Il
Gioco del Branco 22: Cercasi Kenny Disperatamente
«Raccontami cosa è successo prima che
buttassi Dylan sul palco da dietro le quinte» disse Billy, guardando dritto in
volto Zec.
L’altro sospirò insofferente. «Ancora?
Sarebbe la quarta volta e non cambierebbe niente.»
«Per favore, magari c’è un nuovo
particolare che ti è tornato in mente, o qualcosa a cui abbiamo dato poco
importanza le altre volte.»
Billy era frustrato. Kenny Wood era
scomparso ormai da due giorni e le loro indagini erano state deludenti. Seduto
con il suo ragazzo e Michelle a un tavolo del Bronze Dust, in attesa che arrivassero Donovan e Betty dal
tentativo di infiltrazione al Reicdleyen, si aggrappava a ogni più piccola
illusione di intuire in qualche modo dove Kate e il suo branco lo avessero
portato e lo tenessero in ostaggio.
«Accontentalo» fece Michelle. «Abbiamo
girato ogni angolo del liceo e non abbiamo trovato nulla. Almeno questo non
sarà stancante.»
«E Kate non si è fatta più vedere,
mentre Chas, Jordan, Aiden e Dylan sono stati inavvicinabili» aggiunse Billy.
«Abbiamo esaurito le alternative.»
Zec sospirò di nuovo. «Ok. Voi eravate
occupati a lottare con il branco, mi sembrava ve la cavaste, ma volevo fossimo
in vantaggio. Così sono andato nel retroscena per vedere se riuscivo a chiedere
aiuto a Kenny e Kerry. Però erano intontiti dai vari cambi di canzoni tra mia
sorella e Chas e a quel punto ho intravisto Dylan tremolare prima di prendere
alle spalle Kenny e d’istinto l’ho allontanato da lui e il resto lo sai.»
«E non hai notato perché puntasse
proprio Kenny?» domandò Billy. «Può essere che voleva entrambi i gemelli? O
forse…»
«Billy, non lo so» rispose con calma Zec,
posandogli il palmo destro sulla sua mano. «Ormai è successo, non possiamo
cambiarlo. Abbiamo cercato Kenny ovunque, ci mancano solo le case del gruppo di
Kate, ma dubito ci farebbero entrare.»
«E di Kate non abbiamo nessun indirizzo»
precisò Michelle. «Betty ha provato più volte a leggere il suo file sul
database della scuola, ma è stranamente criptato.»
Billy si abbandonò contro lo schienale.
Quello era l’ennesimo mistero sulla giovane donna comparsa dal nulla a cui non
riuscivano a venire a capo. Con la coda dell’occhio scorse Betty e Donovan entrare dall’ingresso del locale. Si
sbracciò e li vide dirigersi verso il loro tavolo.
«Come è andata?» domandò speranzoso.
«L’ennesima perdita di tempo» sbottò
Donovan. Contrariato, spostò in malo modo due sedie per aggiungerle al tavolo e
poi disse: «Vado a prendere da bere. E anche delle patatine.»
«Ehi! Non ci hai chiesto cosa volgiamo»
gridò Michelle.
«Lascialo perdere» fece Betty,
sedendosi. «È di pessimo umore e averlo dovuto rendere intangibile per girare
indisturbati all’istituto Reicdleyen non ha aiutato.»
«Quindi anche voi non avete trovato
nessun indizio…» disse Billy, ormai rassegnato.
Betty scrollò le spalle. «Mi dispiace.
Se Kate ha ancora qualcosa a che fare con quel posto, l’ha nascosto in maniera
impeccabile.»
Il cellulare di Billy trillò nella tasca
dei pantaloni. Lo prese e vide dal display un messaggio. Lo lesse e poi
sorpreso, guardò gli amici raggruppati intorno. «È di Kerry Wood. Vuole
incontrarci per allearci.»
Billy sgranocchiò svogliato una
patatina, fissando ansioso l’ingresso del Bronze
Dust.
Erano passati già quarantacinque minuti
dal suo messaggio di riposta a Kerry, dove le scriveva di raggiungerli al
locale. Non poteva non domandarsi come mai volesse il loro aiuto dato che era ovvio
non avessero la più pallida idea di dove andare a cercare suo fratello.
Sedutogli accanto, Zec lo toccò sulla
spalla. «Arriverà. Dopotutto, ti ha cercato lei.»
Billy annuì. Non erano in buoni rapporti,
ma aveva fatto un primo passo verso di loro. A pensarci, l’unico aspetto
positivo dell’intera faccenda.
