Il Gioco del Branco 13: Il Nemico del mio Nemico è mio Nemico (1° parte)
Sapeva che la sua iniziativa con Jordan
Guiterrez non era andata a buon fine, ma questa volta Betty era sicura del suo
ascendente sui gemelli e avvicinarli da sola poteva avere più effetto. Almeno
su uno di loro.
«È un tentativo inutile e tanto saremo
tutti qui e in parecchi» commentò Donovan.
Insieme a Billy, Zec e Michelle erano
all’interno dell’auditorium in attesa dell’arrivo della professoressa Noxon.
Una delle poche certezze nel loro ritorno a scuola era di far parte del club di
teatro, come l’anno precedente. La scarsa adesione di nuovi membri aveva fatto
si che la professoressa non lasciasse scappare nessuno di quelli già acquisiti.
«E non siamo neanche certi che loro due
siano ancora del club, alla prima riunione non si sono visti» disse Michelle.
Zec piegò la seduta di una poltroncina e
si accomodò. «Hanno bisogno di crediti extra come tutti noi, non mancheranno
questa volta.»
Betty controllò l’orologio al polso,
restavano ancora una decina di minuti prima dell’inizio ufficiale della
riunione. Poi scrutò tra i vari ragazzi seduti cercando i gemelli e vide Chas
Chain in prima fila. Il suo atteggiamento da diva non si era smorzato neanche
un po’ e sperò di non doverci avere a che fare direttamente.
«Non mi hai risposto» la pungolò Donovan,
in piedi di fronte a lei.
«Ne abbiamo già parlato, Kenny è stata
l’unica persona oltre ai miei genitori a venirmi a trovare al Reicdleyen questa
estate» rispose lei. «Anche se era interessato alla Falce.»
Donovan incrociò le braccia sul petto.
«Un motivo in più perché ci sia io con te.» Incrociò il suo sguardo indispettito
e aggiunse. «O uno degli altri. Oppure, meglio ancora tutti e cinque insieme.»
Betty non replicò. Quella di Donovan era
pura e semplice gelosia. Intrigante e anche piacevole per il suo ego, ma fuori
luogo e inutile. Aveva notato anche lei una certa attenzione di Kenny nei suoi
confronti già l’anno scorso, ma non ci aveva mai dato peso e nemmeno le
interessava. Però poteva essere il suo vantaggio per convincerlo a rivelare
quello di cui era a conoscenza.
«Secondo me non tenente conto di un
particolare fondamentale» intervenne Billy. «Avremo il tempo e l’occasione di
restare soli con loro? E intendo uno qualunque di noi. La Noxon avrà deciso lo
spettacolo da mettere in scena quest’anno e, tralasciando il fatto che per
quanto in numero ridotto siamo comunque fin troppi qui dentro per parlare in
privato con chiunque altro, ci affibbierà dei compiti e non è detto ci
ritroveremo a lavorare insieme.»
Betty si raddrizzò gli occhiali sul
volto. «Giusto…» presa dal dover convincere il suo fidanzato a non doversi
preoccupare di schermaglie amorose, aveva ignorato un vero ostacolo. Non le
restava che arrendersi. «Facciamo un piccolo cambiamento del piano. Io rimango
la prima scelta per convincerli, ma se chiunque di noi ha l’occasione di
ritrovarsi con uno di loro due, provi a carpire delle informazioni. Ma senza
essere aggressivi.»
«E come affrontiamo l’argomento?»
domandò Michelle nel panico. «Dobbiamo parlare anche dei sospetti su Kate e dei
continui messaggi di S? O se dicono di non sapere niente, ma non è vero? Come
faccio a capire se mentono?»
Betty non riuscì a rispondere a mezza
domanda. La professoressa Noxon entrò a passo spedito nell’auditorium,
sbattendo i tacchi delle scarpe sul linoleum del pavimento e facendo
esplicativi segni a tutti di sedersi, mentre procedeva sul palco.
