CAPITOLO 106
Chiarimenti
Non appena scesero dal pulmino furono
accompagnati da due inservienti nella stessa sala ristoro, in cui si erano
rifugiati nella loro precedente visita al C.E.N.T.R.O.
A Naoko fu permesso di condurre anche i
suoi gatti nella struttura. Ombra e Scintilla giocavano tra loro sul pavimento,
davanti ai piedi della padrona, superando più velocemente degli umani i tragici
eventi della serata.
Hans li aveva lasciati soli dicendo di
dover predisporre delle misure di sicurezza e poi sarebbe tornato per discutere
una strategia. Nel frattempo aveva affidato le loro cure a Clara Cluster.
«Posso farvi preparare dei bagni caldi o
potete usare le docce, se preferite» offri cordialmente la donna. «E se avete
fame, mando i responsabili nelle cucine.»
Tutti declinarono gentilmente. Erano
troppo stanchi e sconvolti per compiere qualsiasi azione.
«Potrebbe portarci dell’acqua?» domandò
Yuri, notando che Sabrina stava per risvegliarsi.
Clara annuì e uscì dalla sala.
Leonardo passò in rassegna i loro volti.
Tutti seduti intorno a un tavolo rettangolare, ognuno perso in pensieri ed
elucubrazioni. Nessuno sembrò avere il coraggio di iniziare una conversazione,
e d’altro canto lui stesso si ripeteva che non c’era nulla da dire: dovevano
stabilire una strategia per combattere DiKann, la battaglia più difficile che
avessero mai affrontato, ma non erano per niente prepararti a farlo.
Samuele comparve sulla porta, con il
braccio destro stringeva al petto tre bottigliette di plastica sigillate con
l’acqua minerale e ne teneva altre due in bilico tra le dita della mano
sinistra.
«Ciao» disse vedendo i loro occhi
puntati su di sé. «La professoressa Cluster mi ha mandato a portarvi queste.»
Posò le bottigliette sul tavolo e poi si girò cercando Marcus. Lo trovò illeso
seduto su una sedia e gli corse incontro.
«Samuele…» fece Marcus, mentre il
ragazzino gli stava di fronte impalato. Prima che potesse terminare la frase,
Samuele gli buttò le braccia al collo e lo strinse.
Leonardo rimase sorpreso. Non aveva
immaginato ci fosse un legame così intimo tra i due. Quel gesto però lo
rincuorò. Dopo tanta violenza, una sincera dimostrazione di affetto era l’unica
cosa di cui avessero davvero bisogno.
«Dove siamo?» domandò Sabrina
frastornata, ridestandosi lentamente.
«Al C.E.N.T.R.O. Hans Strom ci ha
portati in salvo» rispose Yuri. Aprì una delle bottigliette e la porse alla
fidanzata. «Tieni, bevi un sorso d’acqua.»
Lei la prese tra le mani e bevve a
piccoli sorsi.
A quel punto Marcus staccò gentilmente
Samuele da sé. «Non dirmi che eri preoccupato per me. Sto bene.» Allargò le
braccia così che potesse constatarlo di persona. La sua giacca era sgualcita e
la camicia e i pantaloni pieni di terra, ma non c’erano segni evidenti della
lotta con Erica. «Vedi? Neanche un graffio.»
«La professoressa Cluster me lo aveva detto,
ma volevo esserne sicuro.» Samuele si voltò poi in direzione di Patrick. Lo
raggiunse e lo scrutò. «Sono contento che stai bene anche tu.»
Patrick sorrise. «Grazie, sei gentile.»
«Samuele, c’è una cosa che devi sapere
su Jonathan ed Erica» lo richiamò Marcus.
«Giusto» replicò l’altro accorgendosi
solo in quel momento che non li vedeva in mezzo al gruppo. «Come mai non sono
qui con voi? Il direttore li ha portati nel suo ufficio per punirli?»
«Non esattamente» temporeggiò Marcus.
Leonardo rabbrividì riportando alla
mente il ricordo della loro metamorfosi.
«Vedi, Samuele, i tuoi amici hanno agito
in maniera sbagliata, senza pensare alle conseguenze» intervenne Patrick. «Jonathan
ed Erica sono…»
«Dei demoni» s’intromise Sabrina con
voce rauca. «Lo erano fin dal momento in cui sono entrati qui dentro e adesso
lo sono completamente. Sudici demoni da uccidere.»
«Sabrina!» la riprese Naoko. «Non credo
sia il modo migliore per dirglielo.»
«Perché?» ribatté lei. «È giusto che
sappia con chi ha avuto a che fare.»
Samuele fece scorrere lo sguardo su
chiunque aveva parlato fino a quel momento. «Che cosa significa? Cosa hanno
fatto Erica e Jonathan e cosa è successo?»
«Sai che esisteva un Sigillo per tenere
i demoni lontani dal nostro mondo?» domandò Patrick.
