avviò verso le scale per il piano superiore, dopo tre gradini si fermò, si girò e chiese: «Non vi sembra di lasciare un po’ troppo al caso perché abbaia successo?»
Billy alzò le spalle. «È un tentativo, non ho un manuale d’istruzioni sui poteri psichici.»
Donovan rimase a fissarlo qualche secondo, poi scrollò le spalle a sua volta. Riprese a salire e disse: «Non azzardatevi a ordinare le pizze prima che scenda.»
 

Avevano già guardato metà della prima stagione di Teen Wolf e nessuno di loro sembrava accennare un principio di sonnolenza. Seduto sul lato sinistro del divano, Billy scrutò Zec al suo fianco, attento a seguire i giovani protagonisti sullo schermo e Betty accanto a lui a fare lo stesso, giocherellando con i bottoni rosa e bianchi della blusa del pigiama con doppia tonalità.

Sulla poltrona alla destra, Michelle stava rovistando con le dita il fondo del secchio di plastica dei popcorn, con le briciole sparse sui pantaloni rossi di cotone del largo pigiama, mentre Donovan nell’altra alla destra mangiava una fetta della pizza ormai fredda, sgocciolando pomodoro sulla maglia verde a maniche corte e sui pantaloni a fantasia scozzese.
Billy sbuffò. «Forse non è stata una grande idea. Qualcuno di voi ha sonno?»
I compagni scossero in gruppo la testa.
«Per me è colpa della pizza» disse Zec, osservando Donovan. «Salsiccia e peperoni è un abbinamento suicida. Avremo peso di stomaco fino ai vent’anni, altro che addormentarci.»
Donovan masticò rumorosamente e inghiottì l’ultimo boccone. «Al contrario, più gli ingredienti sono potenti, più possibilità abbiamo di abbioccarci.»
Betty raddrizzò la schiena. «E se questa volta non funzionasse perché la serie non è un collegamento con Elliott?»
Michelle posò il secchio sul pavimento. «Se preferite Buffy ho i dvd.»
«Avete ragione» esclamò Billy. Le parole delle amiche avevano sbloccato un’illuminazione nel suo cervello. «Non sulla pizza, ma su cosa ci unisce. Con Buffy ha funzionato sia perché era il perno su cui si basa l’alterazione della realtà di Elliott e anche perché ne eravamo tutti fan. Di Teen Wolf  io e
Donovan non sappiamo niente e soprattutto è una scelta di Kate. Mentre la Falce è qualcosa solo nostro.»
«Abbiamo sbagliato la frequenza su cui sintonizzarci» riassunse Betty.
Donovan si allungò verso il tavolino e afferrò il telecomando, schiacciando il tasto pausa. «Ok, ma allora cosa facciamo? Hai detto tu di non avere un manuale d’istruzioni.»
Billy ripensò a Nicole, a quanto gli aveva detto a voce durante la conversazione all’istituto e a quello che aveva letto nella lettera, di cui non aveva ancora parlato ai suoi amici.
«È vero, però non ho preso in considerazione l’ipotesi più ovvia» rispose. «Io sono l’antenna da cui ricevere Elliott, sono una sua emanazione. Devo usare il mio potere di percepire il soprannaturale al contrario e risalire alla fonte.»  
Michelle si grattò la testa confusa. «Non ho capito cosa intendi, ma puoi farlo?»
«Credo di sì, anche se non so come» replicò.
Betty si tamburellò l’indice destro sul mento. «Ora che ci ragiono, in teoria il tuo senso del soprannaturale potrebbe essere in realtà una specie di lampi di telepatia, spiegherebbe perché percepisci cosa sta per succedere, come se il pensiero di Elliott passasse attraverso te prima di concretizzarsi nel mondo reale.»
«Ha senso, sarebbe come una sorta di Professor Xavier» concordò Zec. «Però nessuno di noi ha un Cerebro in casa con cui potenziarti.»
«Gli X-Men» esultò Billy, balzando in piedi. «Sono il mio collegamento diretto con Elliott, per questo il mio primo pensiero per Halloween è stato travestirci da loro. E allo stesso modo S. può averlo percepito da Elliott e ci ha maldestramente trasformati e fatti attaccare dalle Sentinelle.»
Michelle lo fissò ancora più confusa. «Un attimo, siamo tornati alla teoria che Kate è S e quindi ha lei la Falce?»
«Non  lo so, ma potremmo scoprirlo. Il mio ragazzo è un genio» stampò un bacio sulle labbra di Zec e girò intorno al divano. «Devo recuperare dei fumetti degli X-Men, forse ne ho qualche numero a casa. Vado e torno.»
«Non serve.» Donovan abbandonò la poltrona e lo superò. Salì al piano superiore e ridiscese pochi attimi dopo con quattro albi in mano. «Spero vadano bene» disse porgendoglieli.
Betty lo guardò sottecchi «Perché hai portato dei fumetti al nostro incontro?»
«Niente di importante, pensavo servissero per altro» rispose lui vago.
Billy era troppo eccitato per preoccuparsi della fortuita casualità. «Perfetto, questo è quello che ci serve.» Rigirò la copertina di quello scelto, che mostrava Jean Grey nel suo costume giallo-arancio e blu degli anni novanta accovacciata ad abbracciare Jubilee, abbandonò gli altri tre al suo posto sul divano e si sedé a gambe incrociate sul pavimento. «Avvicinatevi.»
Gli amici abbandonarono le loro postazioni comode e gli si sedettero intorno.
«Cosa dobbiamo fare?» domandò Zec.
«Nulla, vi trasporterò con me appena percepirò Elliott» rispose.
Betty sospirò. «Puoi essere più preciso?»
«No, non ho idea di come accadrà, ma so di poterlo fare.» Billy si rendeva conto di non poter spiegare a parole la sensazione che provava. Aveva la certezza di essere sulla strada giusta per mantenere la sua promessa. «Fidatevi di me.»
Donovan scrutò i compagni in volto e rispose anche per loro. «Abbiamo fatto di peggio. Procedi.»
Billy sfiorò con le dita la copertina di carta. In principio ricordò barlumi delle vignette e della storia, come se li pescasse dalla sua memoria. Provò un senso di malinconia e poi ebbe un flash.
Elliott steso su un letto.
Si aggrappò a quell’immagine e chiuse gli occhi. Era come se riuscisse a toccarlo…
 

