«Avete la stessa teoria?» domandò Billy
preoccupato, mentre un misto di urgenza e timore per quello che potevano dirgli
lo scuotevano nel profondo.
Betty e Michelle si guardarono in volto.
«Non so… io sono arrivata alla mia
conclusione oggi pomeriggio, dopo aver messo insieme tutti gli eventi» disse
Betty.
«Forse è uguale alla mia, ma a me è
venuta in mente ora» rispose Michelle. «Anche io però…»
«Shh!»
le zittì Donovan. Avanzò quatto verso la porta della camera in cui dormiva (o
così sembrava) la versione adulta di Billy, sporse il volto poco oltre l’uscio
ed esaminò il corridoio. «Sta arrivando un’infermiera. Perché verrà qui?»
«Perché siamo in un ospedale e lei sta
facendo il suo lavoro, mentre noi siamo in camera di un paziente che neanche conosciamo»
gli ricordò Zec. «Se usciamo adesso dovremmo dare un milione di spiegazioni.»
«Se ci beccano qui, dovremmo darne molte
di più» fece notare Dana. «C’è un posto sicuro in cui andare?»
«A casa mia» rispose pronta Betty. «I
miei genitori sono fuori per tutto il week-end.»
«Ok. Vi ci porto io.» Dana allargò le
braccia come per abbracciarli tutti, anche se erano sparsi nella stanza.
Billy vide il fumo porpora avvolgerli uno
dopo l’altro e quando si dissolse, si ritrovò in un salotto ordinato. I quattro
amici e Dana erano lì con lui, in piedi tra il divano sopra il tappeto e un
lungo tavolo distante un paio di spanne dal muro color caffè.
«Sia chiaro: vi ho fatto da servizio
autobus perché era un’emergenza, ma non diventi un’abitudine» puntualizzò Dana,
sedendosi sul bordo dello schienale del divano blu.
Billy cercò con lo sguardo il volto di
Michelle. «Cosa stavi dicendo prima che dovessimo svanire?»
«Dicevo che anche io sono giunta alla
mia teoria tenendo conto di tutto quello che è successo in questi mesi» rispose
Michelle. «Prima però dovrei controllare nella “Guida agli episodi di Buffy”.»
«Giusto, voglio esserne certa anche io»
disse Betty. «Salgo in camera a prendere il libro e torno»
Trepidante, Billy la osservò correre al
piano di sopra e ei pochi minuti gli parvero infiniti.
La ragazza tornò con il volume sotto il
braccio destro, lo aprì sul tavolo e sfogliandolo con Michelle accanto, si
fermarono entrambe sulla medesima pagina. Sollevarono lo sguardo, si fissarono
e annuirono convinte.
Poi Betty si voltò verso di loro e si
schiarì la voce. «Perché non ci sediamo? Posso offrivi delle bibite? In
frigorifero dovrei avere C…»
«No!» la interruppe Billy. «Voglio sapere
cosa pensate del perché c’è un tizio in ospedale che mi somiglia. Subito.» Si
rese conto di essere stato aggressivo, ma quella serata sembrava andare sempre
più per il verso sbagliato. Prima l’incontro con gli Esseri Ombra al cimitero
ed ora questa nuova scoperta.
Osservandole, ebbe la sensazione che le
due amiche lo trattassero come se fosse una bomba senza sicura, pronta a
esplodere da un momento all’altro. E non poteva dar loro torto. Lui stesso stava
cominciando a mettere insieme i pezzi, non credeva ci fossero tante spiegazioni
per gli ultimi eventi e aveva il dubbio che quell’unica verità non gli sarebbe
piaciuta. «Stasera sono successe troppe cose strane, ho davvero bisogno di
sapere qualsiasi idea, teoria o deduzione abbiate in mente.»
Donovan spostò una sedia dal tavolo e si
sedette. «Va bene, ma mantieni la calma, ok? Di qualsiasi cosa si tratti,
possiamo gestirla.»
«Non ne sono così sicura» fece Dana.
Zec gli avvicinò e gli prese gentilmente
una mano. «Non darle retta. Affronteremo tutto insieme.» Guardò Betty e
Michelle e aggiunse: «Cosa credete stia succedendo?»
