lunedì 26 agosto 2024

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 67

Il Gioco del Branco 31: So Cosa Hai Letto l’Estate Scorsa

 

Lo scatto di Billy verso la porta dell’auditorium fu talmente rapido da fargli quasi scivolare di mano il telefono.

Non si preoccupò della reazione degli altri presenti e neanche se lo seguissero. Voleva raggiungere gli armadietti prima di tutti, non riusciva a capire come e non gli importava, ma Kate aveva trovato il modo di metterlo in difficoltà con i suoi amici. Doveva arrivare prima che trovassero la lettera, spiegarsi e poi leggerla insieme. Dovevano sapere tutta la verità da lui.
Si lanciò nel corridoio, corse fino a sentire i polmoni bruciare nel petto, gli sembrò che quello stretto spazio che percorreva ogni giorno fosse prolungato all’infinito. Svoltò infine l’angolo, e senza fiato, restò con la bocca aperta.
Era tardi.
Ognuno davanti al proprio armadietto con l’anta in ferro aperta: Donovan, Betty, Zec e Michelle tenevano  tutti un foglio di carta in mano e seguivano con lo sguardo ciò che c’era scritto.
Solo pochi secondi dopo notò Dana accanto alla fidanzata, osservando la sua lettura da sopra una spalla, mentre Kerry e Kenny condividevano il foglio davanti all’armadietto di lei.
Tutti sollevarono gli occhi e lo fissarono. Non dissero una parola, non accennarono a un singolo mutamento dell’espressione sui volti.
Una debole speranza s’insinuò in Billy. Forse non era la lettera.
Avanzò verso il suo armadietto, girò il cursore con la combinazione e spalancò l’apertura, il foglio cadde ai suoi piedi. Si chinò e lo raccolse. Non era la copia originale, ma conteneva lo stesso testo fotocopiato.
E anche se l’aveva ormai letta fino a impararla a memoria, non riuscì a impedirsi di farlo ancora.
 

Caro me,

scusa, ma non so ancora che nome avrai. Penso qualcosa come Xander, Charles o forse Billy.
Dunque, Nicole ti ha consegnato questa lettera e questo significa due cose: 1) Nicole è una buona amica (non che avessi dubbi, ma gli anni passano, la gente cambia ecc…) e ti puoi fidare di lei, per qualunque cosa; 2) deve essere successo un evento negativo al mio corpo, tale da richiamarla a Dorms e allora forse ne stai risentendo anche tu. Per questo devi sapere tutto.
Avevo tanti progetti durante gli anni della scuola, oltre a sopravvivere a quell’inferno, e pensavo che sarei riuscito a costruire il mio futuro. Ma come sempre, la vita non va come la programmi.
Finito il liceo i problemi hanno iniziato a presentarsi uno dopo l’altro, ho sempre tenuto duro, ho cercato di trovare il lato positivo, di continuare a lottare e provare a realizzare i miei sogni. Ogni tentativo però finiva in una sconfitta e ogni sconfitta era più dura e dolorosa della precedente.
A poco, a poco, la speranza ha iniziato a diminuire e quando papà e mamma sono morti e l’unica vera amica che avevo se ne è andata, non mi è rimasto nulla.
Ti chiederai perché non sono ricorso ai poteri per risolvere i vari guai, ma so che una parte di te conosce la risposta. Il nostro senso di giustizia è molto forte e prepotente, non mi sarei sentito in pace con me stesso se avessi usato queste capacità per prevaricare altri o peggio.
Però ero anche stanco di lottare e perdere.
Così presi l’ultima decisione che ritenni giusta per me: avrei spinto la mia mente ad addormentarsi, un sonno che può suonare come una fuga, ma non vedevo altra alternativa. In tutta onestà non ho il fegato e la forza per suicidarmi e non ho altre vie d’uscita.
Le storie di finzione sono sempre state la mia ancora di salvezza. E con il passare degli anni ho sentito di non essermi mai goduto per davvero la mia adolescenza. A quel punto la mia scelta è stata facile. C’era qualcosa che univa questi miei due desideri.
Buffy The Vampire Slayer è tra le mie serie preferite, lo sai, avevo idealizzato il modo in cui affrontare vampiri e demoni e i problemi della crescita andavano di pari passo, dove i poteri soprannaturali e gli amici veri ti aiutavano a trionfare. Durante il mio sonno forzato volevo sognare una vita così, purtroppo temevo che per abbandonarmi a quel sogno, avrei dovuto allentare il controllo sui miei poteri e la conseguenza poteva essere che quel sogno da Bocca dell’Inferno si diffondesse nel mondo reale.
Se mi stai leggendo, vuol dire che è successo. Non ho scuse, ho peccato di negligenza, però non intendevo far male a nessuno e non ero sicuro al cento per cento che potesse succedere.
Sapevo che relegarmi nel sonno comportava l’impossibilità del risveglio e risolvere tutto, così per sicurezza, avevo preparato una sorta di piano B: la parte migliore di me, il ragazzo che avrei voluto essere al liceo, si sarebbe materializzato nel mondo e avrebbe combattuto.
Ovviamente non volevo che il ciclo di angoscia si ripetesse per te, per evitarlo cercai altri ragazzi come me, con solitudini simili alle mie e una volta trovati, ti avrei lasciato libero nel mondo reale. Sei un frammento di me, ma hai il libero arbitrio: ogni scelta che farai è tanto mia, quanto tua.
Ti chiedo di non sprecare questa seconda opportunità, combatti come una Cacciatrice contro il male, ma goditi questi anni con i tuoi nuovi amici e prova a costruirti una vita, anche se la cosa più difficile a questo mondo è vivere.
La tua missione sarà trovare un modo per annullare tutto, e se è possibile, restare comunque in vita. So di chiederti molto, ma è la chance che io non ho avuto.
 

