lunedì 17 marzo 2025

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 81

Sorge Oscurità Maggiore 6: Il Problema dei Tre Elliott

 

Varcarono la soglia dell’appartamento di Michelle e Billy sbuffò per la quinta volta da quando avevano lasciato l’edifico scolastico. «Vi ho già chiesto scusa, quante altre volte dovrò farlo?»

Donovan abbandonò lo zaino vicino all’appendiabiti all’ingresso e si buttò sul divano con le braccia incrociate. «Non ci hai detto che nel vostro incontro Oscurità Maggiore assumeva l’aspetto di ragazzi morti dopo essere stati trasformati in mostri. Non ti ha fatto venire in mente Il Primo nella stagione finale di Buffy
«Sì, ma non esagerare: Oscurità Maggiore non è il male primordiale» gli rispose sedendosi sulla poltrona. «E comunque ha preso le sembianze anche di Aiden Cheung. E di Dana.»
«Prima non lo avevi detto.» Michelle lasciò cadere la borsa sul pavimento e tirò fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni. «Magari l’ha presa di mira. La faccio venire qui subito. È coinvolta anche lei.»
Kenny chiuse la porta della casa alle sue spalle.«Non siamo già in troppi?»
Michelle compose il numero a memoria. «In sette o in otto non fa differenza, i miei genitori sono fuori tutto il pomeriggio e poi lei è la mia ragazza.» Si mise il telefono all’orecchio e andò in cucina.
Kerry si accomodò sulla seconda poltrona al lato sinistro del divano «Sta insieme a una demone?»
«Tecnicamente lo è diventata per via della Bocca dell’Inferno» spiegò Zec. Appoggiò lo zaino a terra e si sistemò sul bracciolo della poltrona su cui si era seduto Billy. «Ed è anche mia sorella.»
«Possiamo concentrarci sulla questione più urgente?» Betty appese la giacca a un braccio dell’appendiabiti e fece scivolare sopra anche la tracolla della borsa. «Oscurità Maggiore ha voluto metterci al corrente della sua esistenza e dobbiamo sapere tutto il possibile. Billy, abbiamo capito che lo hai fatto per aiutarci a superare il test di ammissione al college, ma ora devi dirci ogni particolare.»
«Anche perché il test è stato comunque annullato» precisò Donovan.
Billy sospirò. «Non c’è molto altro da raccontare. Era tutto un sogno…» aveva in mente un paio di affermazioni dette da Oscurità Maggiore, però era indeciso se sganciare quelle bombe.
Michelle tornò nel salone, stringendo due bottigliette d’acqua e tre lattine di Pepsi sotto le braccia. Posò le lattine e una bottiglietta sul tavolino davanti al divano, si sedette accanto a Donovan e aprì l’altra dell’acqua, bevendo avidamente un paio di sorsate. «Questa tensione mi ha messo una sete pazzesca. Ho portato qualcosa anche per voi. Oh, Dana arriverà tra poco.»
Betty si avvicinò allo schienale del divano. «Billy, cosa non ci stai dicendo?»
Il modo in cui lo scrutava, fece sentire Billy colpevole. In passato tenere informazioni per sé non aveva portato a nulla di buono. Poi sentì il tocco gentile del palmo di Zec sulla spalla.
«Non siamo arrabbiati, ma questo tizio… questa entità, sembra un pericolo da non sottovalutare» gli disse il fidanzato.
«Si tratta di voi» ammise infine Billy. Omettere quella parte poteva anche essere quello che il nemico si aspettava da lui. «Oscurità Maggiore mi ha minacciato: se avessi tentato di chiudere la Bocca dell’Inferno, si sarebbe vendicato su di voi.»
Donovan afferrò una lattina di Pepsi. «In che modo, di preciso?»
«Qualche cosa nello stile di oggi a scuola» ipotizzò. «Non credo gli manchi l’inventiva per farvi del male.»
«Ammesso di essere compresi tra i tuoi amici…» s’intromise Kerry, indicando anche il gemello. «…siamo praticamente tutti in grado di difenderci da soli.»
Betty scosse la testa. «Non in questo caso. In classe, Oscurità Maggiore ha rivolto i poteri di Dylan e Chas contro di loro e ha scovato il terrore più grande di Aiden. Tutto senza neanche essere presente.»
Billy strinse i pugni. Non ricordava nulla di quegli eventi, era stato “escluso” da Oscurità Maggiore e odiava non avere il controllo di sé. «Ecco perché ero intenzionato a dirvelo dopo il test. Speravo aveste l’opportunità di poter tentare di allontanarvi da Dorms e da situazioni mortali soprannaturali.» 
Kenny prese la seconda lattina e l’aprì con uno schiocco. Bevve una sorsata della bibita e disse: «Ma come ti abbiamo detto questa mattina, non puoi affrontare il problema come fai di solito. Questa entità controlla anche te e non puoi proteggere gli altri, se sei tu ad essere sotto attacco senza neanche saperlo.»
«E questo ci porta all’altra questione grave.» Betty appoggiò le mani sul bordo del divano. «Oscurità Maggiore è una parte di Elliott tanto quanto Billy.»
Uno sbuffo di fumo violaceo inondò la porzione di salone davanti al televisore, proprio di fronte a loro. Dana comparve e andò a sedersi vicino a Michelle, schioccandole un bacio sulle labbra.
«Non potevi suonare il campanello?» fece Zec, arricciando il naso.
«Così è più veloce» rispose la sorella. «E poi stavo ascoltando la conversazione per rimanere al corrente. Eri arrivata alla parte essenziale: il problema dei tre Elliott.»
«Già…» Betty si schiarì al voce. «E il fatto che si sia liberato da solo, dimostra che ha un controllo superiore  del suo creatore sull’alterazione della realtà.»