Billy e Michelle presero posto nelle
poltroncine della fila di Zec, mentre Donovan tirò Betty per un braccio,
spingendola a sedersi con lui dietro i tre compagni. Solo in quell’attimo
intravide Kerry e Kenny Wood fare capolino dalla porta e sistemarsi nell’ultima
fila del lato opposto al loro.
«Silenzio! Silenzio!» ordinò la Noxon sventolando
i fogli che teneva nella mano destra. «Come succede ai grandi artisti, abbiamo
tanto di cui occuparci e poco tempo per farlo. L’impegno di quest’anno è
maggiore, ma confido farete tutti del vostro meglio per dare il massimo e
portare la messa in scena a buon fine. Soprattutto dopo il disastro della prima
dell’anno scorso.»
Betty si strinse nel sedile e controllò
di non avere gli occhi degli atri ragazzi puntati sul suo gruppo. Fatti
considerati inspiegabili, ma legati al soprannaturale avevano reso deludente il
risultato ottenuto dalla rappresentazione di Romeo e Giulietta a cui faceva riferimento la professoressa e dato
il modo in cui ancora se la prendevano tutti con loro per quelle ragioni, il
suo timore non era infondato.
«Come nostra seconda prova ufficiale
affronteremo un genere teatrale esaltante: il musical» proseguì la Noxon,
allargando le braccia quasi a volerle estendere all’intero palcoscenico. «Ci
sono molti titoli interessanti e realizzabili con il nostro scarso budget, ma
per evitare fastidiose interferenze del consiglio dei genitori, ho deciso per
“Tutti insieme appassionatamente”.»
Diverse reazioni tra l’annoiato e il
divertito si levarono dal pubblico di ragazzi seduti ad ascoltare la donna. Dal
canto suo, Betty era soddisfatta di quella scelta, perlomeno ci sarebbero state
più possibilità di avere un ruolo e recitare con tutti i suoi amici.
«Silenzio!» ribadì la professoressa
Noxon. «La mia decisione è insindacabile, come sapete. Oggi ci occuperemo di
esaminare tra i materiali già in nostro possesso quelli riutilizzabili e
stilare la lista di quello che manca. E cominceremo anche una parte dei provini,
devo accertarmi delle vostre capacità canore. Venite dietro le quinte e
stabilirò dei gruppi per ogni mansione.»
Betty si alzò in piedi, imitata da tutti
i presenti e lo smartphone nella tasca dei jeans vibrò insistente. Temeva di
sapere cosa l’aspettasse e una volta sbloccato e portato lo schermo all’altezza
degli occhi, seppe di avere ragione.
Un nuovo messaggio da parte di S.
“Il
vostro gruppo è già al completo Freaks, non potete aggiungere membri. Cercate
di coinvolgere nuovi alleati e sarà caccia aperta. S.”
Con il telefono in mano, Donovan le
chiese: «Cosa significa?»
Betty guardò il volto degli altri tre
compagni, girati verso di lei e a loro volta con i cellulari in vista raggiunti
dal messaggio. «Si riferisce ai gemelli Wood. Non vuole che parliamo con Kenny
e Kerry.»
Mentre spostava i vari abiti dalle
grucce e li stendeva sul tavolo della sala costumi, ricavata nel retro
dell’auditorium, Betty non riusciva a darsi pace.
Non si spiegava come fosse riuscita la
misteriosa persona che si nascondeva dietro la lettera S a venire a conoscenza
delle loro intenzioni e prevenirle. Oltretutto, nel gruppo formato dalla
professoressa Noxon, si era ritrovata senza i suoi amici fidati, ma proprio con
i gemelli. E non poteva agire, perché prima di separarsi dagli altri avevano
deciso tassativamente di non correre rischi e assecondare le richieste dello
stalker.
«È così frustrante» sussurrò a mezza
voce.
