Sorge
Oscurità Maggiore 9: La Furia di Aiden Cheung
Donovan corse lungo il corridoio del
pianterreno. Il professore di chimica si era dilungato oltre il suono della
campanella e i suoi amici lo aspettavano in sala mensa. Era affamato e immaginò
che l’argomento principale di conversazione durante il pranzo avrebbe
riguardato il tour condiviso nella mente di Elliott e come sfruttare quei
ricordi dolorosi per colpire e affondare Oscurità Maggiore.
Non lo aveva confidato a nessuno dei
compagni, ma aveva provato compassione per Elliott: anche lui sarebbe riamato
sconvolto dalla morte di qualcuno a cui
teneva, per quanto non lo avrebbe mai dato a vedere apertamente. Anche Billy
gli era parso turbato da quelle rivelazioni e si chiese se era in grado di
rimanere lucido, o se approfondire quegli eventi lo rendevano ancora più
succube alle manipolazioni del loro nuovo nemico.
Una mano dalla presa decisa gli serrò il
braccio, facendolo frenare e quasi cadere sul pavimento.
Donovan si girò indietro per guardare in
faccia lo scocciatore. «Aiden? Cosa vuoi?»
«Dobbiamo parlare del giorno del test.»
Il ragazzo asiatico lo fissò torvo. «Dimmi cosa è successo.»
«A parte il tuo dare di matto per
qualche vespa?» lo schernì. Non intendeva svelare la presenza di Oscurità
Maggiore, a meno che non ne fosse stato costretto, avrebbe scatenato reazioni
pericolose e non voleva mettere nei casini Billy. «Direi il solito. Sai della
nostra Bocca dell’Inferno da abbastanza. Qualcuno avrà avuto paura, o sarà
andato nel panico e quello è il risultato.»
«Non prendermi per stupido.» Aiden gli afferrò
anche l’altro braccio e lo costrinse a girarsi completamente verso di lui. «Tu
e il tuo gruppo di sostegno del
soprannaturale ne sapete di più. Ti ho sentito incolpare Jordan. Perché?»
Donovan si diede del cretino. Nel caos
generale gli era scappato il coinvolgimento di Jordan Guiterrez nella
precedente versione di “Paura e delirio a
scuola”, ma non pensava che in preda al terrore l’altro lo avesse sentito.
«Non so di cosa parli e ora vorrei
andare a mangiare.»
Aiden lo sbatté con forza contro la fila
di armadietti, facendo vibrare il metallo. Le sue iridi divennero gialle e
dall’arcata superiore dei denti sbucarono una coppia di zanne. «Vuoi farmi
arrabbiare?»
Donovan ignorò il dolore al centro della
schiena e alle braccia, bloccate dalle mani dell’altro, strette come tenaglie.
Doveva mostrarsi impassibile. «Non ho nulla da dirti e fare il Grande Lupo
Cattivo non cambierà le cose.»
«Bugiardo!» La voce di Aiden Cheung
ormai era più simile a un ringhio. «Come fa Jordan a entrati nella testa e vedere
cosa ti infastidisce? Questo è quello che mi ha fatto.»
«Sei fuori strada, non è capace di
niente del genere.»
«Le vespe, la pioggia in corridoio,
Dylan risucchiato dalle pareti. Non me lo sono immaginato e nemmeno tutti gli
altri. Loro non ne parlano, preferiscono fare finta di nulla, io voglio sapere
cosa c’entra Guiterrez.»
Aiden strinse con ancora maggiore forza
la carne del suo avambraccio, poteva quasi avvertire il contatto con la pelle
attraverso la felpa.
Donovan emise un lamento di dolore.
«Posso romperti un braccio senza fatica
e continuare con gli altri arti» lo minacciò. «Oppure mi rispondi e puoi andare
a strafogarti in mensa.»
Donovan si morse il labbro inferiore,
non intendeva dargliela vinta, ma le sue parole non erano a vuoto e fu
costretto a cedere. «Va bene! Jordan ha fatto qualcosa di simile. Però era
sotto l’influsso della Bocca dell’Inferno.»
«Quando?»
«L’anno scorso. Era furioso perché era
stato rimandato ingiustamente in alcune materie, avrebbe dovuto rifare il
quarto anno e così ha trasformato l’intero edificio in una prigione infernale.
