lunedì 19 luglio 2021

Darklight Children - Capitolo 112

 

CAPITOLO 112
Verso la salvezza
 
 
 
Il rombo del crollo della parte finale del soffitto li raggiunse a metà corridoio.
«Forza! Più veloci» li esortò Patrick.
Le radici e le spine sotto i loro piedi avvizzivano mano a mano che procedevano, diventando cenere grigia che sporcava il pavimento. Lo stesso accadeva agli aculei che spuntavano dal soffitto, pieno di crepe e pericolante.
«Dovremmo essere vicini a Sabrina e Yuri» disse Leonardo con il fiatone.
Davanti a loro sbucarono una coppia di demoni, simili alla trasformazione avvenuta a Jonathan ed Erica. I due erano come animali impazziti, ringhiavano e latravano incapaci di sopportare il dolore incomprensibile che li invadeva dall’interno. Poi, notandoli, si lanciarono senza riflettere contro.
Hans si portò le dita alla tempia sinistra e i due caddero sulla schiena, li storditi da una raffica psichica.« Come temevamo, DiKann deve aver trasformato gli altri ragazzi in demoni.» Guardò ancora gli avversari stesi a terra e aggiunse: «Dobbiamo raggiungere i vostri compagni. Devo aiutare mia figlia.»
Riprendendo la corsa, incontrarono sulla loro strada i resti di corpi di altri ragazzi. Si accorsero che erano di forma umana e non demoniaca, segno che dovevano essere stati aggrediti e uccisi per essere in qualche modo scampati alla trasformazione.
«Cos’è questa puzza?» domandò all’improvviso Sara.
Più si avvicinavano alla fine del corridoio, più diventava insistente il tanfo di carne marcia bruciata. Ben presto, all’odore poterono associare la vista di corpi carbonizzati e fiamme che terminavano lentamente di bruciare.
«A quanto pare Yuri ci è andato giù pesante» disse Davide.
«Lui e Sabrina hanno combattuto senza risparmiarsi» constatò Patrick.
Leonardo si guardò in giro con apprensione. «Dove sono ora?»
Hans passò in testa al gruppo e avanzò con cautela. Mancava un ultimo tratto da percorrere dopodiché si sarebbero trovati di fronte alle porte verdi che anticipavano l’ascensore. Proseguì a denti stretti. Dei due ragazzi non c’era traccia. Solo spine e aculei bruciacchiati, qualche cadavere incenerito di demone e poi le porte divelte dalla parete e accartocciate sul pavimento.
Una delle due porte tremò. Tutti e cinque trattennero il respiro. Il rettangolo verde piegato si mosse ancora e balzò di colpo verso l’alto, fermandosi a metà.
Da sotto, sbucò la testa bionda di Sabrina. «Presto Yuri, non so quanto resisterò.»  In ginocchio, la tratteneva telecineticamente a qualche metro sopra loro due.
Il ragazzo sgusciò dal suo fianco e poi attirò la fidanzata verso di sé. «Lasciala cadere. Siamo al sicuro.»  
Si rialzarono e incrociarono lo sguardo dei cinque amici e il residuo di porta colpì il pavimento con un tonfo.
«Sabrina» mormorò Hans buttando fuori l’aria trattenuta nel petto.
Sara e Leonardo lo superarono e corsero incontro ai due. 
«State bene?» domandò Leonardo, scrutandoli velocemente.
«È tutto a posto» rispose Sabrina, sospirando con sollievo.
«Quando i demoni hanno cominciato a diventare incontrollabili, abbiamo usato la porta come scudo» raccontò Yuri. «Nascosti lì sotto non sono riusciti a prenderci e ci hanno ignorato.»
«Questo vuol dire che sono in superficie» notò Sara.
Una nuova scossa fece tremare il sotterraneo. Le pareti si ricoprirono di crepe e il soffitto crollò in alcuni punti intorno a loro.
«Dovremmo muoverci a salire anche noi» disse Davide.
«Ha ragione. Qui sta per distruggersi tutto» ricordò Patrick. «Dobbiamo risalire e uscire dal C.E.N.T.R.O. »
«Avete battuto DiKann?» domandò Sabrina.
Hans sorrise alla figlia. «Sì, ma i particolari teniamoli per quando saremo in salvo.» Si fece avanti per esaminare l’ingresso dell’ascensore. Nella tromba riecheggiarono versi spaventosi, il muro e i meccanismi erano stati compromessi. «L’ascensore è inutilizzabile e non possiamo tornare indietro e risalire da dove siamo scesi.»
«Non è un problema» fece Sara, prendendo con la mano sinistra la destra del fratello e porgendo l’altra a Patrick.
«Ci pensiamo noi con il teletrasporto» continuò Leonardo, afferrando la mano di Sabrina.
Davide avvolse con forza le braccia intorno al petto di Leonardo. «Ce la farete a portarci tutti con voi?»
«Sarà un bello sforzo, siamo in molti» constatò Yuri, stringendo la mano libera della fidanzata.
«Inoltre non sapremo cosa troveremo lassù» aggiunse Hans, avvolgendo il braccio intorno a quello di Patrick.
Sara e Leonardo si scambiarono uno sguardo d’intesa.
«Non preoccupatevi» rispose lei.
Lui fece l’occhiolino. «Il nostro potere è abbastanza forte.»
Chiusero gli occhi e mentre un raggio di luce bianca attraversava come un fulmine il corridoio dietro di loro, uno più tenue li avvolse, insieme al resto dei compagni e con una folata di vento li teletrasportò al piano superiore.
 