                                                                                  Elliott

 

Come in precedenza, dopo aver avuto accesso alla confessione più intima di Elliott, Billy provò un misto di nostalgia e indignazione.

«È… è vera?» domandò Zec. «O è un altro giochetto di Kate?»
«No, è autentica» gli confermò, guardandolo in volto senza interpretarne l’emozione. «Me l’ha data Nicole Racher al Reicdleyen.»
Betty abbassò il foglio da davanti alle lenti degli occhiali. «Hai la lettera dall’estate scorsa? Perché non ce lo hai detto?»
«C’è l’ammissione di Elliott di aver portato a Dorms la Bocca dell’Inferno» replicò. «Non era sicuro delle conseguenze, ma ammette di aver messo tutti a rischio. È anche colpa mia.»
Donovan si allontanò dall’armadietto e fece un paio di passi verso di lui. «E allora? Credi ancora che ce la saremmo presa con te? Mi fa arrabbiare più questo che averci nascosto la lettera.»
Billy si morse il labbro inferiore. «Hai ragione, scusatemi. Ma c’è dell’altro, il vero motivo per cui ho provato a prendere tempo prima di mettervi al corrente.»
Michelle mise la lettera in mano a Dana e si voltò. «Ok, puoi spiegarcelo adesso.»
Era arrivato il momento, non poteva tirarsi indietro. Prese un respiro profondo e iniziò. «Prima di andare al Saint Mary con la Falce e chiudere la faccenda con Elliott, ho incontrato la Prima Cacciatrice. Mi ha mostrato brandelli di ricordi di Elliott… miei.  Era la prima volta che sentivo un legame tanto intenso con lui, riguardavano i suoi… nostri genitori, una malattia della mente a cui pensava avrebbe potuto rimediare con il suo potere. In parte è ciò che racconta nella lettera, ma mancavano molti particolari.»
«Ecco perché sei andato da solo all’ospedale la sera del ballo» s’intromise Zec. «Hai sbagliato a non raccontarci tutto subito.»
«In quell’istante mi è parsa la scelta migliore, l’unica per proteggervi» ammise. «Quando poi fummo rinchiusi nell’istituto, riemerse un altro ricordo spontaneo di Elliott. Era legato agli ultimi istanti prima che si abbandonasse al coma imposto, era così pieno di dolore, troppo forte per sopportarlo e per questo mi sono spinto nello stato catatonico.»
«Però ti sei ripreso, quella tua amica… Nicole, ti ha aiutato» ricordò Michelle.
«O è più giusto dire che è stata la lettera» aggiunse Betty.
Billy sorrise per l’acume dell’amica. «In un certo senso entrambe. Elliott mi forniva ragioni che avevo solo ipotizzato sul perché ha fatto tutto questo, ma non era sufficiente. Molti pezzi della sua vita che mi aveva negato stavano combaciando, ma attraverso il legame tra noi due, speravo di avere più informazioni e se capivo nello specifico cosa l’aveva spinto a chiudersi nel sonno, forse avrei potuto anche trovare un indizio per svegliarlo. E a quel punto mi sarei confidato con voi.»
«Be’ è comprensibile» intervenne Kerry. «Io avrei fatto come lui.»
«Noi non siamo arrabbiati e non ti critichiamo» replicò Betty.
Zec gli andò di fronte e strinse le mani nelle sue.«Però ci dispiace non essere stati coinvolti dall’inizio. Era una lettera personale, lo capisco, ma potevi darci solo qualche particolare. E in ogni caso ti aiuteremo, non so come, ma lo faremo. E se sarà doloroso, ti appoggerai a noi.»
Billy intrecciò più forte le dita intorno a quelle del suo ragazzo. Si sentì leggero, liberato da un peso che lo opprimeva e sarebbe volato fino al soffitto, se non si fosse sorretto a lui.
«Ovvio che ti sosterremo, non abbiamo dimenticato che siamo un gruppo grazie a Elliott. A te.» ribadì Donovan, facendogli l’occhiolino.
I passi di Jordan e Chas, arrivati nello stesso tratto di corridoio in cui sostavano, spezzò quella sorta di riappacificazione, anche se non c’era stato un litigio.
«Dove sono Dylan e Aiden?» domandò Billy, osservandoli.
Chas si scostò i capelli biondi dietro le spalle. «Se ne sono tornati a casa, non gli interessa il gioco di Kate.»
«Li seguiamo»  disse Kenny. «Meglio esserne sicuri.»
«Non violeremo la tregua, almeno che non lo facciano loro» aggiunse Kerry.
I gemelli superarono i due membri del branco e sparirono dietro un angolo del piano terreno.
Jordan si strinse nelle spalle. «Non ci interessa cosa fanno quei due, ma voi cinque siete richiesti altrove.» Poi fissò con insistenza la ragazza demone.
Dana abbozzò un sorrisetto. «Oh, sono di troppo.» Schioccò un bacio sulla guancia di Michelle e sussurrò: «Chiamami in caso di bisogno.»
La foschia violacea l’avvolse e svanì.
Billy si girò totalmente verso gli altri due ragazzi. «Chi ci vuole e dove?»
«Kate» rispose secco Jordan. «A casa tua, lei è già lì ad aspettarci.»
 
