Sorge Oscurità Maggiore 20: Il Coraggio di Michelle Berg
Ansimando per la corsa, Michelle
spalancò la porta di casa e non appena varcò l’ingresso, inoltrandosi nella
penombra con il solo rumore delle suole delle scarpe sul pavimento, ebbe la
conferma di essere sola nell’abitazione.
Suo padre era ancora bloccato al lavoro,
per colpa di qualche riunione o cose simili e sua madre aveva il pomeriggio di
svago con le sue amiche: parrucchiere, giri per negozi, sala da tè e
pettegolezzi.
Chiuse con attenzione la porta dietro di
sé, i suoi calcoli erano giusti, ma per estrema sicurezza chiamò ad alta voce:
«Mamma! Papà! Sono tornata!»
Con soddisfazione la risposta fu un
silenzio assoluto.
“Meglio
così.”
Michelle corse sulle scale per il piano
superiore, si fiondò nella sua stanza e sbatté la porta, rintanandosi
all’interno. Slacciò il pesante piumino, lo sfilò e lo lanciò sulla sedia
accanto alla scrivania. Poi si abbandonò sul bordo inferiore del letto ed
estrasse il cellulare dalla tasca dei jeans.
Si era sentita un po’ in colpa a
scappare in fretta e furia da scuola, qualche minuto prima dalla fine dei lavori
con il club di teatro e senza avvisare nessuno dei suoi amici. Non che loro
avessero avuto questa gran voglia di stare insieme, o almeno così le era parso
dal mutismo degli ultimi giorni, però aveva una questione che la tormentava e
aveva aspettato fin troppo per togliersi quel peso. E doveva assolutamente
sfruttare quello stretto momento di libertà in casa per farlo come si deve.
Le parole di Hart Wyngarde le avevano
insinuato il dubbio sul suo rapporto con Dana e anche se era stata incerta su
come comportarsi, aveva deciso che la soluzione più rapida fosse parlarle
direttamente.
Compose il numero che le aveva fatto
avere e dopo il secondo squillo udì la voce sensuale della ragazza demone
risponderle: «Ciao carotina.»
«Vieni da me, devo parlarti subito» le
disse senza prendere fiato e chiuse la comunicazione.
Pochi secondi dopo, uno sbuffo di fumo
viola si diffuse nella stanza e Dana comparve al suo fianco.
«È successo qualcosa di grave?» domandò
seria.
Michelle rimase qualche istante con la
bocca aperta. Per lei era un fatto di una certa importanza, ma poteva definirlo
grave? Scosse la testa e decise di continuare in ogni caso con il discorso che
si era preparata.
Si alzò in piedi e disse: «Ho bisogno di
sapere perché stai insieme a me. E se sei arrabbiata perché vogliamo chiudere
la Bocca dell’Inferno. Voglio dire, a me piaci anche senza i poteri, ma
annullando l’influsso di Elliott tu potresti perderli e se questo ti fa paura
ed è un motivo per cui possa decidere di lasciarmi, voglio parlarne prima che
prendi questa decisione.»
Dana strabuzzò gli occhi. «Ma come ti è
venuta questa idea?»
«Rispondimi, per favore.»
«Prima ricomincia a respirare e
calmati.» Dana le prese il braccio e la costrinse a sedersi con lei sul piumone
che copriva il letto. «Adoro i miei poteri, non te l’ho mai nascosto. E so bene
che tu, mio fratello e la vostra Scooby
Gang avete deciso di portare avanti questa missione finché non riuscirete a
chiudere la Bocca dell’Inferno del sogno di Elliott. Va bene, non vi incolpo di
questo e di sciuro, se doveste riuscirci e dovessi affrontare qualunque
conseguenza, non mi arrabbierei mai con te. E puoi star certa che non sarebbe
un motivo per rompere la nostra relazione.»
Michelle avvertì un gigantesco peso
sciogliersi dal petto e dalle spalle. «Dici sul serio?»
L’altra ragazza annuì. «E ovvio. Ho
finito con innamorarmi di te perché sei una tipa tosta. A volte tiri fuori
stupidaggini come questa, ma sai tenere testa agli atri quando serve, sei
grintosa e lo trovo sexy. È quello che mi piace di più in te.»
«Anche se non fosse tutto merito mio?»
Michelle risentì nelle orecchie le frasi di Hart Wyngarde durante la seduta.
«Hai visto come faccio emergere la mia oscurità, magari è quello a rendermi
così… ad attrarti in me. E se sparisse anche l’oscurità, magari sarei diversa,
qualcuno che non potresti amare.»
Dana le posò il palmo della mano color
rosso rubino sulla fronte. «Non mi sembri calda, non hai la febbre, però parli come se stessi delirando. Stai
dicendo un mucchio di cazz… cavolate. Tu sei tu.»
Michelle le scostò la mano dalla faccia.
«Che cosa vuoi dire?»