Ci ha bloccati dentro a vivere paure, incubi e roba così. Però forse tu non eri
nemmeno qui, magari eri già uscito al termine delle lezioni.»
Aiden allentò le dita sulle sue braccia.
«Ero in palestra per gli allenamenti di basket, mi ricordo che è diventata un
campo di battaglia. Sembrava di essere in un vecchio film sulla seconda guerra
mondiale.»
«Bé qualcuno avrà avuto un compito di
storia da preparare ed era stressato.» Donovan riuscì a staccarsi dalle porte
degli armadietti. «Comunque, il giorno del test Jordan non era neanche
presente, quindi non c’entra niente con quello che è accaduto.»
«No. Era nel cortile sul retro della
scuola. Aveva accompagnato Chas, me lo ha raccontato lei.» Aiden ritirò le mani
da lui e arretrò di qualche passo, lasciandolo libero. «Quel bastardo ha sfruttato
ancora il legame del branco.»
«Quel legame non esiste più» replicò
Donovan, massaggiandosi gli avambracci doloranti. «Lo hai rotto quando ci hai
raccontato il tuo segreto, te lo ricordi?»
«Jordan non lo ha fatto. In qualche modo
riesce ad entrarmi nella testa e non mi piace.» Aiden dilatò le narici e annusò
l’aria. Ciuffi di pelo crebbero ai lati delle basette e le orecchie si
allungarono, diventando a punta. Gli artigli sostituirono le unghie delle mani
e si piegò a quattro zampe. «Gliela farò pagare!»
«No, sei fuori strada ti ho spiegato che
è inn…»
Aiden partì in corsa e Donovan fece
appena in tempo a vederlo dirigersi nella direzione opposta alla mensa.
Per una manciata di secondi restò
immobile. Non sapeva quale fosse la scelta giusta da fare: avvisare i suoi
compagni? Cercare Billy? Occuparsi di quel casino da solo?
«Al diavolo!» imprecò.
Si mise a correre dietro al licantropo
impazzito. Privo di qualunque potere, sapeva di non essere in grado di
fermarlo, ma era in parte responsabile del problema ed era compito suo
risolverlo.
Avvertì i polmoni bruciargli nel petto,
ma riuscì a stare dietro ad Aiden. Lo inseguì mentre svoltava a sinistra e
spalancava la porta di sicurezza sul campo sportivo, buttandosi all’esterno.
Intuì che doveva aver fiutato Jordan e ora ci sarebbe stata una lotta tra lupo
mannaro e mastino infernale.
Uscì all’esterno e mentre Aiden
galoppava sull’erba, Donovan fu costretto a fermarsi per riprendere fiato.
«Cosa sta succedendo?» Billy era alle
sue spalle, ansava, doveva aver corso anche lui e gli andò accanto. «Il mio
senso soprannaturale è esploso all’improvviso.»
«Aiden… pensa che il delirio al test…
sia colpa di Jordan» spiegò, facendo delle pause per inalare aria. «Mi ha
sentito menzionare il caos della prigione infernale e ho dovuto raccontare
tutto.»
«Ho capito. Andiamo e fermiamolo prima
che la situazione peggiori.»
Donovan riprese a correre insieme a
Billy e in breve raggiunsero le gradinate dove erano seduti Jordan e Chas.
Aiden ululò furioso, attirando la loro
attenzione.
Jordan si alzò in piedi. «Cosa ci fai
qui?»
«So tutto e ti darò una lezione» rispose
Aiden.
Chas guardò i due ragazzi e poi notò lui
e Billy. «Che diavolo state facendo? Jordan mi ha chiesto di venire qui per
parlarmi, ma voi tre cosa c’entrate? Mi state facendo uno stupido scherzo?»
Aiden si avventò su Jordan, lo afferrò e
lo trascinò via dalle gradinate, facendolo rotolare sul terreno. «Mi fai
schifo. L’anno scorso hai creato una prigione con le nostre paure e incubi!»
Jordan si raddrizzò e si rialzò. «Come
lo sai?»
«Colpa mia» urlò Donovan. «Ma si tratta
di un equivoco. Calmiamoci e parliamone senza scatenare bestie soprannaturali.»
Aiden lo ignorò. «Lo hai rifatto pochi
giorni fa e hai usato il legame del branco per entrarmi in testa.»