«Non è poi così male.» Kenny era entrato
alle sue spalle, spingendo un appendiabiti stender con le rotelle. «Hai fatto
un ottimo lavoro con i costumi di “Romeo e Giulietta” è naturale che la Noxon
ti abbia scelto per selezionare quali abiti tenere.»
Betty annuì sorridendo. Kenny era
gentile e contro ogni logica del buonsenso, questo aumentava il suo desiderio
di portare avanti la sua indagine su Elliott e la Falce. Dopotutto non si
poteva definire una ricerca di alleati come l’aveva chiamata S.
«Se ti preoccupa di non ottenere un
ruolo sul palco, non ci pensare, i provini sono appena iniziati» continuò il
ragazzo dalla pelle scura.
«In realtà ho altri pensieri per la
testa» rivelò. «Il tuo potere da mezza Cacciatrice non ti ha mostrato nulla di
recente?»
Kenny si irrigidì. «Non dovremmo
parlarne.»
«Perché? Qualcuno ti ha minacciato?»
«No, ma non siamo dalla stessa parte.»
Betty abbandonò il tavolo. «Per quale
motivo? Dopo aver visto che resuscitare vostro padre può riportarlo in vita
come zombie, pensavo non ci fosse nulla di diverso in ciò che facciamo.»
«Voi continuate a supportare Billy e lui
è parte del problema. Fin quando era catatonico e rinchiuso al Reicdleyen non
si sono verificati più incidenti soprannaturali. Da quando siete usciti tutto è
ricominciato.»
«Se hai avuto sogni rivelatori, sai che
non è colpa di Billy.»
Kenny divenne serio. «Il licantropo, il
professore deformato decapitato, sono comunque manifestazioni da Bocca
dell’Inferno e il principale responsabile è Elliott Summerson, la vera identità
di Billy.»
«No, cioè sì, quello che dici è vero, ma
c’è qualcun altro che sta manipolando le energie psichiche. Sei stato tu a mettermi al corrente della
scomparsa di Elliott e della Falce. Siamo quasi certi che qualcuno li ha
trovati e li sta sfruttando in modo pericoloso.» Betty gli prese le mani nelle
sue. «Per favore, aiutami a rintracciare sia il corpo di Elliott che l’arma.
Chiunque sia ci ha presi di mira e non possiamo difenderci. Non è un lotta ad
armi pari.»
«Ti riferisci alla notte di Halloween?
Ho visto cosa ti è capitato.» Kenny abbassò lo sguardo. «Mi dispiace.»
«Aiutami» insistette Betty. «Basta che
mi racconti quello che sai.»
Kenny tornò a fissarla. La sua
espressione era incerta.
«Non ha niente da dirti.» Kerry comparve
sull’uscio della sala costumi con le mani sui fianchi. «Non sappiamo niente di
diverso da voi.»
Betty allontanò le mani dal ragazzo e
lui arretrò verso la sorella.
«Però avete avuto più tempo di noi per
cercare Elliott e la Falce e vi sarete fatti un’idea di come possano essere
svaniti nel nulla dall’ospedale» replicò decisa.
Kerry scosse la testa. «Non sono affari
tuoi e non condividerei mai delle scoperte con te, o il tuo gruppo, ma non
sappiamo nulla. Te l’ho già detto.» Afferrò il fratello per un braccio e disse:
«Andiamo a prendere gli scatoloni.»
«Aspettate. Puoi non condividere le
nostre idee su Billy, ma il pericolo attuale riguarda anche voi» continuò Betty
senza arrendersi. «Sapete di Halloween, ma c’è qualcos’altro di sospetto. Da
quando siamo rientrati a scuola, abbiamo ritrovato qui un membro del personale
dell’istituto. Gestisce l’infermeria del liceo, una strana coincidenza.»
«Ti riferisci all’infermiera Kate
Silver?» domandò Kenny.
«Proprio lei, sta riunendo dei ragazzi
per formare un suo branco. Aiden Cheung e Jordan Guiterrez ne fanno già parte.
E in qualche modo riesce a gestire la metamorfosi in licantropo di Aiden.»
