Appena entrato a scuola, Donovan andò a
cercare Michelle e la trovò davanti al suo armadietto, intenta a riporre i
libri. «Ciao. Hai qualche novità?»
Michelle chiuse lo sportello e scosse la
testa. «Niente da fare. Billy è inavvicinabile e Zec mi ha detto che non spetta
a lui fare la prima mossa.» Mise lo zaino in spalla e si avviò nel corridoio.
«E tu? Hai avuto più fortuna con Betty?»
Donovan s’incamminò al fianco e rispose:
«No. Quando ho provato parlarle mi ha risposto con massimo quattro parole e ha
detto che farle fretta non risolve il problema.»
«Chissà cosa ci vorrà mai per far pace.»
«Ammesso vogliano far pace.»
Michelle lo guardò di sbieco. «È un po’
tardi per i dubbi, non avresti dovuto appoggiare fin dal principio questa idea
di non frequentarsi più.»
Donovan si bloccò di colpo. Non era lui
il cattivo in quella storia, anzi aveva cercato di mettere in guardia gli
interessati, ma non lo avevano ascoltato. «Ho solo pensato che un po’ di spazio
facesse bene a tutti. Credevo ci servisse qualche giorno per sbollire, al
massimo una settimana, non potevo immaginare che quei tre avrebbero tirato
avanti questa faccenda per un mese.»
Michelle abbassò lo sguardo. «Ma… tu
vuoi che ritorniamo a essere un gruppo?»
«E tu?» domandò in rimando, guardandola
perché lo fissasse negli occhi. «Finora mi hai aiutato a fare da ambasciatore
tra di loro, ma non mi hai detto cosa vuoi veramente.»
Michelle alzò il capo. «Era bello essere
insieme. Non solo perché a tutti piace Buffy e ne siamo fan, ma perché
condividere la lotta al male mi faceva sentire parte di qualcosa di importante
ed essere accettata. Ti sembro una sfigata?»
«No, affatto» rispose Donovan. Era stato lo stesso per lui. Quando stava con
Anika credeva le bastasse lei, ma in realtà c’era sempre un vuoto che non
riempivano come coppia. Con il gruppo invece era diverso, avere quel segreto in
comune e ognuno che dava il suo contributo, era come completarsi a vicenda. In
più, pensare di rivederli a scuola rendeva più sopportabile andarci e tornare
poi a casa a sorbirsi il malumore di suo padre.
«Ehi guarda, Billy è con il preside»
disse Michelle, risvegliandolo dai suoi pensieri. «Chissà cosa vorrà da lui.»
Donovan seguì con lo sguardo il compagno
annuire mentre il preside allampanato gli parlava serio. «Non sembra nei guai»
rispose. «Ci vediamo più tardi.» Abbandonò la compagna senza lasciarla
replicare e camminò furtivo verso i due.
Fermo dietro alla parete vicino le
scale, Donovan li osservò salirle e poi fece lo stesso. Il corridoio del primo
piano era deserto, Billy e il preside entrarono nel suo ufficio e l’uomo chiuse
la porta. Donovan rimase qualche secondo in attesa sul primo scalino, quando fu
certo non ci fosse nessuno in giro, sgusciò veloce davanti alle sedie accanto
l’entrata dell’ufficio. Si acquattò su quella più vicina alla porta e rimase
fermo a origliare le voci all’interno.
«Capisci Billy? Ho cercato di chiudere
un occhio per via della tua situazione particolare, ma tu non mi aiuti con un
rendimento così… zoppicante.»
«Le assicuro che mi impegno al massimo.»
«Ci credo.» Donovan sentì rispondere al preside
con un tono assorto. Ci fu qualche minuto di silenzio e poi riprese. «Ho visto
dalla tua scheda che non frequenti nessun corso extra scolastico. Qualche
credito in più potrebbe esserti utile.»
«Sì, ma le ho detto che non ho molto
tempo libero» replicò Billy.
Donovan notò nella sua voce apprensione
e sapeva perché il compagno non volesse impegni dopo la scuola: svolgeva
un’attività da ammazzavampiri, pur non potendola rendere pubblica.
«E vivendo da solo e con i controlli
dell’assistente sociale ho diverse cose di cui occuparmi oltre ai compiti di
scuola» aggiunse il ragazzo.
