Sorge Oscurità Maggiore 21: Darkness Just Want to Have Fun
Billy camminò con nonchalance oltre
l’ingresso dell’ospedale Saint Mary. A ogni passo, la Falce nascosta nello
zaino gli batteva sulla schiena, ma non si scompose, non doveva creare sospetti
proprio ora che la brutta avventura lì dentro sembrava scordata del tutto da
ogni membro del personale.
Aver abbandonato i suoi amici a scuola,
appena avuto il via libera dalla professoressa Noxon e senza spiegare nulla,
non lo faceva sentire a posto con la coscienza, ma allo stesso tempo sapeva di
dover affrontare quella prova da solo.
Procedette verso l’ascensore, oltre la
reception dove l’uomo di guardia lo osservò disinteressato e si convinse di
aver fatto la scelta giusta: se fosse arrivato pochi minuti più tardi, sarebbe
finito l’orario di visita e lo avrebbero intralciato. Schiacciò il pulsante di
chiamata, le porte automatiche si aprirono ed entrò con calma.
Premette il pulsante con il numero e il
pianterreno scomparve lento in una fessura. Mentre l’abitacolo saliva verso il
secondo piano, ripensò a quanto visto nella spirale di ricordi in cui li aveva
imprigionati Hart Wyngarde. La consapevolezza della scelta di Elliott lo aveva
lasciato svuotato, non sapeva come comportarsi e per quel motivo aveva deciso
di avere un confronto diretto, escludendo i suoi compagni che anche se non
avevano detto nulla in modo diretto, sapeva fossero rimasti sconvolti da quella
stessa scoperta. E sospettava non solo da quella.
Billy scosse la testa liberandosi di
quei pensieri, doveva rimanere concentrato. Le porte automatiche si
spalancarono di nuovo e uscì nel piano. Camminò lungo il corridoio, con le mani
nelle tasche della giacca, udendo qualche voce provenire dalle stanze lì
accanto. Si fermò dando la schiena alla porta chiusa della camera di Elliott;
posò la mano sul pomello e spostò lo sguardo da sinistra a destra. Non vedendo
nessuno, girò il polso, aprì la porta, entrò e chiuse subito l’uscio alle sue
spalle.
Le narici di Billy inalarono l’odore di
disinfettante, si tolse lo spallaccio destro e fece scivolare lo zaino davanti
a sé. Lasciò scorrere la zip della cerniera e infilò la mano destra all’interno
della tasca, afferrò la Falce e la estrasse. In passato era riuscito a
comunicare tramite immagini mentali con Elliott, scoprendo come avesse già
individuato i suoi quattro amici, ora doveva andare ancora più a fondo,
comprendere se davvero lo aveva lasciato senza possibilità di vittoria, oppure
se in quei tre ricordi c’era uno spiraglio con una chance di sconfiggere
Hart-Oscurità. E dovendo osare tanto, l’arma era necessaria per amplificare la
connessione psichica e superare ogni difesa.
Compì gli ultimi passi per raggiungere
il lato sinistro del letto e rimase fermo a fissarlo.
Illuminato dalla luce al neon, Elliott
Summerson restò immobile nel letto, chiuso nel suo sonno forzato. Era inutile
sperare in una reazione spontanea.
Con la mano destra, Billy rovesciò la
Falce a testa in giù e la depositò delicato sul petto dell’uomo addormentato,
in modo che la punta del paletto in legno fosse rivolta verso il volto e la
lama sopra la coperta. Poi aprì il palmo della sinistra e l’appoggiò sulla
fronte di Elliott.
Abbassò le palpebre e svuotò la mente da
ogni pensiero e sensazione. Vide solo buio. Non accadde nulla.
Riaprì gli occhi. «Possibile che tu
abbia ceduto all’oscurità e non hai nulla da condividere con me?»
«È una domanda retorica, o ti aspetti
davvero una risposta?»