«Deve essere davvero messa male se è
scesa dal suo piedistallo per chiedere il nostro aiuto» constatò Donovan,
sfregando un tovagliolo di carta tra i palmi unti.
«Abbiamo cercato Kenny anche prima che
mi contattasse, sono sicuro se lo aspetti» disse Billy.
«Senza dubbio» confermò Betty, nel posto
di fronte a lui. «Il punto è che lei può girare più liberamente, per esempio
può entrare all’ospedale Saint Mary senza avere tutti gli occhi puntati addosso
e comunque si è rivolta a noi. E in tutta sincerità, visti i nostri risultati,
non mi sento molto d’aiuto.»
Seduta vicino a lei, Michelle
giocherellò con il bicchiere di Cherry Cola mezzo vuoto. «E se provassimo a
contattare Dana?»
Come un riflesso automatico, Billy
osservò il fidanzato.
«Mia sorella non è interessata a questa
faccenda» disse Zec. Bevve un sorso dal suo bicchiere di Seven Up. «Lo ha
dichiarato al suo arrivo in auditorium. Voleva solo rivalersi su Chas per
averla copiata, quindi non interverrà.»
Billy non lesse rancore o risentimento
in quella affermazione. Zec ne prendeva atto, come se il modo di comportarsi di
Dana fosse un fatto ormai consolidato e si domandò in che modo influisse sul
loro rapporto tra fratelli. Poi scosse la testa e tornò a concentrarsi
sull’altra coppia di fratelli che avevano la priorità.
«Abbiamo abbassato troppo la guardia»
disse, sentendosi colpevole. «Eravamo impegnati con il musical e poi nello
scontro con il branco, ma pur sapendo che erano pericolosi, li abbiamo
sottovalutati.»
Betty bevve la sua Cherry Cola e posò il
bicchiere davanti a sé. «Abbiamo fatto tutto il possibile. Pur tenendo sotto
controllo Chas sul palco e Kate, Jordan e Aiden tra il pubblico, non potevamo
immaginare quello che avevano in mente. Si erano organizzati bene, sfruttando
quello che non sapevamo su Dylan.»
Donovan prese il bicchiere di Seven Up e
lo rimise subito sulla superficie del tavolo. «A proposito, qualcuno mi spiega
come è riuscito a fare quel trucco da… cosa avete detto che era? Un camaleonte
mannaro?»
Michelle masticò una paio di patatine
fritte e con la bocca non del tutto vuota, rispose: «È una Chimera, lui e Kate
hanno preso spunto dalla quinta stagione di Teen
Wolf, dove alcuni ragazzi venivano trasformati da degli scienziati in un
miscuglio di creature soprannaturali e mannare. Uno dei personaggi poteva
mimetizzarsi con l’ambiente come i camaleonti. E Dylan ha fatto lo stesso.»
«È stato furbo» fece Donovan,
allungandosi dalla sedia fino al centro del tavolo e pescare ciò che restava
dal cestino delle patatine. «Invece Kate si comporta quasi come una tredicenne.
Più che un gesto di superiorità, la sua sembra una ripicca infantile. Comunque
non ho capito perché se la sono presa con Kenny, la sfida di Kate non era solo
per noi?»
«Ce l’ha con me e mio fratello perché
abbiamo rifiutato il suo invito a unirci a lei» spiegò Kerry.
Comparve silenziosa, cogliendoli di
sorpresa. La sua capacità di arrivare di soppiatto era stupefacente, ma Billy
constatò non le era stata utile sotto l’attacco. Afferrò una sedia da un tavolo
vicino e la posizionò tra Donovan e lui.
«Hai qualche novità?» chiese Betty.
Kerry scosse la testa. «Ho guardato i
posti dove sospettavo potessero nasconderlo, ma è stato un buco nell’acqua. E
ho provato anche a cercare dove un tempo trovavamo dei mostri da Bocca
dell’Inferno, ma non c’è traccia di nessuno.»
«E quel vostro amico poliziotto?»
s’informò Zec. «Non può fare niente?»
«L’ho avvertito e ha svolto delle indagini
ufficiosamente» rispose lei. «Ma non servirà a nulla, anche se lo abbiamo messo
al corrente del soprannaturale in città, non ha possibilità in questa
situazione.»
Zec inarcò un sopracciglio. «Non voglio
essere scortese, ma se sei così convinta che niente e nessuno possa aiutarti,
perché hai proposto un’alleanza a Billy?»