«Quell’oscurità che ti fa fare cose
superumane, che ti dà i tuoi poteri è parte di te. A essere precisi è una parte di te. Anche se la Bocca
dell’Inferno svanisse, se perdessi la tua capacità da Poltergeist, quella parte
oscura rimarrebbe, così come quella più chiara, per così dire. E per toglierti
ogni altro dubbio: sei perfetta così. Non è il tuo lato oscuro a farmi
scegliere di essere la tua ragazza, ma tutti gli aspetti del tuo carattere,
comprese queste insicurezze, dolci e anche un po’fastidiose.»
Michelle le buttò le braccia al collo e
caddero semi distese sul letto. In preda alla gioia di sentirle ammettere
quello che pensava di lei, iniziò a baciarle le guance e poi passò alle labbra,
insinuando la lingua nella sua bocca.
Dana accolse quel gesto con piacere, poi
però la scostò e si ritrasse, tirandosi su e rimettendosi a sedere. «Ferma,
ferma. Non te la caverai così facilmente. Adesso è il tuo turno.»
«In che senso?» Michelle si rassettò il
maglione, sedendosi a sua volta sul letto e la osservò confusa. «Oscurità
Maggiore, cioè Hart Wyngarde è venuto da te?»
L’altra inarcò un sopracciglio.
«Assolutamente no. Ti ho detto chiaro e tondo perché sto con te, ora voglio sapere
per quale ragione tu vuoi stare con me. Forse è solo questo magnifico corpo da
demone ad attirarti?»
«No, anche se ammetto che in principio è
stato quello a farmi provare un certo… interesse.» Michelle sorrise a quel
pensiero. «Poi mi sono sentita compresa. Quando per colpa della Bocca
dell’Inferno ero diventata invisibile a tutti, parlare con te mi ha dato
sicurezza e ho cominciato a provare più di una semplice attrazione fisica.
Quando ci siamo ritrovate sole noi due, per la prima volta non mi sono sentita
un mostro, qualcuno di sbagliato. Tu mi ha fatta sentire desiderata.»
«Wow, caspita», Dana giocherellò con la
chiusura del piercing all’orecchio sinistro.
Osservandola, Michelle vide che era
imbarazzata. Qualcosa che non accadeva di frequente, forse non era mai successo
in sua presenza. «E in fondo credo che valga quello che hai detto tu per me.
Per quanto ti sforzi di passare per quella che insegue solo il suo interesse,
so che ti preoccupi anche per gli altri. Non tutti, solo persone selezionate,
ma va bene così. Anche tu non sei solo oscurità, ma hai sprazzi di luce e mi
sono innamorata per questo. Mi piaci perché sei così: non buona, non cattiva,
la ragazza umana nel corpo di un demone.»
Dana le si avvicinò e la baciò con
dolcezza, un lungo incontro di labbra pieno di tenerezza. Poi si spostò
indietro e le disse: «Hai visto? Un’altra prova che sei coraggiosa: ci vuole
fegato a rivelare apertamente i propri sentimenti.» E le sorrise.
Michelle respirò e facendo uscire l’aria
dai polmoni, avvertì un senso di libertà. D’un tratto tutto ciò che era
accaduto nello studio del Consulente Wyngarde, ogni parola subdola, ogni
sottile allusione e dubbio, le parvero insulsi, non c’era mai stata una vera
ragione per preoccuparsi.
«Ora però voglio sapere chi ti ha messo
in testa queste idee» fece Dana. «Prima hai menzionato Oscurità Maggiore,
scommetto che è stato lui.»
Michelle si morse il labbro inferiore.
Coinvolgere la sua ragazza nei piani di quell’essere la spaventava, ma ormai ci
era già arrivata da sola e nasconderlo non aveva senso. «Ti ho raccontato che
da qualche tempo fa il Consulente al liceo e si fa chiamare Hart Wyngarde, ho
avuto una seduta con lui, come da uno psicologo, solo che sembrava volesse
mettermi in difficoltà. Nella conversazione ha tirato in ballo la mia storia
con te, il mio essere predisposta all’oscurità… insomma quello che ci siamo
dette poco fa.»
«In pratica ti ha manipolato.» Dana
incrociò le braccia sul petto. «Che razza di bastardo!»
«Promettimi che non farai niente per
infastidirlo.» Michelle le strinse il braccio destro e la guardò supplicandola.
«È davvero pericoloso. Ed è capace i tutto.»
«Lo so, carotina, ma non posso fargliela
passare liscia.» Dana la attirò a sé, l’abbracciò lasciandole posare la testa
nell’incavo tra il suo collo e la spalla. «Non mi importa se è il male assoluto o solo la parte più crudele di
Elliott e Billy, si è intromesso tra di
noi e ora ne pagherà le conseguenze!»
Michelle si scostò per poterla guardare
bene in volto. «No, abbiamo risolto tutto. Ignoriamolo e basta.»
Dana scosse la testa. «Con i tipi come
lui non serve a niente. Ha bisogno di una bella lezione e io so come dargliela.
Al contrario dei tuoi amici, non ho problemi a giocare sporco. Rimpiangerà di
avermi fatto arrabbiare.»
Continua…?
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