«Sappiamo che c’è una Bocca dell’Inferno
in città e ne abbiamo avuto più di una prova. I vampiri, le ragazze demoni
della vendetta, presunte Cacciatrici e qualsiasi altro elemento richiami il
soprannaturale» iniziò Betty. «Però sappiamo anche che non è spuntata dal nulla
e Kenny dice che è creata da una persona. Con Donovan ho ricostruito la
cronologia degli eventi e tutto ha avuto inizio con il tuo primo scontro con un
vampiro, Billy. In quella stessa occasione hai manifestato la prima volta il
tuo sesto senso del soprannaturale e da allora sui giornali e nelle nostre vite
sono cominciati a comparire i casi misteriosi e irrisolti. Prima di allora non
c’è traccia di nulla di anomalo e così tutto porta a credere che l’origine sia
tu.»
«È ridicolo!» sbottò Zec. «Billy è come
noi, si è trovato in mezzo per caso.»
«Falla continuare» disse Billy calmo. «Se
io sono l’origine, perché combatto i mostri e vi ho salvato la pelle?»
«Perché non sei a conoscenza di essere
il responsabile» rispose Michelle. «Cioè non lo eri fino a ora o forse è ancora
così… ma oggi abbiamo visto quell’uomo all’ospedale. Ti somiglia in modo
impressionante, è come un te stesso adulto e non poteva essere un caso. Così,
mi sono ricordata che qualcosa di simile succede anche nella prima stagione di Buffy e ho capito che era l’unico modo
per cui tutte le stranezze potessero avere senso. In fin dei conti, tutto
quello che abbiamo affrontato era una versione delle trame dei vari episodi:
Malcom il demone nel web; la caccia all’uomo come succede a Xander a San Valentino;
persino Sunday dalla quarta stagione. Era come rivivere le puntate attraverso i
ricordi di qualcuno, o meglio i suoi sogni.»
«Sogni?» chiese Donovan poco convinto
«Esatto, o incubi se preferite» concordò
Betty. «Io e Michelle abbiamo avuto la stessa idea e vi abbiamo detto di voler
consultare la “Guida a gli episodi” per una conferma. A quanto pare ricordavamo
correttamente.»
Dana emise un paio di colpi di tosse.
«Lo spiegate anche a chi non è totalmente un nerd.»
«C’è un episodio dal titolo Incubi, in cui un bambino finisce in
coma dopo una partita di baseball» raccontò Betty, voltandosi verso di lei.
«Mentre dormiva, tutta la città veniva invasa dagli incubi delle persone,
diventando reali. Non ci sono limiti, appaiono cose anche fuori dall’ordine naturale
e scientifico, come giorno e notte che esistono contemporaneamente. E il
personaggio del bambino si chiama Billy Palmer.»
Billy sentì il respiro mancargli.
«Quindi io sarei quel personaggio? Secondo voi io sarei Billy Palmer?»
Michelle scosse violentemente la testa
«No, tu sei l’uomo in coma all’ospedale di questa sera, anche se non sappiamo
il suo nome. Ricordi, durante la puntata Billy appare ai vari personaggi nella
sua forma astrale e tu, insomma il te adolescente che è qui con noi, sei quella
forma astrale.»
Donovan si alzò in piedi e lo fissò
stranito. «Aspettate, state dicendo che quindi questo Billy non è reale?»
«Non completamente» rispose Betty. «L’uomo
in ospedale sta dormendo, probabilmente è in coma, ma il suo cervello è attivo.
Credo sia come ci hanno insegnato a psicologia: la mente è composta da Es, Io e
Super-io e non potendo muoversi fisicamente, una di queste tre parti ha preso
forma, abbandonando il corpo e ha voluto darci un indizio su cosa era accaduto.
Ovviamente la mente fa dei collegamenti strani, così non riuscendo a dirci
tutto apertamente, ha scelto un nome specifico per farci capire. Ha scelto
Billy.»
«Perché sarebbe un indizio?» domando
Dana. «È un nome come un altro.»
Betty si voltò di nuovo per risponderle.