Kerry scostò dal volto un ricciolo scuro
ribelle, sfuggito dai capelli raccolti nella coda. «Lui è l’unico che ha una
chance di trovare mio fratello.»
Billy strabuzzò gli occhi. «Ti sbagli.
Ci ho provato, io e gli altri abbiamo cercato in tutto il liceo e abbiamo fatto
perfino un giro all’istituto Reicdleyen e non abbiamo trovato neanche un
indizio che ci portasse a dove tengono Kenny.»
«Perché devi usare un altro approccio»
insistette Kerry. «Devi usare i tuoi poteri.»
Donovan fece una risatina. «Quegli
stessi poteri per cui lo consideri una minaccia? Sei ipocrita.»
«No, sono realista» ribatté. «Non ho
cambiato la mia opinione su di lui, su Elliott Summerson e su questa storia
della Bocca dell’Inferno, però ora ci è andato di mezzo mio fratello e non mi
vergogno ad ammettere che quel qualcosa di oscuro che mi spaventa riguardo a
Billy è anche l’unico mezzo per riavere Kenny.»
«Ma in che modo?» domandò Michelle. «Billy
può solo percepire il soprannaturale.»
Kerry tornò a fissarlo in volto. «Può
fare molto di più, lo sappiamo tutti a questo tavolo.»
Betty si sporse in avanti. «Immagino ti
riferisci a come abbiamo avuto una gita nel sogno, in che modo lo hai scoperto?
Stai ammettendo di averci spiati, o qualcosa del genere. Bel modo per chiedere
aiuto.»
Kerry ammutolì, incrociò le braccia sul
petto e li passò in rassegna con sguardo torvo.
Billy intuì si stesse mettendo sulla
difensiva e non era quello che voleva. Aveva sempre voluto coinvolgere i
gemelli, era certo che per risolvere la questione “Bocca dell’Inferno” sarebbe
stato più produttivo collaborare, invece di essere divisi. Il suo rivolgersi a
loro era quanto di più vicino a una mano tesa per andare in quella direzione,
dovevano provare a fidarsi.
«Non ti stiamo accusando» le disse.
«Abbiamo un obbiettivo comune e volgiamo ritrovare tuo fratello. È grazie ai
suoi sogni in stile ricordi da Cacciatrice che sai dei miei poteri mentali
latenti?»
Kerry rilassò le spalle. «Kenny ha visto
come sei riuscito a collegarti a Kate cercando Elliott. Non tutto nei dettagli,
ma è chiaro che una parte delle capacità psioniche le hai e con quel legame
puoi scoprire dove lo tengono prigioniero.»
«Puoi farlo sul serio?» gli chiese Zec,
guardandolo confuso.
«Non lo so» ammise Billy. «Non ci avevo
neanche pensato finché non lo ha detto. La scorsa volta è stato quasi un colpo
di fortuna e Kate, S o entrambe sono intervenute e mi hanno bloccato. Di certo
avranno preso delle precauzioni.»
«Devi tentare» continuò Kerry. Nella sua
voce però non c’era aggressività, assomigliava più a una supplica. «Sono
riuscita a coprire la sua scomparsa con mio zio, ma non posso andare avanti a
lungo. E domani è il nostro compleanno, compiamo diciotto anni, non potrei
giustificare la sua assenza per tutto il giorno.»
«Ho un’idea più semplice» s’intromise
Donovan. «Ribaltiamo il gioco di Kate. Denunciamo la scomparsa di Kenny alla
polizia e dirottiamo i sospetti su di lei. Non sarà tanto complicato, soprattutto
visto che non sembra avere un passato prima di questa estate.»
Il trillare delle notifiche di messaggio
dei cellulari impedì a chiunque di ribattere alla proposta.
Billy cercò lo smartphone in tasca, lo
estrasse e non vide nessun simbolo di un messaggio da leggere. Girò il viso
verso Donovan e Zec e anche loro erano sorpresi dal non trovare nulla sullo
schermo.
«Lo ha mandato solo a noi tre» disse
Michelle, sollevando gli occhi dal telefono e girandosi verso le altre due
compagne.
Betty lesse ad alta voce: « “Calmatevi
Freaks, non serve coinvolgere la polizia. So dove trovare chi avete perso, vi
farò avere l’indirizzo. Ma è un incontro solo per ragazze. S.”»
Billy strinse le dita in un pugno.
Quella mossa era imprevista e lo escludeva dai piani di Kate e S. Non
prometteva nulla di buono.
Continua…?
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