Il ristretto spazio della sala d’ingresso del C.E.N.T.R.O. era sovraffollato.
Dalle porte ormai distrutte dell’ascensore erano emersi una nidiata di demoni. Furiosi e incontrollabili si scontrarono contro la prima difesa allestita da Naoko. Alcuni superarono le barriere erette dai Proiettori Psichici e nonostante l’intervento tempestivo dei Manipolatori Psichici, le vittime non mancarono.
Clara li osservò dalle retrovie, in quanto umana era impotente contro quei mostri e potè solo meditare sull’aver mandato a morte certa alcuni di loro.
Dalla parte opposta, Kaspar guidò la controffensiva verso le piante demoniache che si stavano diffondendo in lungo e in largo nel perimetro della sala.
Ai giovani ragazzi del gruppo dei Comunicatori Psichici si affiancarono i loro alleati animali: gatti, cornacchie, pipistrelli, vespe e ratti. Rosicchiavano, mordevano, graffiavano e pungevano radici e fiori carnivori, ma a loro volta venivano stritolati e divorati.
Non resisteremo ancora per molto disse Scintilla, arretrando dietro le gambe di Naoko.
Cosa possiamo fare? domandò la ragazza.
Niente rispose laconico Ombra, arruffando il pelo scuro.
I Generatori Psichici lanciarono scariche elettriche e crearono ondate di gelo e ghiaccio per distruggere le piante, ma nuove ne nacquero in pochi istanti.
Marcus guardò stremato i suoi compagni lottare, raggiunse Naoko e disse: «Forse dovremmo provare a scambiare gli avversari. I demoni si stanno abituando agli attacchi psichici e alle barriere e le piante stanno sviluppando difese contro i nostri tentativi di dis…» si zittì di colpo.
Naoko sollevò la testa e guardò nella direzione che fissava lui.
Inaspettatamente qualcosa spinse i demoni a rotolare per terra in preda a spasmi, mentre perdevano ciuffi di pelo e la loro carne si essiccava intorno agli scheletri. Anche le piante subirono un rallentamento nella loro diffusione e rigenerazione. Quelle già formate e combattive avvizzirono, riducendosi in granelli di cenere grigia.
Nello stesso momento l’edificio ebbe una violenta scossa e si udì sia verso i piani superiori, sia nei sotterranei, il rumore di muri che crollavano.
«Che succede ancora?» chiese Samuele, annullando il vorticare elettrico dalle sue braccia e guardandosi intorno confuso.
«Credo che DiKann sia in svantaggio» rispose Kaspar. Alzò lo sguardo verso il soffitto e notò gli aculei tremare, alcuni si staccarono e piombarono verso il pavimento. Si lanciò istintivamente verso il ragazzino con cui stava parlando e lo spinse via.
Da lontano Naoko osservò la scena.
Cadendo in terra, Samuele fu protetto dal corpo dell’uomo e l’aculeo gli trafisse la schiena.
«No!» urlò il ragazzino. Strisciò al fianco di Kaspar e con gli occhi incrociò il suo sguardo vacuo. «Marcus! Marcus!»
In mezzo al caos che si stava creando, lei e il ragazzo dalla pelle d’ebano corsero da lui. Si accorsero di non poter fare più nulla per Kaspar e tirarono in piedi il compagno.
«Mi dispiace.» Marcus lo strinse a sé con fare protettivo.
«Mi ha salvato» spiegò Samuele in lacrime. «È morto per salvarmi.»
«Faremo in modo che tutti lo sappiano» rispose Marcus.
Naoko gli posò con gentilezza una mano sulla spalla. «Spostiamoci di qui. Altri possono aver bisogno del nostro aiuto.»
Un vento impetuoso e un lampo di luce attirò l’attenzione di tutti i ragazzi ancora con abbastanza forza per resistere all’attacco in via di conclusione. Nel centro della sala apparvero i gemelli e i loro compagni.     
Scrutarono l’ambiente intorno a loro, la battaglia era stata dura e i caduti si contavano in entrambi gli schieramenti. Le conseguenze della disfatta di DiKann si stavano mostrando anche lì e rischiavano di creare il panico nei ragazzi.
Ascoltatemi tutti, senza opporre resistenza. La voce di Hans invase senza preavviso le menti di tutti. Dirigetevi verso le porte senza accalcarvi, in modo ordinato. Se incontrate qualcuno che fa fatica a muoversi, aiutatelo e tutto andrà per il meglio.
Suggestionati dal comando mentale del direttore, i ragazzi e Clara si mossero diligentemente verso la porta, uscirono velocemente ma ordinatamente, mentre la luce bianca che aveva distrutto DiKann si apprestava a diffondersi nell’intero edificio.
Naoko si accostò a Sara. «È andato tutto secondo i piani?»
L’amica annuì.
