Michelle sbuffò contrariata. Come aveva
supposto, era finita con l’essere la ruota di scorta del gruppo.
Dopo il ballo che gli aveva concesso
Donovan, erano tornati al loro tavolo e Betty li aveva messi al corrente
dell’arrivo di Billy. Lei e Donovan si erano voltati verso la pista e lo
avevano visto insieme a Zec.
Donovan non aveva perso tempo e aveva
invitato Betty a seguire il loro esempio.
In principio Michelle era stata
contenta, aveva bisogno di riposarsi, ma poi mentre li aspettava sola al
tavolo, la musica era cambiata, al primo ballo ne era seguito un altro, un
lento e a quel punto anche Billy e Zec erano rimasti sulla pista.
Si guardò intorno, in pochissimi erano
seduti ai tavoli, la maggior parte dei ragazzi erano tutti nel centro della
palestra. Avvinghiati a i propri compagni, in un’atmosfera romantica e
languida. Dubitava fortemente che i suoi amici sarebbero tornati a farle
compagnia.
A tre tavoli di distanza, incrociò gli
occhi di una ragazza bionda, stretta in un abito bianco. La riconobbe: Marcy
del gruppo dell’ospedale. Michelle distolse rapida lo sguardo. Conosceva
l’estrema esuberanza di quella ragazza e se le avesse dato corda, il resto
della serata poteva solo andare peggio: si sarebbe autoinvitata al tavolo e
avrebbe dato inizio a un’interminabile sessione privata in cui si vantava dei
suoi progressi sui suoi disturbi alimentari.
«Sapevo di non dover venire a questo stupido ballo.»
Tornò a fissare la mandria di coppie che si dondolava al ritmo della musica, finché
non terminò. Notò Zec e Billy allontanarsi dalla massa, non procedettero però
verso di lei come sperava, ma in direzione delle porte della palestra.
«Perfetto. Ecco i primi due che se ne vanno, senza di me.»
«Sai, il broncio non ti dona.»
Michelle girò il volto e trovò seduta di
fronte a sé Dana, la sorella demone di Zec. Rimase a fissarla sorpresa.
«Eddai, fai un sorriso, carotina»
continuò lei. «Sei così carina stasera.»
Michelle s’imbronciò ancora di più. «Non
prendermi in giro.»
Dana divenne seria. «Non lo sto facendo.
Quel vestito ti dona, il verde pastello crea un bel contrasto con il rosso dei
tuoi capelli.»
«G-grazie» balbettò Michelle, spiazzata.
«Mia madre mi ha detto la stessa cosa, quando mi ha costretto a indossarlo.»
«Ha buon gusto e posso confermarti che
ha perfettamente ragione.» Dana mosse la mano sinistra, facendole compiere un
giro a semicerchio, e in uno sbuffo di fumo violaceo sul palmo apparve un
bicchiere di vetro con dentro un liquido dello stesso arancione del punch.
«Come va la festa? A me sembra un po’ un mortorio.»
Michelle la squadrò con attenzione.
Aveva imparato che quando si presentava, Dana aveva sempre un secondo fine.
«Cosa sei venuta a fare, questa volta?»
«Mi conosci, dove c’è un party, ci sono
anche io» rispose con un sorriso e una strizzatina d’occhio.
«Proprio perché ti conosco, so che non è
vero.» Michelle si sporse in avanti, posando i gomiti sul tavolo. «E poi non ti
preoccupa che qualcuno ti veda e gridi al demone?»
Dana abbandonò il bicchiere sul tavolo. «Sei
gentile a preoccuparti per me, ma so passare inosservata, se lo voglio.» Scostò
la sedia e accavallò le gambe fasciate nei soliti pantaloni viola aderenti,
mentre il top scollato lasciava in evidenza ampi pezzi di pelle rosso rubino.
Nel decolté risaltò la collana con il pendente giallo che aveva rubato mesi
prima alla rappresentazione di Romeo e
Giulietta.
«Non mi hai detto perché sei qui?»
ripeté Michelle.
«Neanche tu» replicò Dana. «E non
rifilarmi la storiella che sei venuta per divertirti con i tuoi amici. »
«È la verità.»
