Sorge Oscurità Maggiore 5: Forgiato da Rabbia, Dolore e Rancore
Billy rimase a fissarlo impietrito. Il
giovane uomo tutto coperto di nero, come se indossasse una tuta, lo guardava
restando immobile a mezz’aria.
«Chi è questo tizio?» Donovan gli scosse
una spalla. «E di che diavolo sta parlando?»
«È identico a Billy e a Elliott
Summerson» sottolineò Michelle. «Anche lui è un qualche clone…»
Oscurità Maggiore scese fino a terra e
posò i piedi sul cemento. «Esatto, rossa. Sono una parte del favoloso trio.
Avanti, fratellino, non dici nulla?»
Billy si riprese. «Mi ha trascinato
fuori dal letto la notte scorsa. Non so come, ma mi ha provocato un attacco di
sonnambulismo, mi ha portato nel cimitero e rinchiuso in un bozzolo psichico.»
Zec gli afferrò il braccio. «Cosa
aspettavi a raccontarcelo? Dopo la storia della lettera, ci eravamo ripromessi
di non tenere niente segreto.»
«Volevo farvi superare il test senza
altre preoccupazioni.»
«Che nobile, tipico del mio fratellino»
lo schernì Oscurità Maggiore.
Betty raddrizzò gli occhiali sul viso.
«Perché continui a chiamarlo così?»
«Perché anche lui è parte della mente di
Elliott.» Kerry la raggiunse insieme al fratello.
Oscurità Maggiore le lanciò un’occhiata
infastidito. «Oh, ci sono anche i “Wonder Twins”… siamo proprio al completo.
Potete restare, ma se interferite, ne pagherete le conseguenze.»
Billy fece un passo avanti. «Perché sei
qui? E non…» si fermò a ripensare al racconto di Betty sul suo comportamento di
pochi istanti prima. «Sei stato tu! Mi hai manipolato di nuovo e hai scatenato
quella specie di incubo infernale.»
Oscurità Maggiore scrollò le spalle.
«Sono stufo di aspettare, tu non volevi presentarmi ai tuoi amici così, come
dire, ti ho forzato la mano.»
«Noi ti consociamo già.» Zec andò vicino
a Billy. «Ricordi il nostro primo appuntamento? Il mausoleo comparso al
cimitero… e quegli strani Esseri Ombra… dicevano di servire Oscurità Maggiore.»
Oscurità Maggiore batté le mani
compiaciuto. «Un punto al sexy fidanzatino. Ero proprio io, ero a pezzi,
letteralmente. Stavo cercando di assumere una forma più corporea.»
«Aspetta, qualcosa non torna.» Donovan
si grattò la testa. «Elliott ha… ecco… creato Billy già così.»
Kenny ringhiò e strinse i pugni. «Non
credo lui sia stato portato all’esterno volutamente.»
«Bravo cagnolino, ma vedi di restare a
cuccia» lo ammonì Oscurità Maggiore. «Paparino non voleva liberarmi. Ho
faticato per scappare dal luogo profondo in cui mi aveva rinchiuso. Sono stato
molto paziente.»
Gocce di sudore percorsero la schiena di
Billy e tremò. «Se ti teneva a bada, c’è un motivo. Cosa non mi hai detto al
nostro primo incontro?»
L’espressione sul volto di Oscurità
Maggiore mutò. La strafottenza e lo
scherno, lasciarono il posto alla furia. «Possibile che non ci arrivi? Sono
tutto ciò di cui Elliott si vergognava. Sono i sentimenti più oscuri, quelli
generati dalla rabbia, dal dolore e dal rancore che ha provato per tutta la
vita. Sono quelle le emozioni che mi hanno partorito.»
«Ma… ma… se esiti da così tanto…
p-perché…» balbettò Michelle. «Perché hai a-aspettato fino a… a-adesso per
c-comparire?»
«Che dolce, sei spaventata.» Oscurità
Maggiore sorrise di sbieco. «Come ho detto, a me non è stata consentita la
libera uscita, ho dovuto lottare per ottenerla. Però c’è stato un momento, un
periodo in cui Elliott era distratto e Billy ha lasciato aperta una falla, uno
spiraglio in cui organizzarmi.»
Billy ripercorse gli ultimi mesi con la
memoria. Non ricordava di aver mai abbassato la guardia, o creato possibilità a
qualcosa di così pericoloso di insinuarsi nella sua vita. Poi capì. «L’istituto
Reicdleyen. Quando ho scelto lo stato catatonico, annullandomi, in qualche modo
ti ho aiutato.»
