CAPITOLO 103
Infranto
Naoko stringeva ancora nella mano
sinistra il cellulare con cui aveva chiamato Marcus. Per fortuna aveva salvato
il numero che il ragazzo le aveva dato e quando gli aveva menzionato Erica e
Jonathan, lui aveva risposto che sarebbe arrivato subito. Erano radunati con
lei nel parcheggio, fremendo tutti nell’attesa.
«Gli hai spiegato come arrivare al Full Moon?» le domandò Davide.
«Non ce ne è bisogno» rispose senza
guardarlo in faccia. «Si farà guidare dai pipistrelli.»
Leonardo inarcò un sopracciglio. «E
possiamo fidarci di loro come navigatori satellitari?»
«Se sono efficienti come i miei gatti…» Naoko sentì un verso confuso nella testa. Si
estraniò dalla conversazione e chiese mentalmente: Ombra, Scintilla, c’è qualche problema?
Sono
stati qui. I mezzo demoni che non sono parte del tuo gruppo
disse concitato Scintilla.
E
ora sono tornati continuò Ombra. Siamo rimasti nelle vicinanze delle rovine. Cosa dobbiamo fare?
Naoko cercò di riflettere. Il signor Moser è con voi?
No.
Lo hanno attaccato quei due riferì Ombra.
Adesso
con loro ci sono due dei tuoi amici e… qualcosa di innaturale
aggiunse Scintilla.
«Naoko, va tutto bene?» Sara le si
avvicinò, notando che aveva gli occhi semichiusi e le posò la mano sul braccio.
Lei alzò il palmo destro aperto, facendole segno di attendere.
Cercate
il signor Moser e aiutatelo come potete. Poi radunate altri compagni e state
pronti ad attaccare se succede qualcosa al Sigillo.
Naoko sentì che abbandonavano il legame con la sua mente per eseguire gli
ordini, così si girò verso il gruppo e comunicò loro quanto aveva appena
appreso.
«Dobbiamo sbrigarci» disse Patrick. «Se
Erica e Jonathan sono già al Sigillo con Sabrina e Yuri, potrebbero fare qualcosa
di stupido prima che riusciamo a impedirglielo.»
Leonardo lo guardò ansioso. «Credi che
la teoria di Davide sia giusta? Che quel qualcosa che i gatti hanno percepito
come innaturale sia un’arma per rompere il Sigillo?»
Un battere frenetico di ali impedì a
Patrick di rispondere e li fece voltare verso destra. Un manipolo di
pipistrelli volava verso loro, precedendo di poca distanza un’auto. Il SUV
entrò a gran velocità nel parcheggio, facendoli arretrare. Si fermò a pochi
centimetri da loro e il guidatore spalancò la portiera. «Ho fatto prima che ho
potuto» annunciò Marcus serio. «Ci sono novità?»
«Sì. Temiamo che i tuoi compagni abbiano
intenzione di riaprire il Sigillo per il Primo Inferno» rispose Naoko. «Ne sai
niente?»
Marcus scosse la testa. «Non siamo più
nella stessa squadra. Però li ho visti uscire come ladri dal C.E.N.T.R.O.
qualche minuto prima che tu mi chiamassi.»
«Cosa aspettiamo a salire?» li scrollò
Davide, montando per primo accanto a Marcus.
«Voi andate con il SUV, noi vi
precediamo» disse Leonardo, porgendo la mano sinistra alla sorella.
Naoko non concordava su quell’idea. «Non
è il caso di separarci. Non sappiamo neanche che tipo di arma hanno con loro
Erica e Jonathan.»
«Saremo decisamente più veloci e
prenderemo tempo finché non arrivate» disse Sara.
Dal sedile posteriore su cui si era
appena seduto, Patrick si raccomandò: «Fate attenzione e non agite da soli.»
Naoko era ancora contraria, ma in
minoranza, e concluse che discutere avrebbe solo portato via tempo prezioso. Si
accomodò a sua volta nel SUV e li osservò. Sara sorrise, poi afferrò la mano
tesa di Leonardo. Chiusero entrambi gli occhi, un turbine ventoso li investì e
una luce accecante li avvolse.
Sparirono nello stesso istante in cui la
loro auto uscì sgommando dal parcheggio.
Sabrina lasciò cadere rumorosamente il
bozzolo sulla pietra circolare con inciso il teschio provvisto di corna e i
serpenti che si snodavano da queste ultime.