 

                                                         Continua…?

lunedì 12 agosto 2024

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 66

 Il Gioco del Branco 30: Spiffera i Miei Segreti e Svelo il Tuo

 

Billy constatò che l’aula multimediale era un po’ troppo affollata. L’avevano scelta l’anno precedente come loro quartier ufficiale-non ufficiale, ma ora, oltre a loro cinque, si erano aggiunti anche nuovi membri. Dana, contattata da Michelle con il numero di cellulare di cui era in possesso, e i gemelli Wood. Otto adolescenti riuniti alla fine delle lezioni, senza essere membri di nessun club ufficiale legato all’aula, avrebbero destato sospetti.

«Dovremmo creare una chat di gruppo su WhatsApp, è più comodo e meno appariscente di ritrovarci tutti qui» propose Michelle, come se condividesse le sue considerazioni.
«Non sono sicura, è meglio non lasciare traccia scritta di certe conversazioni» rispose Kerry. 
«E poi le questioni importanti è meglio discuterle di presenza» fece Donovan.
Zec si grattò la fronte. «Ho perso il filo, non stavamo parlando d’altro?»
«In effetti...» Betty raddrizzò gli occhiali. «Vi ho spiegato cosa è successo a Kenny ed è quello che succederà agli altri del branco.»
Billy rifletté un istante. Gli spiaceva per il nuovo alleato, costretto a tenere sotto controllo il suo umore con il rischio di trasformarsi, ma la piega presa dalla scoperta giocava a loro favore. «In questo modo forse sarà ugualmente facile convincerli a collaborare e mollare Kate.»
Kenny annuì. «Dal modo in cui li ha reclutati, a molti di loro interessa di più mantenere i nuovi poteri.»
«Potrebbe comunque rimanere un problema» disse Zec. «Ci hanno dimostrato di non avere un senso morale, potrebbero usarli per fare del male.»
Dana sospirò vistosamente. «Non puoi imporre agli altri come usare le loro abilità. E poi, scommetto che in caso di guai, interverrete.»
«Interverrai anche tu» la  corresse Billy, lanciandole un’occhiata di rimprovero. «E penso sia comunque il male minore. Non mi sembrano così uniti da restare in gruppo e singoli sono meno pericolosi.»
«Perfetto, siamo tutti d’accordo, ma proporrei un approccio naturale, senza agguati e prese alla sprovvista.» Betty estrasse il cellulare dalla tasca del maglione con la zip. «Ho il numero di Chas, dato che siamo membri del club di teatro, le scriverò che vogliamo una tregua e un incontro con tutti e quattro per informarli su Kate e Sasha.»
«Andremo tutti?» chiese Michelle dubbiosa. «Non lo prenderanno come un nuovo attacco?»
Donovan si strinse nelle spalle. «Meglio essere in maggioranza, con loro non si sa mai.»
Guardando Betty digitare il messaggio sullo smartphone, Billy ragionò che essere in numero così elevato non facilitava i ragazzi del branco a rivelare i loro segreti. Kenny aveva avuto difficoltà ad aprirsi e con lui c’erano solo altre tre persone.
La risposta arrivò con un trillo immediato e gli impedì di esporre il suo ragionamento. Poi il suo sguardo incrociò quello di Betty.
«Hanno accettato, ma a una condizione» spiegò l’amica. «Si svolgerà in auditorium e vogliono solo Billy.»  
Zec scosse la testa. «Neanche per sogno, dovremmo essere almeno in quattro anche noi.»
Billy gli strinse con gentilezza la spalla destra. «Va bene. Sarà più facile metterli a loro agio e voi resterete a scuola. In caso di problemi, vi manderò un S.O.S.»
 

Un pensiero rimbalzò nella mente di Billy, una scelta fatta mesi prima, una verità messa da parte e di cui era forse giunto il momento di parlare. Scese i gradini rapidamente, per passare dal secondo piano al pianterreno dove era situato l’auditorium e quel pensiero si tramutò in timore.

