Il Gioco del Branco 15: Come ti ha Cambiato l’Inferno?
«Non ci sono più dubbi: Kate è
sicuramente S» sentenziò Michelle, seduta su una poltroncina sul fondo
dell’auditorium. «Il suo cognome è Silver, stessa lettera iniziale con cui si
firma.»
Billy arricciò il naso. «Mi sembra
troppo ovvio.» Seduto accanto a lei, non condivideva affatto quella deduzione.
«L’unica certezza è di quanto sia pericolosa. E potente. È riuscita a far passare inosservati gli spari
dell’agente Hogan. Nessuno è venuto fuori a controllare o ne ha parlato.»
Dando le spalle al palcoscenico, dove
erano in fila i compagni per le audizioni, e con il mento posato sul braccio
abbandonato sul bordo della spalliera, Betty ragionò: «Non sono la stessa
persona, ma sono alleate, o simili. L’infermiera voleva coinvolgere i gemelli
Wood nel suo branco, ma non poteva sapere che saremmo riusciti a parlare con
loro, come ci aveva ordinato di non fare S.»
«E se avessi obbedito forse non ci
sarebbe stato Mezzogiorno di fuoco
nel cortile della scuola ieri pomeriggio» replicò Donovan, nel posto al suo
fianco e girato di tre quarti.
«Per favore, non ricominciate» disse Zec,
seduto alla destra di Billy. «Grazie al cielo non si è fatto male nessuno.»
«Già… ma a Kate non importava» commentò
Billy. Non riusciva a levarsi dalla mente l’indifferenza con cui era
intervenuta e aveva parlato dell’agente Christopher Hogan. E nemmeno del
disgusto e rancore con cui si è rivolta a lui, prima di lanciare l’ultima
bomba. «Dobbiamo trovare al più presto la persona che vuole arruolare e
metterla in guardia.»
«Anche se la nostra cerchia di
conoscenze è piuttosto ristretta, non è comunque facile» sottolineò Zec.
Betty raddrizzò la schiena e aggiustò
gli occhiali sulla base del naso. «Dobbiamo ragionare seguendo le trame delle
serie televisive a cui si ispira. Come venivano coinvolti i personaggi vicini o
legati in qualche modo ai protagonisti?»
Billy sbuffò. Non conosceva le due serie
prese a modello da Kate e S e non sapeva come dare il suo apporto al gruppo.
«In Teen
Wolf Scott McCall non recluta il suo branco, si forma piuttosto intorno a
lui» fece Michelle con sguardo assorto.
«Ma Derek Hale ha un criterio specifico»
rispose Zec. «Quando diventa un Alpha, cerca nella scuola i reietti, i
bullizzati i perdenti… forse dovremmo andare in quella direzione.»
«Giusto! Anche in Pretty Little Liars i bersagli contro cui A. indirizza le ragazze
hanno qualcosa di simile» concordò Betty.
Donovan si voltò del tutto verso gli
altri compagni dietro di sé. «Se lo trasferiamo nella nostra situazione, anche
Aiden e Jordan rientrano nelle categorie. Il primo fa parte della squadra di
basket e per non essere bullizzato si finge meno intelligente. Mentre il
secondo è… cioè era perseguitato dal professor Monaghan.»
Billy provò a seguire il loro
ragionamento. Chi c’era, tra i compagni di scuola ancora in vita e coinvolto in
faccende legate alla Bocca dell’Inferno, che potesse rientrare nella categoria?
Fece scivolare lo sguardo lungo i sedili davanti al suo, nelle varie file con
alcuni ragazzi membri del club di teatro e non riconobbe nessuno, fino a
fermarsi su una ragazza da i lunghi capelli biondi.
«È Chas Chain» disse convinto.
Gli altri quattro si misero a fissarla a
loro volta.
Donovan aggrottò la fronte. «Scherzi? È
più il tipo da tormentare gli altri, invece di essere tormentata.»
«Osservate bene» insistette. «Ha sempre
intorno una o due ragazze a farle da corteo, ma è seduta in mezzo alla fila,
completamente sola. Nessuna “schiavetta” al seguito. Non è strano?»
