Billy ascoltò in silenzio la spiegazione
di Janna. Ormai era pronto ad accettare di tutto, anche ciò che appariva più
assurdo e inverosimile.
Quando ebbe finito, lei indietreggiò di
un paio di passi. Lo guardò in silenzio, con i suoi occhi impassibili e svanì
come gli altri.
«Aspetta» la chiamò.
Un lampo illuminò l’intero spazio in
modo accecante e Billy fu costretto a chiudere gli occhi. Quando li riaprì, era
nello stesso luogo di poco prima: in piedi a fianco del letto di Elliott
disteso in coma. Scostò la mano dalla sua fronte e un nuovo lampo gli balenò
davanti, illuminando fugacemente la stanza dell’ospedale.
Billy strizzò ancora gli occhi, oltre il
vetro della finestra di fronte scorse la luce arrivare dall’esterno. Un tuono
rombò nel cielo e lo fece sobbalzare. Si avvicinò alla finestra, notò che era notte
e le prime gocce di pioggia iniziavano a cadere fitte. Era rimasto in quella
sorta di trance per alcune ore.
Si voltò e lanciò un ultimo sguardo a
Elliott, si diresse verso la porta della stanza e sbirciò per assicurarsi il
corridoio fosse sgombro. Libero di muoversi, proseguì furtivo verso l’uscita
dell’ospedale.
Betty sussultò nel letto dei suoi
genitori nello stesso istante in cui un tuono squarciò l’aria all’esterno della
casa. Spalancò gli occhi, si alzò lentamente, mettendosi a sedere e controllò
Michelle al suo fianco: dormiva tranquilla, il temporale non aveva avuto lo stesso
effetto sul suo sonno.
Uscì da sotto il piumone con delicatezza,
prese gli occhiali dal comodino e si avvicinò alla finestra. Scostò la tenda e
osservò la pioggia infrangersi sul vetro e scivolare come lacrime fino al
davanzale.
“Chissà
dov’è Billy” pensò, confortandosi solo con l’idea che gli altri amici
fossero lì in casa con lei. Dopo le sconvolgenti rivelazioni condivise da lei e
Michelle con gli altri quella sera e la decisione perentoria di Billy, si era
convinta che dovevano restare tutti insieme, soprattutto non credeva fosse
opportuno per Zec tornare a casa da solo. Avrebbe voluto parlare con lui, farlo
sfogare, ma l’amico le aveva solo chiesto di avvertire la madre e poi
mostrargli dove avrebbe dormito. Così aveva sistemato i due ragazzi in camera
sua e condiviso il letto matrimoniale dei genitori con Michelle, ma aveva
dormito solo per qualche ora.
Betty sistemò gli occhiali sul volto, si
infilò i jeans e la maglietta del giorno prima e lasciò con cautela la camera.
Appena chiuse la porta dietro di sé, sentì dei suoni leggeri provenire dal
piano di sotto. Scese guardinga le scale e vide Zec, vestito anche lui con gli
stessi abiti con cui era andato a dormire, seduto sul divano, illuminato solo
dal televisore, mentre sullo schermo si alternavano le immagini di un episodio
di Buffy. Non uno qualunque: Incubi, proprio quello che aveva fornito
a lei e Michelle gli ultimi tasselli per identificare chi fosse in realtà Billy.
«Il mio vecchio sacco a pelo è davvero
scomodo se sei venuto qui» disse gentilmente, entrando in salone.
Zec schiacciò il tasto STOP sul telecomando
del lettore DVD, stretto nella mano
destra. «Scusami, ti ho svegliato.»
«No, è stato il temporale» rispose,
sedendosi accanto a lui. Si allungò sulla sinistra e accese la lampada,
schiacciando il pulsante dell’interruttore. «Ma ho l’impressione tu sia in
piedi da prima che scoppiasse.»
«Non riuscivo a dormire. Ho visto il box
della serie e mi è venuta voglia di rivedere quell’episodio. Scusa se l’ho
preso senza chiederti il permesso.»
«Non c’è problema però…» Betty si
interruppe cercando le parole adatte. «Ecco, riguardarlo non credo ti faccia
bene.»
«Hai ragione» ammise Zec. Abbandonò il
telecomando sul cuscino del divano tra di loro. «Però ci sono parti di questa
storia che non mi tornano e volevo vedere con i miei occhi se per caso vi era
sfuggito qualcosa.»
«Cosa intendi?»
«Per esempio: prima di portarci in
ospedale, ci avete detto che vi ha condotti la Prima Cacciatrice in quella
stanza, quindi anche lei è una proiezione del tizio in coma? Se è così, perché mandare
anche Billy come proiezione astrale per combattere?»
