Il
Gioco del Branco 20: Tutti Insieme Infernalmente (Atto II)
Betty digitò sicura le lettere e i
numeri sulla tastiera del computer nell’aula multimediale. Le sue doti da
hacker del servizio digitale scolastico, e la pigrizia del vicepreside nel
cambiare le password tenute a mente dal suo periodo come segretaria, tornarono
di nuovo utili.
«Trovato!» esultò, scostando la sedia e
mostrando lo schermo ai quattro compagni intorno. «Dylan Derreck, del terzo
anno come noi, trasferitosi qui a metà dell’anno scorso. Rendimento nella
media. Nessuna nota particolare.»
«Uno che passa inosservato» constatò
Billy, massaggiandosi il mento.
Donovan si appoggiò con la schiena al
bordo del banco e incrociò le braccia sul petto. «A quanto pare ora ha scelto
di uscire dall’anonimato. Ha fatto un patto con Kate, senza preoccuparsi di me
lì di fronte a loro.»
«Ti è andata bene che se ne sono andati
senza farti niente.» Betty lo disse con una punta di rimprovero, anche e se era
vero che nessuno di loro era stato disponibile a seguirlo, appena aveva visto
Kate avrebbe dovuto rientrare in auditorium. «E temo che qualsiasi cosa
tramino, la metteranno in pratica stasera.»
Michelle arricciò il naso. «Solo perché
c’è la prima del musical, non è detto debbano creare scompiglio. In fondo Chas
è la protagonista e non vorrà rovinato il suo momento di gloria.»
«Però il resto del branco non ha nulla a
che fare con il gruppo di teatro» sottolineò Zec. «E Dylan voleva solo una
garanzia per essere al sicuro.»
«E allora? Kate non è il tipo da fare
niente per niente» replicò Donovan.
Betty scorse velocemente il resto della
cartella digitale su Dylan e poi chiuse il file. «L’esperienza ci ha insegnato
due cose. Primo: l’esordio di una rappresentazione del gruppo di teatro attira
sempre minacce soprannaturali; secondo: ormai Kate ha un branco sostanzioso,
sono cinque come noi e di certo vorrà scendere in campo per determinare chi è
il più forte.»
Billy sbuffò. «In parole povere dobbiamo
stare all’erta.»
«E dovremmo avvisare anche i gemelli
Wood» aggiunse Betty.
Donovan si girò, spostando le mani sui
fianchi. «E perché? Hanno dimostrato di non aver intenzione di venirci in aiuto.
Se la caveranno da soli.»
Michelle scostò rumorosamente la sedia e
si mise in piedi. «Ha ragione. Per tutto il tempo delle prove hanno fatto i
superiori dandoci ordini e lo faranno anche stasera. Sapranno benissimo come difendersi.»
Betty cercò in aiuto i volti degli altri
due compagni, ma lesse chiaramente l’intenzione di appoggiare l’opinione
comune.
Zec allargò le braccia scuotendo la
testa. «Non sappiamo neanche per certo che Kate voglia attaccare, sono solo
ipotesi.»
Billy annuì. «Meglio non scatenare
allarmismi inutili.»
Betty sospirò, senza intenzione di
portare avanti la sua causa. Sarebbero stati tutti raggruppati tra il palco e
il retroscena, avrebbe tenuto d’occhio i gemelli anche senza il supporto dei
suoi compagni.
Con grande sorpresa e incredulità di
Betty, l’intero primo atto di Tutti
Insieme Appassionatamente procedette senza intoppi.
Non appena si spalancò il sipario e fu
il suo turno di andare in scena, buttò uno sguardo attento e minuzioso alla
platea. Kate, Jordan e Aiden erano seduti in terza fila, posti centrali, senza
la minima preoccupazione di restare defilati. L’unico campanello d’allarme le
risuonò in testa non trovando in nessuna poltroncina Dylan Derreck, ma dopo
aver recitato più di metà dell’atto, ipotizzò fosse deciso a non correre
rischi. Quando le toccò cantare in coppia con Donovan – nel ruolo di Rolf –
“Sixteen going on Seventeen”, si scordò dell’assenza del ragazzo in auditorium.