Michelle si sporse in avanti. «In
effetti è da diversi giorni che la vedo giare da sola anche per i corridoi e in
mensa…»
«E ricordate, durante la messa in scena
di Romeo e Giulietta è stata attaccata dai vampiri, è stata vittima del
ciondolo di Giulietta ed era a scuola anche durante la distorsione infernale di
Jordan» continuò Billy, sempre più sicuro della sua rivelazione. «In qualche
modo tutta questa esposizione al soprannaturale può averla portata a essere
isolata dagli altri. Il bersaglio ideale per Kate.»
«Messa sotto questa luce, non hai tutti
i torti» concordò Betty. «Come la avviciniamo? Non ha decisamente un carattere
affabile. E in più io, tu e Donovan dobbiamo rimanere qui per i provini.»
«Chas lo ha fatto ieri con me e
Michelle, possiamo provare a parlarle noi» propose Zec.
Michelle storse il naso. «Devo proprio
farlo anche io?»
«Al provino penserò domani, voglio
cercare di convincerla in ogni modo» disse Billy risoluto. «Copritemi con la
professoressa Noxon, questa faccenda ha la priorità.»
Chas li squadrò con aria stizzita,
incrociando le braccia sul petto. «E voi mi avete trascinato fuori
dall’auditorium per dirmi queste cavolate?»
«Tanto hai già fatto il provino, cosa ti
importa?» domandò irritata Michelle.
«Devi sempre tenere sotto controllo la
concorrenza» ribatté l’altra. «Ecco la differenza tra una professionista come
me e dei dilettanti come voi.»
Billy s’infuriò. «Non stiamo scherzando.
Quello che ti abbiamo detto è tutto vero. Non puoi ignorare i fatti. Quello che
è successo l’anno scorso è frutto di manifestazioni soprannaturali e ne sei
stata coinvolta anche tu.»
Non nutriva particolare simpatia per la
ragazza, ma non voleva cadesse vittima del gioco di Kate. Ogni pedina arruolata
in quella assurda partita contro di lui, era una persona in più sulla sua
coscienza.
«Chas, sei intelligente per capire che
c’è in ballo qualcosa di anormale» disse Zec. «Puoi non ricordare i
particolari, ma sai di essere stata presente a eventi inspiegabili con la
logica.»
«E se anche fosse?» domandò Chas con
scarso interesse. «Di cosa dovrei preoccuparmi?»
«Devi stare lontana dall’infermiera
Silver, da Aiden Cheung e da Jordan Guiterrez» le ordinò Billy. «Qualunque
promessa ti facciano, non fidarti. Ogni offerta ha un prezzo altissimo.»
Chas lo fissò negli occhi e gli parve
leggervi all’interno un principio di timore. «Non capisco dove vuoi arrivare,
ma non hanno nulla che mi interessi.» Li spinse via, allontanandosi dal muro
contro cui l’avevano accerchiata e avanzò nel corridoio. «La vostra fama è
diffusa in tutto il liceo. Ed è vero. Siete degli schizzati.»
Billy la rincorse e le afferrò una
spalla. «Ti stiamo mettendo in guardia, vogliamo aiutarti, sapere che sarai al
sicuro.»
Lei scansò via le sue dita con la mano
destra dalla maglietta. «Lo sarò, lontano dalla vostra combriccola di svitati.»
Chas riprese a camminare e Billy si
mosse per seguirla, ma Zec lo bloccò per un polso.
«È inutile, non vuole ascoltarci» gli
disse. «Abbiamo fatto quello che potevamo.»
«Non è abbastanza» ribatté. «Non mi
arrendo.»
Billy si liberò dalla presa e inseguì
Chas nel corridoio, tra le file di armadietti. Svoltò poco dopo lei e la vide davanti all’auditorium, la mano
sulla maniglia. Prima che la piegasse, fu raggiunta dall’infermiera Kate
Silver.
«Oh, Chas meno male che sei qui.