Betty aggrottò la fronte. «In effetti
ora che mi ci fai pensare è un po’ strano. Anzi, ricordo che l’abbiamo sognata
tutti mesi fa, quando ci siamo riuniti per guardare la serie.»
«Esatto, un altro particolare che stona»
continuò Zec pacato. «Posso accettare che gli incubi del Billy adulto in coma,
per così dire, hanno aperto la Bocca Dell’Inferno e generato i vari mostri, ma
come spieghiamo eventi come quello, la presenza di Kerry e Kenny, o questa?» Si
chinò e afferrò la Falce vicino ai piedi nudi, mettendola sotto gli occhi di
Betty. «L’abbiamo creata noi. Compreso Billy. È reale, l’abbiamo usata tutti e
tenuta a turno in custodia. Come può esistere un oggetto creato anche da chi
non esiste?»
Betty fissò a turno l’arma e l’amico,
riflettendo. Le sue obiezioni erano sensate, per quanto l’intera situazione
fosse al di là del razionale. Si era concentrata così tanto sui suoi indizi e
sulla conferma ricevuta dalla visione dell’episodio, dall’essersi dimenticata
di quei particolari, che però facevano la differenza.
Si accorse che lui la guardava in attesa
di una risposta. «Sinceramente, non so cosa pensare» disse. «E a dirla tutta,
il fatto che quell’uomo in coma abbia potuto generare tutto questo da solo ha
dell’incredibile, dello spaventoso e inspiegabile.»
Tre colpi battuti con forza contro la
porta li fece voltare entrambi.
«I tuoi genitori sono tornati prima?»
domandò Zec.
Betty si alzò dal divano, dirigendosi
verso la porta. «Non penso. E comunque hanno le chiavi di casa.»
Aprì uno spiraglio, abbastanza perché
potesse vedere anche Zec sporgendosi e rimase sorpresa da chi si trovò davanti.
Fradicio dalla pioggia battente, Billy
la guardò serio, fermo davanti all’uscio. «Posso entrare? Dovrei darvi delle
informazioni importanti.»
«Così, un’altra parte di Elliott… di te,
ha l’aspetto di Jenny Calendar. Non
ti offendere, ma avrei preferito incontrare lei, l’attrice che la interpretava
è molto sexy» commentò Donovan, stravaccato sulla sedia rivolta verso il divano,
dopo che Billy ebbe raccontato del suo incontro e della scoperta sul loro
passato.
«Lei vuole essere chiamata Janna»
precisò Billy, seduto a sua volta su un’altra sedia nel salone e sfregandosi i
capelli con l’asciugamano che gli aveva dato Betty, cercando di asciugarli.
L’amica gli aveva anche prestato una camicia del padre con cui cambiarsi la
maglietta fradicia. «In ogni caso, volevo scusarmi con voi per avervi coinvolti
fin dal principio, anche se non lo sapevo.»
«Non devi scusarti di nulla.» Betty
rientrò in salone e posò una tazza fumante con del tè sul tavolino davanti a
Billy. Aveva svegliato Michelle e Donovan, mentre lui si cambiava, in modo
fossero tutti presenti per le novità che doveva comunicare. Si accomodò sul
divano tra Zec e Michelle e disse: «In un certo senso siamo in debito con te.
Ci hai salvati tutti nel nostro primo confronto con il soprannaturale. Il fatto
che tu, o Elliott, ci abbiate scelti perché vi trovavate in sintonia con noi,
può solo farci piacere.»
«Sì, però vorrei sapere di più» fece
Michelle. «Non ci hai più detto cosa hai trovato questa sera al cimitero con
Zec? È legato in qualche modo al coma di Elliott?»
Billy scosse la testa e lasciò cadere
l’asciugamano sulle ginocchia. «Io e Zec abbiamo incontrato degli strani esseri
che affermavano di difendere l’Oscurità Maggiore e me, ma Janna non sembrava
esserne a conoscenza. Mi ha dato solo le informazioni che riteneva importanti
in quel momento e penso il suo obiettivo fosse di farmi capire che non dovevo
allontanarvi.»
«E ha fatto bene» disse Zec, sorridendo
all’amico.
«Però c’è anche dell’altro» continuò
Billy. «Prima di scomparire, mi ha rivelato che io, o meglio Elliott, non è
l’unico responsabile di tutto quello che sta succedendo.»
Betty si scambiò uno sguardo eloquente
con Zec. Questa nuova informazione poteva dare un senso a ciò di cui avevano
parlato prima. «Spiegati meglio.»
Billy sospirò. «Da quanto ho capito, io
sono diventato reale per il desiderio di Elliott di avere qualcuno che
affrontasse i pericoli, la parte di lui desiderosa di fare giustizia su quello
sognato e reso vero e potenzialmente mortale. E questo fa di lui la Bocca
dell’Inferno, però non tutto il male che abbiamo combattuto esce da lui.»
