CAPITOLO 49
Ricognizione/Rivelazione
I due demoni
erano dentro al locale, a pochi passi dal bancone dietro cui si trovava Angelo
Moser insieme ai cinque ragazzi.
«Uno lo
riconosco. È il demone che mi ha già attaccato. Al mio segnale correte verso
l’uscita» disse Angelo, mantenendo però lo sguardo fisso sui due avversari.
«Non ve lo
consiglio» rispose il demone con le squame blu. Si lanciò verso di lui e in un
movimento fulmineo lo afferrò per la gola e lo trascinò verso di sé. Con la
stessa velocità si portò contro la parete a sud vuota e lo spinse contro il
muro. «Il mio compagno mi ha raccontato del tuo trucco. Se ci riprovi ti spezzo
il collo prima che tu riesca a formulare una sillaba. Quanto a voi ragazzini,
uscite pure da lì dietro.»
Angelo osservò
inerme i giovani muoversi.
Yuri si mise davanti
al gruppo e chiese: «Cosa volte da noi?»
L’altro demone
guizzò in avanti, si avventò contro al ragazzo e lo schiacciò sul pavimento. Angelo
notò subito le prime fiamme crepitare sulle dita di Yuri, il quale lasciò che
il fuoco ricoprisse per intero entrambe le mani, e le puntò contro il muso del
demone. L’avversario non ne fu intimorito. Anche se le squame bruciavano, con
la bocca spalancata e le zanne in vista, alla sua giugulare, provando a più
riprese a morderlo.
Con il primo
demone che gli serrava ancora la gola, per Angelo fu difficile impartire
ordini, ma i ragazzi agirono per conto loro, seguendo l’istinto.
Davide si buttò
sulla schiena del demone verde, lo afferrò nel tentativo di allontanarlo dal
compagno. Sara e Sabrina, si mossero in suo aiuto e vennero bloccate da Naoko. «Dobbiamo
aiutare il signor Moser. È l’unico che può salvarci.» Guardò poi Sabrina negli
occhi e chiese: «Ce la fai a liberarlo con la tua telecinesi?»
Sabrina si girò
a guardarlo. Angelo sperò che nei suoi occhi leggesse la sua approvazione per
quella decisione. «Spero di non peggiorare la situazione» rispose. Mentre lei
fissava concentrata il punto in cui il demone lo stringeva, Angelo percepì la
forza invisibile della sua mente afferrarlo e sfilarlo con un’unica mossa rapida
dalla morsa del nemico. Ci mise troppa forza, però, e lui finì contro lo stipite
di un mobile, sbatté la nuca e il dolore lancinante gli fece perdere i sensi.
Sara guardò
indignata Sabrina. Quella stupida non ne combinava una giusta. Aprì la bocca per
rimproverala, ma il demone dalle squame blu le fissò, passandosi la lingua
scura sulle labbra sottili.
«Bene, allora
non siete indifese come sembrate.» Camminò lentamente verso di loro. «Non c’è
divertimento a cacciare una preda già stordita. Ah, scusate la maleducazione,
io sono Carovus.»
Sara rimase
paralizzata dai suoi occhi. Riconobbe qualcosa di familiare, anche se la sua
memoria non voleva aiutarla per ricordare dove li avesse già visti. Mantenendo
il sangue freddo disse: «Sei un demone.
Ci basta sapere questo.»
Carovus la fissò
attentamente. Rimase zitto a scrutarla per parecchi minuti.
Sara ebbe la
spiacevole sensazione di essere nuda. Come se il demone potesse guardare oltre
i vestiti, oltre la carne, fino al suo cuore, alla sua anima e ai suoi
pensieri. E avesse trovato un dettaglio inaspettato, ma eccitante. Quasi la
conferma che fossero simili.
Le sorrise in
maniera agghiacciante e indietreggiò.
«Non sei più
tanto sicuro di te» continuò Sara, non volendo ammettere che quello che aveva
provato la spaventava più del demone stesso. Irritata per come la faceva
sentire, urlò: «Cosa aspetti? Fatti sotto.»
«Non lo
incoraggiare» le sussurrò Naoko. «I miei poteri di comunicazione con i felini
non sono molto di aiuto in questa situazione e Sabrina sembra già stremata dopo
una sola mossa.»
Carovus si girò
verso il suo compagno. Se aveva sentito o meno il commento, non lo diede a
vedere, però gridò: «Gabriel, via!»
L’altro demone
non gli diede retta e continuò nel suo tentativo di azzannare Yuri, sdraiato
sotto di lui.
Yuri spinse le
mani infuocate contro le squame sul collo, e la puzza di bruciato si diffuse
nella stanza. «Sbrigati a usare il tuo campo di forza» urlò a Davide, tutto
sudato per il calore e la fatica di tenere lontano il suo assalitore.