Riconoscendo la voce, Billy alzò il capo.
Dalla parte opposta del letto in cui si
trovava lui, Hart Wyngarde – o Oscurità Maggiore – levitava a metà della
stanza, con le braccia incrociate sul petto coperto da un maglione nero e
scuotendo la testa. «È patetico, non renderti ridicolo.»
«Sei qui per impedirmi di comunicare con
Elliott» lo accusò Billy.
«Come se fosse qualcosa di possibile per
te.» Hart galleggiò verso il basso, fino a posare le scarpe scure sul pavimento
di linoleum. «Paparino ha staccato il canale, niente messaggi, immagini,
chiamate psichiche. Zero segnale, nessuna ricezione.»
«Il fatto che tu sia comparso qui indica
il contrario. Ho una possibilità.»
Hart sospirò spazientito. Sollevò il
braccio destro e lo scostò in un colpo secco come per scacciare una mosca.
La Falce si sollevò dal petto e andò a sbattere
contro il muro, appena sotto la finestra, piombando poi a terra.
«Continua a illuderti, se ti fa stare
meglio» gli disse.
Billy allontanò la mano dalla fronte di
Elliott. «Quindi stai facendo l’ennesima sceneggiata? Come qualche giorno fa?
Hai bloccato me e i miei amici in un vortice continuo di ricordi solo per farmi
scoprire qualcosa che mi facesse sentire inutile.»
«Ti ho aiutato, come avevo promesso, non
è colpa mia se sei uguale a tutte le persone e non sai accettare la verità.»
«Non ti credo. Sei venuto fino a qui e
mi hai allontanato dalla Falce, tutti segni che mi stavo muovendo in modo
giusto: se comunico con Elliott posso avere la sua versione.»
Hart rise mesto. «Sei davvero cocciuto.
Quella che ti ho mostrato è l’unica
versione. Io, tu e lui siamo parti di un intero. Ma ammettiamo tu riesca nella
tua impresa, cosa pensi di riuscire a fare dopo? Svegliarlo?» Rise di nuovo.
«Certo!» rispose deciso. «Ed è quello
che più ti spaventa.»
«Non vuoi renderti conto della realtà
della situazione. Elliott si è chiuso nel sonno, lo ha voluto, hai assistito al
suo cedimento, al preciso momento della sua rinuncia a lottare, a vivere.
Niente che tu possa fare, cambierà questi fatti.»
Era ciò che temeva, ma Billy si morse il
labbro inferiore piuttosto che ammetterlo. Comunque, una parte di lui
continuava a essere convinta che connettersi con Elliott potesse fare la
differenza.
Hart puntò gli occhi nei suoi. «Vedo che
non vuoi arrenderti e così ti rovini la vita e la rovini ai tuoi amici.»
«Parliamo di loro, cosa hai fatto in
quella seduta? Sono diversi.»
«Rifai sempre la stessa domanda, ma non
vuoi ascoltare la risposta. Ho fatto ciò che ti ho annunciato fin dal nostro
primo incontro: rendo onore a ciò che sono, la parte oscura di Elliott e tiro
fuori l’oscurità dalle persone, perché possano viverla e farci i conti. E
chissà, magari diffonderla.»
«E tu mi dai sempre informazioni vaghe»
replicò Billy. Provava a studiare una strategia
per uscire dalla stanza e riprendersi la Falce, tutto senza scatenare effetti
disastrosi, ma era difficile combattere contro una parte di te e solo in quel
momento lo capì realmente. «Spiegami, senza trucchi, in che modo li hai messi
in difficoltà.»
Hart avanzò, girando intorno al fondo
del letto e raggiungendolo. «Non ho mai detto di aver creato difficoltà.
Dipenderà da loro, da come rea…» si interruppe. Girò di tre quarti il viso e
guardò fuori dalla finestra. Le labbra gli si allargarono in un sorriso
compiaciuto. «Interessante, qualcuno mi ha appena lanciato una sfida, ci sarà
da divertirsi.»