Anche lui aveva un segreto tenuto nascosto ai suoi amici.
Una lettera. 
Aveva rimandato di condividere con loro il contenuto, sperava di poter raccogliere prima altre informazioni, ma ne erano successe di tutti i colori e forse quel tempo trascorso, ora poteva ritorcesi contro di lui.
Immerso nel ragionamento, Billy arrivò nel corridoio e notò una delle due porte dell’auditorium aperta. Dall’interno non arrivava nessun rumore. Si avvicinò cauto ed entrò di soppiatto.
«Hai fatto presto» lo accolse Jordan, appoggiato con la schiena al bordo del palcoscenico e le braccia incrociate sul petto.
Billy avanzò deciso e gli altri tre membri del branco si voltarono a fissarlo dai loro posti in prima fila. Non appena fu di fronte a loro, nello spazio tra il ragazzo in piedi e i sedili, vide che le loro posture non rivelavano granché.
Aiden era stravaccato sulla seduta, con la gamba destra a penzoloni sul bracciolo. Accanto a lui, Chas era composta e lo fissava pacata. Seduto a un posto vuoto dai due, Dylan accavallò la gamba, sorridendogli.
«Grazie, per aver accettato» disse rivolto ai tre e girandosi quanto bastava per osservare anche Jordan alle sue spalle.
«Sì, sì, arriviamo al dunque» fece Aiden sbrigativo, i sottili occhi a mandorla ancora più stretti nel guardarlo. 
«Bene, Sasha è Kate e viceversa» disse d’un fiato. «O meglio, Kate è una proiezione della mente della ragazzina in coma.»
«E quindi?» domandò Jordan.
Li guardò confuso. «Lo sapevate?»
Chas scosse la testa.
«Se vi interessa, c’è un modo per scindere il suo legame con voi, o forse dovrei dire il suo ruolo da capobranco.» Scrutò i loro volti e in ognuno notò un barlume d’interesse. Un buon segno.
«Scommetto che influirà anche sui nostri poteri» commentò Dylan.
Fu il turno di Billy di scuotere la testa. «I vostri poteri, da licantropi, banshee e chimera, resteranno intatti.»
Chas inarcò un sopracciglio. «Ne sei sicuro?»
Annuì due volte. «Potete chiedere a Kenny, non è più sotto il controllo di Kate, ma è ancora un lupo mannaro.»
Jordan gli si avvicinò. «E cosa dovremmo fare di preciso, se volessimo quello che ci offri?»
Billy prese un respiro. «Raccontarmi il vostro segreto, quello che vi ha chiesto Kate in cambio dei vostri poteri. Condividerlo con me, vi libererà dal suo giogo.»
Aiden strabuzzò gli occhi. «Tutto qui?»
Jordan lo fulminò con lo sguardo. «Ti sembra poco?» Poi ritornò a puntarlo su di lui. «Di sicuro ve lo ha detto Kenny, sapevo non fosse una grande idea prenderlo con noi e non mi sorprende abbia spifferato tutto, ma perché tradire Kate sarebbe un vantaggio anche per noi?»
«Sareste liberi di scegliere» rispose Billy. «Non dovreste più accettare passivamente le scelte della vostra Alpha. Se non siete d’accordo con quello che vuol fare, potete opporvi con il vantaggio delle vostre abilità.»