«A pensarci bene, anche più di Sasha» aggiunse Michelle. «A lei serviva la Falce e abbiamo visto che a lui non ha fatto nulla.»
Dana si voltò di scatto verso di lui. «La vostra arma suprema è inutile?»
Billy si strinse nelle spalle mortificato. «L’ho quasi tagliato a metà e non aveva nemmeno un graffio. »
Donovan trangugiò rumorosamente la bevanda gassata e poi si pulì le labbra con il dorso della mano sinistra. «A proposito, siamo sicuri non possa manipolare anche la Falce? Sfruttarla a suo vantaggio, farla sparire, cose di questo tipo.»
Billy ricordò le sensazioni del suo corpo una volta stato a contatto con l’arma e con il nemico. Non aveva percepito nulla di particolare. «Non credo gli interessi, non la reputa qualcosa da temere e nemmeno un vantaggio da sfruttare. Ha avuto già due occasioni per rubarla e non ci ha provato.»
«E quindi? Cosa facciamo?» Betty trasse un lungo sospiro. «Odio ammetterlo, ma non ho più idee.»
Kerry si sporse in avanti. «L’unica mossa possibile, sembrerebbe uccidere Elliott Summerson e sappiamo che non lo faremo mai. Oltretutto, sono sicura che in ogni caso un atto del genere andrebbe a favore di Oscurità Maggiore.»
Billy la guardò confuso. «Cosa intendi?»
«La notte che ti abbiamo trovato sonnambulo al cimitero, prima che ti liberassi, Oscurità Maggiore ha cercato di mettermi contro mio fratello. È come se volesse farmi agire in modo da essere… corrotta.»
Billy e il resto del gruppo rimasero in silenzio, abbassando lo sguardo. Sapeva che per tutti quelle rivelazioni aumentavano il timore di trovarsi in trappola contro qualcuno che aveva tutti i mezzi per renderli inoffensivi senza fatica.
Kenny schiacciò la lattina di Pepsi con la mano destra e li fece sobbalzare. «E se invece la soluzione fosse rendere Billy… inattivo. Come un coma indotto, oppure un so…»
«Assolutamente no» replicò Zec e gli afferrò la mano destra, portandosela in grembo. «Nessuno manderà in  coma il mio ragazzo. O peggio.»
Billy sorrise all’atteggiamento protettivo dell’altro e gli accarezzò la mano che gli stringeva. «Per quanto mi infastidisca essere usato senza controllo, vi sono più utile da sveglio. Dobbiamo agire alla fonte del problema, quello che intendevo fare dopo aver letto la lettera che Elliott mi ha lasciato: capire cosa lo ha spinto a rinchiudersi nel sonno. E ora che ci penso, Oscurità Maggiore mi ha detto che se vado avanti nella ricerca di quella ragione, sperimenterò un dolore incredibile. Ha detto: “Qualcosa che dall’interno ti divora”»
Donovan gli puntò l’indice sinistro contro. «Ah! Un’altra allusione a Il Primo!»
Betty schiaffeggiò la nuca al fidanzato.  «È solo un modo di quell’essere per prenderci in giro. Però hai ragione: sei più riuscito a vedere, o ricordare qualcosa tramite il tuo legame con Elliott?»
Billy scosse la testa. «No, ma tra la fine del gioco di Sasha, il test e la comparsa del nuovo avversario, non ho avuto molto tempo per provarci.»
«E se ci rivolgessimo a Nicole Racher?» propose Michelle. «Lei lo conosce più a lungo di tutti.»
«Le ho telefonato più volte settimana scorsa e le ho lasciato anche un messaggio per dirle che lo avevamo ritrovato, ma non si è fatta sentire.»
«Un problema facile da aggirare» replicò Dana. «Dammi il cellulare.»
Billy lo estrasse dalla tasca anteriore e si allungò per porgerlo. «Cosa vuoi fare?»
«La costringerò a rispondere.» Dana afferrò il telefono e lo posò sulla coscia, richiamò il numero di Nicole e poi schiacciò la funzione vivavoce. 
Nella stanza si diffuse il rumore del suono libero. La ragazza demone mosse lenta il palmo sopra lo schermo e sentirono il volume alzarsi di tono. Di colpo Crying At The Discoteque degli Alcazar rimbombò per il salone.
«Lo sente anche lei, dovunque si trovi e anche se ha messo il tono silenzioso» urlò Dana per sovrastare la musica.
«Non ti sembra un po’ esagerato?» gridò Zec.
«È un’emergenza» replicò la sorella.
Dopo cinque squilli la musica si spense e la voce allarmata di Nicole partì dall’apparecchio. «Billy! Cosa sta succedendo?»
Billy si lanciò in avanti. «Ehm… ciao Nicole.»
«Stavo facendo addormentare mio figlio, perché hai fatto scoppiare una discoteca in casa mia?»
«Scusami, è una situazione urgente» rispose, infilando la mano tra i capelli per l’imbarazzo. «Abbiamo ritrovato Elliott.»
«Ho letto il tuo messaggio. Ti avrei richiamato io, ma sono sta…»
«Scusa se ti interrompo, ma siamo in guai più grandi. Ecco… è comparsa un’altra emanazione di Elliott, si definisce Oscurità Maggiore e la manifestazione fisica del rancore, rabbia e dolore che lui covava da sempre.»
Dall’altro capo seguì un istante di silenzio.
«Dammi due giorni» disse poi Nicole. «Mi organizzo e vengo a Dorms. Dobbiamo discutere la questione di persona. Cerca di stargli lontano, almeno finché non ci incontriamo.»
Billy prese il cellulare dalla gamba di Dana e lo avvicinò al volto. «D’accordo, ma non puoi anticiparmi nulla?»
«Ci vediamo tra due giorni» ripeté Nicole e chiuse la telefonata.
Donovan appoggiò la Pepsi sul tavolino. «Non promette nulla di buono.»
Billy si accasciò allo schienale della poltrona. «Temo sia peggio di quanto immaginassimo.»
 
