CAPITOLO 58
Come affrontare la verità
Davide guardò l’ultimo
gruppetto di ragazzi che abbandonavano il cortile dell’istituto scolastico. «Sono
usciti tutti. Possiamo parlare liberamente.»
Tutti e cinque
erano fermi sotto il portico, davanti all’ingresso della scuola. Yuri si era
assicurato che ricevessero il messaggio per l’appuntamento. «Avete saputo
niente del bibliotecario?» chiese.
Li osservò
guardarsi l’un l’altra, poi Naoko disse: «Ho sentito due professori che ne
discutevano all’intervallo. Pensano che ci sia qualcosa di strano nel modo in
cui è scomparso due giorni fa dalla biblioteca. La polizia è stata allertata ma
non hanno trovato niente su di lui, o una traccia che li porti alla verità. Era
una persona a posto, non sanno spiegarsi come sia svanito nel nulla.»
«L’importante è
che non siano riusciti a collegarlo a noi» commentò Sara.
Ci fu una pausa
di silenzio. Yuri suppose che tutti stessero ripensando all’uomo, alla
trasformazione e alla sua morte. Ma nessuno poteva provare quello che sentiva
lui nel profondo. Aveva bruciato il suo cadavere e ancora prima era stato
presente nel vederlo passare da normale essere umano, a mostro sanguinario. Si
sentiva in colpa per l’omicidio, ma anche sollevato che un essere del genere fosse
scomparso. E questo lo confondeva.
«E per
quell’altra faccenda?» domandò Sabrina. «Cosa facciamo?»
«Ormai sono
passati due giorni. Dovremmo dare una risposta a Moser» mormorò Davide.
Sara lo fulminò
con un’occhiata. «Fate quello che volete, ma io non leggerò il Registro nel suo
negozio.»
«A ogni modo,
dovremmo farlo tutti insieme» disse Naoko.
«No» replicò
Sara. «Abbiamo già visto abbastanza delle nostre vite precedenti tutti insieme.
Adesso è meglio che ognuno legga il suo fascicolo da solo.» Senza salutarli, si
avviò verso il cancello.
Yuri non poté
darle torto. Anche lui avrebbe preferito che certi particolari sul passato
fossero rimasti privati fin da principio. E non sapendo cosa aspettarsi dopo
gli ultimi eventi, concordava che lo restassero almeno adesso. Decise di
andarle dietro. «Aspettate un attimo» urlò ai compagni.
La inseguì fino
all’uscita, poco prima che potesse imboccare la strada per tornare a casa. Le
afferrò il polso e disse: «Sara, non c’è bisogno che scappi così. So perché non
vuoi gli altri intorno.»
«Di cosa parli?»
«So cosa hai
visto. O meglio, ho sentito la tua voce nella mia testa, l’altro giorno al Portale Mistico, che me lo chiedeva.
Anche a te è comparso qualcuno… sembrava un fantasma. Qualcuno che hai ucciso.»
Lei lo fissò
senza rispondere.
«Non devi
vergognarti» riprese Yuri. «Probabilmente la nostra esperienza è diversa dalla
loro. Però io posso capirti. Sai che è successo anche a me. Possiamo leggere i
Registri insieme. Puoi venire da me, i miei genitori sono al locale e nessuno
ci disturberà.»
Sara sorrise.
Gli accarezzò con la mano sinistra la guancia.
Era piacevole
risentire il tocco di lei sulla pelle e ritrovare nel suo sguardo l’affetto di
prima che tutto prendesse la piega soprannaturale.
«Ti ringrazio.
Sei gentile. Ma devo farlo da sola. Se avrò bisogno, ti verrò a cercare.»
Yuri aprì la bocca per replicare, lei lo colse
alla sprovvista, lo baciò sulla stessa guancia che gli aveva sfiorato e corse
via.
Yuri partì per
inseguirla, ma poi rallentò. Non si spiegava la sua reazione. L’aveva
rifiutato, ma sembrava volesse anche riavvicinarsi a lui. Fece dietrofront,
ancora più confuso su ogni scelta e tornò dagli altri. Si chiese se valesse la
pena continuare a tentare di tornare con lei. Era stanco di problemi e complicazioni.
In più doveva preoccuparsi di strane apparizioni e della possibilità che si
ripresentassero.
Trovò gli latri
appoggiati al cancello ad attenderlo.
Davide lo fissò
rassegnato. «Niente da fare, immagino.»
«Credo abbia
ragione lei» rispose Yuri. «Ognuno deve scoprire il passato per conto suo. Se
dovesse esserci qualche particolare di interesse comune, ne riparleremo. Ci
vediamo domani.» Si voltò e andò verso il parcheggio.
«Rimaniamo noi
tre» constatò Naoko.
