CAPITOLO 111
Battaglia
Il gruppo di demoni capeggiato da Erica
e Jonathan rimase a fissare le fiamme danzare davanti a loro. I due capobranco
spostavano irrequieti il peso da una zampa all’altra, muovendo freneticamente
le pupille da destra a sinistra.
«Sembrano confusi» disse Sabrina.
«Sono combattuti» rispose Yuri. «Hanno
paura di bruciarsi, ma muoiono dalla voglia di azzannarci alla gola.»
Sabrina deglutì. «Allora spostiamoci,
andiamo verso il fo…»
«No» ribatté lui. «Il nostro compito è
provare a ritardare la loro salita. Dobbiamo portarlo a termine.» Avvertì
l’impeto dell’adrenalina e riaccese le mani con fuoco nuovo e scoppiettante. «Tieniti
pronta, appena vedi una mossa sospetta, scatenati. Sarà la nostra unica
occasione di non preoccuparci delle conseguenze dei nostri poteri.»
«Ok.» La ragazza si sistemò i capelli
biondi dietro le spalle e serrò i pugni. «Libera. Senza limiti.»
Jonathan indietreggiò di qualche passo
in mezzo al gruppo, prese la rincorsa e saltò sopra la barriera infuocata. Le
fiamme lo sfiorarono sul ventre, procurandogli una bruciatura superficiale e
poi atterrò a pochi centimetri da Yuri.
Lui si buttò sul demone, doveva agire
prima che gli altri lo imitassero. Con una mano strinse il collo bestiale di
Jonathan e aprì l’altro palmo sulla striscia di pelo fumante. Liberò tutto il
fuoco che sentiva ribollirgli dentro. Ripensò a suo figlio, al modo barbarico
in cui lo avevano ucciso, a come la sua vita tranquilla era stata stravolta
nell’ultimo anno, senza che lui potesse averne il controllo. Ora se lo sarebbe
ripreso.
«Muori» gridò e il verso agonizzante del
demone coprì in parte la sua voce. Non ebbe il tempo di mordere o graffiare,
lingue giallo e rosse lo avvolsero e lo consumarono. Yuri allontanò le mani e
lasciò cadere a terra il corpo carbonizzato.
Erica non si fece intimorire. Ripeté le
stesse mosse del compagno e si lanciò oltre il fuoco, su Sabrina.
Aveva appena osservato il suo ragazzo
uccidere quell’essere e la cosa non l’aveva lasciata indifferente.
Sabrina si rese conto di essersi
distratta un momento di troppo quando finì a terra, sotto il peso
dell’avversaria, con le spine che le si conficcavano nella schiena e
arpionavano i suoi lunghi capelli biondo miele. Vide il volto distorto dalla
parte bestiale della demone a una spanna dal suo e l’istinto di sopravvivenza
misto all’odio che provava per lei, la spinsero a reagire.
Senza neanche muovere le mani, si
concentrò sul potere della sua mente e afferrò telecineticamente Erica. Il corpo bestiale fu strappato dal suo e
spinto verso il soffitto pieno di aculei. Uno di questi la trapassò in pieno
petto, lasciandola appesa come un animale pronto per la macellazione.
Sabrina rimase a fissarla e per un
istante provò sollievo.
Yuri le porse una mano, aiutandola a
rimettersi in piedi.
I nuovi demoni li stavano ancora
fissando oltre le fiamme. Gocce del sangue violaceo di Erica caddero su di loro
come pioggia. Poi si udì un ruggito spaventoso e ogni nuovo demone si portò le
mani alla testa e latrò in risposta. Come impazziti iniziarono a saltare uno
dopo l’altro in mezzo alle fiamme, alcuni rimanendoci imprigionati a bruciare,
altri sueprandole con alcune ferite.
Sabrina iniziò ad alzare il braccio
sinistro e allungare in avanti il destro, lanciando indietro con i suoi poteri
tutti quelli che vedeva avvicinarsi. «Che gli prende adesso? E cos’era quel
verso?»
«Devono esserci riusciti» rispose Yuri,
creando dardi infuocati contro i demoni che si dirigevano nella sua direzione.
«I gemelli e gli altri devono aver indebolito in qualche modo DiKann e questi
demoni lo percepiscono.»
I demoni che sfuggivano all’attacco dei
due ragazzi e li superavano, correvano verso l’ascensore come animali braccati.
Bastarono quattro di loro per forzare le porte e aprirsi la strada verso il
piano superiore. Pur senza controllo e deliranti, capirono di dover scalare le
pareti per trovare qualcosa che li calmasse, conficcarono i loro artigli nel
metallo e nel marmo e presero a risalire.
Naoko con Marcus e Samuele, e l’aiuto di
Clara e Kaspar, aveva radunato gli studenti al piano terra del C.E.N.T.R.O. Era
stato anche richiamato il resto del corpo docenti e il personale dello staff,
ma questi ultimi erano stati fatti uscire dall’edificio, senza dare loro
ulteriori spiegazioni.
«Ci stiamo per preparare a una guerra»
esordì Clara. «Lo sapete: è l’obbiettivo finale della vostra istruzione e il
motivo principale per cui vi trovare qui.»