 

                                                                           Continua…?

lunedì 3 marzo 2025

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 80

Sorge Oscurità Maggiore 5: Forgiato da Rabbia, Dolore e Rancore

 

Billy rimase a fissarlo impietrito. Il giovane uomo tutto coperto di nero, come se indossasse una tuta, lo guardava restando immobile a mezz’aria.

«Chi è questo tizio?» Donovan gli scosse una spalla. «E di che diavolo sta parlando?»
«È identico a Billy e a Elliott Summerson» sottolineò Michelle. «Anche lui è un qualche clone…»
Oscurità Maggiore scese fino a terra e posò i piedi sul cemento. «Esatto, rossa. Sono una parte del favoloso trio. Avanti, fratellino, non dici nulla?»
Billy si riprese. «Mi ha trascinato fuori dal letto la notte scorsa. Non so come, ma mi ha provocato un attacco di sonnambulismo, mi ha portato nel cimitero e rinchiuso in un bozzolo psichico.»
Zec gli afferrò il braccio. «Cosa aspettavi a raccontarcelo? Dopo la storia della lettera, ci eravamo ripromessi di non tenere niente segreto.»
«Volevo farvi superare il test senza altre preoccupazioni.»
«Che nobile, tipico del mio fratellino» lo schernì Oscurità Maggiore.
Betty raddrizzò gli occhiali sul viso. «Perché continui a chiamarlo così?»
«Perché anche lui è parte della mente di Elliott.» Kerry la raggiunse insieme al fratello.
Oscurità Maggiore le lanciò un’occhiata infastidito. «Oh, ci sono anche i “Wonder Twins”… siamo proprio al completo. Potete restare, ma se interferite, ne pagherete le conseguenze.»
Billy fece un passo avanti. «Perché sei qui? E non…» si fermò a ripensare al racconto di Betty sul suo comportamento di pochi istanti prima. «Sei stato tu! Mi hai manipolato di nuovo e hai scatenato quella specie di incubo infernale.»
Oscurità Maggiore scrollò le spalle. «Sono stufo di aspettare, tu non volevi presentarmi ai tuoi amici così, come dire, ti ho forzato la mano.»
«Noi ti consociamo già.» Zec andò vicino a Billy. «Ricordi il nostro primo appuntamento? Il mausoleo comparso al cimitero… e quegli strani Esseri Ombra… dicevano di servire Oscurità Maggiore.»
Oscurità Maggiore batté le mani compiaciuto. «Un punto al sexy fidanzatino. Ero proprio io, ero a pezzi, letteralmente. Stavo cercando di assumere una forma più corporea.»
«Aspetta, qualcosa non torna.» Donovan si grattò la testa. «Elliott ha… ecco… creato Billy già così.»
Kenny ringhiò e strinse i pugni. «Non credo lui sia stato portato all’esterno volutamente.»
«Bravo cagnolino, ma vedi di restare a cuccia» lo ammonì Oscurità Maggiore. «Paparino non voleva liberarmi. Ho faticato per scappare dal luogo profondo in cui mi aveva rinchiuso. Sono stato molto paziente.»
Gocce di sudore percorsero la schiena di Billy e tremò. «Se ti teneva a bada, c’è un motivo. Cosa non mi hai detto al nostro primo incontro?»
L’espressione sul volto di Oscurità Maggiore mutò. La strafottenza  e lo scherno, lasciarono il posto alla furia. «Possibile che non ci arrivi? Sono tutto ciò di cui Elliott si vergognava. Sono i sentimenti più oscuri, quelli generati dalla rabbia, dal dolore e dal rancore che ha provato per tutta la vita. Sono quelle le emozioni che mi hanno partorito.»
«Ma… ma… se esiti da così tanto… p-perché…» balbettò Michelle. «Perché hai a-aspettato fino a… a-adesso per c-comparire?»
«Che dolce, sei spaventata.» Oscurità Maggiore sorrise di sbieco. «Come ho detto, a me non è stata consentita la libera uscita, ho dovuto lottare per ottenerla. Però c’è stato un momento, un periodo in cui Elliott era distratto e Billy ha lasciato aperta una falla, uno spiraglio in cui organizzarmi.»
Billy ripercorse gli ultimi mesi con la memoria. Non ricordava di aver mai abbassato la guardia, o creato possibilità a qualcosa di così pericoloso di insinuarsi nella sua vita. Poi capì. «L’istituto Reicdleyen. Quando ho scelto lo stato catatonico, annullandomi, in qualche modo ti ho aiutato.»
L’uomo in scuro annuì. «Proprio così. Ti sei abbandonato a quella piccola scaglia di oscurità che hai in te e che la cara signorina Kerry Wood aveva percepito. Dopo aver osservato a lungo in silenzio, mi hai dato la scintilla per attizzare il mio fuoco, nel tuo vuoto ho avuto la forza per costruirmi una mia forma, forgiando insieme tutto ciò che mi ha originato.»
Betty sgranò gli occhi. «Sei stato qui intorno tutto questo tempo. Anche Kate disse di avere in sé Oscurità Maggiore. Ma se volevi un tuo… corpo… perché possederla?»
Oscurità Maggiore agitò l’indice destro per reguardirla. «Sei una sfrontata Elizabeth Swanson, ma ti risponderò comunque. Prima di trovare il mio vero Io, volevo provare qualche abito diverso, giusto per capire se sarei stato comodo, a mio agio, potente. Poi ho compreso che l’oscurità altrui può essere manipolata e sfruttata, ma dovevo cercare un’identità solo mia. A ogni modo è stato utile osservare il suo gioco, mi ha fornito tante informazioni su chi ho davanti.»
Donovan strinse i denti. «Quindi è questo che vuoi fare con noi, giocare come ha fatto Kate.»
«Niente affatto.» Oscurità Maggiore incrociò le braccia sul petto. «Mettiamolo subito in chiaro: non sono qui per sfide e scaramucce, ordire piani di conquista del mondo, o distruggere l’universo. Voglio solo lasciare tutto così come è.» 
Billy rimase rapito a osservarlo. Ogni sua mossa, il suono della voce, come la modulava in base all’interlocutore con cui interagiva, gli era familiare. Era come vedere un’altra versione di sé su uno schermo. Però non era un’imitazione, era peggio. L’essere, o persona, che aveva davanti si comportava come avrebbe fatto Elliott, se non si fosse continuamente frenato e preoccupato delle conseguenze. Lo sapeva con certezza: il suo legame con Elliott si stava rinsaldando.
«Non mente» disse poi ai compagni intorno e dietro di lui. «Vuole che il sogno continui. Il sognatore deve restare addormentato e questa realtà diventare quella ufficiale. Me lo ha detto anche la scorsa notte.»
Oscurità Maggiore applaudì. «Aggiungo solo che voglio la mia parte di svago. Darò il mio tocco oscuro a questa Bocca dell’Inferno e potete provare a interferire, lo accetto come compromesso, ma non azzardatevi a tentare di sbarazzarvi di me. Non siete in grado di riuscirci e mi farete solo innervosire.»
Billy era furioso. Odiava quella parte che era anche un pezzo di lui. Odiava il modo in cui riusciva a muoverlo per i suoi fini come se fosse un burattino. E soprattutto odiava la sua sicurezza nel sentirsi invincibile e superiore.
L’immagine della Falce balenò davanti ai suoi occhi e desiderò stringerla tra le mani.
Un lampo rosso e grigio schizzò dalla vetrata del primo piano della scuola e si materializzò sui suoi palmi.
La Falce aveva risposto alla sua chiamata. 
Billy l’afferrò fino a far sbiancare le nocche. «Le tue richieste non sono accettabili.» Corse in avanti, fletté le braccia e la sollevò sopra i capelli, poi calò la lama e l’affondò nel centro del petto di Oscurità Maggiore.
«Cosa dici adesso?» Billy sollevò il capo e rimase allibito.
Oscurità Maggiore sorrideva e scuoteva la testa. «Oh, fratellino, pensi che questo bel giocattolino risolva sempre ogni tuo problema.» Con la sola mano destra prese la parte superiore dell’arma e la estrasse dal suo corpo. Quindi lo spinse indietro.
Billy arretrò e incespicò sui suoi piedi, cadendo seduto sul cemento. L’uomo che lo guardava dall’alto non aveva il minimo taglio, graffio o segno di essere stato colpito da un’arma. «Non è possibile.»
«Eccome se lo è. Questa grande e mistica Falce è una creazione delle vostre menti unite, ma io sono come te. Sono Elliott. Ci arrivi?»
Billy scosse la testa.
Oscurità Maggiore sospirò. «Per eliminare me, devi eliminare paparino.» Allargò le braccia e si sollevò dal cemento galleggiando verso il cielo. «Finché Elliott Summerson vivrà, lo farò anche io.»
La Falce gli scivolò dalle dita e cadde con un fragore metallico al suo fianco. Billy osservò Oscurità Maggiore venire avvolto dalle ombre e svanire. Sapeva che non era una spacconata. Questa volta avevano davvero un nemico contro cui non avrebbero mai vinto.
 
