Sorge Oscurità Maggiore 6: Il Problema dei Tre Elliott
Varcarono la soglia dell’appartamento di
Michelle e Billy sbuffò per la quinta volta da quando avevano lasciato
l’edifico scolastico. «Vi ho già chiesto scusa, quante altre volte dovrò
farlo?»
Donovan abbandonò lo zaino vicino
all’appendiabiti all’ingresso e si buttò sul divano con le braccia incrociate.
«Non ci hai detto che nel vostro incontro Oscurità Maggiore assumeva l’aspetto
di ragazzi morti dopo essere stati trasformati in mostri. Non ti ha fatto
venire in mente Il Primo nella stagione finale di Buffy?»
«Sì, ma non esagerare: Oscurità Maggiore
non è il male primordiale» gli rispose sedendosi sulla poltrona. «E comunque ha
preso le sembianze anche di Aiden Cheung. E di Dana.»
«Prima non lo avevi detto.» Michelle lasciò
cadere la borsa sul pavimento e tirò fuori il cellulare dalla tasca dei
pantaloni. «Magari l’ha presa di mira. La faccio venire qui subito. È coinvolta
anche lei.»
Kenny chiuse la porta della casa alle
sue spalle.«Non siamo già in troppi?»
Michelle compose il numero a memoria.
«In sette o in otto non fa differenza, i miei genitori sono fuori tutto il
pomeriggio e poi lei è la mia ragazza.» Si mise il telefono all’orecchio e andò
in cucina.
Kerry si accomodò sulla seconda poltrona
al lato sinistro del divano «Sta insieme a una demone?»
«Tecnicamente lo è diventata per via
della Bocca dell’Inferno» spiegò Zec. Appoggiò lo zaino a terra e si sistemò
sul bracciolo della poltrona su cui si era seduto Billy. «Ed è anche mia
sorella.»
«Possiamo concentrarci sulla questione
più urgente?» Betty appese la giacca a un braccio dell’appendiabiti e fece
scivolare sopra anche la tracolla della borsa. «Oscurità Maggiore ha voluto
metterci al corrente della sua esistenza e dobbiamo sapere tutto il possibile.
Billy, abbiamo capito che lo hai fatto per aiutarci a superare il test di
ammissione al college, ma ora devi dirci ogni particolare.»
«Anche perché il test è stato comunque
annullato» precisò Donovan.
Billy sospirò. «Non c’è molto altro da
raccontare. Era tutto un sogno…» aveva in mente un paio di affermazioni dette
da Oscurità Maggiore, però era indeciso se sganciare quelle bombe.
Michelle tornò nel salone, stringendo
due bottigliette d’acqua e tre lattine di Pepsi sotto le braccia. Posò le
lattine e una bottiglietta sul tavolino davanti al divano, si sedette accanto a
Donovan e aprì l’altra dell’acqua, bevendo avidamente un paio di sorsate.
«Questa tensione mi ha messo una sete pazzesca. Ho portato qualcosa anche per
voi. Oh, Dana arriverà tra poco.»
Betty si avvicinò allo schienale del
divano. «Billy, cosa non ci stai dicendo?»
Il modo in cui lo scrutava, fece sentire
Billy colpevole. In passato tenere informazioni per sé non aveva portato a nulla
di buono. Poi sentì il tocco gentile del palmo di Zec sulla spalla.
«Non siamo arrabbiati, ma questo tizio…
questa entità, sembra un pericolo da non sottovalutare» gli disse il fidanzato.
«Si tratta di voi» ammise infine Billy.
Omettere quella parte poteva anche essere quello che il nemico si aspettava da
lui. «Oscurità Maggiore mi ha minacciato: se avessi tentato di chiudere la
Bocca dell’Inferno, si sarebbe vendicato su di voi.»
Donovan afferrò una lattina di Pepsi.
«In che modo, di preciso?»
«Qualche cosa nello stile di oggi a
scuola» ipotizzò. «Non credo gli manchi l’inventiva per farvi del male.»
