Una pacchiana palla da discoteca, in
stile anni settanta, girava appesa al soffitto della palestra, mandando riverberi
di luce argentea in tutto l’enorme spazio.
Il riflesso sfiorò anche la pelle di
Zec, di pessimo umore, mentre sentiva crescere sempre più insistente la sua
brutta sensazione riguardo la serata. Seduto a uno dei tavoli sistemati a
ridosso delle gradinate, osservò i due insegnanti e un paio di genitori, scelti
come sorveglianti, fare la spola tra il tavolo del punch analcolico e la console
improvvisata di un deejay, a cui ripeterono di abbassare il volume della
musica.
Ai lati delle porte d’ingresso della palestra
e alle due uscite d’emergenza erano sistemate coppie di poliziotti: una misura
di sicurezza che il comitato dei genitori aveva imposto dopo gli eventi di un
paio di giorni prima, pena la cancellazione del ballo di fine anno.
Zec spostò infine lo sguardo sul folto
gruppo di ragazzi in abiti eleganti e acconciature curate, ballavano nel centro
della palestra, come se fosse l’evento più divertente ed eccitante a cui
avessero mai partecipato. E non condivideva affatto tanto entusiasmo.
Pur avendo i suoi tre migliori amici al
fianco, sentiva la mancanza di Billy. Il giorno prima aveva accettato il suo
invito e gli era parso davvero contento all’idea di andare come coppia, ma
pochi minuti prima di incontrarsi, lo aveva chiamato al cellulare dicendo di
avviarsi e che lo avrebbe raggiunto poco dopo.
Era passata quasi mezz’ora.
«Vedrai, sta per arrivare» gli disse
Betty, avvolta nel suo vestito giallo senza maniche e con i capelli castani
raccolti in uno chignon. «Sarà stato trattenuto da qualche stupido vampiro.»
Donovan bevve il residuo di punch dal
bicchiere e disse: «Oppure sta finendo di cucirsi il vestito per il ballo da
solo.» Posò il bicchiere sul tavolo e si batte i palmi sulla giacca scura.
«Affittare uno di questi è più costoso di quanto si possa pensare.»
«Ora mi sento anche in colpa per non
averci pensato» rispose Zec, fissando il suo stesso abito nero con pantaloni
e giacca abbinati e camicia bianca. «Di
sicuro, vista la sua situazione particolare di finto studente emancipato, Billy
non ha soldi per permettersi un vestito per il ballo.»
Betty tirò una gomitata a Donovan che si
voltò, alzò le sopracciglia e la guardò con aria innocente come a dire: “Non
l’ho fatto apposta.”
Michelle si tirò per la terza volta la
gonna verde verso il ginocchio, non sentendosi a proprio agio con il vestito
scelto dalla madre e di cui si era già lamentata. «Nella peggiore delle ipotesi
può distruggere il mio e provare a ricavarci qualcosa di più comodo.»
«Basta con questa negatività» sbottò
Betty. Scostò indietro la sedia e si alzò in piedi. Afferrò il braccio destro
di Donovan e lo costrinse a mettersi in piedi. «Vai con Michelle in pista, le
devi due balli.»
Donovan imitò il saluto militare,
portando la mano destra all’altezza della tempia. «Agli ordini capo.» Raggiunse
Michelle e le spostò cavallerescamente la sedia da sotto il tavolo.
«Non so… forse è meglio aspettare ancora
un po’» disse lei intimorita.
Betty la guardò decisa. «A ballare.
Ora!»
Michelle scattò in piedi e si attaccò al
braccio portole da Donovan. I due avanzarono verso la pista, mentre il ragazzo
soffocava una risata.
Betty si sedette al posto del suo
accompagnatore, vicino a Zec. «Avanti, dimmi cosa succede. Non sei agitato per
un semplice ritardo. Cosa ti preoccupa davvero?»
Zec sospirò. «So che hai detto che non
possiamo fare nulla per la questione dei poteri psichici, ma ho una sensazione
strana. Ho l’impressione che Billy abbia qualcosa che non va.»
«Sai come è fatto: tende a
colpevolizzarsi di tutto.»
«Questa volta è diverso» rispose Zec. «È
come se avesse deciso qualcosa, ma non vuole farcelo sapere.»
