Il
Gioco del Branco 30: Spiffera i Miei Segreti e Svelo il Tuo
Billy constatò che l’aula multimediale
era un po’ troppo affollata. L’avevano scelta l’anno precedente come loro
quartier ufficiale-non ufficiale, ma ora, oltre a loro cinque, si erano
aggiunti anche nuovi membri. Dana, contattata da Michelle con il numero di
cellulare di cui era in possesso, e i gemelli Wood. Otto adolescenti riuniti alla
fine delle lezioni, senza essere membri di nessun club ufficiale legato
all’aula, avrebbero destato sospetti.
«Dovremmo creare una chat di gruppo su
WhatsApp, è più comodo e meno appariscente di ritrovarci tutti qui» propose
Michelle, come se condividesse le sue considerazioni.
«Non sono sicura, è meglio non lasciare
traccia scritta di certe conversazioni» rispose Kerry.
«E poi le questioni importanti è meglio
discuterle di presenza» fece Donovan.
Zec si grattò la fronte. «Ho perso il
filo, non stavamo parlando d’altro?»
«In effetti...» Betty raddrizzò gli
occhiali. «Vi ho spiegato cosa è successo a Kenny ed è quello che succederà
agli altri del branco.»
Billy rifletté un istante. Gli spiaceva
per il nuovo alleato, costretto a tenere sotto controllo il suo umore con il
rischio di trasformarsi, ma la piega presa dalla scoperta giocava a loro
favore. «In questo modo forse sarà ugualmente facile convincerli a collaborare
e mollare Kate.»
Kenny annuì. «Dal modo in cui li ha
reclutati, a molti di loro interessa di più mantenere i nuovi poteri.»
«Potrebbe comunque rimanere un problema»
disse Zec. «Ci hanno dimostrato di non avere un senso morale, potrebbero usarli
per fare del male.»
Dana sospirò vistosamente. «Non puoi
imporre agli altri come usare le loro abilità. E poi, scommetto che in caso di
guai, interverrete.»
«Interverrai anche tu» la corresse Billy, lanciandole un’occhiata di
rimprovero. «E penso sia comunque il male minore. Non mi sembrano così uniti da
restare in gruppo e singoli sono meno pericolosi.»
«Perfetto, siamo tutti d’accordo, ma
proporrei un approccio naturale, senza agguati e prese alla sprovvista.» Betty
estrasse il cellulare dalla tasca del maglione con la zip. «Ho il numero di
Chas, dato che siamo membri del club di teatro, le scriverò che vogliamo una
tregua e un incontro con tutti e quattro per informarli su Kate e Sasha.»
«Andremo tutti?» chiese Michelle
dubbiosa. «Non lo prenderanno come un nuovo attacco?»
Donovan si strinse nelle spalle. «Meglio
essere in maggioranza, con loro non si sa mai.»
Guardando Betty digitare il messaggio
sullo smartphone, Billy ragionò che essere in numero così elevato non
facilitava i ragazzi del branco a rivelare i loro segreti. Kenny aveva avuto
difficoltà ad aprirsi e con lui c’erano solo altre tre persone.
La risposta arrivò con un trillo
immediato e gli impedì di esporre il suo ragionamento. Poi il suo sguardo
incrociò quello di Betty.
«Hanno accettato, ma a una condizione»
spiegò l’amica. «Si svolgerà in auditorium e vogliono solo Billy.»
Zec scosse la testa. «Neanche per sogno,
dovremmo essere almeno in quattro anche noi.»
Billy gli strinse con gentilezza la
spalla destra. «Va bene. Sarà più facile metterli a loro agio e voi resterete a
scuola. In caso di problemi, vi manderò un S.O.S.»
Un pensiero rimbalzò nella mente di
Billy, una scelta fatta mesi prima, una verità messa da parte e di cui era
forse giunto il momento di parlare. Scese i gradini rapidamente, per passare
dal secondo piano al pianterreno dove era situato l’auditorium e quel pensiero
si tramutò in timore.
Anche lui aveva un segreto tenuto
nascosto ai suoi amici.
Una lettera.
Aveva rimandato di condividere con loro
il contenuto, sperava di poter raccogliere prima altre informazioni, ma ne
erano successe di tutti i colori e forse quel tempo trascorso, ora poteva
ritorcesi contro di lui.
Immerso nel ragionamento, Billy arrivò
nel corridoio e notò una delle due porte dell’auditorium aperta. Dall’interno
non arrivava nessun rumore. Si avvicinò cauto ed entrò di soppiatto.
«Hai fatto presto» lo accolse Jordan,
appoggiato con la schiena al bordo del palcoscenico e le braccia incrociate sul
petto.
Billy avanzò deciso e gli altri tre
membri del branco si voltarono a fissarlo dai loro posti in prima fila. Non
appena fu di fronte a loro, nello spazio tra il ragazzo in piedi e i sedili,
vide che le loro posture non rivelavano granché.
Aiden era stravaccato sulla seduta, con
la gamba destra a penzoloni sul bracciolo. Accanto a lui, Chas era composta e
lo fissava pacata. Seduto a un posto vuoto dai due, Dylan accavallò la gamba,
sorridendogli.
«Grazie, per aver accettato» disse
rivolto ai tre e girandosi quanto bastava per osservare anche Jordan alle sue
spalle.
«Sì, sì, arriviamo al dunque» fece Aiden
sbrigativo, i sottili occhi a mandorla ancora più stretti nel guardarlo.
