5. Anime Social
«Non ne sono ancora del tutto convinta»
disse Michelle con la bocca piena di patatine al formaggio e infilando la mano
sinistra nel sacchetto per pescarne altre.
Betty sospirò spazientita. «Va bene,
ricominciamo da capo.» Si girò verso lo schienale della sedia, guardando la
compagna negli occhi; diede le spalle allo schermo del computer nell’aula
multimediale dove aveva riunito anche Zec e Donovan, entrambi seduti al suo
fianco e ripeté la spiegazione. «C’è qualcosa di strano riguardo agli ultimi
avvenimenti. Zec ha notato una serie di crimini irrisolti che sembrano usciti
da una maratona di Buffy The Vampire
Slayer e contemporaneamente è sbucato dal nulla questo ragazzo, Billy, che
si definisce un ammazzavampiri, un prescelto e ci ha salvato nelle ultime due
settimane. Vedi il collegamento?»
Michelle masticò pensierosa. «Credi che
insceni questi crimini di proposito?»
«No, non intendeva questo» intervenne
Zec e Betty gliene fu grata. «In qualche modo, però, Billy potrebbe sapere come
mai queste stranezze da serie Tv accadono anche nel mondo reale.»
«Ha ammesso di percepire il male»
aggiunse Betty. «Qualsiasi cosa significhi.»
«Non so.» Michelle accartocciò il
sacchetto di patatine vuoto. «Se come dici tu ha qualche informazione, come mai
negli ultimi due mesi, cioè da quando sono iniziati questi strani omicidi, è
riuscito a salvare solo noi?»
«Forse è un Cacciatore in allenamento»
ipotizzò Donovan, scrollando le spalle.
«O magari è legato al tipo di minaccia
che ha dovuto affrontare per aiutarci» continuò Betty. «Forse non sapeva come
sconfiggere gli altri nemici soprannaturali contro cui si è scontrato.»
«Non mi sembrava molto preparato quando
ha affrontato Anika» disse Donovan.
«Chi è Anika?» domandò Michelle.
«Di nuovo? Te l’ho già detto, lei era…»
Betty ricordò la spiegazione di Billy sui ricordi riguardanti la ragazza.
«Lascia stare, non è importante. Il punto è che Billy è l’unico che può darci
informazioni e sparisce quando sto per chiederle.»
«Probabilmente è un modo per tenerci al
sicuro e coprire la sua identità, come un supereroe» disse Zec. «Anche se dice
apertamente il suo nome.»
«E questo ci porta al motivo per cui
siamo qui.» Betty si girò di nuovo verso lo schermo del computer e iniziò
battere freneticamente le dita sulla tastiera. «È sempre qui quando ce ne è
bisogno, quindi deve frequentare la nostra scuola e dovrebbe esserci una sua
scheda personale nell’archivio degli studenti ammessi.»
Donovan si sporse in avanti e la osservò
incredulo. «Non sapevo fossi un hacker.»
«Non è necessario» rispose Betty,
allontanando le lenti degli occhiali dalla punta del naso. «È sufficiente fare
per qualche mese da segretaria al vicepreside e ricordarsi la password per
l’accesso alle cartelle riservate.»
Rimasero in attesa del caricamento della
pagina sul video.
«E se si fosse ispirato a un personaggio
specifico?» disse Michelle. «A parte a Buffy, intendo.»
Zec incrociò le braccia. «In effetti
nella serie c’è un personaggio che si chiama proprio Billy l’ammazzavampiri.»
«Ma che dici? Ho visto tutti gli episodi
almeno quattro volte e non c’è nessuno con quel nome» rispose Donovan.
«Ma c’è nella nona stagione a fumetti»
precisò Zec.
Michelle si mise le mani sulle orecchie.
«Non dire niente! Ho ordinato i volumi in fumetteria e devono ancora arrivarmi,
non fare spoiler.»