 
                                                                      Continua…?

lunedì 17 febbraio 2025

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 79

 Sorge Oscurità Maggiore 4: Non Puoi Ignorare l’Oscurità

 

«Vi ho detto che lo farò» sbottò Billy. Nel cortile della scuola, tenendosi a distanza dagli altri studenti che aspettavano di entrare, con i gemelli Wood al suo fianco, strinse gli spallacci dello zaino per evitare di urlare. «Racconterò tutto agli altri della notte scorsa, di come mi avete trovato e di chi mi teneva in ostaggio. Però dopo il test!»

«Devi farlo subito» ripeté Kerry. «Ti ho spiegato che più tempo ne sono all’oscuro, più aumenta il pericolo.»
Kenny si posizionò al lato opposto in cui stava la sorella. «Non puoi mettere uno stupido test davanti alla loro sicurezza.»
«Si tratta del loro futuro, della possibilità di entrare in un college e lasciare Dorms e tutte le sue assurdità.» Billy inalò aria dal naso e la espulse dalla bocca per calmarsi. «Se li metto in guardia adesso, saranno distratti dalla minaccia incombente e perderanno questa occasione.»
I gemelli si scambiarono un’occhiata del tipo comprensivo, ma non troppo.
Kenny si schiarì la voce. «Ok, lo capsico, ma questa nuova minaccia ti ha sconvolto.»
«Appunto! In che stato metterebbe loro?» ribatté. «Contano su di me.»
«E il tuo esito del test?» Kerry lo guardò sottecchi. «Non ti importa se comprometti il tuo futuro?»
Billy sorrise scuotendo la testa. «Non è detto che ne abbia uno. Comunque, non penso sia fuori da Dorms. A livello pratico, quanto posso allontanarmi da Elliott Summerson, la fonte primaria della mia esistenza, senza subire conseguenze fisiche?»
I gemelli ammutolirono.
Billy posò una mano su entrambe le loro spalle. «So perché insistete e avete ragione e vi sono grato per quello che avete fatto per me la scorsa notte, ma finché è possibile, devo proteggere i miei amici anche in questo modo. E poi, se dovesse accadere qualcosa, sarete qui fuori per intervenire.»
«Ci puoi giurare» disse Kerry.
Billy annuì. Poi scorse Betty farsi strada tra i vari gruppetti di ragazzi. «Ottimo. Ne riparleremo a fine mattinata e ora cambiamo discorso.»
L’amica li raggiunse e li squadrò incerta. «Ehi… è tutto ok? Voi due che ci fate qui? Avete fatto il test preparatorio di ammissione al college l’anno scorso.»
«Li ho incontrati venendo verso la scuola e hanno deciso di accompagnarmi» mentì Billy. «Tanto hanno l’intera giornata libera.»      
Betty si sistemò gli occhiali sul naso e continuò a fissarlo. «Mmm… okay…»
In quello sguardo, Billy lesse il dubbio dell’amica e la conferma che non avrebbe potuto tenerle nascosto a lungo la presenza di Oscurità Maggiore.
 

Betty sistemò la penna, la matita e la gomma sul banco a lato del plico sigillato con dentro i fogli del test per l’ammissione al college. Si scrutò poi intorno. Donovan era nel banco dietro al suo, aveva dovuto quasi obbligarlo per presentarsi a scuola quel giorno. Michelle era a due banchi dalla sua sinistra, si morsicava le unghie nervosa. Zec era a un banco dalla sua destra, vicino alla finestra, tamburellava il piede sul pavimento. E Billy nel secondo posto davanti a lui, fermo.