L’uomo in scuro annuì. «Proprio così. Ti
sei abbandonato a quella piccola scaglia di oscurità che hai in te e che la
cara signorina Kerry Wood aveva percepito. Dopo aver osservato a lungo in
silenzio, mi hai dato la scintilla per attizzare il mio fuoco, nel tuo vuoto ho
avuto la forza per costruirmi una mia forma, forgiando insieme tutto ciò che mi
ha originato.»
Betty sgranò gli occhi. «Sei stato qui
intorno tutto questo tempo. Anche Kate disse di avere in sé Oscurità Maggiore.
Ma se volevi un tuo… corpo… perché possederla?»
Oscurità Maggiore agitò l’indice destro
per reguardirla. «Sei una sfrontata Elizabeth Swanson, ma ti risponderò
comunque. Prima di trovare il mio vero Io, volevo provare qualche abito
diverso, giusto per capire se sarei stato comodo, a mio agio, potente. Poi ho
compreso che l’oscurità altrui può essere manipolata e sfruttata, ma dovevo
cercare un’identità solo mia. A ogni modo è stato utile osservare il suo gioco,
mi ha fornito tante informazioni su chi ho davanti.»
Donovan strinse i denti. «Quindi è
questo che vuoi fare con noi, giocare come ha fatto Kate.»
«Niente affatto.» Oscurità Maggiore
incrociò le braccia sul petto. «Mettiamolo subito in chiaro: non sono qui per
sfide e scaramucce, ordire piani di conquista del mondo, o distruggere l’universo.
Voglio solo lasciare tutto così come è.»
Billy rimase rapito a osservarlo. Ogni
sua mossa, il suono della voce, come la modulava in base all’interlocutore con
cui interagiva, gli era familiare. Era come vedere un’altra versione di sé su
uno schermo. Però non era un’imitazione, era peggio. L’essere, o persona, che
aveva davanti si comportava come avrebbe fatto Elliott, se non si fosse
continuamente frenato e preoccupato delle conseguenze. Lo sapeva con certezza:
il suo legame con Elliott si stava rinsaldando.
«Non mente» disse poi ai compagni
intorno e dietro di lui. «Vuole che il sogno continui. Il sognatore deve
restare addormentato e questa realtà diventare quella ufficiale. Me lo ha detto
anche la scorsa notte.»
Oscurità Maggiore applaudì. «Aggiungo
solo che voglio la mia parte di svago. Darò il mio tocco oscuro a questa Bocca
dell’Inferno e potete provare a interferire, lo accetto come compromesso, ma non
azzardatevi a tentare di sbarazzarvi di me. Non siete in grado di riuscirci e
mi farete solo innervosire.»
Billy era furioso. Odiava quella parte
che era anche un pezzo di lui. Odiava il modo in cui riusciva a muoverlo per i
suoi fini come se fosse un burattino. E soprattutto odiava la sua sicurezza nel
sentirsi invincibile e superiore.
L’immagine della Falce balenò davanti ai
suoi occhi e desiderò stringerla tra le mani.
Un lampo rosso e grigio schizzò dalla
vetrata del primo piano della scuola e si materializzò sui suoi palmi.
La Falce aveva risposto alla sua
chiamata.
Billy l’afferrò fino a far sbiancare le
nocche. «Le tue richieste non sono accettabili.» Corse in avanti, fletté le
braccia e la sollevò sopra i capelli, poi calò la lama e l’affondò nel centro
del petto di Oscurità Maggiore.
«Cosa dici adesso?» Billy sollevò il
capo e rimase allibito.
Oscurità Maggiore sorrideva e scuoteva
la testa. «Oh, fratellino, pensi che questo bel giocattolino risolva sempre
ogni tuo problema.» Con la sola mano destra prese la parte superiore dell’arma
e la estrasse dal suo corpo. Quindi lo spinse indietro.
Billy arretrò e incespicò sui suoi
piedi, cadendo seduto sul cemento. L’uomo che lo guardava dall’alto non aveva
il minimo taglio, graffio o segno di essere stato colpito da un’arma. «Non è
possibile.»
«Eccome se lo è. Questa grande e mistica
Falce è una creazione delle vostre menti unite, ma io sono come te. Sono
Elliott. Ci arrivi?»
Billy scosse la testa.
Oscurità Maggiore sospirò. «Per
eliminare me, devi eliminare paparino.» Allargò le braccia e si sollevò dal
cemento galleggiando verso il cielo. «Finché Elliott Summerson vivrà, lo farò
anche io.»
La Falce gli scivolò dalle dita e cadde
con un fragore metallico al suo fianco. Billy osservò Oscurità Maggiore venire
avvolto dalle ombre e svanire. Sapeva che non era una spacconata. Questa volta
avevano davvero un nemico contro cui non avrebbero mai vinto.