«Non ho fatto niente e non c’è nessun
legame» disse Jordan. «Quella storia era il mio segreto con cui Kate mi ha
fatto stringere il patto. Mi vergognavo di dirvelo, ma ormai non conta più: lei
è sparita e io ho giurato di non rifare mai niente di simile. Al contrario di
te, ho imparato a non farmi condizionare dalla rabbia e dalla frustrazione.»
Billy avanzò di qualche passo. «È la
verità. Non siete legati in alcun modo e comunque non è lui il responsabile del
disastro il giorno del test.»
Donovan si avvicinò all’amico. Temeva
che per risolvere tutto, si esponesse, rivelando il suo coinvolgimento. «Visto?
È come ti ho già detto. Rinfodera zanne e artigli.»
«Bugiardi!» gridò Aiden. «Volete
fregarmi! Ma non ci casco! Quel mostro ha messo in pericolo tutti una volta e
non è cambiato.»
Chas scese dalle gradinate. «Prova ad
ascoltarli.» Gli andò accanto e gli prese con dolcezza il braccio. «Se ti
calmi, capiremo chi è stato.» Con le labbra chiuse, iniziò a canticchiare,
intonando una melodia rilassante.
«Stanne fuori.» Aiden la spinse lontano
con foga.
Chas inciampò e cadde sul bordo di
cemento, escoriandosi il braccio destro.
Donovan imprecò mentalmente. Le andò
vicino e si accovacciò, porgendole le braccia. «Mi dispiace. Non pensavo fosse
così violento.» Lei si appoggiò e lasciò che la aiutasse a rimettersi in piedi.
Chas aveva gli occhi lucidi e fissava
ferita il suo assalitore. Per la prima volta da quando si erano incontrati,
Donovan provò compassione per lei.
Uno sfrigolare di fiamme li fece voltare
tutti verso Jordan: il fuoco divampava dal suo petto e il maglione era già
consumato, rivelando la pelle olivastra.
«Bastardo! Lascia in pace Chas!» Jordan
urlò rivelando le zanne tra i denti e puntando le iridi giallo-arancio cariche
di odio contro il licantropo.
«È colpa sua. Mi sta sempre intorno,
deve smetterla di seguirmi, o posso farle di peggio» replicò Aiden.
Jordan si lanciò addosso all’altro
ragazzo e i loro corpi si intrecciarono in una lotta ferale.
Sorreggendo Chas, Donovan osservò la
scena senza distinguere chi stesse avendo la meglio. Le fiamme di Jordan
ferivano Aiden, ma le capacità di guarigione da lupo mannaro lo rigeneravano in
breve e a sua volta scagliava graffi e pugni.
«Bisogna fermarli» disse Chas.
«Non so come» ammise Donovan. Si sentì
totalmente inutile. Un semplice ragazzo umano contro esseri soprannaturali.
«Non meriti tutte le attenzioni che ti
dà» ruggì Jordan. «Non meriti nulla!»
«Hai una cotta per lei» replicò Aiden.
«Per questo mi hai manipolato nel test. Peggio per te.»
Donovan guardò i due e poi l’amico.
Billy ricambiò lo sguardo e poi corse
incontro ai lottatori. Era a un paio di passi da loro, pronto a dividerli, quando un’aura nera lo immobilizzò
e poi lo trascinò indietro.
«Oh no» mormorò Donovan. Capì chi era il
responsabile. «Non ci voleva anche lui.»
Nuvole scure riempirono il cielo e la
stessa aura nera separò a forza Jordan e Aiden.
«Bene, bene, bene.» La voce proveniva
dall’alto. Da un buco tra le nuvole, Oscurità Maggiore galleggiò fino al prato
inserendosi tra di loro. «Situazione interessante.»
Donovan vide gli altri tre compagni
osservarlo sbigottiti.
«Chi cazzo sei tu?» gridò Aiden.
«È uguale … a Billy» sussurrò Chas.
Billy fu di nuovo libero di muoversi e
disse: «Stanne fuori, questa faccenda non ti riguarda.»
«Al contrario» rispose Oscurità
Maggiore. «Qui c’è del gran potenziale.» Girò gli occhi verso Aiden.
A Donovan morì il respiro in gola. Non
gli serviva avere un quoziente intellettivo elevato, o poteri stupefacenti.
Capiva da solo che la situazione era passata da pericolosa a mortale.
Continua…?