Rimase a fissarlo qualche secondo più degli altri. Le nascondeva qualcosa. Betty non sapeva spiegarsi perché avesse quella sensazione, forse per averlo visto con i gemelli Wood, o forse perché ostentava una sicurezza forzata anche quando il resto del loro gruppo li aveva raggiunti, ma era sicura ci fosse un pensiero che lo tormentava e non voleva condividerlo con loro.
«… ore  a partire dal momento che vi dirò di aprire la busta» disse la professoressa Flores in piedi dietro alla cattedra. La voce perentoria della donna ricondusse Betty al presente. «Chiunque verrà sorpreso a copiare, parlare con compagni, o cercare di alterare le risposte, verrà espulso dal test e il suo scritto sarà invalidato. Rispettate le regole. Se aveste bisogno di andare in bagno, dovrete consegnarmi i fogli e tornare dopo dieci minuti, o la prova sarà invalidata.»
Betty si diede due buffetti sulle guance. Doveva rimanere concentrata. Qualunque stranezza turbasse Billy, ne avrebbero parlato al termine di quella giornata.
La professoressa Flores si girò a fissare l’orologio circolare appeso al muro. «Bene. Potete aprire la busta e cominciare. Buon lavoro.»
Il sigillo di carta e colla si strappò con facilità e Betty afferrò la matita. Iniziò con la prima materia e barrò le risposte corrette delle domande a risposta multipla.
Uno schiocco deciso contro il vetro attirò la sua attenzione. Come lei, un paio di ragazzi sollevarono la testa e si voltarono a guardare.
Una coppia di vespe, piuttosto grandi, picchiavano decise contro la superficie trasparente.
Betty abbassò il capo e riprese a rispondere ai quesiti.
Un secondo e poi un terzo schiocco, più forti, la distrassero di nuovo.
«Il vetro è sicuro?» Aiden Cheung strabuzzò gli occhi a mandorla. «Voglio dire, non possono entrare?»
Betty alzò lo sguardo e notò solo in quell’istante che il ragazzo asiatico era seduto nel posto accanto al suo.
«Proceda con il suo test, signor Cheung» replicò la professoressa Flores.
Aiden emise un ringhio soffuso e poi abbassò la testa.
Gli schiocchi ripresero, molteplici e più simili a un bussare furioso.
Aiden scattò in piedi, spostando con foga la sedia all’indietro. «No, sono troppe! Spaccheranno la finestra.»
Betty si voltò di nuovo e rimase a bocca aperta.
Uno sciame nero premeva con forza e a più riprese contro il vetro esterno. Le vespe volavano in picchiata, retrocedevano e poi ripetevano l’operazione. Volevano entrare a tutti i costi.
La fila di ragazzi accanto alla finestra balzò in piedi e si scansarono dal banco. Tutti, tranne Billy.
La professoressa Flores girò intorno alla cattedra e si avvicinò alla corda della veneziana. «Mantenete la calma. Adesso abbasserò le stecche  cos…»
«No!» gridò Aiden. «Se le copre non le vedremo piombare in classe e sarà troppo tardi.»
Betty cercò il volto di Donovan dietro di lei. «È terrorizzato. Credi sia qualcosa di soprannaturale?»
«Billy è chinato sui fogli» le rispose, indicando l’amico. «Il suo senso del soprannaturale lo avrebbe avvertito, giusto?»
Betty si morse il labbro inferiore incerta. «Sarebbe meglio pr…»
Dei mugolii soffocati e lo stridere delle gambe della sedia sul pavimento la zittirono di colpo.
Chas Chain scattò in piedi, tenendosi le dita pigiate sotto il naso. Gli occhi sgranati e carichi di paura.
Betty non aveva fatto caso nemmeno a lei: era seduta dietro a Michelle e l’amica scattò in piedi e le andò accanto.
«Oh Santo Cielo! La tua bocca…» Michelle allontanò le mani dell’altra ragazza e la obbligò a girarsi verso i due compagni.
Betty inorridì: il viso di Chas era privo delle labbra, come se le fossero state cancellate con una gomma.
Altre due ragazze lo notarono e urlarono spaventate.
«State tutti calmi e tornate ai vostri posti» ripeté la professoressa Flores, tornando davanti alla cattedra e agitando le mani come per spingere indietro una folla. «Ora… ora… chiameremo il preside e… troverà…»
Il rombo di un tuono scoppiò nel corridoio. E subito ne proruppe un secondo.
Betty e quasi l’intero gruppo presente in classe si voltarono verso la porta che chiudeva l’aula. Stava per scoppiare un temporale. Si girò d’istinto di nuovo in direzione della finestra e dietro allo sciame insistente e deciso a rompere il vetro, splendeva il sole in un cielo azzurro con poche nuvole. La pioggia sarebbe caduta, ma solo dentro all’edificio.
Betty afferrò il polso di Donovan. «Sta decisamente accadendo qualcosa di soprannaturale.»
«Sembra come il casino che ha combinato Jordan con la prigione infernale qui a scuola» le rispose.
«Ma lui non è presente oggi» replicò. «Ha fatto il test l’anno scorso.»
Il pavimento tremò sotto i loro piedi, Betty si aggrappò al ragazzo e vide le pareti tremolare come gelatina e allungarsi in avanti con dei tentacoli.
Un nuovo urlo di orrore la fece girare a destra.
«Fermateli! Fermateli!» Dylan Derreck era stretto in quell’abbraccio di cemento grigio e molliccio e trascinato verso il fondo. «Aiutatemi!»
Il ragazzo venne inglobato nella parete, Zec gli corse davanti e lo strinse per le spalle, cercando di staccarlo a forza. Si voltò poi verso di loro. «È bloccato dentro… più tiro, più il muro cerca di farlo sprofondare.»
«Tiratemi fuori da qui! Vi supplicò!» gridò Dylan.
Uno scricchiolio dalla finestra destò l’attenzione di Betty dall’ultimo problema.
Una sottile crepa correva in trasversale lungo il vetro e le vespe sbattevano contro con l’intento di allagarla.
Aiden arretrò nel panico. «Ve lo avevo detto! Ci uccideranno. Fatemi uscire da qui.»
«D’accordo lasciate tutto sui banchi e camminate con calma e ordinati verso la porta.» La professoressa Flores si mosse per prima, aprì l’uscio e si bloccò a guardare il corridoio. «Madre de Dios! Cosa sta succedendo oggi?»
Betty si fece avanti e vide la pioggia cadere da grosse nuvole scure che coprivano le lampade al neon sul soffitto, mentre lampi fugaci illuminavano il piano dell’edificio.
«Non si muova professoressa Flores» le ordinò. Si girò e cercò Billy tra i vari ragazzi in piedi e terrorizzati. Lo vide seduto al suo posto, chino sui fogli con la penna stretta nella mano destra. «Billy! Ehi, Billy!»
Non le rispose e nemmeno mosse un muscolo.
Betty corse verso di lui e lo strattonò. «Cosa ti prende?» Lo sguardo le cadde poi sui fogli del test. Billy non aveva barrato nessuna delle caselle dei quesiti, ma aveva scritto per tutto il foglio, coprendo anche la parte stampata.
OSCURITÀMAGGIOREOSCURITÀMAGGIOREOSCURITÀMAGGIOREOSCURITÀMAGGIORE