Dana scosse la testa. «Ammettilo, non ci
credi nemmeno tu. Ti hanno convinta a venire con loro per pietà, ma nessuno è
qui con te.» Allungò il braccio destro e indicò Donovan e Betty che ballavano
tra la folla di ragazzi. «Fred e Velma sono laggiù a dimenarsi come due
idioti, in mezzo agli altri imbecilli in tiro. E di mio fratello e del suo
ragazzo non vedo traccia. Che fine hanno fatto?»
Michelle si morse il labbro inferiore.
Dava ragione a Dana, ma si trattenne dal dirlo apertamente. Sforzandosi di
ricacciare indietro la sfuriata di rabbia contro i suoi amici che l’avevano
mollata da sola, cercò di capire quale fosse la vera ragione della presenza
della ragazza demone. La osservò. Sembrava interessata più alla mancanza di
Billy e Zec, rispetto a quello che facevano Donovan e Betty.
«Si tratta di tuo fratello» concluse ad
alta voce Michelle. «Anzi di Billy. L’ultima volta che ci siamo viste, eri in
ospedale proprio mentre scoprivamo il corpo di Elliott Summerson.»
Dana la guardò maliziosa, giocherellando
con la collana. «Abbiamo fatto anche altro, io e te, in quell’ospedale.»
Michelle arrossì, ripensando al bacio
con cui le aveva permesso di tornare visibile. «Non cambiare discorso. Avevi
detto a Zec di chiamarti con il cellulare che gli hai lasciato, se avesse avuto
bisogno, ma non lo ha fatto. Quindi sei qui perché sta per succedere qualcosa.
Di cosa si tratta?»
«Ancora una volta mi sorprendi,
carotina. Sei più vicina alla verità di quanto immagini, ma se vuoi tutte le
risposte, devi darmi qualcosa in cambio.»
«Perché? Forse posso aiutarti a impedire
questa “cosa” che spaventa anche te. Non ti basta?»
Dana scrollò le spalle. «Mi dispiace, ma
sono un demone. Fare buone azioni gratis, non è parte delle regole.»
«Cosa vuoi?»
«Canta per me.»
Michelle la fissò confusa. «L’ho già
fatto. La sera della recita.»
«Sì, ma era per salvarti. Ora voglio
un’interpretazione più personale, più sentita. Capisci cosa intendo?»
Michelle lo sapeva. Cantare per Dana
significava tirare fuori una parte personale che si teneva nascosta. Si partiva
da una canzone famosa, si modificava il testo e un segreto, un sentimento
negato, diventavano di dominio pubblico. Riluttante disse: «Accetto.»
«Ottimo» gongolò Dana. Scattò in piedi e
prese la mano sinistra dell’altra ragazza, facendola alzare dalla sedia. «Ora
non pensare a nulla. Lasciati andare, la musica farà il resto.»
Michelle deglutì per niente tranquilla.
Dana schioccò le dita, qualsiasi canzone
stesse risuonando nella palestra si interruppe. Pochi secondi di silenzio e gli
accordi di una nuova iniziarono.
“I Kissed a Girl” di Katy Perry. Michelle la
riconobbe all’istante e non ne fu poi così tanto sorpresa. Dana la osservò e in
automatico, lei si preparò a cantare:
«Non era ciò che avevo programmato
Mi
hai incastrato
Volevo
solo bere il punch e ballare
Ora
perdo il controllo
Senza
preavviso, non so che dirò
Mi
vuoi mettere alla prova
So
che sei curiosa
E
forse anche io un po’
Ho
baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto
Sapevi
di ciliegia e zolfo
Ho
baciato una Ragazza Demone per non svanire
Ma
ho sperato che i miei amici non lo sapessero
Non
so se è giusto
Non
so se è sbagliato
Non
so se potrei innamorarmi di te
Ho
baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto
Mi
è piaciuto davvero!»
