Il
Gioco del Branco 8: Chi è quella Ragazza?
Billy udì le grida prima ancora di suonare il campanello della casa di Michelle. Qualsiasi cosa stesse avvenendo all’interno, lei e Betty non erano di buon umore. Prese coraggio e spinse il pulsante con l’indice destro.
La porta si spalancò quasi subito e
trovò Zec ad accoglierlo.
«Meno male che sei qui» disse e lo baciò
sulle labbra.
Billy entrò e chiese: «Cosa succede?»
«Stanno litigando da mezz’ora sul
comando e il territorio.»
Lo guardò inarcando un sopracciglio.
Zec lo prese per mano. «È meglio se lo
vedi.»
Su sua richiesta si erano radunati di
sabato mattina per una ennesima riunione strategica dopo mesi. Non era un buon
segno che la situazione fosse già degenerata prima di cominciare.
Salirono le scale che portavano al piano
superiore e le voci si fecero sempre più forti,
diventando un confuso sovrastarsi di accuse quando si fermarono
all’ingresso della camera di Michelle.
Vedendolo, Donovan balzò in piedi dal
letto. «Finalmente sei arrivato» gli andò incontro e si posizionò dietro di
lui. «Devi intervenire tu, o non la smetteranno più.»
Ancora confuso, Billy disse: «Con calma,
mi spiegate perché state urlando?»
«Betty vuole fare tutto a modo suo e non
mi ascolta» fece Michelle, girandosi verso di lui.
«Non è vero. È lei che non accetta il
fatto che so organizzare meglio gli indizi sulla lavagna» rispose l’altra,
indicando l’ampia bacheca rettangolare
di plastica dietro di sé, fissata alla parete tra la porta e la scrivania. «Ed
è stata una mia idea usare questo metodo per fare il punto della situazione.»
«Ma sono io che ne avevo già una e vi ho offerto di venire qui per la
riunione» ribatté Michelle, imbronciata. «Vuoi sempre comandare, ma come
padrona di casa ho più diritto di te a decidere cosa scrivere.»
Donovan sospirò rumorosamente.
«Rimpiango i vecchi schemi fatti al computer.»
Billy si fece avanti nella stanza. «Per
prima cosa datevi una calmata tutte e due. Vi si sentiva fin da fuori. Non
stiamo facendo una gara, collaboriamo tutti come abbiamo fatto altre volte per
mettere insieme i pezzi di questi casini soprannaturali. Non esiste un
“capogruppo” o qualcuno superiore agli altri.» Osservò le amiche e nessuna
delle due sembrava voler ribattere. Si posizionò quindi davanti alla lavagna e
la ispezionò.
Oltre al fatto che nomi, luoghi e date
erano scritti in modo confuso e approssimativo, adottare uno stile da FBI gli
sembrò una scelta un po’ eccessiva per riepilogare ciò che sapevano, o meglio
tutto quello che ignoravano, sugli ultimi avvenimenti. Tenne comunque quella
conclusione per sé.
«Ricominciamo da capo» disse e prese
dalla mensola in basso il batuffolo in spugna, sfregò sull’inchiostro nero,
cancellando ogni lettera e numero, ripulendo la superficie.
«Ehi! Dovevi consultarci prima di
togliere tutto» replicò Betty con una punta di irritazione.
Michelle annuì. «Hai appena detto che
non comanda nessuno.»
Donovan sorrise. «Almeno su questo siete
d’accordo.»
«Ripensate a quello che vi ho raccontato
ieri dopo che ho lasciato la palestra» rispose Billy. «Se riflettete, sarete
d’accordo che c’è un punto indiscusso da cui partire. Anzi una persona.»
Un istante dopo, la risposta arrivò
all’unisono da tutti loro.
«Kate.»
Billy prese il pennarello nero e lo
porse a Zec. «Vieni a scrivere il suo nome.»
«Perché lui?» domandò Michelle.
«Ha la calligrafia migliore» replicò
Betty. Si sedette sul bordo del letto per guardare bene la lavagna. «Mettilo in
alto, al centro.»
Zec eseguì, afferrò il pennarello e
scrisse in stampatello maiuscolo KATE.
Donovan prese posto accanto a Betty.
«Sotto scrivi Reicdleyen.»