Con l’avvicinarsi del finale dell’atto,
Betty osservò da dietro le quinte Chas nel ruolo di Maria lasciare villa Von
Trapp e il sipario si chiuse dietro di lei, dando il via a uno scrosciare di
applausi.
La professoressa Noxon saltellò come una
bimbetta eccitata sul palcoscenico. «Bravi! Bravissimi! State dando il meglio,
come dei veri attori.» Distribuì buffetti e colpetti affettuosi sulle spalle
del cast riunito intorno a lei. «Coraggio, andate a cambiarvi, il secondo atto
incombe.»
Kerry piombò in scena impartendo ordini.
«Forza! Forza! Abbiamo solo dieci minuti! Maria e la Madre Superiora devono
essere le prime a ritrovarsi qui.»
Intimoriti dai suoi modi autoritari, i
ragazzi abbandonarono in fretta il palcoscenico.
Allontanandosi verso il camerino, Betty
constatò che la ragazza non correva pericoli e si aspettò di ritrovare il
gemello nel retroscena. Si bloccò notando Chas posare sul legno del palco la
valigia e il cappello, i suoi oggetti di scena, e schiarirsi la gola. Non era
da lei perdere tempo sapendo di dover aprire il nuovo atto.
Una musica risuonò nell’auditorium e non
faceva parte della colonna sonora del musical.
Betty tornò sui suoi passi. «Cosa
combini? E che canzone c’è in sottofondo?»
«È Murder
on the Danceflor di Sophie Ellis-Bextor. Ignorante» le rispose senza
voltarsi.
Il branco stava per fare la sua mossa.
Betty non ebbe bisogno di altro per capirlo. Si voltò verso il retro del palco
e urlò. «Donovan! Billy! Zec! Michelle! Allerta soprannaturale!»
Chas scostò i lembi del sipario, uscì
per essere visibile al pubblico e iniziò a cantare:
«È un’aggressione sul palco
Alzatevi
e accorrete qui!
Il
pubblico metta sottosopra la scena.
Oh
lo so, lo so, lo so, lo so
Non
siete venuti per questo
Ma
è così, così, così, così
Dovete
agire.»
I presenti in sala si alzarono
all’unisono e avanzarono con passo deciso verso il palcoscenico.
I quattro compagni raggiunsero Betty e
prima che ponessero domande, disse: «Sta manovrando il pubblico, li vuole
portare qui sul palcoscenico.»
Chas allungò il braccio destro nella
loro direzione, li indicò e continuò:
«Non lasciateli andar via
Non
devono scappare
Quei
cinque bloccateli qui
Presenti,
accorrete
Ubbidite
al mio ordine
Hey!»
I genitori e i ragazzi presenti in sala
corsero come belve fameliche, alcuni presero d’assalto le scalette ai lati
destro e sinistro, altri si arrampicarono sul palcoscenico.
«Dobbiamo andarcene da quassù» gridò
Michelle, con l’abito da sera per la scena della festa ancora indosso.
Betty indietreggiò d’istinto, ma non
capiva il senso del piano nemico.
Non ebbero il tempo per provare a
scendere, uomini, donne e ragazzi furono loro addosso.
«Perché finisce sempre così» si lamentò
Donovan, dimenandosi mentre un uomo con un maglione verde e un altro con una
camicia di flanella gli immobilizzavano le braccia.
Billy si divincolò da una donna con i
capelli neri e ricci e fece lo sgambetto a un ragazzo biondo pronto ad afferrarlo.
«Sanno che non faremo male a nessuno. Contano su questo.» I suoi tentativi di sgusciare via dagli
assalitori si conclusero presto: il coach Adams lo agguantò da dietro,
stringendogli il petto come un gorilla.
Betty non oppose resistenza, lasciò che
una donna bionda con un girocollo di perle e un uomo calvo le afferrassero i
polsi, e continuò ad osservare Kate, Jordan e Aiden.
Si erano alzati in piedi ma non
abbandonavano la posizione davanti alle poltroncine. Qualcosa non tornava.
La voce di Chas risuonò ancora
nell’ampio stanzone.
«È un’aggressione sul palco
Alzatevi
e accorrete qui!
Hey,
hey
È
un aggressione sul palco
Membri
del cast e della troupe unitevi a noi
Il
pubblico metta sottosopra la scena.»