Donovan si sporse in avanti, grattandosi
la testa. «Okay, sono ufficialmente confuso.»
«Lo so, è complicato, anche io non sono
certo di riuscire a spiegarlo bene.» Billy strinse l’asciugamano agitato. «È
come se Elliott facesse da centro mistico a cui chiunque può attingere.
Qualsiasi persona che volontariamente o meno ha un desiderio represso, o sente
di avere dei demoni interiori con cui combattere, o desidera che quelle
creature da incubo siano vere, riesce a renderle reali attraverso lui.»
«È logico» concordò Betty. «Ora tutto ha
un senso.»
«Davvero?» domandò Donovan aggrottando
le sopracciglia.
«Rifletti, ricordi la nostra discussione
su Anika di oggi pomeriggio? Pensavamo che qualcuno l’avesse resa un Demone
della Vendetta, ma in realtà lo ha fatto lei da sola, grazie all’energia di
Elliott trattino Bocca Dell’inferno» spiegò Betty. «Voleva punirti per il
video, perché si era fidata di te e tu l’avevi tradita e il suo rancore tanto
forte l’ha fatta diventare il demone.»
«E questo ci aiuta a spiegare anche
tante altre cose» intervenne Zec. «Tutto quello che sembra legato a Buffy, ma non riusciamo a giustificare
come una responsabilità di Elliott, sono in realtà tutte proiezioni di desideri
di altri.»
Michelle alzò le mani per fermarlo.
«Aspetta, vuoi dire che in città sono tutti fan di Buffy? O che questi desideri prendono forma dai mostri della serie,
perché Elliott è un fan?»
«Potrebbe essere» commentò Betty. «In
fondo Elliott ci ha notati tempo fa e fin da allora la cosa che abbiamo tutti
in comune è la passione per la serie.»
Donovan incrociò le braccia sul petto.
«In pratica quando Elliott finirà di avere a che fare con i fan di Buffy, allora smetteranno anche le
stranezze.»
«No, non funziona così» rispose in tono
amaro Billy. «In principio riguardava voi e la serie, ma poi credo che la cosa
si sia espansa in maniera incontrollabile. Come vi ho detto, Elliott dal suo
coma fornisce energia soprannaturale, ma come la Bocca dell’Inferno è un portale
tra dimensioni, così lui lo è per i pensieri e le emozioni di tutti. Ognuno può
utilizzarla come vuole. Quindi se qualcuno rielabora sentimenti e repressioni
usando come metafora altre storie, o elementi di finzione, si possono avverare
anche quelli.»
Betty sentì il suo entusiasmo svanire e
venire rimpiazzato da un timore opprimente. «Questo vuol dire che d’ora in
avanti potremmo aspettarci di tutto. È pazzesco.»
«E pericoloso» aggiunse Donovan.
«Ricordati che Anika è morta e scomparsa dal ricordo di tutti. E tutti quelli
che erano diventati vampiri sono diventati polvere.»
Billy si alzò in piedi abbandonando
l’asciugamano sulla sedia. «Ora vi rendete conto perché volevo allontanarvi? Venendo
cambiati dalla Bocca dell’Inferno, si rischia di morire.»
Zec gli andò incontro per
tranquillizzarlo. «Non è così per tutti. Io e Michelle siamo diventati
telecinetici trasformando la rabbia e il dolore in poteri da poltergeist, ma
non siamo scomparsi e nemmeno ci è successo di peggio.»
«Ma non è detto che non accada» disse
Billy. «Se anche non veniste uccisi in una lotta, Janna mi ha detto che essendo
partito tutto da un sogno di Elliott, niente e nessuno di soprannaturale può esistere
nel mondo reale.»
«Però potremmo sempre perdere i poteri e
tornare normali» fece Michelle. «Non siamo nati con queste capacità, le abbiamo
sviluppate per colpa della Bocca dell’Inferno, quindi forse svaniranno con la
chiusura del portale. E noi continueremo a esistere.»
Betty cercò di riprendere la calma. «Okay,
ma come si chiude una Bocca dell’Inferno che nel nostro caso è una persona?»
«Svegliando Elliott» affermò Billy.
«E cosa accadrà a te?» domandò Zec.
«Non lo so. Essendo collegato a lui
potrebbe accadermi di tutto. Vivere. Morire. Diventare un fantasma.» Billy
scrollò le spalle. «Non posso preoccuparmene. L’unica cosa importante è
scoprire il più possibile su Elliott Summerson, su come è finito in coma e
trovare un modo per fargli aprire gli occhi. O attorno a lui non credo resterà
molto.»
Continua…?
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