Betty si fece pensosa e batté indice e
medio sinistri sul mento. «Può essere. Oppure hai solo fifa da primo
appuntamento.»
«Questo non è il mio primo appuntamento
con Billy.»
«Oh, per favore. La vostra uscita al
cimitero non conta» disse Betty. «Avete incontrato quegli Esseri Ombra e poi
siamo finiti tutti nella camera di ospedale di Elliott. Decisamente non è stato un appuntamento.»
Zec concordò in silenzio con la sua
descrizione. Non c’era stato niente di lontanamente simile a un appuntamento in
quello che avevano fatto quella sera. Quindi, l’amica poteva avere ragione. La
sua ansia per la serata poteva essere solo la sua stessa paura di rovinare la
prima uscita ufficiale con il suo ragazzo.
«Forse hai ragione» ammise. «Tu invece
sembri a tuo agio con Donovan. E anche per voi è la prima uscita in coppia.»
Betty sorrise. «Be’ io parto
avvantaggiata. Ho già visto i lati peggiori di Donovan, non penso di dovermi
aspettare niente di negativo.»
Entrambi si girarono a cercare lui e
Michelle tra i ragazzi che ballavano. Lo individuarono mentre insegnava a
un’impacciata Michelle alcune mosse per apparire meno rigida. E sembrava
davvero a suo agio, riuscendo a divertirsi.
«Non sapevo Donovan se la cavasse così
bene nel ballo» ammise Zec sorpreso.
Betty continuò a fissarlo a bocca aperta.
«Già, nemmeno io.»
«Io sono una frana e ho i miei dubbi che
Billy sia un asso della danza.»
«Grazie per la scarsa fiducia.»
Billy arrivò alle loro spalle. Indossava
un completo nero che gli calzava a pennello e Zec pensò non poteva esserselo
cucito da solo.
Billy si chinò e baciò Betty sulla
guancia. Poi si avvicinò a Zec e gli stampò un bacio sulla bocca. «Scusami per
il ritardo. Ora recuperiamo il tempo perso e ti dimostro che ti sbagli: sono un
grande ballerino.»
«E lasciamo Betty da sola?» domandò Zec.
«Tranquillo, gli altri torneranno presto»
lo rassicurò lei. «Credo Michelle abbia bisogno di una pausa prima del secondo
round.»
Billy prese per mano Zec e lo fece
alzare. «Non hai più scuse.»
Lui rise, abbandonando il tavolo e
seguendo l’altro ragazzo verso il gruppo che si dimenava. «Peggio per te, io
riconosco i miei limiti. Non lamentarti se ti farò sfigurare.»
«Nessuna brutta figura. Lasciati guidare
da me.»
La musica era cambiata non appena Zec e
Billy erano giunti in mezzo alla pista da ballo. Il pezzo dance, aveva lasciato
il posto a una ballata più lenta, cogliendo Zec impreparato.
Billy mantenne la sua promessa. Gli fece
mettere gentilmente le mani sulle sue spalle e gli strinse con sicurezza i
fianchi, dandogli il giusto ritmo a cui muoversi.
In pochi attimi, Zec si sentì subito a
suo agio e dimenticò ogni pensiero negativo.
«Non te la cavi poi così male» si
complimentò Billy.
«Merito del mio maestro.»
Billy rise. Sembrava sereno, senza
angosce.
Zec gli avvicinò le mani al collo. «Devi
dirmi dove hai imparato a ballare i lenti.»
Billy aggrottò un sopracciglio. «Non
saprei.» Lo attirò a sé, avvolgendogli la schiena con le braccia. «Penso sia
parte dell’addestramento da Ammazzavampiri.»
Questa volta fu Zec a ridere. «Sicuro.
Già me lo immagino. “Lezione 27: stordisci il vampiro con un ballo” Anche se
standogli così vicino è facile impalettare il nemico.»
«Si può fare anche altro a questa
distanza.»
Billy si sporse e baciò di nuovo la sua
bocca.
Fu un bacio meno affrettato, come se
volesse gustarselo. Zec sentì il calore delle labbra di lui aprirsi e chiudersi
sulle sue. Chiuse gli occhi e tutto svanì. Non c’era musica, non c’erano altri
oltre a loro. Poi si riscosse e si allontanò.
«Qualcosa non va?» chiese Billy.
Zec arrossì. «No. È solo che… ecco non
volevo dare spettacolo.»