«Ammesso di essere compresi tra i tuoi
amici…» s’intromise Kerry, indicando anche il gemello. «…siamo praticamente
tutti in grado di difenderci da soli.»
Betty scosse la testa. «Non in questo
caso. In classe, Oscurità Maggiore ha rivolto i poteri di Dylan e Chas contro
di loro e ha scovato il terrore più grande di Aiden. Tutto senza neanche essere
presente.»
Billy strinse i pugni. Non ricordava
nulla di quegli eventi, era stato “escluso” da Oscurità Maggiore e odiava non
avere il controllo di sé. «Ecco perché ero intenzionato a dirvelo dopo il test.
Speravo aveste l’opportunità di poter tentare di allontanarvi da Dorms e da
situazioni mortali soprannaturali.»
Kenny prese la seconda lattina e l’aprì
con uno schiocco. Bevve una sorsata della bibita e disse: «Ma come ti abbiamo
detto questa mattina, non puoi affrontare il problema come fai di solito.
Questa entità controlla anche te e non puoi proteggere gli altri, se sei tu ad
essere sotto attacco senza neanche saperlo.»
«E questo ci porta all’altra questione
grave.» Betty appoggiò le mani sul bordo del divano. «Oscurità Maggiore è una
parte di Elliott tanto quanto Billy.»
Uno sbuffo di fumo violaceo inondò la
porzione di salone davanti al televisore, proprio di fronte a loro. Dana comparve
e andò a sedersi vicino a Michelle, schioccandole un bacio sulle labbra.
«Non potevi suonare il campanello?» fece
Zec, arricciando il naso.
«Così è più veloce» rispose la sorella.
«E poi stavo ascoltando la conversazione per rimanere al corrente. Eri arrivata
alla parte essenziale: il problema dei tre Elliott.»
«Già…» Betty si schiarì al voce. «E il
fatto che si sia liberato da solo, dimostra che ha un controllo superiore del suo creatore sull’alterazione della
realtà.»
«A pensarci bene, anche più di Sasha»
aggiunse Michelle. «A lei serviva la Falce e abbiamo visto che a lui non ha
fatto nulla.»
Dana si voltò di scatto verso di lui.
«La vostra arma suprema è inutile?»
Billy si strinse nelle spalle
mortificato. «L’ho quasi tagliato a metà e non aveva nemmeno un graffio. »
Donovan trangugiò rumorosamente la
bevanda gassata e poi si pulì le labbra con il dorso della mano sinistra. «A
proposito, siamo sicuri non possa manipolare anche la Falce? Sfruttarla a suo
vantaggio, farla sparire, cose di questo tipo.»
Billy ricordò le sensazioni del suo
corpo una volta stato a contatto con l’arma e con il nemico. Non aveva
percepito nulla di particolare. «Non credo gli interessi, non la reputa
qualcosa da temere e nemmeno un vantaggio da sfruttare. Ha avuto già due occasioni
per rubarla e non ci ha provato.»
«E quindi? Cosa facciamo?» Betty trasse
un lungo sospiro. «Odio ammetterlo, ma non ho più idee.»
Kerry si sporse in avanti. «L’unica
mossa possibile, sembrerebbe uccidere Elliott Summerson e sappiamo che non lo faremo
mai. Oltretutto, sono sicura che in ogni caso un atto del genere andrebbe a
favore di Oscurità Maggiore.»
Billy la guardò confuso. «Cosa intendi?»
«La notte che ti abbiamo trovato
sonnambulo al cimitero, prima che ti liberassi, Oscurità Maggiore ha cercato di
mettermi contro mio fratello. È come se volesse farmi agire in modo da essere…
corrotta.»
Billy e il resto del gruppo rimasero in
silenzio, abbassando lo sguardo. Sapeva che per tutti quelle rivelazioni
aumentavano il timore di trovarsi in trappola contro qualcuno che aveva tutti i
mezzi per renderli inoffensivi senza fatica.
Kenny schiacciò la lattina di Pepsi con
la mano destra e li fece sobbalzare. «E se invece la soluzione fosse rendere Billy…
inattivo. Come un coma indotto, oppure un so…»
«Assolutamente no» replicò Zec e gli
afferrò la mano destra, portandosela in grembo. «Nessuno manderà in coma il mio ragazzo. O peggio.»