Immobilizzata, Betty vide accorrere da
dietro il sipario la professoressa Noxon, Kerry, Kenny e gli altri ragazzi
impegnati come attori e addetti a varie mansioni. Come il pubblico si
avventarono sui suoi due compagni non ancora bloccati.
«Michelle! Zec! Usate i vostri poteri
per tenerli alla larga» gridò ai due amici. «Fate di tutto per non ferirli.»
I volti dei compagni presentavano già le
tipiche venature nere e i capelli scuri del manifestarsi dei loro talenti da
poltergeist umani. Il ragazzo arpionò l’aria con le dieci dita e scaraventò le
quattro persone in corsa contro di lui nel sipario, impigliandoli in un
groviglio di tessuto e corpi. La ragazza spinse in avanti i palmi aperti e
ricacciò la professoressa e buona parte degli altri compagni nel retroscena.
«Non riusciremo a tenerli bloccati
tutti» disse Zec, respingendo un altro gruppetto di genitori.
«L’anno scorso ho tenuto a bada un buon numero
di vampiri» ribatté Michelle. «Ma adesso ho paura di far del male a qualcuno.»
«Non preoccupatevi» rispose Betty. Chiuse
gli occhi, respirò a fondo e un brivido le corse lungo le articolazioni del
corpo, poi smaterializzò i polsi attraverso le mani che li reggevano.
Mantenendo la sua forma intangibile, che comprendeva anche il bel vestito da
ballo azzurro, lasciò che la donna e l’uomo tentassero di riacciuffarla:
finirono uno addosso all’altra e rotolarono per terra. «Vado a prendere a calci
Chas.»
La ragazza aumentò il volume della voce
e cantò:
«Oh, lo so, lo so, lo so, lo so,
Credi
di essere furba
Ma
non è così, così, così, così
Non
hai scampo nemmeno tu
Non
lasciateli andar via
Non
devono scappare
Quei
cinque bloccateli qui
Tu
non mi toccherai
Non
finché canterò
Hey.»
Betty scivolò nell’aria, approfittando
della sua intangibilità, ma prima di avvicinarsi a Chas vide un movimento
fulmineo nella platea e si bloccò.
Aiden aveva già innescato la
trasformazione in licantropo e a quattro zampe, con le zanne snudate dalle
labbra, correva verso il palco, proprio dove si trovava lei.
Jordan si tolse la felpa con il
cappuccio e la buttò sul pavimento di linoleum, infiammando il petto e
camminando tranquillo verso la scaletta alla sinistra del palcoscenico.
Kate la fissò sorridendo. «Bene, vediamo
come te la cavi con un branco intero.» Scrocchiò il collo e i suoi lineamenti
si deformarono. La pelle del viso divenne scura e comparvero delle macchioline
sulla fronte, sul mento e sulle guance. Le orecchie si allungarono, zanne
spuntarono dalle gengive e gli occhi si assottigliarono, colorando le iridi di
verde. Ruggì con furia e dalle dita crebbero degli artigli scuri. Con un balzo
superò la fila di poltroncine e atterrò a pochi passi dal palco.
Per una manciata di secondi, Betty sentì
il fiato bloccarsi nella gola. Poi respirò e riconobbe l’ovvietà di quella
trasformazione. «Ti ispiri al personaggio di Kate Argent di Teen Wolf, è scontato tu sia un giaguaro
mannaro.» Non menzionò ciò che davvero la spaventava. Con quei tre pronti a
saltarle addosso, non poteva bloccare il canto di Chas e di conseguenza
liberare i suoi compagni. Non sapeva come agire.
La musica della canzone rallentò e poi
andò in loop, come un disco guasto.
Chas sbatté le palpebre confusa.
Betty osservò un fumo violaceo vorticare
nel centro dello spazio tra le file di poltroncine ai lati dell’auditorium.
Sapeva cosa annunciava. Un imprevisto, in questo caso, provvidenziale.
«Ora ci sarà da divertirsi» disse, cogliendo
di sorpresa i membri del branco.
Il fumo si disperse e una figura
femminile comparve con le braccia incrociate sul top viola.
Dana la demone camminò decisa nella
striscia di pavimento. «Dobbiamo sistemare questa faccenda. Subito!»
Continua…?
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