Billy avvertì il panico salirgli in gola come
un boccone troppo grande da ingoiare. «Chi? Cosa vuoi fare?»
Hart si voltò verso di lui, guardandolo
come se avesse scordato per un istante che fosse lì. «Buffo tu non abbia
percepito nulla di questa oscurità. Comunque non ti riguarda. Devi stare fuori
da questa storia.»
«No, mi hai sempre detto che il mio
ruolo è combattere tutte le assurdità della Bocca dell’Inferno, te compreso.»
Billy gli afferrò le spalle, serrando le dita sulla lana e attirandolo a sé.
«Non puoi tagliarmi fuori.»
«Questa occasione è troppo ghiotta, devo
sfruttarla al meglio e non ti voglio tra i piedi a rovinarla.» Hart gli scrollò
le mani dalle spalle e gli mise le sue sopra gli avambracci, stringendolo. «A
pensarci bene, può essere una buona occasione anche per te.»
«Per cosa?»
«Per divertirsi, in fondo, è solo questo
ciò che voglio.» Hart sorrise mettendo in evidenza i denti. «Non ti sei mai
preso la briga di rispettare quello che ti ha scritto Elliott nella lettera e
sì, non sorprenderti, so anche di quella. Sempre rigido e preoccupato di fare
la cosa giusta, difendere i poveri innocenti prima dei tuoi bisogni. È il
momento che ti rilassi un po’, ti sciolga e ti lasci andare.»
Qualunque cosa avesse in mente, Billy
sapeva di doversi staccare da lui. Si divincolò, ma l’altro mantenne la presa.
Dai suoi palmi si diffuse un calore tanto intenso, che riuscì ad avvertirlo
sulla pelle attraverso i due strati di tessuto della giacca e della felpa.
«Devi vivere la vita che Elliott non ha
vissuto. Fare le esperienze che lui ha avuto paura di fare» continuò Hart. «Dai
libero sfogo ai tuoi impulsi, segui gli ormoni come un adolescente qualunque,
prova il piacere di vivere i tuoi istinti appieno.»
Billy ebbe la sensazione che il corpo
stesse bruciando, dalla punta delle dita dei piedi, fino alle orecchie.
L’ondata di calore lo investì provocandogli dapprima un senso di fastidio e
dolore, come sotto l’effetto di una febbre improvvisa e dopo uno strano stato
di piacevole leggerezza, quasi ebbrezza.
Hart staccò le mani dalle maniche della
sua giacca. «Bravo, così, non opporti.»
«Coscia
mi hai… fattcio…» biascicò Billy, barcollando e con la vista offuscata.
Hart rise un’ultima volta con gusto. Si sollevò
dal pavimento, levitando fin quasi al soffitto.
«Goditela!» gli urlò.
Una foschia nera avvolse la sua sagoma e
svanì dalla stanza.
Billy sbatté le palpebre e si mosse
incerto, cercando di stringere con le dieci dita la pediera del letto e
sentendone al tatto il fresco del metallo plastificato. Spostò poi una mano e si
slacciò la lampo della giacca, il caldo era opprimente. Strinse gli occhi e
mise a fuoco la Falce abbandonata sul pavimento, a poco distanza.
Camminò con le gambe molli, sentendosi
leggero e pesante allo stesso tempo. Si chinò piano per raccoglierla, con lo
zaino che gli penzolava da un lato ed ebbe un capogiro.
Con la mano destra, Billy afferrò la
parte metallica rossa dell’arma, mentre con la sinistra si tastò le guance.
Erano bollenti, percepì tutto il volto avvampare. Doveva andarsene
dall’ospedale al più presto.
Sapeva che qualunque tiro gli avesse
giocato Hart Wyngarde, le conseguenze devastanti si sarebbero manifestate a breve.
Continua…?
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