Billy sorrise all’atteggiamento
protettivo dell’altro e gli accarezzò la mano che gli stringeva. «Per quanto mi
infastidisca essere usato senza controllo, vi sono più utile da sveglio.
Dobbiamo agire alla fonte del problema, quello che intendevo fare dopo aver
letto la lettera che Elliott mi ha lasciato: capire cosa lo ha spinto a
rinchiudersi nel sonno. E ora che ci penso, Oscurità Maggiore mi ha detto che
se vado avanti nella ricerca di quella ragione, sperimenterò un dolore
incredibile. Ha detto: “Qualcosa che dall’interno ti divora”»
Donovan gli puntò l’indice sinistro
contro. «Ah! Un’altra allusione a Il Primo!»
Betty schiaffeggiò la nuca al fidanzato. «È solo un modo di quell’essere per prenderci
in giro. Però hai ragione: sei più riuscito a vedere, o ricordare qualcosa
tramite il tuo legame con Elliott?»
Billy scosse la testa. «No, ma tra la
fine del gioco di Sasha, il test e la comparsa del nuovo avversario, non ho
avuto molto tempo per provarci.»
«E se ci rivolgessimo a Nicole Racher?»
propose Michelle. «Lei lo conosce più a lungo di tutti.»
«Le ho telefonato più volte settimana
scorsa e le ho lasciato anche un messaggio per dirle che lo avevamo ritrovato,
ma non si è fatta sentire.»
«Un problema facile da aggirare» replicò
Dana. «Dammi il cellulare.»
Billy lo estrasse dalla tasca anteriore
e si allungò per porgerlo. «Cosa vuoi fare?»
«La costringerò a rispondere.» Dana afferrò
il telefono e lo posò sulla coscia, richiamò il numero di Nicole e poi
schiacciò la funzione vivavoce.
Nella stanza si diffuse il rumore del
suono libero. La ragazza demone mosse lenta il palmo sopra lo schermo e
sentirono il volume alzarsi di tono. Di colpo Crying At The Discoteque degli Alcazar rimbombò per il salone.
«Lo sente anche lei, dovunque si trovi e
anche se ha messo il tono silenzioso» urlò Dana per sovrastare la musica.
«Non ti sembra un po’ esagerato?» gridò
Zec.
«È un’emergenza» replicò la sorella.
Dopo cinque squilli la musica si spense
e la voce allarmata di Nicole partì dall’apparecchio. «Billy! Cosa sta
succedendo?»
Billy si lanciò in avanti. «Ehm… ciao
Nicole.»
«Stavo facendo addormentare mio figlio,
perché hai fatto scoppiare una discoteca in casa mia?»
«Scusami, è una situazione urgente»
rispose, infilando la mano tra i capelli per l’imbarazzo. «Abbiamo ritrovato
Elliott.»
«Ho letto il tuo messaggio. Ti avrei
richiamato io, ma sono sta…»
«Scusa se ti interrompo, ma siamo in
guai più grandi. Ecco… è comparsa un’altra emanazione di Elliott, si definisce
Oscurità Maggiore e la manifestazione fisica del rancore, rabbia e dolore che
lui covava da sempre.»
Dall’altro capo seguì un istante di
silenzio.
«Dammi due giorni» disse poi Nicole. «Mi
organizzo e vengo a Dorms. Dobbiamo discutere la questione di persona. Cerca di
stargli lontano, almeno finché non ci incontriamo.»
Billy prese il cellulare dalla gamba di
Dana e lo avvicinò al volto. «D’accordo, ma non puoi anticiparmi nulla?»
«Ci vediamo tra due giorni» ripeté
Nicole e chiuse la telefonata.
Donovan appoggiò la Pepsi sul tavolino. «Non
promette nulla di buono.»
Billy si accasciò allo schienale della
poltrona. «Temo sia peggio di quanto immaginassimo.»
Continua…?
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