Dobbiamo controllare le tue vaccinazioni.»
«Cosa? Adesso?» domandò la ragazza
sorpresa.
«È la solita routine prima di ogni
attività extrascolastica» rispose Kate sorridente. «Non vuoi rischiare di
essere esclusa dallo spettacolo?»
Chas scosse la testa e la seguì verso
l’infermeria.
«No! Aspetta» gridò Billy.
Svoltò all’improvviso, scivolando sul
pavimento, per non perderla di vista, ma due figure gli si pararono davanti.
«Non sai proprio farti i fatti tuoi» gli
fece Aiden guardandolo di sbieco.
«Non ti intromettere» continuò Jordan.
«Riguarda solo Chas.»
Billy non fu poi tanto sorpreso di
ritrovarli tra i piedi. Erano i primi membri del branco di Kate, seguivano i
suoi ordini e lei non voleva intromissioni. Averlo avvisato era solo un modo
per stuzzicarlo. O peggio, dimostrare che non poteva fermarla.
«Non sa a cosa sta andando in contro»
replicò. «E a nessuno di voi importa di lei.»
«A te sì, invece?» Jordan lo fissò
adirato. «Non mi sembra ti interessassi a Chas finché non hai capito che poteva
migliorare. Puoi atteggiarti a supereroe quanto vuoi, ma non sei migliore di
noi.»
«Ho commesso degli errori, ma non ho mai
attirato nessuno in una trappola.»
Aiden lo spintonò. «Credi di sapere
sempre tutto! Chi è buono, chi è cattivo. Non ti è venuto in mente che potresti
essere tu il problema per tutti.»
Era inutile farli ragionare. Kate li
aveva plagiati, oppure pensavano davvero questo di lui. A Billy non importò.
Doveva provare a salvare Chas. Qualsiasi proposta di Kate, non era a fin di
bene.
«Fatemi passare.»
«Altrimenti?» Aiden girò il polso destro
e mostrò il palmo con le cinque dita aperte e piegate. Ognuna aveva un artiglio
scuro ben visibile. «Ho voglia di vederti reagire» ringhiò.
Dei passi concitati alle sue spalle
annunciarono l’arrivo dei suoi amici.
«Vuoi davvero farti vedere da tutti nel
tuo altro stato?» domandò serio Zec.
«Vale anche per voi» replicò Jordan.
I capelli di Michelle si tinsero di nero
e le sottili vene scure comparvero sul volto. «Per noi non è un problema.»
Jordan prese il braccio del compagno.
«Lascia stare. Ci sarà un’altra occasione. Ormai Kate dovrebbe aver finito.»
Billy li guardò allibito. «Non volevate
davvero scontrarvi con me. Avete solo preso tempo perché Kate la convincesse
indisturbata.»
Aiden ridacchiò, rinfoderando gli
artigli. «L’acume non è trai i tuoi superpoteri.»
Entrambi si voltarono e se ne andarono
lasciandolo con i suoi compagni a domandarsi cosa aveva deciso Chas.
Billy, Zec e Michelle rientrarono di
soppiatto in auditorium e ripresero i loro posti di prima.
«Come è andata?» domandò Donovan in un
bisbigliò.
«Chas non è con voi…» sussurrò Betty.
«Non vi ha creduto.»
Billy annuì sconsolato.
«Non è detto che ceda alla proposta di
Kate» tentò Zec, per risollevargli il morale.
Le porte dell’auditorium si spalancarono.
Chas entrò raggiante, scostandosi i
capelli biondi dietro le spalle. Girò il viso e gli rivolse un sorriso
angelico, tutt’altro che rassicurante. A pochi passi da lei, ai suoi lati,
procedettero Aiden e Jordan, un po’ come delle guardie del corpo e un po’ come
complici con un obbiettivo sinistro.
Continuarono tranquilli verso tre
poltroncine nella fila centrale e si sedettero.
Per Billy non c’erano dubbi.
Kate aveva convinto Chas a entrare nel
branco e si chiese, nel farlo, in che modo l’avesse cambiata.
Continua…?
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