Con le braccia
strette intorno al collo del demone, ma senza riuscire minimamente a essere
preso in considerazione, Davide rispose: «Non posso, è troppo vicino a te. Vi
imprigionerei insieme.»
Carovus
intervenne cogliendoli di sorpresa. Staccò Davide dalla schiena di Gabriel e lo
scaraventò a terra. Quindi sollevò di peso il compagno dal corpo di Yuri e
tenendolo per le corna lo trascinò fuori dal negozio.
Yuri si rialzò e
si avvicinò alla porta aperta. Strizzò gli occhi e riuscì a scorgere i due in
lontananza, mentre Carovus saltava sopra i tetti dei palazzi, agile come un lupo
e con la testa del compagno stretta nella sua presa. «Pericolo scampato»
sentenziò, tirando un sospiro di sollievo.
«Non che mi
dispiaccia, ma come mai hanno cambiato all’improvviso idea?» domandò Davide rimettendosi in piedi e stirandosi la
schiena indolenzita.
Sara raggiunse
Yuri sull’uscio. Osservò la città all’esterno, ma i due demoni erano già
svaniti dalla visuale. Nonostante tutto si sentì ancora inquieta. Per qualche
motivo, sapeva di avere un ruolo
importante nella loro fuga.
«È tutto a
posto?» le domandò Yuri preoccupato.
Sara annuì,
scacciando quei pensieri. «Devono
essersi spaventati. Meglio così.»
Angelo riaprì
con cautela gli occhi. Riconobbe Naoko e Sabrina, chinate su di lui, che gli
offrivano aiuto per rialzarsi.
«Ce la fa a
reggersi in piedi?» domandò Naoko.
Afferrando le
mani che gli porgevano, Angelo si massaggiò la nuca indolenzita sotto i
riccioli. «Sì, non è nulla di grave. Avrò solo un gran bernoccolo e mal di
testa per un giorno intero.» Guardò i ragazzi e poi il locale. Sembravano
incolumi e tutto in ordine pur avendo subito la visita di due demoni. «State
tutti bene?»
Gli fecero tutti
dei cenni di assenso.
Sabrina lo fissò
mortificata. «Mi scusi, l’unico a ferirsi è stato lei, per colpa mia.»
Angelo cercò di
sfoderare un sorriso rassicurante. «Non preoccuparti. L’importante è che
nessuno di voi si sia fatto male.»
«Non certo
grazie a lei» lo aggredì Sara. «A causa
sua e dell’Ordine siamo sempre attaccati da esseri orribili e pericolosi. Oggi
ne siamo usciti bene, ma la prossima volta?»
Angelo la guardò
serio. «Voi cinque sarete sempre in pericolo, non per colpa mia, o dell’Ordine.
Per quello che siete. I vostri poteri sono parte di voi e non potete cambiare
questa realtà. Dovete accettare chi siete e farvi aiutare. La mia proposta è
ancora valida: lasciate che vi istruisca a combattere come guerrieri
dell’Ordine.»
«Lezioni di
addestramento, è tutta qui la sua offerta?» domandò Davide, attirando su di sé
gli sguardi degli altri. «Se vuole convincerci, deve darci qualcosa di più.»
Angelo rifletté.
Oltre alla sua esperienza, poteva offrire altro che avrebbero trovato
interessante. «Posso fornirvi i Registri dell’Ordine che riguardano il vostro
passato. Sono delle copie, ma potranno aiutarvi a fare chiarezza sulla vostra
vita precedente, e darvi risposte che io non sono in grado di fornirvi.»
Sara lo guardò
con aria di sfida. «Mi sta bene leggere quello che mi riguarda, ma solo perché
è un mio diritto. Non combatterò mai per chi mi ha usato come una marionetta.»
Si girò verso la porta e uscì dal locale senza guardarsi indietro.
«E voi?»
Yuri scrutò i
volti dubbiosi dei compagni e poi disse: «Lei ci procuri i Registri. Noi intanto
penseremo se accettare o no.»
Gli altri
rimasero in silenzio e Angelo lo interpretò come un tacito assenso. «D’accordo,
ve li farò avere al più presto.»
Yuri imitò Sara
e lasciò il Portale Mistico, seguito
da Naoko e Sabrina.
Davide
s’incamminò per seguirli, prima di oltrepassare l’uscio, si fermò e si girò
verso di lui. «Può farci avere anche il Registro che riguarda Leonardo?»
«Certo.»
«Ok. Allora, per
quanto mi riguarda, mi consideri già un suo allievo.»
Angelo lo seguì
con lo sguardo mentre si allontanava e sorrise. Aveva fatto un passo avanti.
Almeno con uno di loro stava iniziando a creare un rapporto di fiducia.
Il sole stava
tramontando quando Carovus e Gabriel giunsero a Villa Asti.