Non accennava a smettere di ripetere quelle lettere sulla carta, Betty lo obbligò a girarsi per guardarla in volto e le mancò il respiro.
La sclera dei suoi occhi era bianca, priva delle pupille. Il suo amico non era in sé. 
«Perché  non si alza e… oh cavolo!» Donovan le comparve accanto e rimase allibito dallo stato dell’amico.
«Non possiamo contare su di lui. Dobbiamo cavarcela da soli e portare tutti fuori.» Betty deglutì, ragionando sul da farsi. Dovevano lasciare la classe prima che le vespe piombassero dentro, il temporale in corridoio sembrava il male minore e una volta superato, si augurò di trovare intatte le porte per uscire. «Cerca di tirarlo in piedi e andate verso la porta, con Michelle impedite a chiunque di uscire. Dobbiamo muoverci in gruppo.»
Donovan annuì e passò un braccio intorno alle spalle dell’amico in trance. «E tu cosa fai?»
«Devo tirare Dylan fuori dal muro» rispose e corse verso il fondo dell’aula, più vicino del normale.
Zec la guardò sollevato. «Potrei provare con i miei poteri da Poltergeist?»
Betty scosse la testa. «Temo che la trasformazione spaventerebbe solo di più gli altri.»
«Vi prego tiratemi fuori» supplicò Dylan. «Non voglio rimanere incastrato qua dentro!»
Betty trovò la concentrazione in mezzo alla confusione e percepì il senso di leggerezza del corpo prima di accedere al suo stato intangibile. Affondò le braccia nel muro molle e attraversò il fisico del ragazzo. All’interno vide tutto oscuro, tranne la schiena di lui coperta dalla camicia sintetica a quadri. Lo strinse a sé, trasmettendogli lo stato intoccabile e fece un balzò all’indietro. Si ritrovarono sollevati di un paio di centimetri dal pavimento, fuori dal muro.
«Mi hai salvato» disse sorpreso Dylan.
«Non è ancora finita, devi fare anche tu la tua parte.» Betty tornò tangibile insieme al compagno e toccarono il pavimento. «Andate da Aiden, obbligatelo a seguirvi e a non correre fuori da solo. Io vado dalla Flores.»
Zec annuì. «E Billy? Cosa gli è successo? Prima l’ho visto quando l’hai scosso.»
«Non lo so, ma è con Donovan» disse Betty, sapendo non sarebbe servito a cancellargli la preoccupazione per il fidanzato.
L’amico le fece un altro cenno di assenso, prese per un braccio Dylan e andò verso Aiden che sbraitava per uscire.
Betty osservò di nuovo il vetro. Con il loro attacco, le vespe avevano creato una venatura di crepe abbastanza profonde da mandare in frantumi la finestra entro pochi minuti.  Aggirò i compagni e raggiunse la professoressa Flores.
«Signorina Swanson, rimanga indietro con gli altri» le ordinò la donna, guardandosi intorno allarmata.
«Professoressa, deve ascoltarmi. Possiamo uscire, ma deve fare come le dico.»
«Mi vuol far credere che sa come muoversi in una situazione del genere?»
«Diciamo che ho una certa esperienza.»
La professoressa Flores sospirò e la fissò rassegnata. «Va bene. Cercherò di aiutarla… se posso.»
Betty le sorrise grata. Si sistemò davanti all’uscio e fissò il temporale infuriare nel corridoio: l’acqua raccolta sul pavimento stava iniziando a salire quasi all’altezza delle caviglie e i lampi che spargevano sprazzi di luce le mostrarono delle lapidi sparse lungo il pavimento. La sua mente fece un collegamento veloce. Sembrava l’incubo di qualcuno. Mischiato con le loro paure. E un cimitero. Una sola persona aveva tanto in comune con tutto. Si girò indietro e disse: «Donovan, porta qui Billy.»
Il ragazzo eseguì e sorreggendolo per il busto, lo scortò in cima alla fila di compagni.
«Ho provato a parlargli, ma non mi sente» fece Donovan.
«Non importa.» Betty prese Billy dalle braccia dell’altro e lo spinse fuori sotto la pioggia scrosciante.
Buttato in mezzo al temporale, l’amico si infradiciò in pochi istanti, però si mosse sicuro, incamminandosi.
«Seguiteci.» Betty afferrò un lembo del maglione del ragazzo, temendo di perderlo in caso di una distorsione dello spazio. Scrutò alle sue spalle i compagni camminare in fila, la professoressa Flores chiuse la processione, tirando la porta della classe alle spalle. E aggiunse: «Tenete la mano a chi avete davanti e date l’altra a chi vi sta dietro.»
Nonostante la caduta dell’acqua in uno spazio chiuso, Billy continuò deciso, quasi seguisse un percorso prestabilito. Betty avvertì addosso il peso dei vestiti bagnati e udì lo scalpicciare dei loro piedi nel ruscello piovano, mentre tra le gocce che le colavano sugli occhiali, osservò le lapidi illuminate sporadicamente dai lampi, senza però scorgere nessun nome sulla pietra.
La traversata li condusse fradici fino alle porte dell’ingresso del liceo, le spinse insieme a Billy e si spalancarono senza fatica sul cortile esterno.     
Betty fu obbligata a stringere le palpebre trovandosi addosso la luce naturale e sentì i gemelli Wood andarle incontro, ma nessun suono di acqua che scorre.
«Cosa è successo?» domando Kenny.
«Cosa hanno gli occhi di Billy?» chiese Kerry.
«Emergenza da Bocca dell’Inferno» tagliò corto. Si guardò poi i vestiti e fissò i compagni che le passavano accanto: erano tutti asciutti e osservando oltre i vetri delle porte anche il corridoio era tornato alla normalità. Chas le mise una mano sul braccio e mimò con le labbra ritornate: “grazie”. «Andate con la professoressa e gli altri, controllate che arrivino al cancello. Noi vi raggiungiamo tra poco.»
Kerry e Kenny diedero un ultimo sguardo perplesso a Billy e poi si accodarono ai ragazzi.
Betty fu raggiunta da Donovan, Zec e Michelle, si chiusero a semicerchio intorno all’amico e poi all’improvviso le pupille riempirono di nuovo i suoi occhi.
Billy li scrutò confuso. «Perché siamo in cortile? Il test è stato sospeso?»
«Non ti sei accorto di nulla.» Betty non era sorpresa. «Sei entrato in una specie di trance, o sogno a occhi aperti, e si è scatenato un incubo infernale.»
Billy aprì la bocca per replicare, poi guardò il cielo e annaspò.
Betty si girò nella direzione che fissava e intravide una massa fumosa grigia vorticare verso di loro. Il fumo si divise in spire e poi assunse i contorni di una figura umana. Una volta dissipate, la persona che levitava a mezz’aria aveva tratti somatici che le erano familiari.
Un uomo sui venticinque anni rassomigliante a Billy e a Elliott Summerson.
«Dall’espressione delle vostre facce, devo dedurre che Billy non vi ha parlato del nostro incontro della notte scorsa.» L’uomo si rivolse a loro con un sorriso di scherno. «Piacere, sono Oscurità Maggiore.»
 
