lunedì 2 ottobre 2023

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 43

Il Gioco del Branco 7: Regole per Formare un Branco

                                                                                                          

Billy seguì lo sguardo del compagno e rimase di sasso. Come Donovan pochi istanti prima, riconobbe nella ragazza davanti a loro Kate, l’infermiera del Reicdleyen. Indossava un camice bianco e sotto una maglia chiara e dei jeans, ma i tratti del volto erano inconfondibili.

«Siete voi, Brennon e Cheung?» domandò lei.
«Sì» rispose in automatico Donovan.
«No» replicò Billy. «Cioè, non sono Cheung, lui è… appena uscito. Vado a chiamarlo.» Lanciò una fugace occhiata all’amico e l’altro annuì, intuendo le sue intenzioni.
«Bene» disse Kate. «Fallo attendere fuori, appena finito con Brennon lo farò entrare.»
Billy le passò accanto, ma lei non tradì alcuna emozione. Se li aveva riconosciuti a sua volta, non lo diede a vedere.
Appena fu in corridoio scacciò ogni domanda inerente all’infermiera, prese un respiro e si concentrò. Doveva ricorrere al suo senso del soprannaturale per ritrovare Aiden, sperando di non incontrare vittime come briciole di pane sul suo cammino. Chiuse gli occhi, focalizzò il licantropo nella sua mente e immaginò di fissarlo negli occhi gialli.
Un’immagine gli balenò in mente.
Scaffali pieni di libri. Un lungo bancone.
«La biblioteca» sibilò nel silenzio. Si trovava al lato opposto del piano rispetto all’infermeria, ma muovendosi rapido, realizzò non fosse stato un problema per Aiden raggiungerla in pochi minuti. Ora la sua forma non era più umana. 
Billy corse osservando il pavimento e i muri. Nessuna traccia di sangue e provò sollievo. Si fermò davanti all’alta porta socchiusa, cercò di spiare dalla fessura, ma non intravide nessuna sagoma. La spinse e cigolò. Merda! Imprecò mentalmente, temendo di aver fatto un fracasso nel silenzio. Anche se era stupido: i sensi di Aiden dovevano essere super sviluppati, probabilmente lo aveva già udito arrivare dai passi e percepito dal suo odore.
Entrò nella biblioteca vuota, il responsabile non ancora rientrato dalla pausa pranzo. Sfilò il coltello dalla tasca e si aggirò guardingo tra le librerie.
Oltre al battere del suo cuore e al respiro controllato, non c’erano altri suoni.
Si appoggiò  a uno scaffale e osservò nel campo visivo ristretto dai mobili, scorgendo solo tavoli e sedie disposti in perfetto ordine.
Si chiese se si fosse sbagliato, se il suo senso del soprannaturale non lo avesse tradito.
Il fragore di vetri infranti lo fece sobbalzare.
Corse diritto davanti a sé, si spostò sulla destra e calpestò i frammenti sul pavimento, facendoli scricchiolare. La finestra rotta era l’indizio che Aiden era lì, ed era appena scappato all’esterno.
Guardò fuori, ma non lo individuò in lontananza. Era veloce e silenzioso, come un predatore, però la mancanza di segni di lotta e violenza lo indusse a pensare che non intendeva far del male.
Billy si voltò e decise di sospendere la sua caccia.
 

«Non è possibile» disse Betty incrociando le braccia sul seno. «Vi siete sicuramente sbagliati. Non può essere la stessa infermiera dell’istituto.»