Carovus che si
era trascinato dietro il compagno per tutto il viaggio come un bambino
capriccioso, lo gettò all’interno dell’abitazione, abbattendo così la porta
d’ingresso che cadde sotto il suo peso.
Gabriel balzò
subito in piedi e ringhiò furioso. «Perché hai cambiato il nostro piano? Come
ti sei permesso di strapparmi così dalla mia preda!»
Carovus ringhiò
ancora più forte di lui. «Quando ti do un ordine, tu lo esegui subito! Sono io
che comando. Se vuoi vivere, non ti azzardare mai più a ignorarmi.»
Gabriel indietreggiò
e incurvò la schiena in avanti, abbassando lo sguardo. Si voltò e andò a
smaltire la rabbia per l’ego ferito nella sua stanza al piano superiore.
Carovus ascoltò
con attenzione i rumori della villa e si accertò che Gabriel si fosse
raggomitolato sopra il letto. Salì a sua volta le scale. Entrò in una delle
stanze che erano appartenute in precedenza ai coinquilini del suo compagno e
chiuse la porta alle sue spalle.
Individuò subito
uno specchio ovale appeso alla parete accanto alla finestra. Si avvicinò e con
l’artiglio dell’indice della mano destra, si procurò un taglio sull’avambraccio
sinistro. Lo girò in modo che le prime gocce di sangue viola cadessero sul
palmo della mano opposta, lo osservò rapprendersi e passare alla tonalità rosso
scarlatto. Dopo che ne ebbe raccolto a sufficienza da riempire la mano, il
sangue prese forma solida.
Carovus chiuse
gli occhi, ci passò sopra la mano e salmodiò in un linguaggio imparato nel
Primo Inferno. Sollevò le palpebre e vide che si era trasformato in un
medaglione circolare, appeso a una catena composta da una serie di piccoli
anelli sferici. Lo indossò, e rivolto alla sua immagine riflessa nello
specchio, disse: «Oh grande e potente DiKann! Il tuo umile servo ti invoca!
Mostrati a me e concedimi udienza!»
La figura al di
là del vetro tremò e assunse in breve delle nuove fattezze. Il volto che
guardava Carovus era coperto da una maschera d’oro, sistemata in modo da
lasciare nuda solo la parte inferiore fino al mento, contraddistinta da squame
rosse. Dalla testa pendevano lunghi e lisci capelli scuri, dello stesso colore
del cielo in piena notte, mentre dalla fronte si innalzava una coppia di corna
color avorio, con la punta rivolta all’indietro.
Senza aprire la bocca l’essere parlò. “Per quale ragione osi disturbarmi?”
«Perdonami, mio
Signore, ma ho informazioni importanti da comunicarti.»
“Se hai estratto il mio medaglione, devo
supporre che hai già assolto il compito che ti ho assegnato.”
«Sì, mio
Signore. Sono stato sorpreso anche io dalla facilità con cui l’ho rintracciata,
ma non ho dubbi. Oggi ho ritrovato vostra figlia Sayka.»
“Ne sei proprio sicuro?”
Carovus annuì. «Il
medaglione nascosto nel mio sangue, me ne ha dato conferma. La ragazza umana di
nome Sara Martini, la stessa con il potere di aprire il Sigillo, è vostra
figlia scomparsa.»
DiKann tradì la
sua soddisfazione allargando le labbra sottili in un sorriso e rivelò una
coppia di zanne acuminate. “Dove l’hai
trovata?”
«Era proprio nel
luogo che nasconde il Sigillo, in compagnia di altri esseri con poteri speciali
e di un membro dell’Ordine.»
“L’Ordine… avrei scommesso tutto il mio regno
che la tenevano sotto controllo. Sono sicuro che gli altri esseri che hai
incontrato sono le altre cinque anime che hanno riportato in vita!”
«A dire il vero,
mio Signore, le anime ora sono diminuite. Erano presenti solo altre quattro e
non ne ho percepita nessun altra rinata.»
“Non importa. Lei e il suo presunto fratello
hanno già svolto la loro parte comune nella mia liberazione. Lui non ci serve
più.”
«Quali sono i
vostri nuovi ordini per me?» chiese.
“Tienila d’occhio. A mia figlia non deve accadere
nulla. Continua la ricerca degli altri possessori dell’uovo di demone e
conserva con cura il mio medaglione. Loro sono necessari per completare il rito
della mia liberazione e al momento del sacrifico, darai il medaglione a Sayka e
lei si ricongiungerà con suo padre.”
«Come desideri,
mio Signore. Ti ringrazio per la tua pazienza» rispose Carovus e si inchinò,
mentre il riflesso di DiKann spariva dallo specchio, lasciando posto al suo.
Rialzandosi,
giurò che non avrebbe fallito. Si sarebbe garantito la sopravvivenza nel nuovo
mondo di DiKann.
Continua…
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