«E infermeria scuola» aggiunse Michelle,
accomodandosi sulla sedia da scrivania, avvicinandola al letto.
Zec scrisse, separando i due luoghi con
una sbarra.
In piedi vicino al bordo sinistro della
lavagna, Billy osservò soddisfatto il gruppo di amici rinsavito e concentrato.
«Prima di continuare, cercate di ricordare bene, qualcuno di voi ha
l’impressione di averla vista prima del nostro soggiorno nell’istituto
psichiatrico?»
Non ci volle molto perché tutti
scuotessero la testa in segno di dissenso.
Zec chiuse il pennarello con il tappo.
«In qualche modo è riuscita a farsi assumere a scuola da quest’anno.
L’infermiera Pratt è sempre stata la responsabile dell’infermeria e non era
così vecchia da andare in pensione.»
«Quel che è peggio è la sua presenza al
Reicdleyen. Non siamo neanche sicuri sia davvero un’infermiera» rispose Betty.
«Forse non ne ha bisogno» ipotizzò
Donovan. «Tenendo conto delle emissioni di Elliott da Bocca dell’Inferno le
basta pensarlo per diventarlo.»
«E questo ci porta a un altro problema
urgente» fece Zec. Riaprì il pennarello e scrisse sulla parte sinistra e alta
della lavagna: DOVE È ELLOTT SUMMERSON? «Kenny ha detto che è scomparso, ma
l’influsso del suo potere non è del tutto svanito.»
Billy si grattò il mento, pensieroso. «Però
gli avvenimenti paranormali sono ricominciati solo con il nostro rientro a
scuola. Se escludiamo la nostra gita con Dana, ma lei era presente anche prima…»
Betty si alzò in piedi. «E anche con la
comparsa di Kate al liceo. Inoltre, con la sua vera o falsa professione, è
legata anche all’ambiente ospedaliero, l’ultimo luogo in cui è stato visto
Elliott e…», prese dalla mano di Zec il pennarello e scrisse sotto quello
appena segnato da lui: FALCE, «anche la nostra arma più potente, un oggetto di
cui non sappiamo il pieno potenziale, ma che può spiegare come qualcuno possa
manipolare le manifestazioni del potere psichico di Elliott. Svanita con lui.»
«Aspetta, quindi dietro tutto ci sarebbe
questa Kate?» domandò sorpresa Michelle.
«Non è un ipotesi così assurda.
Pensateci: dalla descrizione fatta da Donovan e Billy l’aspetto del licantropo
non sembrava quello tipico visto in Buffy»
rispose Betty. Tracciò quindi una freccia tra quello scritto da lei e Zec e il
nome KATE, terminando con un punto interrogativo. «Potrebbe prendere spunto da
qualcos’altro, una diversa serie tv, o film o altro ancora.»
Donovan batté un pugno sul materasso. «Ha
senso. Anche perché in Buffy non c’è
mai stato un branco di lupi mannari come avversario principale… sorvolando su
quello della possessione delle iene della stagione uno.»
«Ma non si trasformavano letteralmente
in animali» commentò Betty, restituendo il pennarello a Zec.
Billy si rivolse al fidanzato. «Hai due
ultimi nomi da annotare: Aiden Cheung e Jordan Guiterrez.» Osservandolo
scrivere sulla destra della lavagna, continuò: «Sono i primi membri del suo
branco, ma non sappiamo ancora in cosa può trasformarsi Jordan.»
Michelle aggrottò la fronte. «Pensi a
qualcosa di diverso da un lupo mannaro?»
Billy scrollò le spalle. «Tenendo buona
la teoria di Betty, tutto è possibile.»
Rimasero tutti in silenzio ad osservare
quanto riepilogato e Billy concluse non avevano risolto granché.
«Resta comunque la domanda principale a
cui non troviamo una risposta» fece Betty, spostandosi gli occhiali indietro
sul naso. «Kate sembra al centro e all’origine di tutto, ma perché se la sta
prendendo con noi? Qual è la sua ragione per seguirci e creare un branco da
metterci contro?»
Billy camminò fino alla parte opposta
della lavagna. «Abbiamo una sola scelta.» Puntò l’indice destro su un nome.
«Dobbiamo parlare con Jordan e farci raccontare cosa è successo nei mesi che
siamo stati rinchiusi. Con ogni mezzo.»
Continua...?
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