All’esterno, con la mente libera, i ragazzi rimasero a fissare allibiti l’edificio che si stagliava nella notte. Crepe e voragini ne ricoprivano interamente la struttura, come se fosse quello stesso luogo un guerriero che portava le cicatrici della battaglia contro il demone.
«Ci sarà un’esplosione» disse Clara raggiungendo Hans, circondato dagli Alpha e Patrick. «Bisogna trovare un modo di contenerla, ma i nostri Proiettori Psichici sono stremati.»
«Non tutti» rispose l’uomo fissando Davide.
«Giusto! Grazie a DiKann, nei sotterranei ti sei fatto un pisolino» replicò Sara. «Sei abbastanza riposato per ricorrere ai tuoi poteri.»
«Siete matti? Avete visto quanto è alto quell’edificio?» sbottò Davide. «Non ho mai creato una barriera tanto grande.»
«Non c’è altra scelta» disse Patrick. «Non te lo chiederemmo se non fosse necessario.»
Leonardo si avvicinò «Devi fare almeno un tentativo. Quando senti che è troppo, fermati.»
Davide lesse una supplica nel suo sguardo. «Va bene. Ma se sopravvivo, anzi se sopravviviamo tutti, non te la caverai solo con un bacio.» Si spostò in avanti, a pochi metri dall’ingresso da cui era appena fuggito. Raccolse forze e concentrazione e plasmò la sua barriera.
La coltre grigio opaca scaturì dal terreno e crebbe in altezza fino a coprire il tetto del C.E.N.T.R.O. inserendolo completamente in un parallelepipedo protettivo. Pochi secondi dopo, la luce bianco accecante si sprigionò dalle finestre, infrangendo i vetri, e dalle crepe dei muri. Invase interamente la visuale e la barriera ovattò il rumore di distruzione.
Davide strinse i denti e artigliò l’aria davanti a sé.
«Stai bene?» chiese Leonardo.
«Mmm…» mugugnò Davide. «È…diverso da quando un nemico cerca di colpire… sento come un pizzicore nella testa… come se qualcosa cercasse di scivolarmi addosso…»
La luce si diradò e mentre la polvere copriva le pareti grigie della costruzione mentale del ragazzo, divenne visibile il cadavere dell’istituto. La struttura del C.E.N.T.R.O. era stata divisa in due esatte metà, crollate in cumuli di macerie alla destra e alla sinistra del perimetro e al centro c’era un piccolo cratere fumante, nel punto esatto del  terreno in cui aveva avuto origine la purificazione compiuta da Hebram.
Davide cadde in ginocchio e la sua barriera evaporò. Leonardo si piegò accanto a lui e lo abbracciò. «Ricordati che voglio il mio premio» gli sussurrò con un filo di voce all’orecchio.
Hans guardò il suo lavoro: dopo anni impiegati a dargli forma ora ne rimanevano solo residui di pietra e polvere, però non si sentì deluso. Nonostante tutta la distruzione non vedeva un fallimento.
«Cosa farai?» gli domandò Sabrina. «Come spiegherai tutto questo alle autorità, o a chiunque verrà a farti delle domande?»
«Troverò un modo» rispose Hans tranquillo. «Gli unici testimoni della verità saranno coloro che hanno combattuto per eliminare la minaccia dei demoni.»
«E tutti questi ragazzi? Che ne sarà di loro?» s’informò Yuri.
Clara si fece avanti in modo che tutti potessero sentirla. «Daremo loro una scelta, una vera scelta. Potranno tornare a casa dai loro familiari e provvederemo a fare in modo che ogni ricordo sia ripristinato. Oppure, se vogliono continuare a essere istruiti sui loro poteri e su come difendere il mondo, proveremo a contattare l’Ordine e seguire le loro direttive.»
I ragazzi del C.E.N.T.R.O. si guardarono l’un l’altro e parlottarono indecisi sul da farsi.
«Non preoccupatevi, nessuno vi giudicherà per le vostre decisioni» ribadì Clara. «E se ci sarà qualcuno deciso a unirsi all’Ordine io vi seguirò personalmente e vi garantirò che sarete liberi di tornare alle vostre vite quando lo vorrete.»
Hans posò la mano destra sulla spalla della sua collega. «Chiamerò personalmente l’Ordine e mi assicurerò che rispettino il tuo volere.» Si girò verso i sei mezzo demoni originali. «E domanderò loro se c’è un modo per ripristinare il Sigillo e questa volta in modo che non possa più essere infranto.» 
«Bene, così avremo il tempo per sistemare una questione importante» disse Sara e prendendo Patrick per mano, lo condusse in mezzo alla folla di ragazzi.
Patrick si fermò di fronte a Samuele, in piedi accanto a Marcus. «Tempo fa ti ho fatto una promessa e finalmente ora posso mantenerla.»
Il volto del ragazzino si illuminò con un sorriso.
Patrick sorrise a sua volta. «Sei pronto a tornare a casa?»
 
 
                                                  Continua…

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