 
                                                                 Continua…? 

lunedì 3 febbraio 2025

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 78

Sorge Oscurità Maggiore 3: Il Primo Squarcio è il Più Semplice

 

Una mano le afferrò il braccio e lo scosse. Kerry Wood spalancò gli occhi, gli ultimi residui del sonno in cui era immersa già l’abbandonavano, un vantaggio di essere sempre in stato vigile grazie ai sensi da Cacciatrice e nel dover vivere su una versione della Bocca dell’Inferno.

Strinse le dita dalla pelle scura intorno all’arto che le premeva sulla manica del pigiama e si ritrovò gli occhi del fratello gemello a fissarla. «Cosa succede?»
«Sogno da Cacciatrice» rispose Kenny ansando. «Billy è sonnambulo. È arrivato fino al cimitero, ma qualcosa di oscuro lo blocca.»
«Qualcosa di oscuro?»
«Non saprei come altro definirlo.»
Kerry si sollevò dal cuscino e scese dal letto. «Vestiti e torna qui tra meno di due minuti.»
«Andiamo a liberarlo?»
«Prima facciamo una sosta nel suo appartamento.»
Kenny aggrottò la fronte. «Perché?»
«Abbiamo bisogno di un’arma per combattere questa cosa oscura e credo che la Falce sia l’unica efficace.»
Il fratello annuì e tornò nella sua camera a cambiarsi.
Kerry slacciò la blusa del pigiama e si infilò il maglione, appoggiato sulla sedia accanto al letto. Sperò fosse il turno di Billy di custodire l’arma, o avrebbero dovuto allungare il giro di perlustrazione tra i suoi amici, perdendo tempo e aveva la sensazione che ogni minuto fosse prezioso. 
 

Erano diventati esperti a sgattaiolare di notte fuori dalla casa dello zio. Anzi, dopo la sua trasformazione in lupo mannaro, suo fratello era più svelto e agile nei movimenti.

Quasi quanto me constatò Kerry e ne fu infastidita. Non era colpa di Kenny quel cambiamento, ma non le andava a genio che fossero allo stesso livello. Aveva perso la sua unicità.
Correndo, arrivarono davanti al lato destro del palazzo in cui Billy aveva il suo appartamento.
«Sei sicura non nasconda la Falce a scuola?» domandò Kenny.
«No, dopo la questione di Kate e del branco, ognuno la tiene a casa propria e se la porta in giro.» Kerry sollevò la testa e osservò la finestra al quarto piano. Sarebbe stato alquanto laborioso raggiungerla, per intrufolarsi da Billy. «Scavalchiamo la ringhiera e poi mi arrampico sulla scala antincendio. Tu mi seg…»
«Non serve.»
Kenny la caricò sulle spalle, strappandole un verso di sorpresa e fastidio. Con un balzo superò la piccola serie di sbarre di metallo, atterrando nella striscia di cemento che la separava dall’edificio. Si piegò sulle ginocchia e compì un secondo salto, arrivando ad aggrapparsi al davanzale del quarto piano. «Che fortuna! Dorme con la finestra mezza aperta. Entra.»
Kerry scivolò dalla schiena di lui fino all’interno e sollevò il resto del vetro. «Che ti è preso? Ti stavo spiegando il mio piano.»
«In questo modo abbiamo fatto prima e con meno rumore.» Kenny si issò sul davanzale, lo scavalcò e fu all’interno a sua volta.
Kerry lo fissò pronta a ribattere, poi si morse il labbro inferiore. «Fermo lì» gli intimò. «Tu resti di guardia.»
«Perché?»
«Sono la maggiore e decido io. Abbiamo sempre fatto così.»
«Solo di due minuti» ribatté il gemello. «E adesso è diverso. Controllo la licantropia e i miei poteri.»
Fin troppo pensò Kerry. Storse il naso e trovò una buona ragione. «Appunto, con l’olfatto e l’udito super sviluppati puoi sentire qualunque persona o creatura si avvicini e avvertirmi.»
Kenny sbuffò. «Okay. Sbrigati.»
Kerry lo lasciò imbronciato, appollaiato sulla finestra con una gamba pronta a scattare all’esterno. Si addentrò nella cucina, la attraversò e andò verso la camera da letto. Rimuginò sul diverbio con il fratello. Non litigavano così spesso, in passato si era sempre affidato al suo istinto, ma ora che aveva poteri maggiori, sembrava molto più deciso. La lampada sul comodino era rimasta accesa, illuminando la stanza di Billy e ai piedi del letto scoperto, trovò la Falce.
Si inginocchiò per raccoglierla e nello stesso istante una mano scura con delle bende toccò l’impugnatura in metallo rosso.
Kerry alzò di scatto il viso e i suoi occhi si scontrarono con quelli della Prima Cacciatrice.
La donna dal look tribale la squadrò. «Non ti appartiene.»
Kerry deglutì. «Non la sto rubando. È un prestito» disse. «Mi serve per aiutare Billy.»
Il metallo freddo dell’arma divenne tiepido sotto il suo palmo, ma non mollò la presa.
«Salvalo» rispose la Prima Cacciatrice. «Non devi avere incertezze o gelosie.»
Kerry sbatté le palpebre confusa.
La donna staccò le dita dalla Falce. Si alzò in piedi e arretrò, oltrepassò la porta della camera e si confuse tra le ombre del salottino, fino a scomparire.
Kerry si riprese, tirò l’arma contro il petto e corse dal fratello. Non capì il senso dell’avvertimento, ma ci avrebbe pensato fuori da lì.
«L’hai trovata» esultò Kenny con un sorriso. «Con chi stavi parlando?»
Kerry sistemò con cura la parte di legno della Falce tra il bordo dei jeans e il maglione, sotto alla giacca. Lo strusciare ruvido della superficie con il suo indumento le accapponò la pelle. «La Prima Cacciatrice. Voleva assicurarsi non fosse un’appropriazione indebita.» Intrecciò poi le braccia intorno al collo del fratello.
«Che fai?»
«Sfrutto la tua sicurezza sulle doti da lupo per scendere rapidamente» rispose. «Coraggio, non perdiamo tempo. Abbiamo un sonnambulo da salvare.»
 

Arrivati all’ingresso della cancellata del cimitero, Kerry ripeté la procedura fatta per intrufolarsi nell’appartamento di Billy: le scocciava ammetterlo, ma era davvero molto comodo e veloce.