«All’inizio lo pensavo anche io, ma poi mi sono ricordata che avevamo pensato
che il nostro Billy volesse emulare il Billy dei fumetti e ho cominciato a
chiedermi se fosse più di una semplice coincidenza. Infatti in parte è vero,
perché voleva proteggere dal male che aveva generato, però voleva farci anche
capire che lui stesso non era del tutto sincero, quindi aveva una
caratteristica in comune con una altro personaggio della serie con quel nome:
Billy Fordham.»
«Intendi quello interpretato dal tipo
che poi era protagonista nella serie Roswell?»
chiese Donovan. «Quel Billy non era un bugiardo e omicida?»
«Sì, beh anche quello, ma era malato e
mentiva ai suoi amici» disse Michelle. «E Betty ha ragione, penso lui volesse
farci sapere questo. Ci stava mentendo, ma non per cattiveria.»
«Basta! State dicendo una serie di
cazzate!» Gridò Zec. Sollevò la mano con cui stringeva la sua. «Lui non è
quello che dite. È una persona vera, che posso toccare, vedete?»
Billy si liberò dalla presa. «Questo non
esclude la loro teoria. La Bocca dell’Inferno può rendere reale ciò che non lo
è. A maggior ragione se io sono la Bocca dell’Inferno.»
Zec provò a riprendergli le mani nelle
sue, ma lui si scostò bruscamente. «Non puoi credere a queste assurdità.»
«Perché no?» fece Billy. «Abbiamo
vissuto in mezzo alle assurdità, ma non ti sembravano irreali. E c’eri anche tu
stasera al cimitero, quando le Entità Ombra mi hanno detto che mi stavano
proteggendo. Tutto ha un senso, sono a guardia della Bocca dell’Inferno. E
abbiamo anche una spiegazione del perché non ho trovato le lapidi dei miei
genitori: cercavo persone che non esistono.»
Zec lo fissò nel panico. «No. No. Non è
così… ci deve essere un’altra motivazione per tutto!»
Billy capì che il suo ragazzo era
l’unico a volersi opporre alla verità, ma non poteva dargli il conforto che
cercava. In altre occasioni avrebbe combattuto per dimostrare di non essere il
colpevole, ma non era stupido, si era fatto delle domande su se stesso e le
risposte erano inconfutabili.
«Basta Ezechiel!» Dana scese dal divano
e si mise di fronte al fratello. «Non fare il bambino. Sai anche tu che i tuoi
compagni hanno ragione. Questa spiegazione è l’unica che trovi una logica in
tutto questo casino.»
Zec la guardò con rabbia. «Tu sapevi
tutto. Per questo oggi eri al Saint Mary Hospital.»
«Non lo sapevo. Però avevo dei sospetti»
replicò lei. «E sono andata all’ospedale perché ho percepito un picco di
energia, a quanto pare ben motivato.»
«È vero, almeno la parte sul perché era
con me» s’intromise Michelle. «Penso che il picco sia colpa mia. Ero diventata
invisibile, un altro esempio dalla serie Tv: mi è bastato credere di non essere
più parte del gruppo perché succedesse. Probabilmente essere così vicina a…
ecco il Billy adulto… ha amplificato l’energia che lo rende la Bo…»
«Smettetela di ripeterlo» replicò Zec.
«Lui è comunque qui e non possiamo trattarlo come una cosa da chiudere.»
«Però questa è la realtà» disse Billy.
«Non posso far finta che sia diverso. Sono la Bocca dell’Inferno. Ma sono anche
qualcun altro.» Guardò Betty e Michelle negli occhi. Le uniche due che erano
riuscite a ricostruire tutto. «Sapete chi sono in realtà? Chi è l’uomo in
ospedale e perché sembra ossessionato da Buffy
l’ammazzavampiri?»
Entrambe le ragazze scossero la testa.
«Questo però non è un problema» disse
Donovan. «Domattina possiamo tornare in quella stanza e fare domande.
Cercheremo informazioni sul paziente e poi…»
«Voi non farete niente» sentenziò Billy.
«Questa faccenda devo risolverla da solo.»