«Ehi, siete proprio dei nerd» fece Donovan.
«Non sapevo neanche fossero andati avanti dopo l’ottava.»
Betty sbuffò di nuovo. «Volete rimanere
concentrati? L’idea che si ispiri a un personaggio della serie potrebbe essere
giusta, ma la valuteremo dopo.» Armeggiò ancora sulla tastiera e sullo schermo
comparve la scritta NESSUN DATO TROVATO.
«Ma che cavolo…?»
«Che significa?» chiese Michelle.
«Billy non è iscritto alla nostra
scuola» rispose Donovan.
«Peggio» disse Betty, mentre apriva e
chiudeva finestre web spostando il mouse. «Secondo questi files non ci sono
documenti sul passato scolastico di Billy, o sulle sue vaccinazioni
obbligatorie. È come se non esistesse.»
Di colpo lo schermo tremolò, le immagini
si ridussero a quadratini e poi divenne completamente nero.
«Cosa hai fatto?» domandò Zec allarmato.
«Niente» rispose Betty. «Si è
autodistrutto da solo.»
Sullo schermo comparve una finestra per
le chat.
“Ciao. Diventiamo amici. Ti ho appena
inviato la richiesta. Malcom.”
«Chi è questo tizio?» chiese Donovan.
Tre cellulari emisero un doppio bip,
Betty estrasse il suo dalla tasca dei pantaloni, mentre Michelle e Donovan
facevano lo stesso. Sullo schermo lampeggiava l’icona di Facebook e sfiorandola
con il dito lesse la richiesta di Malcom. «Come ha fatto a inserirsi nel Pc
della scuola e mandarcele?» Alzò lo sguardo e fissò Zec. «E perché tu non l’hai
ricevuta?»
Zec mostrò imbarazzato il suo cellulare.
«Non ho uno smartphone. Il mio è un vecchio modello.»
«Che facciamo?» domandò Michelle.
«Non fate niente.»
Betty si girò verso la porta, imitata
dai tre compagni, quasi sicura di sapere chi avesse parlato. Ancora una volta
lui era comparso dal nulla: Billy era fermo all’ingresso dell’aula e li
fissava. «Come hai fatto a entrare?»
«Non accettate quella richiesta» insisté
Billy.
«Rispondi alla mia domanda» replicò
Betty.
«Ho usato l’ingresso sul parcheggio e
fatto le scale.»
Donovan si alzò in piedi. «Ah, ah.
Divertente. Vogliamo sapere come puoi girare per la scuola visto che non sei
iscritto.»
Billy rimase serio. «Non è importante.
Al momento abbiamo problemi più seri.»
«Abbiamo?» ripeté Michelle.
Zec si alzò a sua volta e si avvicinò a
Billy. «Perché sei qui e perché non dovremmo dare l’amicizia a questo Malcom?»
«Perché ho avvertito il male e in questo
istante è concentrato qui dentro» rispose.
Betty spostò la sedia e si mise in
piedi. «Devi dirci di più se vuoi che ti crediamo. Cos’è questa storia del
male?»
«Non so come spiegarvelo…» Billy si
fermò per cercare le parole. «È come il senso di ragno per l’Uomo Ragno,
percepisco che qualcosa di malvagio sta per agire e che ci saranno conseguenze
soprannaturali.»
Michelle agitò il telefono nella mano
destra. «E che genere di conseguenza soprannaturale ha accettare un amico su
Facebook?»
«Conoscente chi ve l’ha inviata?»
domandò Billy.
«No» rispose Betty. Si girò verso i
compagni e scossero in segno negativo la testa. «Immagino sia qualcuno della
scuola. Dov’è il problema?»
Billy entrò nell’aula. «Potrebbe essere
chiunque e non sai quali intenzioni ha.»
«Accettiamo l’amicizia su Facebook, non
gli diamo mica le chiavi di casa» rispose Donovan. «Forse sei un po’ troppo
apprensivo.»