Come succedeva ogni volta, all’intonare
della strofa modificata, tutti i presenti nella palestra diedero il via a una
coreografia. Ragazzi e ragazze si divisero in due file, i primi sulla sinistra
e le seconde sulla destra. A loro si affiancarono anche i poliziotti di guardia
alle porte, i professori e i genitori scelti come sorveglianti. Ancheggiarono a
ritmo e si riunirono in modo da lasciare
una striscia di pavimento libera tra i loro gruppi, in attesa della coppia
principale.
La palla da discoteca vorticava e lampi
argentei colpirono i distintivi dei poliziotti, riflettendo la luce sui volti e
gli abiti dei ballerini improvvisati.
Sculettando, Michelle si lasciò guidare
da Dana in mezzo a loro, nel centro della pista. Giunte lì, la demone la fece
girare e mettendosela di fronte, le circondò la schiena con il braccio e le
strinse la mano sinistra in alto. Ballarono prima avanzando e poi retrocedendo
una dall’altra.
«Non mi avresti mai notato
Non
mi sarebbe importato
Credo
di essere un gioco per te
È
nella natura dei demoni
Corrompete
brave ragazze
Non
mi comporto mai così
Mi
sento confusa
Ma
non ho resistito
Ho
baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto
Sapevi
di ciliegia e zolfo
Ho
baciato una Ragazza Demone per non svanire
Ma
ho sperato che i miei amici non lo sapessero
Non
so se è giusto
Non
so se è sbagliato
Non
so se potrei innamorarmi di te
Ho
baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto
Mi
è piaciuto davvero!»
Le persone intorno a loro si
avvicinarono, formando delle coppie miste, ma anche dello stesso sesso.
Imitarono le loro mosse, fissandosi negli occhi e continuando a ballare.
Anche Dana la fissò e cantò:
«Sono una ragazza magica, ma non diversa dalle altre
Pelle
rubino, labbra bollenti, pronta a baciare ancora
So
che è difficile resistermi
Mi
piace che non lo neghi
E
non c’è niente di male, se ti va, mi puoi baciare»
Michelle si staccò da lei, imitata da
una parte di ragazze e qualche ragazzo e uomo, si portò le mani ai capelli e
agitò la testa cantando:
«Ho baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto
Sapevi
di ciliegia e zolfo
Ho
baciato una Ragazza Demone per non svanire
Ma
ho sperato che i miei amici non lo sapessero
Non
so se è giusto
Non
so se è sbagliato
Non
so se potrei innamorarmi di te
Ho
baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto
Mi
è piaciuto davvero!»
La canzone si concluse e di colpo tutti
smisero di ballare. Si guardarono tra loro confusi, come accadeva ogni volta
che Dana portava a termine un numero del suo spettacolo.
Il deejay notò il silenzio imbarazzante
e riprese con un nuovo brano. Gli insegnanti e i genitori tornarono al banco
del punch, i poliziotti ai loro posti di guardia alle porte e i ragazzi
ripresero a ballare a coppie, come se nulla fosse accaduto.
Michelle rimase a guardare Dana
sorridente.
«Niente male» si congratulò la ragazza
demone. «Sono davvero impressionata.»
«Hai avuto ciò che volevi, dammi le mie
risposte» disse Michelle.
Dana le andò al fianco. «Un patto è un
patto» sussurrò al suo orecchio destro, superandola. Andò a sedersi di nuovo al tavolo,
costringendo l’altra ragazza a seguirla. Afferrò con pollice e indice destro il
pendente della collana e disse: «In questo gioiello è stato racchiuso il
sentimento più profondo di Billy. È l’unica forza in grado di mantenere reale
qualsiasi cosa la sua mente ha creato, se l’uomo in coma dovesse svegliarsi.»
«Quindi sai la verità su Elliott»
dedusse Michelle.
«Ho fatto le mie ricerche» replicò Dana.
«Da quando l’ho addosso, oltre che un’assicurazione sulla vita, ho una sorta di
collegamento con le emozioni del tuo amico ammazzavampiri. Niente di preciso,
ma da un paio di giorni so che ha preso una decisione dolorosa.»
«Che vuoi dire?»
«Vuole
mettere fine a questa storia della Bocca dell’Inferno. Da solo. Una volta per
tutte.»
Continua…?
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