Donovan si ritrovò lungo una strada a doppia corsia, Betty era al suo fianco, in pigiama come lui.

«Dove siamo? E dove sono Billy, Zec e Michelle?»
Lui si guardò intono a sua volta. Oltre alla distesa di cemento, non c’era niente altro. Il sole stava tramontando e il cielo imbruniva.
«Hai freddo?» domandò.
«No» rispose lei. «Dovrei?»
«Siamo in pigiama in mezzo a una strada, in pieno inverno ed è sera.» La fissò in modo eloquente. «E nemmeno io sento freddo, quindi siamo in un sogno.»
«Questo significa che Billy ci è riuscito… o forse ci ha mandati nella mente di chissà chi.»
«Non importa, andiamo a cercarli.»
«Quale direzione prendiamo?»
Donovan si girò, Betty lo imitò e alle loro spalle notarono il cielo diventare grigio e il panorama contorcersi come un disegno accartocciato.
Prese per mano la ragazza e si avviarono per la strada davanti a loro. Camminarono per un po’ di tempo, difficile da decifrare nella completa assenza di rumori salvo il loro respiro.
«Perché hai portato quei fumetti?» gli domandò di colpo lei. «E niente battute e risposte a caso.»
«Perché è così importante saperlo, soprattutto proprio adesso.»
«Ho paura volessi isolarti dal gruppo, oppure da me.»
Donovan non riuscì  trattenere una risata. «E questa come ti è uscita?»
«La lettura è un’attività solitaria» rispose Betty, abbassando lo sguardo sui piedi nudi. «Lo so per esperienza.»
«Non erano per me» le confessò infine, intercettando l’arrivo di una situazione malinconica barra imbarazzante, in cui non voleva ritrovarsi. «Erano per te, a dire il vero.»
Lei sollevò di scatto la testa incredula. «E per quale ragione?»
«Dopo la tua trasformazione nella ragazza intangibile, ci eravamo ripromessi di addestrarti, o meglio mi avevi chiesto di aiutarti a farlo. Poi sono arrivate le prove del musical e le cospirazioni del branco e non abbiamo avuto più un minuto libero per dedicarci alla tua istruzione ai superpoteri.» Le sorrise, cercando i suoi occhi nocciola dietro le lenti degli occhiali. «I fumetti degli X-Men sono l’unica base da cui posso partire per aiutarti e quando mi hai telefonato e detto dell’appuntamento della serata, ho pensato fosse l’occasione giusta.»
«Ti ho anche detto di vederci a casa di Michelle, per una riunione di gruppo.»
Donovan sollevò le spalle. «Bé avremmo trovato qualche minuto per dedicarci noi due da soli a questo impegno.»      
Lei rimase in silenzio per qualche istante poi abbozzò un sorriso. «Ecco perché eri così di cattivo umore all’idea di un pigiama party.»
«No, quello è perché odio i pigiama party.»
Lei lo baciò sulla bocca. Un tocco leggero delle labbra, dolce e veloce.
«Le vacanze invernali non sono ancora finite» gli disse poi, stringendo le dita intorno alle sue. «Tra un ripasso e l’altro delle battute, troveremo anche il tempo per allenarci. Noi due e basta.»
«Non vedo l’ora.»
Donovan si chinò leggermente per restituirle il bacio, ma una folata improvvisa di vento li spinse quasi in mezzo alla strada.
Un’auto rossa sfrecciò come un fulmine nella corsia, passando così vicino a loro da poter vedere all’interno due figure femminili.
Donovan afferrò Betty intorno al busto e la trascinò indietro con sé. Prima che potessero fare qualunque tipo di commento, una nuova figura li colse alla sprovvista.
Era Billy e correva quasi alla stessa velocità dell’auto.

 

 

                                                Continua…?

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