«Rifiutatelo e vediamo cosa succede»
replicò Billy. «Se non accade nulla, hai ragione, mi sono agitato per niente.»
«Ok.» Donovan fece scivolare il
polpastrello sullo schermo del telefono e selezionò RIFIUTA. «Tocca a voi.»
Michelle alzò le spalle con noncuranza e
fece altrettanto.
Betty rimase ferma a fissare lo schermo
del cellulare. Billy non si era mai sbagliato, ma questa volta sembrava davvero
esagerato. Alzò lo sguardo e lo fissò in volto. Era serio e convinto e a lei
non venne in mente nessuna buona ragione per cui dovesse inventarsi tutto.
Spostò il polpastrello dell’indice destro e cliccò RIFIIUTA. «Ho fatto e ora?»
Due bip provenienti dal Pc su cui
stavano lavorando poco prima, furono la riposta.
Betty si avvicinò allo schermo ancora
nero e lesse i due nuovi messaggi. «“Avete commesso un errore. Se non siete con
me, siete miei nemici. Malcom.” Che scherzo è?»
«Questo tizio è uno svitato» commentò
Donovan.
«Siete in pericolo» ribadì Billy. «E lo
è chiunque lo ha accettato come amico.»
«A me sembra ce l’abbia con chi lo
rifiuta» puntualizzò Michelle.
«Ragazzi, venite a vedere» li chiamò Betty.
Rimasta davanti al monitor, osservò aprirsi una pagina di Youtube e il video
caricato in diretta. Loro cinque nell’aula multimediale, in piedi e seduti
davanti ai computer. Li stavano riprendendo proprio in quel momento. «È
assurdo, ma ci stanno spiando.»
Il gruppo la raggiunse, fissarono lo
schermo e poi come lei, si voltarono per
vedere se qualcun altro era entrato nella stanza.
«Ci siamo solo noi» disse Zec. «Come
fanno a riprenderci?»
«Da lì.» Billy indicò una telecamera a
circuito chiuso, sistemata a cavallo tra due pareti, installata come altre in
diversi punti della scuola per la sicurezza degli studenti.
Betty riportò gli occhi sullo schermo.
Sotto il video era comparso il nome dell’utente: Malcom. «Guardate» disse, in
tempo perché potessero leggere il commento appena digitato: Prendeteli!
Tutti e cinque si allontanarono con un
balzo dalla postazione.
«Usciamo di qui» ordinò Billy. «Subito.»
Betty fu la prima a seguirlo e i tre
amici le furono dietro. Appena imboccarono il corridoio chiese: «Dove andiamo?»
«Se Malcom può vederci attraverso le
telecamere, qui a scuola nessun posto è sicuro» disse Michelle.
«Aspettate, ma di chi dovremmo avere
paura?» domandò Donovan. «Questo tizio ha dato un ordine al plurale, ma
potrebbe essere da solo e questa storia tutta una sua messa in scena.»
Billy si fermò di colpo, facendoli
sbattere uno addosso all’altro.
«Che cosa hai?» chiese Zec.
«Il mio senso del male pizzica. Guai in
arrivo.»
Dalle scale salirono due ragazzi.
Entrambi avevano uno sguardo minaccioso. Il maschio teneva in mano un estintore
rosso e la femmina uno scalpello per lavorare la creta.
«Ehi, come va?» fece Donovan.
I due corsero incontro al gruppo
urlando: «Chi non è con Malcom è mio nemico!»
La ragazza si avventò contro Michelle
con lo scalpello, mentre il ragazzo provò a colpire in testa Donovan. I due
schivarono l’attacco per un soffio. Donovan arretrò, mentre il suo assalitore
riprovò a colpirlo e Michelle afferrò il polso della ragazza che tentò di nuovo
di infilarle lo scalpello nella gola.