Zec lo guardò ferito. «Avevamo detto che
qualsiasi cosa l’avremmo affrontata insieme. Non devi escluderci.»
«Ora che so di essere il responsabile,
non posso coinvolgere altre persone. Ho già fatto tanto male. Anche se non ne
ho il controllo, tutte quelle persone sono diventate mostri e vampiri a causa
mia e sono morte per davvero. Nessuno potrà riportarle in vita.» Billy
indietreggiò nel corridoio, verso la porta. «Non ho intenzione di rischiare di
fare lo stesso a voi.»
«Mi sembra una scelta saggia, la
condivido.» Dana si spostò di fronte a lui. «Non so cosa troverai nella tua
ricerca, ma accetta un consiglio. Fai molta attenzione, quello che hai saputo
questa sera è solo la punta dell’iceberg. Dopo la mia trasformazione in demone
ho imparato che quando ci sono in ballo forze mistiche, le conseguenze sono più
grosse delle aspettative, a volte perfino inaspettate.»
«È un’altra delle tue supposizioni?»
domandò Billy.
«Diciamo di sì. Zec, se hai bisogno di
me, usa il cellulare che ti ho dato e arriverò subito.» Alzò le braccia sopra
la testa e svanì nella sua abituale nuvola di fumo.
Billy ne approfittò, piegò la maniglia
della porta e l’aprì per squagliarsela prima che cercassero di fermarlo.
Zec, lo afferrò comunque per il braccio.
«Aspetta. E noi due? Stavamo cominciando a conoscerci.»
«Per il momento è meglio che stiamo
separati.» Billy liberò il braccio e
uscì dalla casa di Betty, chiudendosi la porta alle spalle.
Sapeva di essere stato crudele con Zec.
Mentre sgattaiolava nel corridoio del piano con la stanza del se stesso adulto,
facendo attenzione che nessuno si interessasse a dove andava, Billy si ripeté
che era per il bene del ragazzo che amava, che per quanto ne soffrisse anche
lui, l’incolumità di Zec aveva la precedenza.
Aprì lentamente la porta. Entrò con
calma nella camera e si avvicinò al letto. Prese la cartella fissata al bordo
inferiore e lesse le poche notizie. La diagnosi era uno stato di coma, ma non
c’era la ragione che lo aveva provocato. E ovviamente lesse anche il suo nome.
Si chiamava Elliott Summerson.
Non gli suggeriva nulla. Aveva sempre
saputo di chiamarsi Billy Springday e non Elliott.
Risistemò la cartella clinica e lo
osservò. Fermo. Immobile. Inerme come qualsiasi malato e allo stesso tempo pericoloso
in un modo che nessuno poteva immaginare, intento a sognare gli orrori della
Bocca dell’Inferno e a riportarli nella città.
«Perché?» domandò, anche se sapeva che
non poteva parlargli. Era lì per delle risposte, ma nessuno poteva dargliele.
Eppure, se lui ed Elliott erano la stessa persona, non avrebbe già dovuto avere
le informazioni che cercava?
Billy si rese conto di non aver ancora
toccato l’altro sé.
Allungò debolmente la mano destra e gli
sfiorò i capelli scuri, scostandoli dalla fronte. I suoi polpastrelli si
scontrarono con la pelle ruvida.
E tutto intorno a lui si sgretolò.
Continua…?
2 commenti:
Ciao, finalmente mi sono letta tutte le puntate e devo dire che mi sta venendo voglia di rivedere Buffy.
Trovo che Billy sia veramente un ottimo personaggio e ora sono proprio curiosa di vedere come evolve la situazione.
Mi sono fatta un'idea su Dana perchè ormai è un demone e,come Supernatural insegna, i demoni hanno sempre un loro tornaconto.
Comunque complimenti perchè questa serie è trascinante.
Ciao Fefi!!!
Che bello rileggerti :). Sono contento che la storia ti appassioni e Billy ti piaccia come personaggio. E sì, stai attenta a Dana perché è un peperino ;)
Anche io, ogni tanto, mi rifaccio una maratona di Buffy.
Grazie ancora per continuare a leggere le mie storie ^-^
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