Il compagno lanciò uno sguardo ai suoi
lati. E lui fece altrettanto. Alcune ragazze si dondolavano a occhi chiusi con
la testa posata sulla spalla del loro cavaliere. Altri erano impegnati nella
stessa attività che loro avevano appena interrotto. E insieme scorsero una
coppia di ragazze che ballavano strette, perse una negli occhi dell’altra.
«Non mi pare che siamo abbastanza
interessanti» disse Billy.
Zec annuì. «Scusa. Questa serata sta
andando così bene, ho il timore che qualcuno, o qualcosa la rovini. Come una
rissa perché due ragazzi si baciano.»
«Non dovresti preoccuparti di queste
cose» lo rimproverò dolcemente Billy. «Devi essere libero di vivere i tuoi
sentimenti. Soprattutto perché la vita è così breve.»
Zec rimase colpito da
quell’affermazione. «Suona tanto come una dichiarazione di addio.»
«Non dire sciocchezze. Non ti libererai
di me.» Billy pronunciò le parole con fermezza, ma poi il suo viso si rabbuiò.
«Però, se dovesse accadermi qualcosa di brutto, voglio che tu vada avanti.»
«Perché dovrebbe accaderti qualcosa di
brutto?»
«Caccio i vampiri, i demoni e le
mostruosità della Bocca dell’Inferno. Il pericolo è sempre con me e anche se
sono bravissimo in quello che faccio, può accadere che un giorno mi capiti il
peggio.»
«Niente pensieri negativi.» Zec lo baciò
sulla bocca per zittirlo. Rimasero così per diversi minuti, assaporando il
piacere di essere insieme, poi si allontanò. «Seguirò il tuo consiglio, se tu
farai lo stesso con il mio. Combatti solo battaglie che sai di vincere e non
correre rischi inutili.»
Billy lo guardò serio e lentamente le labbra
sia allargarono in un sorriso. «Lo farò. E sono felice di averti incontrato e
che mi abbia invitato al ballo. Sarà tra i miei ricordi più belli.»
«I nostri ricordi più belli» lo corresse
Zec.
Billy annuì. «Giusto. Grazie per tutto.»
Zec non seppe spiegarsi se fu il modo in
cui lo disse, o l’aria di malinconia che balenò nei suoi occhi, ma gli parve un
addio. E la sua brutta sensazione si rifece viva.
La musica terminò bruscamente. Le varie
coppie assorte nella loro intimità, si ripresero, allontanandosi gli uni dagli
altri di qualche centimetro.
«Mi sa che devo andare» disse Billy,
toccandosi la fronte. «Il mio senso del soprannaturale pizzica.»
«Vengo con te» si offrì subito Zec.
«Non è necessario. Non mi sembra niente
di particolarmente grave. Una scocciatura di cui mi libererò prestissimo.»
Zec insistette. «In due saremo ancora
più veloci.»
Billy scosse la testa. «Allontanandoci
insieme daremmo nell’occhio e qualcuno dei sorveglianti ci farebbe troppe domande.
E poi non è il caso di rovinarci entrambi il vestito.»
Tenendolo per mano e schivando gli altri
ragazzi, Billy si avviò verso l’uscita della palestra. Zec gli camminò dietro,
non riuscendo però a scacciare l’agitazione e sapendo di non potergli far
cambiare idea.
Arrivati a un paio di metri dai
poliziotti di guardia, Billy si fermò. Gli prese il viso tra le mani e lo baciò
sulla fronte. «Ritieniti prenotato per l’ultimo ballo.» Sorrise e si incamminò
da solo.
Zec lo seguì con lo sguardo. Vide che
faceva segno alla guardia di aver bisogno di usare il bagno e ottenne un cenno
di consenso. Lo vide allontanarsi fino il fondo del corridoio e poi svanire
dietro l’angolo.
In quello stesso istante, la brutta sensazione
che lo aveva tormentato, non fu più vaga. Si concretizzò e dentro di sé Zec
ebbe la certezza che Billy non sarebbe tornato per l’ultimo ballo. Con una
sicurezza da non riuscire a spiegare razionalmente, sapeva che se non lo avesse
raggiunto e fermato, per loro non ci sarebbe mai più stato alcun ballo.
Continua…?
Nessun commento:
Posta un commento