Il ragazzino annuì.
«I tuoi amici lo hanno infranto e hanno
liberato DiKann» spiegò con calma Sara. «Hanno agito senza preoccuparsi del
male che avrebbero fatto e DiKann ha visto l’oscurità dentro la loro anima.»
«E li ha trasformati in demoni» concluse
Samuele. «Non c’è bisogno che mi trattiate come un bambino, sono stato
addestrato qui dentro come loro e li conoscevo abbastanza per vedere che non
erano dei santi.» Si rivolse quindi a Yuri e Sabrina. «Li avete uccisi?»
«No, sono diventati dei servitori di
DiKann» rispose Yuri.
Patrick si alzò in piedi. «Forse ora è
meglio che tu vada a dormire. Non credo che i discorsi che faremo siano adatti
a…»
«Invece è giusto che rimanga.» La voce
di Hans colse tutti di sprovvista. L’uomo avanzò nella sala e trascinò una
sedia a capotavola. «Lui e Marcus sono gli ultimi elementi validi rimasti della
nostra squadra speciale.»
Sabrina scattò in piedi. «La tua squadra
di assassini addestrati, vorrai dire.»
«Il loro compito è quello di sterminare
i demoni» replicò pacato.
La ragazza serrò entrambe le mani a
pugno e le alzò di colpo verso il volto. L’uomo venne strappato dalla sedia e
sbattuto contro il muro più indietro. «Era questo il tuo piano fin dall’inizio?
Hai finto di prenderti cura di mio figlio, per poi ucciderlo per il rompere il
Sigillo?» sbraitò.
«Stai delirando» rispose Hans serio. «Fammi
scendere. Subito!»
Leonardo si sporse verso l’amica.
«Sabrina, per favore calmati.»
Yuri gli fu accanto. «Sei stanca è
sconvolta, non agire d’impulso.»
Sabrina strinse gli occhi a una fessura
e Hans cominciò a tossire convulsamente.
«Basta! Fermati» gridò Marcus.
Yuri la strattonò, più deciso. «Smettila!»
«Perché?» domandò lei, ingoiando le
lacrime. «Nostro figlio è morto. Lui lo teneva nascosto nei sotterranei, credi
davvero che non fosse questa la sua idea fin da principio?»
«Forse… o forse c’è un’altra ragione»
intervenne Leonardo. «Diamogli la possibilità di spiegarsi.»
Sabrina lo guardò incerta, spostò gli
occhi sul volto del fidanzato serio e infine li puntò con odio sul padre,
schiacciato contro il muro.
«Ti prego Sabrina» insistette ancora
Leonardo, alzandosi dalla sedia. «Quest’uomo non mi sta simpatico e sicuramente
agisce per un suo interesse, ma non posso perderti a causa sua.»
«Perdermi?» ripeté lei.
«DiKann ha sfruttato l’odio di Jonathan
ed Erica per trasformarli. Sta per arrivare, lo sappiamo tutti e se ti trova in
questo stato, lui ti cambierà. Userà il tuo odio per Hans contro di te.»
Leonardo la guardò con occhi supplichevoli. «Angelo è morto. Non voglio che
succeda anche a te. Ti prego.»
Confusa, Sabrina tornò a fissare in
volto Yuri.
«Fa’ come dice» rispose il ragazzo. «Non
siamo ciò che DiKann vuole farci diventare.»
Sabrina lanciò un ultimo, indecifrabile
sguardo a Hans, poi aprì le mani e le abbassò lungo i fianchi. L’uomo cadde per
terra con un colpo secco.
«Ascolteremo quello che hai da dirci, ma
a una condizione» disse Davide, mentre il direttore tornava a sedersi. «Niente
balle, sotterfugi e doppi giochi. Volgiamo tutta la verità e prima di prendere
una decisione, dovremmo essere tutti d’accordo.»
«Sono due condizioni» precisò Hans,
tirando la sedia vicino al tavolo. «Ma mi stanno bene, non ho mai avuto
intenzione di ingannarvi. Volevo solo che foste pronti per accettare la realtà.»
«Arriva al punto» lo esortò Davide.
Hans lo guardò di sbieco, poi continuò a
parlare. «Prima di tutto l’incantesimo con cui ho bloccato DiKann dura solo
ventiquattro ore, Quindi ogni minuto che passa ci rimane sempre meno tempo.» Si
girò perché il suo sguardo incrociasse quello di Sabrina e Yuri. «Vi avevo già
detto che avevo salvato vostro figlio non solo per una questione tra consanguinei.
In lui avevo percepito del bene, potevamo istruirlo all’uso dei suoi poteri,
prevedevo che voi mi aiutaste e insieme, una volta pronto, lo avremmo portato
con noi in battaglia. Non era necessario ucciderlo per rompere il Sigillo, da
adulto bastava qualche goccia del suo sangue e forse con lui avremmo avuto
qualche possibilità contro DiKann.»