Kerry piegò la testa di lato. «E in che
modo questo è un pericolo per noi?»
«Da alcune settimane riceviamo messaggi
minacciosi da una persona non identificata che si firma solamente S, dimostra
di sapere cose di cui non abbiamo parlato con nessuno e quello che scrive poi
si realizza in maniera soprannaturale. Mi ha dato i poteri dell’intangibilità,
una prova che può alterare la realtà a sua scelta, come ha fatto Kate Silver.
Potrebbero essere collegate e non sappiamo chi altro intendono coinvolgere e in
che modo.»
Kenny guardò preoccupato la sorella.
«Forse dovremmo valutare una tregua.»
«No, la situazione non cambia» rispose
Kerry seria. «Queste sono solo conseguenze inaspettate, ma sappiamo chi è
l’origine del problema e ce ne occuperemo da soli.»
«Perché ti ostini a non darmi retta?»
sbottò Betty irritata. «Se collaborassimo avremmo più possib…»
«La volete smettere di perdere tempo.»
Chas si presentò dietro i gemelli, reggendo uno scatolone vuoto. «Abbiamo un
sacco di costumi da portare alla professoressa Noxon e voi chiacchierate dei
fatti vostri. Non posso fare tutto solo io.»
Kerry strinse il braccio del gemello e
lasciarono la sala costumi insieme.
Betty li guardò andare via sconsolata.
Chas fece cadere lo scatolone sul
pavimento. «Hai sentito quello che ho appena detto? Datti una svegliata.
Abbiamo uno spettacolo da preparare.»
Betty si morse il labbro inferiore.
Avrebbe voluto urlarle contro, ma non sarebbe servito. Il suo essere odiosa non
era la vera ragione della sua rabbia, lo era l’atteggiamento dei gemelli. Andò
verso il tavolo e afferrò i vestiti, cacciandoli alla rinfusa nello scatolone.
Sapeva riconoscere una sconfitta.
«Non posso credere che l’hai fatto
veramente» l’aggredì Donovan. «È stato da stupidi.»
Betty lo squadrò indignata. «Ehi, non è
il caso di offendere.»
«Non l’ho fatto.»
«E comunque ha ragione» intervenne
Billy. «Parlando con i gemelli Wood hai fatto il gioco di S.»
Betty si guardò intorno nel cortile
anteriore della scuola. Non poteva contare sul supporto di Michelle e Zec
perché erano bloccati dentro con le audizioni e forse, anche se presenti, non
le avrebbero nemmeno dato man forte.
«Eravamo d’accordo di non fare niente»
riprese Donovan. «Era una decisione di gruppo.»
«Cosa vuoi che ti dica? Ho agito
d’impulso. Ho sbagliato» ammise controvoglia. «Kerry e Kenny erano lì con me e
sapevano cosa era successo fino a oggi… mi sono illusa di riuscire a
convincerli e avere un vantaggio.»
Donovan storse il naso. «Ti interessava
avere Kenny dalla tua parte. Sei ancora convinta non sia un opportunista? Gli
interessi, ma il potere sulla Bocca dell’Inferno gli interessa di più.»
«Sei fuori strada su tutto» rispose
Betty. «E ammetti di essere solo infastidito dalla sua cotta per me.»
«Non cambiare discorso.»
«Lo hai fatto tu per primo.»
Billy si mise tra loro sfiorando le loro
magliette. «Ragazzi, guardate laggiù.»
Un uomo con la divisa blu della polizia
avanzava a passo veloce nella loro direzione.
Betty lo riconobbe, era lo stesso
poliziotto che aveva seguito le indagini dopo l’attacco dei vampiri allo
spettacolo e l’alterazione della scuola in un misto di inferni.
L’uomo estrasse la pisola dalla fondina
e la puntò contro loro tre.
Con sguardo pieno d’odio, ordinò:
«Alzate le mani e non fate mosse avventate.»
Continua…?
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