Kenny atterrò sull’erba umida con poco sforzo e lei si staccò dalla sua schiena ed estrasse la Falce, reggendola con entrambe le mani.
«Ok, ora seguimi»  ordinò il gemello.
«Sai dove andare?» Lo guardò incredula.
Kenny si picchiettò la narice con l’indice destro. «Olfatto sensibile, ricordi? Ho già individuato l’odore di Billy.»
«Si, ma s..»
Lui partì alla caccia e Kerry fu costretta a stargli dietro, senza poter ribattere. Di nuovo.
Si mossero per un sentiero di ghiaia e poi sorpassarono tre file di lapidi. L’intero luogo aveva come unica fonte di illuminazione il mischiarsi del bagliore della mezza luna con la luce dei lampioni sparsi all’esterno lungo il perimetro, ma non era un problema per nessuno dei due. Lupo mannaro e Cacciatrice sapevano come destreggiarsi nella semioscurità.
I gemelli si bloccarono quasi all’unisono: un gigantesco baccello galleggiava a pochi centimetri dal terreno, pulsando luce verde militare.
«Sembra una versione gigante di quelle verdure che puliva la nonna sulla veranda di casa, quando veniva a trovarci» disse Kenny.
Kerry fece un passo avanti. La Falce nelle sue mani vibrò, la tirò di poco come attratta da un magnete. «È un bozzolo psichico. Dentro, Billy non dovrebbe essere ferito, solo addormentato.»
«Come lo sai?»
«È stata la Falce. È come se me lo avesse… mostrato nella mente.»
Una sagoma maschile prese forma dalle ombre circostanti e le afferrò un polso. «Brava. Sei tu la cervellona della famiglia.»
Kerry strinse le pupille. «Chi c’è?» Intravide a fatica una sagoma, ma non riusciva a distinguerne i tratti del volto. Era solo una macchia scura. «Dimmi chi sei?»
«Come? Non ci arrivi da sola» replicò l’essere oscuro.
«Ehi, sorellina» Kenny le afferrò la spalla sinistra. «Con chi parli? Non c’è nessuno.»
Kerry si girò a scrutarlo in volto: era sul serio stupito e confuso. Riportò la sua attenzione sullo straniero tutto nero e percepì un tremolio all’altezza del volto.
«Voglio che resti una conversazione privata» le disse. «Tra me e te.»
«Perché?» Kerry avvertì le dita del fratello stringerle con maggiore insistenza la giacca. «Shh!»
«Brava, zittiscilo, mettilo a cuccia, come si fa con un cane fastidioso.» Emise un gorgoglio, simile  a una risata strozzata. «È da un pezzo che volevi farlo.»
«Non sai niente di me. Non parlo con chi non ha il coraggio di dirmi il suo nome.» Kerry liberò il polso dalla stretta oscura e piegò le braccia pronta a colpire con la Falce quell’essere. Colpire era sempre il suo primo istinto, però si fermò. Quella situazione era differente e lei doveva agire diversamente. Doveva farlo parlare. «Perché hai preso in ostaggio Billy?»
«Sai, forse ti ho sopravvalutata. E lo fai anche tu. Sei solo una presunta Cacciatrice, un’imitazione, ma Kenny è avanzato di grado. Lui ha i sensi di un lupo, i sogni rivelatori e ora è anche forte e agile. Come te, quindi in che modo sei utile?»
«Io sono… più di questo.»
«Sul serio? Dico che quella inutile, ora sei tu. Che motivo ha Kenny di fare squadra con te? Da solo ti supera in tutto.»
Kerry scosse la testa. «Non è vero.» La stava distraendo, sviando il discorso, non doveva cadere in quel trucco. Si impose di rimanere concentrata. Il suo obbiettivo era capire chi aveva davanti. Non poteva fargli altre domande, ma quello che le aveva già detto bastava. Puntava alle sue insicurezze.
Non devi avere incertezze o gelosie le aveva raccomandato la Prima Cacciatrice. Qualcosa di oscuro erano state le parole di Kenny. 
Kerry tornò a fissare decisa quell’essere. Aveva già percepito in passato qualcosa di simile. «Sei Oscurità Maggiore.»
«Complimenti. Sei fiera di te? Per così poco?»
Kerry lo ignorò, qualsiasi cosa avesse risposto, sarebbe stato solo una perdita di tempo. Ed era quello che Oscurità Maggiore voleva. Corse in avanti e lo scansò.
«Dove vai?» urlò Kenny. «Cosa vuoi fare?»
Kerry non gli rispose. Non perché considerasse suo fratello inferiore a lei, o si sentisse inutile se non agiva. Non poteva rivelare le sue intenzioni al nemico.
Strinse la presa, serrando le dita sulla Falce, balzò verso il bozzolo psichico e calò con forza la lama sulla sostanza luminescente. Procurò uno squarcio obliquo e l’aprì, vedendo Billy addormentato al suo interno.
Kerry si voltò verso Oscurità Maggiore. «Io e mio fratello siamo una squadra perfetta, possiamo solo migliorare. Per qualsiasi ragione volessi tenere Billy qui dentro, te l’ho impedito. Chi è quello inutile?»
«Non è finita.» Oscurità Maggiore si disperse tra le ombre e svanì.
Il bozzolo infranto si strappò in minuscoli fili luminescenti, scomparve e Billy cadde sul terreno.
Kenny le corse a fianco e si accovacciò per sostenere la testa del ragazzo. «Oscurità Maggiore era qui? Cosa ti ha detto? E tu come sapevi aprire questa roba?»
Kerry si inginocchiò a sua volta accanto al compagno slavato. «Non importa. Dobbiamo occuparci di lui.» Gli massaggiò un braccio coperto dalla manica del pigiama, dapprima rigido e poi percepì i muscoli rilassarsi. «Billy, è tutto a posto. Siamo Kerry e Kenny, sei con noi.»
Billy spalancò gli occhi e si sollevò a sedere. Li guardò pieno di terrore. «Oscurità Maggiore è qui. Siamo tutti in pericolo.»
Kenny gli strinse un spalla con dolcezza. «Stai calmo, adesso è finita.»
Billy scosse la testa. Era sul punto di piangere. «No. È appena cominciato.»
Kerry lo scrutò preoccupata. Oscurità Maggiore le aveva detto lo stesso e se Billy era tanto sconvolto, questa volta erano in guai seri.
 
 

                                                                      Continua…?