Betty saltò sulle spalle del ragazzo che
minacciava Donovan, ma lui se la scrollò di dosso facilmente e lei cadde sul
pavimento. «Ma cosa prende a questi due? Gli hanno fatto il lavaggio del
cervello?»
Billy afferrò il ragazzo per il busto e
lui si voltò a guardarlo. Rimase fermo a fissarlo. Donovan colse l’occasione.
«Ce l’hai con me» disse, l’altro tornò a guardarlo e Donovan gli assestò un
pugno e lo mandò a tappeto.
L’estintore rotolò ai piedi di Zec e lo
raccolse. «Ehi, tu» urlò alla ragazza con lo scalpello. Lei si voltò e invece
di partire all’attacco verso di lui, rimase immobile a guardarlo. Zec aprì la valvola e le spruzzò
sul volto la schiuma.
Presa alla sprovvista, la ragazza si
indietreggiò finendo con le spalle contro il muro e Michelle la colpì in volto
facendole perdere i sensi.
Betty si rimise in piedi. «Dobbiamo
sbrigarci, quei due sono del club di arte, ci sono solo loro oltre a noi oggi
pomeriggio a scuola. I loro compagni non tarderanno a spuntare.»
«E dove pensi di andare?» chiese
Michelle.
«C’è un posto dove le telecamere non
funzionano» rispose Betty.
«Ok, portaci lì» disse Billy.
Betty corse verso le scale che
conducevano al pianterreno e guidando il gruppo, rifletté sul comportamento dei
due aggressori. C’era stato qualcosa di strano, si erano avventati su Donovan e
Michelle, e avevano colpito anche lei, ma non avevano mosso un dito contro
Billy e Zec.
«Da questa parte» disse Betty,
portandoli davanti alle porte chiuse dell’auditorium con appeso un cartello
dove c’era scritto LAVORI IN CORSO. Scostò le porte e fece passare i compagni,
s’intrufolò e chiuse l’entrata alle sue spalle. «Lo stanno ristrutturando, ma
non chiudono a chiave. Il pomeriggio non ci lavora nessuno.»
«Cosa credete sia successo ai quei due
matti?» domandò Donovan. «Sembravano posseduti.»
«Non proprio» disse Billy. «Non hanno
più l’anima e sono manovrati da questo Malcom.»
Michelle aggrottò la fronte «E te ne sei
accorto sempre grazie al tuo super potere?»
«Più o meno.»
«Ok, ma come li sconfiggiamo?» domandò
Betty.
«Forse la risposta è nelle nostre teorie
di poco fa» ipotizzò Zec. «La soluzione può essere in un episodio di Buffy.
Pensiamoci.»
Betty cercò di collegare gli
avvenimenti. In effetti avevano già avuto a che fare con un vero vampiro che
era diventato polvere, un demone della vendetta, due dimostrazioni di potere
simili alla Willow malvagia… «Ma certo! È Moloch!»
«Chi?» domandò Donovan.
«Malcom» rispose Betty. «In realtà è il
demone Moloch.»
«Hai ragione. Usa lo stesso alias in un
episodio nella prima stagione» concordò Billy.
Zec annuì. «E anche lui sfruttava chat e
telecamere per muoversi e corrompeva le anime delle persone per farle agire a
suo piacere.»
«Giusto, perché era stato liberato da un
libro e finito nel web» ricordò Michelle.
«Ma nell’episodio lui si costruisce un
corpo robot e lo imprigionano lì dentro» fece notare Donovan. «Il nostro sembra
ancora a zonzo in internet.»
Il cellulare di Betty emise un
cinguettio. Betty guardò il telefonò e notò che era apparso un tweet:
MALCOCH
@malcoch
@bettyvamp
vi vedo anche senza telecamere, non potete nascondervi da me. Mai.
«Moloch ci ha trovati» disse nel panico.