In piedi, in cerchio accanto a lei, insieme agli altri quattro amici davanti all’ingresso del liceo, Billy aveva raccontato l’accaduto e aprì la bocca per ribattere, ma non fece in tempo. 
«Invece è proprio lei! Kate!» esclamò Donovan. «L’abbiamo vista tutti e due.»
«Ok, non ti arrabbiare.» Betty alzò le mani in segno di resa. «Ma cosa ci fa qui a scuola?»
«Direi che è un problema che può aspettare» intervenne Michelle. Frugando nello zaino in cerca di qualcosa da sgranocchiare, aggiunse: «Mi preoccuperei di più della faccenda del licantropo.»
Zec annuì. «È più nello stile delle stranezze da Bocca dell’Inferno a cui siamo abituati. E più pericoloso.»
Billy si grattò la nuca. «Non ne sono così sicuro. Quando sono arrivato per aiutare Donovan, Aiden sembrava spaesato, non violento. Quasi non si aspettasse quel mutamento.»
«In ogni caso è meglio dividerci e cominciare a cercarlo» rispose Betty.
«No, andate a casa» fece Billy e vide l’incredulità sul volto dei compagni. «Per oggi le lezioni sono finite, non sono rimasti in molti e comunque non credo Aiden voglia attaccare. È stata una settimana difficile, è meglio non dare troppo nell’occhio. Farò un giro di ricognizione da solo.»
«E se non lo trovi?» domandò Michelle, aprendo un pacchetto di patatine.
Billy scrollò le spalle. «Rimanderemo il problema a lunedì. Non può non presentarsi mai più a scuola.»
Zec lo osservò pensieroso. «E se invece comparisse con intenzioni selvagge?»
Lui gli sorrise. «Vi chiamerò all’istante e la Scooby Gang andrà all’attacco.»
I quattro si scambiarono occhiate incerte.
«Tranquilli, so gestire la situazione da solo» disse Billy. Poi si avvicinò a Zec lo baciò sulle labbra e lo salutò.
Betty sospirò. «Come vuoi.» Agitò la mano destra in segno di saluto.
Li osservò allontanarsi verso il cancello, camminando tutti e quattro affiancati, finché non rimase da solo nel cortile d’ingresso.
Nel silenzio tentò di nuovo di rintracciare Aiden con il suo senso soprannaturale. Abbassò le palpebre. Inspirò dal naso ed espirò dalla bocca tre volte. Focalizzò nella mente l’immagine del lupo mannaro, concentrandosi sulla sensazione che gli aveva suscitato quando lo aveva avuto davanti.
Aprì gli occhi e disse: «La palestra.»
Girò a sinistra e percorso il lato lungo dell’edificio fin quasi al fondo, trovò le porte antipanico. Spinse in basso il maniglione ed entrò nel locale, richiudendo con cura senza fare rumore.
«Forza, puoi farti vedere. Non ti faremo del male.»
La voce femminile lo colse alla sprovvista e Billy si riparò dietro al primo blocco di gradinate poco distante da lui. Trattenne il respiro e sbirciò dal suo nascondiglio.
Kate era in piedi in posizione rilassata davanti all’ingresso della palestra; al suo fianco c’era Jordan Guiterrez.
Cosa ci fa lui qui? Si domandò Billy, con il timore di essere stato scoperto.
Kate si schiarì la gola. «Posso aiutarti, Aiden.»
Qualche secondo dopo, Aiden sgusciò fuori da dietro il muro per arrampicata, sistemato al lato destro dello stanzone. Si mosse lentamente a quattro zampe, ancora bloccato nella sua forma di lupo mannaro.
Osservando la scena circospetto, Billy sperò non rilevasse il suo odore.
Con voce roca, Aiden chiese: «Come sapevate che ero qui?»
«È merito di Kate» rispose Jordan. «Può insegnarti a controllarti.»
Ancora una volta Billy rimase spiazzato. La sicurezza con cui parlava dava l’idea che conoscesse bene l’infermiera, parecchio nel profondo, e quella non fosse una situazione del tutto nuova per lui.
Aiden si bloccò a un paio di passi da loro.
Kate si avvicinò e gli posò la mano sinistra sulla spalla. «Calmati, fai ampi respiri. Puoi rilassarti.»
Con movimenti incerti, il ragazzo si alzò in posizione eretta e il suo aspetto mutò. I ciuffi di pelo svanirono, le orecchie si accorciarono e zanne e artigli si ritrassero, tornando denti e unghie umane.
Le iridi gialle degli occhi si ritinsero del nero naturale.
Aiden si osservò e poi guardò lei. «Come ci sei riuscita?»
«Lo abbiamo fatto insieme» replicò lei sorridendo. «Come ti ha detto Jordan, posso insegnarti a cambiare forma a tuo piacimento.»
«Non voglio essere così, non voglio essere un mostro» le rispose.
Jordan si fece avanti. «È una parte di te, un dono che Kate ti ha aiutato a far emergere. È la tua arma, non qualcosa che devi temere.»
Aiden lo guardò confuso.
Continuando a spiarli, Billy si sentì come lui. L’ultima volta che aveva avuto a che fare con Jordan, aveva trasformato il liceo in un inferno a scelta multipla per ogni studente, per la rabbia e l’angoscia di dover trascorrere lì un altro anno da ripetente. Adesso era diverso, come se avesse trovato il modo di ribaltare quella pena a suo vantaggio.
«Credo che Aiden abbia ancora bisogno di un po’ di tempo prima di comprendere il potenziale di questo cambiamento» intervenne Kate. «Però c’è una decisione che non può rimandare.»
Aiden spostò lo sguardo su di lei. «Quale?»
«Avrai sentito delle voci sulle stranezze che accadono a scuola e su chi è sempre coinvolto» continuò Kate. «Se resterai da solo, sarai in pericolo.»
Aiden strabuzzò i sottili occhi a mandorla. «Stai parlando di Donovan, Billy e il loro gruppo? Li ho affrontati oggi, non hanno niente di minaccioso.»
Jordan scosse la testa. «Sono più di quello che sembrano. Credimi, prima o poi ti daranno la caccia.»
Billy represse l’impulso di uscire allo scoperto e insultarlo. Aveva fatto di tutto per metterlo in salvo nonostante il caos che aveva combinato e lo ringraziava accusandoli.
Kate si fece seria. «Ha ragione, per loro sei una minaccia ora che hai il potere. Per cui ti offro l’opportunità di unirti a noi, diventa parte del branco.»      
«So difendermi da solo» ribadì Aiden.
«Non parliamo di litigi tra adolescenti, gruppi rivali o bullismo. Ci sono in gioco forze complesse, alcuni le definiscono infernali, il punto è che da adesso sei parte di questa lotta soprannaturale» spiegò Kate. «Se ti unirai a noi, non ti bloccheremo, non dovrai più fingere di essere qualcuno che non vuoi. Nessuno ti comanderà, o obbligherà a rinunciare a questo potere.»
«E cosa volete in cambio?»
«Per ora basta che accetti il mio invito» fece Kate.
Aiden la scrutò per qualche istante e lanciò una fugace occhiata anche a Jordan. Poi disse: «Va bene, entro nel vostro branco.»
La ragazza gli passò un braccio intorno alle spalle. «Bene. Andiamo da un’altra parte a discutere dei dettagli.» Spostò quindi il peso del corpo sulla gamba sinistra e girò di tre quarti il viso. I suoi occhi puntarono proprio nella direzione del blocco di gradinate, quasi sospettasse la presenza di uno spettatore.
Billy si ritrasse, come se quello sguardo lo avesse bruciato in pieno petto. Ebbe la spiacevole sensazione che Kate non lo avesse visto, ma percepito. Intimorito, si mosse quatto verso l’uscita di sicurezza e accompagnando la porta dietro di sé, si dileguò, convinto che la campagna di reclutamento per il suo branco era appena iniziata.

 

Continua…?

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