Yuri guardò scosso il bozzolo a terra e
poi Erica e Jonathan di fronte a lui. «Che cosa avete fatto? Dov’è mio figlio?»
«Ce l’hai davanti ai piedi, idiota» lo
apostrofò Erica. «Quello è tuo
figlio.»
«No» urlò Sabrina. «Non è vero!»
Mamma…
Papà…
La vocina che aveva già riecheggiato
nelle loro teste, rimbombò di nuovo. Lei piegò lo sguardo verso il basso: quel
bozzolo conteneva davvero il loro bambino. Si portò inorridita una mano davanti alla bocca, poi alzò lentamente il capo e guardò furiosa Jonathan. «Sei stato
tu. Ci hai fatto qualche trucco illusorio.»
«Beccato. È stato faticoso, ma è opera
mia» gongolò Jonathan. «Sapevamo che aspetto aveva l’involucro e pur non
conoscendo come fosse l’interno, abbiamo pensato che dovevamo darvi qualcosa
che vi rendesse più propensi a portarlo fuori. Qualcosa che volevate vedere.»
«Inoltre, non sapevamo che reazione
avrebbe avuto se fosse stato rifiutato appena uscito dalla capsula» rivelò
Erica. «Era meglio non correre il rischio di compromettere il piano.»
Le fiamme sulle nocche di Yuri
guizzarono, crepitando. «Avete giocato con le nostre speranze per… cosa?»
«Lo sapete già. Su questo non abbiamo
mai mentito» disse Jonathan. «Vogliamo dare inizio a una nuova guerra con i
demoni. E spiando il dottor De Santi e la professoressa Cluster, sappiamo che
l’unico modo e usare il sangue di un demone nato sulla Terra, come il vostro.»
«Siete stupidi, oltre che crudeli»
ribatté Sabrina. «Non resistereste un minuto contro dei veri demoni.»
Erica digrignò i denti. «Cosa ne vuoi
sapere tu? Vi sentite potenti solo perché avete già avuto a che fare con il
Sigillo e i mostri che hanno cercato di romperlo. Ma noi siamo stati addestrati
a lottare contro i demoni da dieci anni: niente scuola, niente feste, niente
amici o scopate con il fidanzatino. La nostra vita è stato solo questo.»
Yuri mosse un passo verso i due, senza
però spegnere il fuoco sulle mani. «E non pensate al resto del mondo? Se
riuscite ad aprire il Sigillo, non avete idea di quante vite saranno
sacrificate.»
«La nostra vita è stata rovinata»
sbraitò Jonathan. «Ci hanno portati via dalle nostre famiglie quando eravamo
solo dei ragazzini e ci hanno impedito di tornare a casa, cancellando i loro
ricordi. Non abbiamo avuto scelta, ci hanno obbligati a diventare guerrieri per
questa guerra. E poi siete apparsi voi e noi siamo diventati superflui, voi
avreste dovuto comandarci perché siete gli Alpha! No, siamo vicini a tornare a
essere liberi e non ce lo impedirete.»
Nell’ascoltare quelle parole, Sabrina
non si trattenne più: riversò tutta la rabbia che provava in un colpo
telecinetico, il corpo del ragazzo si sollevò violentemente da terra e rotolò
all’indietro, piombando in mezzo a un cespuglio, tra due macerie.
«Non farete del male a mio figlio. Anche
se non ha l’aspetto che mi immaginavo.»
«Stupida oca bionda! Non puoi fermarci»
gridò Erica e lanciò la sua arma psichica.
Prima che riuscisse ad avventarsi
contro, Sabrina bloccò la lancia con il suo potere e nello stesso modo la
rispedì al mittente come una mazza con la palla da baseball; stremata per lo
sforzò crollò all’indietro.
Ansimando, Erica scanso la lancia che si
conficcò nel terreno. La richiamò a sé la alzò pronta a colpire il bozzolo, ma
una luce accecante la fece arretrare, costringendola a coprirsi il volto con il
braccio libero.
Leonardo e Sara apparvero per effetto
del teletrasporto. Slegarono le mani e scrutarono la scena confusi, poi
intuirono che era in corso una lotta tra gli amici e i due ragazzi.
Leonardo indicò il bozzolo accanto al
piede sinistro. «Cos’è quel coso?»
Yuri lo superò di corsa e lanciò spire
di fuoco contro Erica ancora disorientata. «È nostro figlio. L’abbiamo portato
via dai sotterranei del C.E.N.T.R.O.»