«Bene, Sasha è Kate e viceversa» disse
d’un fiato. «O meglio, Kate è una proiezione della mente della ragazzina in
coma.»
«E quindi?» domandò Jordan.
Li guardò confuso. «Lo sapevate?»
Chas scosse la testa.
«Se vi interessa, c’è un modo per
scindere il suo legame con voi, o forse dovrei dire il suo ruolo da
capobranco.» Scrutò i loro volti e in ognuno notò un barlume d’interesse. Un
buon segno.
«Scommetto che influirà anche sui nostri
poteri» commentò Dylan.
Fu il turno di Billy di scuotere la
testa. «I vostri poteri, da licantropi, banshee e chimera, resteranno intatti.»
Chas inarcò un sopracciglio. «Ne sei
sicuro?»
Annuì due volte. «Potete chiedere a
Kenny, non è più sotto il controllo di Kate, ma è ancora un lupo mannaro.»
Jordan gli si avvicinò. «E cosa dovremmo
fare di preciso, se volessimo quello che ci offri?»
Billy prese un respiro. «Raccontarmi il
vostro segreto, quello che vi ha chiesto Kate in cambio dei vostri poteri.
Condividerlo con me, vi libererà dal suo giogo.»
Aiden strabuzzò gli occhi. «Tutto qui?»
Jordan lo fulminò con lo sguardo. «Ti
sembra poco?» Poi ritornò a puntarlo su di lui. «Di sicuro ve lo ha detto
Kenny, sapevo non fosse una grande idea prenderlo con noi e non mi sorprende
abbia spifferato tutto, ma perché tradire Kate sarebbe un vantaggio anche per
noi?»
«Sareste liberi di scegliere» rispose
Billy. «Non dovreste più accettare passivamente le scelte della vostra Alpha.
Se non siete d’accordo con quello che vuol fare, potete opporvi con il
vantaggio delle vostre abilità.»
Aiden si raddrizzò sulla poltroncina.
«Ci sto. Il mio segreto è che ho mandato all’ospedale mio padre. Picchiava mia
madre, un giorno sì e uno no, per le ragioni più stupide. Un pomeriggio, dopo
gli allenamenti, l’ho sorpreso metterle le mani addosso e ho reagito. Ho
sfogato tutta la mia rabbia.»
Gli altri rimasero in silenzio e non
tradirono alcuna emozione. Per Billy fu evidente fossero già a conoscenza dei
quella storia. Fu una riprova del comportamento di Aiden all’inizio dell’anno
scolastico, quando aveva litigato con Donovan. Tutta l’aggressività repressa
era dovuta a più del semplice camuffare la sua predisposizione nello studio.
«Mi dispiace» riuscì a dire.
Aiden fece una smorfia di fastidio e poi
si massaggiò la nuca. «Ho avuto un pizzicore alla tasta.» Sollevò poi le mani
davanti al volto e chiuse le dita a pugno. Quando le riaprì, avevano tutte e
dieci gli artigli. «Non hai mentito, sono ancora un lupo, però Kate non c’è
più.»
Dylan si alzò in piedi. «È il mio
turno.»
«Aspetta.» Chas abbandonò il sedile.
«Così si spezzerà anche il nostro legame come gruppo.»
Billy rimase muto. Era quello che
serviva per indebolire Kate e gli parve strano fosse proprio la ragazza a
preoccuparsene.
Dylan la guardò con sufficienza. «Scusa
tesoro, ma ho imparato che è meglio pensare prima a se stessi. Sono cresciuto
in varie famiglie affidatarie, non tante, ma abbastanza da vedere di cosa sono
capaci gli altri se abbassi la guardia. Non entrerò nei dettagli, però a un
certo punto ho capito che l’unica soluzione era sparire. Letteralmente. Per
tutti risulto scomparso, forse mi credono addirittura morto.»
Billy aggrottò la fronte. «Il tuo
segreto è… essere scappato di casa?»
«Scappato di casa e dalla città in cui
vivevo, dopo aver cancellato ogni mia traccia» spiegò l’altro. «Dylan Derreck è
una nuova identità, ma non rivelerò la mia precedente. Non l’ho detto neanche a
Kate.»
Per quanto suonasse estremo, a Billy
quadrava quella rivelazione. Dava un senso al perché si fosse rivolto di sua
volontà a Kate e come il potere scelto gli calzasse a pennello. Chi meglio di
un camaleonte sapeva nascondersi e scomparire a piacere. Lo osservò
massaggiarsi a sua volta la nuca, il gesto esplicito della rescissione del
legame con il branco e spostò gli occhi su Chas e Jordan.
A loro volta, i due si scambiarono uno
sguardo indecifrabile.
«Non ti dirò niente» sentenziò Jordan.
«Mi va bene così.»
Chas si spostò al suo fianco. «Lo stesso
vale per me.»
«Se avete paura di lei, non do…»
Il risuonare dei cellulari di tutti lo
interruppe. Afferrò come gli altri lo smartphone e trovò un messaggio da
leggere. Il destinatario sconosciuto lo mise in allarme, quello che vide sullo
schermo gli mozzò il fiato.
“Questo
è per te Billy. Se sei tanto curioso di sapere i segreti degli altri, è giusto
che tu condivida il tuo. Ho lasciato una sorpresina nei vostri armadietti.
Siete tutti invitati, nessuno escluso.
K”.
Continua…?
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