Sabrina ripensò
a come si erano lasciati Sara e Yuri. Lui le era corso dietro, ma lei non
sembrava aver accettato qualsiasi cosa le avesse proposto. Per quanto fosse un
ragionamento meschino, questo apriva uno spiraglio per lei. «Ha ragione Yuri» disse. «Restiamo separati.
Ci aggiorniamo domani.»
Non diede tempo
ai due compagni di ribattere. Corse verso il passaggio pedonale e si diresse
sul marciapiede opposto alla scuola. Doveva sfruttare la sua occasione di
parlare a Yuri della loro situazione.
Durante il
tragitto sui mezzi pubblici pensò alla sua strategia per poter sganciare la
bomba, senza traumatizzarlo. Almeno non quanto lo era stata lei nello scoprire
tutto il complesso groviglio di ripercussioni del binomio gravidanza-baby
demone. Non voleva mentire, ma nemmeno essere troppo sincera. Doveva trovare un
compromesso tra le due.
Scese alla
fermata del quartiere di Yuri e si rese conto che non aveva pranzato, ma era
talmente agitata da avere lo stomaco chiuso. Doveva mettere in conto che forse,
una volta scoperta la verità, lui volesse mettere al corrente anche gli altri.
Naoko in realtà già sapeva tutto. Davide non rappresentava un problema. Sara,
era invece tutta un’altra questione. Scoprì di temere, in un certo senso, la
sua reazione, Quasi un parte di lei vivesse quella situazione come Sybil nei
confronti della principessa Sayka.
Arrivata davanti
al palazzo di Yuri, si augurò di non rovinargli il pranzo. E soprattutto che
fosse solo in casa. Non ricordava qual’era il giorno di riposo del Fiull Moon e neanche quale orario di lavoro
avessero i suoi genitori.
Camminando
assorta nel formulare e disfare discorsi, ipotesi e possibilità, Sabrina si
trovò davanti alla porta di casa di Yuri, quasi senza accorgersene. «Qualsiasi
reazione andrà bene» disse, premendo il tasto del campanello.
Poco dopo la
porta si aprì e Yuri comparve sull’uscio. La guardò con un misto di sorpresa e
curiosità. «Sabrina, cosa ci fai qui?»
«Scusa se piombo
all’improvviso, ma in casa mia c’è mia madre e… sai non mi va di rischiare che
scopra questa cosa del mio passato.» Ripeté con convinzione la bugia che si era
preparata, pensando che stava mentendo solo per metà. Sua madre era davvero a
casa, ma stava dormendo. Sperò che lui non si ricordasse la spiegazione sui
turni della donna al ristorante.
«Entra» la
invitò, facendosi da parte.
Sabrina avanzò e
lui chiuse la porta. Lo seguì nell’ampio salone dell’appartamento e vide che
aveva già aperto sul tavolo il Registro che lo riguardava.
«Accomodati.» Yuri
spostò un grosso vaso di vetro zigrinato dalla parte di tavolo alla sua destra.
«Ho già pranzato, ma se vuoi posso farti un panino.»
«Grazie, sono a
posto così» rispose Sabrina, notando sollevata che era più cortese dell’ultima
volta che si erano trovati senza il resto del gruppo. «Hai scoperto qualcosa di
interessante?» domandò sedendosi alla sua sinistra.
Yuri riprese
posto e fissò i fogli del fascicolo, aperti davanti a lui, poi girò lo sguardo
su di lei. «Devo iniziare. Tu hai già letto il tuo?»
«Non ancora»
rispose, estraendo il Registro dal fondo dello zaino e sistemandolo sul tavolo.
Lo aveva portato con sé anche a scuola, senza rivelarlo agli altri.
«Quindi non hai
avuto nessun...» si fermò, come se cercasse una parola in particolare, «…ricordo?
Non ti è tornato in mente niente del tuo passato?»
Sabrina scosse
la testa.
«Ok» replicò un
po’ deluso. «Anche se prima ho detto il contrario, possiamo leggere insieme.
Cioè ognuno il suo, ma puoi stare qui nel farlo.»
Sabrina sorrise.
«Per me va bene» Non era la ragione
principale per cui era andata da lui, ma poteva essere un buon inizio.
Lo fissò per
qualche istante e lui fece altrettanto. Gli parve in imbarazzo, o frose sentiva
che lo era lei?
«Allora… cominciamo?»
le chiese.
«Oh, sì, certo.»
Lo osservò chinare il capo sul fascicolo e aprì il suo.
Sabrina fissò la
prima riga senza leggerla. Sperò che lui rialzasse la testa e le domandasse
qualcosa. Qualsiasi cosa. Bastava che le permettesse di riaprire il dialogo.
Passati una
decina di minuti sollevò cauta lo sguardo. Yuri era davvero assorto e si rese
conto che trovare il momento opportuno
per parlare della sua gravidanza, sarebbe stato più difficile del previsto.
Continua…
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