Aiden si raddrizzò sulla poltroncina. «Ci sto. Il mio segreto è che ho mandato all’ospedale mio padre. Picchiava mia madre, un giorno sì e uno no, per le ragioni più stupide. Un pomeriggio, dopo gli allenamenti, l’ho sorpreso metterle le mani addosso e ho reagito. Ho sfogato tutta la mia rabbia.»
Gli altri rimasero in silenzio e non tradirono alcuna emozione. Per Billy fu evidente fossero già a conoscenza dei quella storia. Fu una riprova del comportamento di Aiden all’inizio dell’anno scolastico, quando aveva litigato con Donovan. Tutta l’aggressività repressa era dovuta a più del semplice camuffare la sua predisposizione nello studio.
«Mi dispiace» riuscì a dire.
Aiden fece una smorfia di fastidio e poi si massaggiò la nuca. «Ho avuto un pizzicore alla tasta.» Sollevò poi le mani davanti al volto e chiuse le dita a pugno. Quando le riaprì, avevano tutte e dieci gli artigli. «Non hai mentito, sono ancora un lupo, però Kate non c’è più.»
Dylan si alzò in piedi. «È il mio turno.»
«Aspetta.» Chas abbandonò il sedile. «Così si spezzerà anche il nostro legame come gruppo.»
Billy rimase muto. Era quello che serviva per indebolire Kate e gli parve strano fosse proprio la ragazza a preoccuparsene.
Dylan la guardò con sufficienza. «Scusa tesoro, ma ho imparato che è meglio pensare prima a se stessi. Sono cresciuto in varie famiglie affidatarie, non tante, ma abbastanza da vedere di cosa sono capaci gli altri se abbassi la guardia. Non entrerò nei dettagli, però a un certo punto ho capito che l’unica soluzione era sparire. Letteralmente. Per tutti risulto scomparso, forse mi credono addirittura morto.»
Billy aggrottò la fronte. «Il tuo segreto è… essere scappato di casa?»
«Scappato di casa e dalla città in cui vivevo, dopo aver cancellato ogni mia traccia» spiegò l’altro. «Dylan Derreck è una nuova identità, ma non rivelerò la mia precedente. Non l’ho detto neanche a Kate.»
Per quanto suonasse estremo, a Billy quadrava quella rivelazione. Dava un senso al perché si fosse rivolto di sua volontà a Kate e come il potere scelto gli calzasse a pennello. Chi meglio di un camaleonte sapeva nascondersi e scomparire a piacere. Lo osservò massaggiarsi a sua volta la nuca, il gesto esplicito della rescissione del legame con il branco e spostò gli occhi su Chas e Jordan.
A loro volta, i due si scambiarono uno sguardo indecifrabile.
«Non ti dirò niente» sentenziò Jordan. «Mi va bene così.»
Chas si spostò al suo fianco. «Lo stesso vale per me.»
«Se avete paura di lei, non do…»
Il risuonare dei cellulari di tutti lo interruppe. Afferrò come gli altri lo smartphone e trovò un messaggio da leggere. Il destinatario sconosciuto lo mise in allarme, quello che vide sullo schermo gli mozzò il fiato.
Questo è per te Billy. Se sei tanto curioso di sapere i segreti degli altri, è giusto che tu condivida il tuo. Ho lasciato una sorpresina nei vostri armadietti. Siete tutti invitati, nessuno escluso.
K”.
 

 

                                                                 Continua…?