«Ora? Il piano prevedeva c…» s’intromise
uno degli altri insegnanti.
«Il piano è cambiato» lo interruppe
Kaspar. «Non era previsto, ma DiKann è stato liberato e dobbiamo essere pronti
a riceverlo.»
«Sta venendo qui?» domandò allarmata la
donna che teneva le lezioni nella classe dei Forgiatori Psichici, alimentando
il brusio quasi isterico tra gli studenti.
«Non c’è tempo da perdere» urlò Kaspar.
«Chi vuole è libero di andarsene, ma voi ragazzi siete gli unici a poter
davvero contrastare il demone.»
« Dovete combattere» aggiunse Marcus. «Siete
spaventati, ma è la nostra occasione per dare un senso all’essere stati
convinti ad abbandonare le nostre famiglie.»
Gli insegnanti uscirono correndo dalla
porta principale. Poi l’intero edificio venne investito da un violento tremito
e la corrente elettrica saltò. I presenti caddero a terra e rimasero fermi
finché le scosse si fermarono.
«Niente panico. Restate calmi» gridò
Clara, rialzandosi mentre si diffondeva la luce bluastra. «Si sono attivate le
difese mistiche apportate dal direttore, siamo al sicuro.»
Scrutando i volti spaventati e
sfiduciati dei ragazzi intorno a lei, Naoko decise di prendere in mano la situazione.
«Ascoltatemi, sono Noako e sono conosciuta come una degli Alpha.Per chi non lo
sapesse, questo vuol dire che sono una dei mezzo demoni originali, quelli che
scatenarono la guerra secoli fa contro DiKann e rinacquero nel presente. Non è
la prima volta che mi trovo in una situazione del genere e potete immaginare
che ho una certa esperienza.» Tutti gli occhi erano puntati su di lei. «I miei
amici, gli altri Alpha, sono nei sotterranei e affronteranno direttamente
DiKann. Loro si sono presi il compito più difficile. A voi chiediamo solo di
sopravvivere e per farlo avete bisogno di due cose: seguire i nostri ordini e
impedire che qualsiasi essere infernale che riesca ad arrivare qui, esca e vada
in giro per la città.»
Seguì un lungo silenzio. Clara e Kaspar
si spostarono al suo fianco e a quello dei suoi due compagni, di fronte agli altri
studenti schierati davanti a loro.
«Che cosa dobbiamo fare?» domandò uno
della prima fila.
«Ci divideremo in gruppi » rispose
Naoko. «Il nemico avanzerà dalle porte dell’ascensore quindi creeremo degli
schieramenti per contrastarlo. I Proiettori Psichici collaboreranno con i
Generatori Psichici e saranno la nostra prima difesa. Marcus e Samuele vi indicheranno come alzare le vostre
barriere e rivestirle con le energie a nostra disposizione.»
I due ragazzi si fecero avanti e dal
folto gruppo di studenti si staccarono gli appartenenti alle due categorie
nominate. Si raggrupparono a pochi metri dall’ascensore e si disposero in
cerchio intorno ai due istruttori.
«I Forgiatori Psichici saranno la nostra
seconda linea» riprese Naoko. «Se il nemico dovesse abbattere la prima linea,
interverrete; li infilzerete, legherete e colpirete con qualsiasi arma formi la
vostra mente.»
Un altro gruppo si divise dal numero
sempre minore di ragazzi.
«Infine, voi Manipolatori Psichici sarete
il nostro effetto sorpresa» concluse Naoko. «Vi coordinerete con i Comunicatori
Psichici e in qualunque momento un nemico dovesse superare la prima linea, lo
colpirete con raffiche mentali e l’aiuto dei nostri collaboratori del regno
animale. In questo modo dovrebbero essere abbastanza disorientati per essere
annientati dalla seconda linea.»
L’ultimo gruppo annuì e si misero a
decidere una strategia con gli alleati della categoria assegnatagli.
Clara posò la mano sinistra sulla spalla
della ragazza. «Ottimo lavoro. Quando tutto questo sarà finito, dovremo fare
una chiacchierata sul tuo futuro.»
Naoko sorrise per gentilezza, però non
prese seriamente quelle parole. Non era il momento per fare progetti, anche se
pensava di sapere a cosa alludesse.
Marcus si girò e le fece cenno di raggiungerlo.«Ho
dato le istruzioni necessarie. La situazione mi sembra meno negativa di quanto
pensassi. Possiamo farcela» le disse appena gli fu vicino. «Samuele sta dando
gli ultimi consigli e poi si fermerà con il gruppo.»
Il pavimento tremò come se fosse
composto da sabbie mobili e poco dopo spuntarono aculei; piante spinose
dall’aspetto carnivoro si diffusero sulla parete e sul soffitto.
«Cosa succede?» domandò Clara.
«DiKann si è appena annunciato» rispose
Kaspar. «Mi dispiace Naoko, ma dobbiamo apportare delle modifiche alla tua
strategia.» Si voltò vero il gruppo di ragazzi e urlò: «Generatori Psichici e
Comunicatori Psichici! Venite da me, dobbiamo
fronteggiare una nuova minaccia.»