Jonathan si rialzò e si accorse dei due
nuovi arrivati. «Non ci fermerete. Neanche se dovessimo affrontarvi tutti e
sei.»
Sabrina lo osservò decisa a sbatterlo
nuovamente al tappeto, ma inaspettatamente, lui si portò le mani alle tempie e
distorse il volto in una smorfia di dolore.
«Qualsiasi cosa tu abbia in mente, non
te la lascerò fare» annunciò Sara, avanzando verso di lui con il palmo destro
aperto e teso in avanti. «Sto trattenendo i miei poteri mentali, ma se provi a
creare qualche illusione, ci andrò giù pesante.»
Leonardo si girò e la cercò. I loro
sguardi si incrociarono mentre si rimetteva in piedi e andò ad aiutarla. «Quel
bozzolo è davvero tuo…» sconcertato,
non riuscì a finire la frase.
Appoggiandosi alle sue braccia, Sabrina
annuì. «Erica e Jonathan ci hanno ingannato, volevano che lo portassimo qui,
per ucciderlo e usare il suo sangue per rompere il Sigillo.
Entrambi guardarono Yuri ed Erica che si
fronteggiavano. Il ragazzo usava le fiamme a sua disposizione per allontanarla,
ma allo stesso tempo si tratteneva per non ferirla. Lei, invece, agitava la
lancia con fermezza e violenza. Disperdeva le fiamme senza timore e calava
l’arma desiderosa di colpirlo e lasciarlo a terra.
«Dobbiamo portare via il bozzolo» disse
all’amico, muovendosi rapida, ma con cautela. «Finché rimane qui, c’è il
pericolo di aprire il Sigillo.»
«D’accordo, ma poi dovremmo correre»
rispose Leonardo. «Ricordi? Non posso più teletrasportarmi da solo.»
Raggiunsero la forma inaspettata di suo
figlio e chinandosi, lo sollevarono da terra.
La loro azione non passò però inosservata
agli occhi di Erica. Guardò con aria di sfida Yuri, che aveva creato un arco di
fuoco tra loro e sorrise beffarda. Quando Sabrina intuì cosa stava per
accadere, era troppo tardi.
Erica indietreggiò con la gamba destra
si diede una leggera spinta e impugnando con la stessa mano la lancia, tirò in
avanti con uno scatto il braccio, lanciandola in volo. L’arma schizzò sopra le
teste e atterrò con precisione sul bozzolo, stretto nelle sue mani e di
Leonardo, trapassandolo dall’alto in basso con la sua lama.
Un urlo di dolore invase la mente di
Sabrina – e percepì che fu lo stesso per Yuri – allentò la sua presa facendolo
cadere sul Sigillo.
Yuri scattò verso di loro e le fu
accanto. Videro inermi il bozzolo riversare il suo liquido violaceo sul disegno
della pietra circolare.
Sara annullò la sua presa sulla mente di
Jonathan e assistette alla loro sconfitta.
Barcollando, Jonathan si rimise in
piedi, guardò il punto che fissavano tutti e scoppiò a ridere. «È fatta! È
fatta!»
La lancia psichica di Erica svanì dal
suo bersaglio, per ricomparire in mano alla sua proprietaria. La pietra
circolare con il teschio, le corna e i serpenti prese a tremolare, mentre il
sangue e il bozzolo venivano assorbiti a gran velocità, come se la base su cui
erano caduti fosse fatta di spugna. Il Sigillo si stava nutrendo di loro per
rompere l’incantesimo che lo conteneva.
«No! No! No… il mio bambino…» singhiozzò
Sabrina, mentre di lui non rimaneva più nulla.
Tutti videro la crepa, che con fatica
era stata precedentemente richiusa, riaprirsi e allargarsi come una cucitura
che si sfilacciava.
Sabrina sentì Leonardo afferrarla per un
braccio e immaginò prendesse anche quello di Yuri. «Ormai non possiamo fare più
niente per lui. Dobbiamo andarcene, si sta rompendo.»
Li trascinò lontano a forza e
raggiunsero Sara, Erica e Jonathan, a loro volta immobili e rapiti da ciò che
stava per compiersi.
La spaccatura divise completamente a
metà la figura intagliata nella pietra e si spaccò. Tra stupore, meraviglia e
terrore, una colonna di luce grigia si innalzò dal terreno e invase il cielo
notturno come il bagliore di un faro malevolo.
Il Sigillo era stato infranto.
Continua…
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