Poi capì come ci era riuscito. «I cellulari, spegneteli! Ci rintraccia tramite
la connessione internet degli smartphone.» Lei, Donovan e Michelle li spensero
in fretta. «Prende le anime nello stesso modo. Usando le adesioni di amicizia e
i follower dei social network. Billy e Zec non vengono attaccati perché non
hanno accesso diretto» ragionò ad alta voce.
Dal corridoio, udirono una voce gridare:
«Sono in auditorium! Prendiamo i nemici di Malcom.»
«Dietro le quinte» ordinò Billy.
I ragazzi corsero verso il palco e si
nascosero dietro il sipario.
«Cercate qualcosa come arma tra gli
oggetti di scena» suggerì Donovan.
Mentre frugavano negli scatoloni
ammassati contro la parete, sentirono la porta sbattere e dei passi avanzare
nell’auditorium.
Betty tirò fuori delle cianfrusaglie
inutili e passò a un altro scatolone. In cima trovò un cellulare con un post-it
appiccicato sopra. «Zec» sibilò. Il ragazzo si voltò e lei gli porse l’oggetto.
«C’è scritto che è per te.»
Afferrandolo, Zec staccò il foglietto
giallo e appena il suo pollice sfiorò lo schermo, il cellulare si accese.
«Che fai? Dobbiamo tenerli chiusi» lo
rimproverò Donovan andandogli di fianco.
«Non sono stato io» rispose. Sullo
schermo apparve un link e un messaggio. “Clicca qui se vuoi distruggere
Moloch.” Girò lo schermo verso gli altri e disse: «Leggete.»
«Chi è? E perché contatta te e ti regala
un telefono?» domandò Michelle.
«Non lo so» disse Zec. «Che devo fare?»
Nell’auditorium rimbombò una voce.
«Anche se avete spento i cellulari, vi troveremo! Per Malcom!»
Altre voci gridarono: «Per Malcom!»
Billy sbirciò da uno spiraglio del
sipario. «Sono in sei.» Poi si girò verso Zec e disse: «Ci serve una mano. Chiedigli chi è e perché
dovremmo fidarci.»
Zec digitò il messaggio. La risposta
arrivò subito e lui la lesse ad alta voce: «“Un’amica. Ed è meglio il demone
che conosci.”»
Betty notò l’espressione sul viso
dell’amicò mutare, ma non seppe interpretarla. «Significa qualcosa per te?»
«Sì.» Zec fece scrollare la
conversazione verso l’alto e tornò sul link.
Il sipario si spalancò e i sei seguaci
di Moloch comparvero all’improvviso.
Zec cliccò sulla pagina segnalata e si
aprì un pannello di controllo di un sito che gestiva più profili su vari social
network. Notò il tasto cancella e ci spinse sopra con forza il polpastrello.
I ragazzi pronti a lanciarsi all’attacco
rimasero sospesi a metà, poi come marionette a cui sono tagliati i fili,
caddero sul legno del palcoscenico, privi di sensi.
«Questa volta non credevo ce la saremmo
cavata» ammise Donovan tirando un sospiro di sollievo.
«Siamo sicuri sia finita?» domandò
Michelle.
Zec mostrò ancora lo schermo al gruppo.
«Ho cancellato tutti i profili di Moloch.»
«E di conseguenza hai cancellato lui e
restituito le anime prese» spiegò Billy.
Si voltò per andarsene, ma Betty lo
strinse con tutta la sua forza. «Stavolta non te la caverai così. Non te ne vai
se non ci racconti tutto quello che sai e ci spieghi chi sei e cosa fai a
scuola.»
Billy la osservò per pochi istanti.
«D’accordo. Ma non ora e non qui. Conoscete un posto dove vederci senza dare
nell’occhio?»
«Sì, un locale, il Bronze Dust» rispose.
«Va bene» acconsentì lui. «Vediamoci lì
domani sera e vi dirò tutto quello che volete sapere su di me.»
Continua…?
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