«In questo modo ci sarebbero voluti anni
per lanciare un attacco ai demoni» disse Sara.
«Non ho mai detto di volerlo fare
subito» ribatté Hans.
«Jonathan ed Erica lo avevano capito»
constatò Marcus. «Ecco perché, appena hanno saputo degli Alpha, hanno avuto
tutta questa fretta di portare a compimento il nostro addestramento. Sapevano
del piccolo demone e del suo piano e non volevano restare imprigionati qui per
chissà quanti altri anni.»
«Questo è un altro argomento di cui
dobbiamo discutere» s’intromise Patrick. «Tutti i ragazzi che sono al
C.E.N.T.R.O. sono stati rapiti. Li ha condotti qui cancellando la memoria ai
loro genitori, non è vero?»
«Alla fine te ne sei ricordato. Non li
ho costretti, ho spiegato loro che era un sacrificio necessario. Educandoli a
usare i loro poteri, li avrei anche preparati a combattere la minaccia dei
demoni» rivelò Hans. «E a quanto pare questo significa anche che l’esperimento su
di te ha avuto buon esito.»
«Cosa significa esattamente?» domandò
Naoko. «DiKann ha detto che Patrick possiede la Vista.»
«Un mio vecchio compagno era un mezzo
demone con poteri di chiaroveggenza, che però lo stavano consumando
dall’interno» raccontò il direttore Strom. «Il suo dono era troppo importante e
prezioso per andare perduto, così mi ricordai di un rituale che avevo letto
durante i miei anni nell’Ordine. Era possibile trasferire i poteri di un mezzo
demone a un soggetto specifico.»
«Che intendi con specifico?» chiese
Patrick.
«Doveva essere qualcuno che avesse nella
sua linea di sangue un mezzo demone. Non importa se il ceppo della famiglia che
poteva sviluppare i poteri si era interrotto, tramite la discendenza il
soggetto era predisposto ad accogliere e sopportare il trasferimento.
Nonostante la complicazione della perdita della memoria, tu hai acquisito la
capacità di vedere passato e futuro e per nostra fortuna questa facoltà ti ha
permesso di connetterti sui gemelli, salvandoli più volte.»
Leonardo ripensò a quanto era accaduto
dal suo primo incontro con quell’uomo. Non sapeva se ci fosse un destino che
operava oltre la loro comprensione, ma di sicuro, intenzionalmente o meno, Hans
Strom aveva dato il suo contributo a dirigere gli eventi in una precisa
direzione.
«E adesso cosa facciamo?» domandò
Samuele. «Come combattiamo DiKann?»
«A dire il vero, non ne ho idea» ammise
Hans. «La mia tattica era di coglierlo di sorpresa scendendo noi nel suo Regno,
sfruttando i ricordi degli Alpha. Ovviamente adesso non è più applicabile.»
«Magari c’è qualcosa nei sotterranei»
disse Davide. «Non ci ha ancora rivelato cos’altro contengono.»
Lui storse lievemente la bocca nel dover
fornire quell’informazione. «Ci sono dei mezzo demoni che non accettano di buon
grado la loro situazione. Hanno un’indole violenta e irascibile, per questa
ragione, nel corso degli anni, abbiamo preferito tenerli lontani dai loro
compagni e sistemarli dove potessimo controllarli ed evitare che facessero del
male a se stessi o ad altri.»
«Saranno i primi che DiKann verrà a
cercare» replicò Sara. «Soldati con super poteri già pronti a essere
trasformati in demoni.»
«In questo caso non ci faremo trovare
impreparati.» Leonardo incrociò gli occhi di Hans mentre lo squadrava insieme
ai sei compagni che aveva più volte chiamato Alpha. «Ho bisogno di voi. Siete
esperti, preparati e con il pieno controllo dei vostri poteri. Se vogliamo
sopravvivere, devo poter contare su di voi.»
Dovremmo
chiedere tempo per consultarci gli sussurrò nella
mente Sara.
Non
ne abbiamo le rispose lui. «Va bene» disse poi, prendendosi la
responsabilità di parlare a nome di
tutti. «Non mi sembra che abbiamo altra scelta.»
Hans annuì. «Ho già messo al lavoro i
miei colleghi, stanno cercando in vari testi antichi qualsiasi allusione a un
punto debole di DiKann. Qualunque sia l’esito, domani dovremo prepararci a
combattere.»
«E nel frattempo, noi cosa facciamo?»
s’informò Yuri.
Hans lanciò un’occhiata colpevole a
Sabrina. «Tornate a casa. Raccontate ai vostri genitori chi siete e cosa dovete
fare. Potrebbe essere la vostra unica occasione di metterli al corrente e non
lasciare niente in sospeso.»
Continua...
Nessun commento:
Posta un commento