I ragazzi ubbidirono, si guardarono
attorno e capirono senza bisogno di spiegazioni cosa dovevano fare.
Naoko non ebbe il tempo di reagire. Doveva
farsi venire in mente un nuovo piano di attacco, ma era come se il suo cervello
non volesse collaborare.
Si girò verso Marcus al suo fianco e lo
fissò confusa, lui ricambiò lo sguardo e le schioccò un bacio sulle labbra. Si
staccò e aggiunse: «Calma, rifletti e troverai la soluzione. Noi sopravvivremo
e appena avremo finito con la battaglia, voglio uscire con te.»
Naoko rimase pochi secondi a bocca
aperta, poi la sua mente riprese a elaborare idee. «Grazie …credo… ma intendi un appuntamento?»
«Sì, però è meglio definire i
particolari dopo.»
«Giusto.» Naoko tornò a concentrarsi
sulla battaglia ormai prossima. La sua divisione dei compiti poteva ancora
funzionare anche senza il primo blocco di attaccanti. Sarebbe durata meno. «Chi
non combatte la nuova minaccia, si attenga al piano. Mantenete le posizioni.»
Kaspar guidò i due gruppi di giovani
richiamati contro le piante che iniziarono a reagire, facendo emergere fiori
dai denti aguzzi e rovi spinosi provvisti di una volontà propria.
Clara diede un cenno di assenso a Naoko.
La ragazza si girò e in quel preciso istante, constatò con orrore che le porte
dell’ascensore erano state strappate dagli infissi e una manciata di bestie
demoniache si stava per riversare nella stanza.
Leonardo alzò tremante la mano e con
timore la posò sulla guancia dell’uomo.
«Figlio mio» disse dolcemente lui. «Ho
atteso a lungo di rivederti.»
Sara si liberò dell’intrico di radici e lo
raggiunse. «Cosa significa? Che storia è questa?»
«Non so »rispose Leonardo. «All’inizio
non lo avevo riconosciuto, ma non ho dubbi. Quest’uomo è mio padre, il padre che
avevo nell’altra vita.»
Sara ebbe un sussulto. «Hebram. Sono
stata io a ucciderlo» disse con rammarico.
«Sì, mi hai ucciso, ma non provo più
rancore per te» rispose pacato Hebram.« Ho visto il tuo amore e il tuo dolore
per mio figlio, non credevo che potesse essere possibile, ma so che finché ti
avrà al fianco sarà amato e al sicuro.»
«Perché non ti sei fatto riconoscere
quando ci siamo visti con gli altri spettri?» domandò Leonardo.
«È semplice. Se avessi saputo chi ero,
mi avresti impedito di aiutarti.» L’uomo distorse le labbra in una smorfia di
dolore. «Dovete sbrigarvi. Andatevene da qui prima che il mio compito finisca.
O sarà stato tutto inutile.»
Hans e Patrick si avvicinarono,
reggendosi a vicenda e aiutando Davide ancora in parte stordito dal colpo di
DiKann.
«Cosa intende dire?» chiese il
direttore.
«Sto purificando con la mia anima il
corpo e l’essenza demoniaca di DiKann, ma quando arriverà il culmine questo
luogo andrà distrutto» spiegò Hebram con un ulteriore smorfia.
«Non posso andarmene. Non posso lasciarti
qui a morire da solo» replicò Leonardo. «Non un’altra volta.»
«Non sarà solo.» La voce di Mayka
riecheggiò nel corridoio trasformato in selva infernale e la sua figura
trasparente si manifestò al fianco di Hebram. «Resterò con lui fino alla fine e
mi assicurerò che non rimanga più traccia di DiKann.»
«Mamma anche tu…» intervenne Sara. «Noi
non pos…»
«Voi dovete tornare a questa nuova vita»
le rispose Hebram. «Per un genitore la vera pace è sapere che i propri figli
sono felici e che anche senza di noi, possiate avere un futuro sereno.»
Patrick appoggiò delicatamente il
braccio intorno alle spalle di Sara. «Forza, facciamo come dicono.»
Leonardo avvertì il tocco fermo di Hans,
mentre lo spingeva. «Tuo padre ha ragione. Non disubbidiamo alle loro ultime
volontà. E mia figlia non mi
perdonerebbe mais e non le riportassi indietro il suo miglior amico sano e
salvo.»
«Che succede…» fece Davide, provando a
stare in piedi da solo. «La mia testa è ancora come sotto l’effetto di un dopo
sbronza. Non posso sopportare anche che un edificio mi crolli addosso.
Andiamocene.»
Seppur riluttanti, Leonardo e sua
sorella si lasciarono portare via, lanciarono un ultimo sguardo alle loro
spalle e scorsero Hebram e Mayka osservarli con un sorriso.
Mentre svanivano nel fondo dell’intrico
di radici, le pareti del sotterraneo iniziarono a ricoprirsi di crepe e lo
stesso avvenne al corpo che era di DiKann. Pezzi del soffitto crollarono e
l’involucro occupato dallo spirito andò in frantumi in uno scoppio di luce bianchissima.
Continua…
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