«Puoi scegliere qualcosa di semplice e
poco impegnativo» disse il preside. «Hai saputo del club di teatro? Cercano
nuovi membri per la messa in scena in occasione della riapertura
dell’auditorium dopo i lavori di ristrutturazione. Non fanno molte
rappresentazioni durante l’anno e si tratterebbe di un’occupazione a breve
termine. Che ne dici?»
Donovan udì uno scambio di fogli tra i
due e poi Billy rispondere: «Ci penserò su.»
Si allontanò velocemente dall’ufficio
prima che uno dei due o entrambi uscissero. Percorrendo le scale due gradini
alla volta, gli venne in mente che forse la riapertura dell’auditorium, i
bisogni del club del teatro e gli obblighi di Billy, potevano essere delle
buone occasioni da sfruttare a suo vantaggio per risolvere i loro contrasti.
Frugò in tasca e afferrò il cellulare. Scrisse velocemente un messaggio a
Michelle e gongolò per aver confezionato un piano perfetto senza il minimo
sforzo.
«Perché mi hai fatto aspettare fino ad
adesso?» gli domandò Michelle, a braccia incrociate e in piedi davanti
all’entrata dell’auditorium, quando Donovan la raggiunse al termine delle
lezioni. «Non potevi spiegarmi il senso del tuo sms a pranzo?»
«Se lo avessi fatto, non saresti venuta»
rispose Donovan con un sorriso. Spinse la porta d’ingresso ed entrò, seguito
dalla compagna.
Michelle si sedette sul primo posto
esterno destro dell’ultima fila. «Che ci facciamo qui?»
Donovan si accomodò alla sua destra.
«Guarda chi altro c’è» le disse indicando davanti a loro la manciata di altri
ragazzi sparsi nelle varie file delle poltroncine.
Seguendo le indicazioni del ragazzo,
Michelle notò a chi si riferiva. Sul lato destro in centro individuò Zec, nella
stessa zona ma in prima fila intravide Betty, mentre quattro file davanti a loro
era seduto Billy.
«Per la prima volta da un mese siamo
tutti nella stessa stanza, senza che qualcuno cerchi di svignarsela» disse
Donovan soddisfatto.
Michelle si girò a guardarlo. «Loro
sanno che siamo tutti qui? E poi non mi hai ancora detto in cosa consiste il
tuo piano.»
«Ho pensato che dovevamo condividere
un’attività per riprovare ad essere un gruppo. Poi ho scoperto che Billy doveva
frequentare un corso per poter avere dei crediti in più e il preside gli ha
proposto il club di teatro. Allora mi sono ricordato che Betty ne faceva già
parte ed è bastato iscrivere anche me e te.»
«E Zec? Come sapevi con certezza sarebbe
stato anche lui del club?» domandò scettica Michelle.
Donovan sperava di non dover ammettere
quell’unica falla del suo piano. «In realtà non lo sapevo. Ho solo pensato che
forse avrebbe cercato di stare vicino a Billy, dato che ha una cotta per lui e
magari lo avrebbe seguito per scoprire cosa faceva oltre al cacciatore di
mostri e finire qui anche lui.»
Michelle non trattenne una risatina. «In
poche parole un puro e semplice colpo di fortuna.»
«Se vuoi sminuire così tutta la mia
complicata progettazione…» fece Donovan scrollando le spalle e fingendosi
offeso, anche se era contento che Michelle fosse rimasta al suo fianco fino a
quel punto. «Dai, sarà divertente. Non ti piacciono le luci del palcoscenico?»
«Per niente.» Michelle tornò seria.
Donovan si morse il labbro. Si era
tradito troppo presto. Sapeva da solo che se avesse saputo in cosa consisteva
il nuovo obbiettivo del club, si sarebbe tirata indietro.
«In cosa mi hai cacciata?» chiese
minacciosa. «Avevo capito che saremmo rimasti dietro le quinte.»
«Be’… per la riapertura dell’auditorium
metteranno in scena “Romeo e Giulietta” e visto il poco preavviso hanno bisogno
di più volontari possibili anche per il cast principale.» Vide subito la sua
espressione mutare.
«Te lo puoi scordare. Non reciterò mai
davanti a nessuno e di certo non quella lagna strappalacrime.» Balzò in piedi, ma prima che potesse scappare
fuori, Donovan l’agguantò per le spalle e la spinse giù sul sedile.
«Dai Michelle, hai detto che volevi
ricostruire il gruppo e questa può essere la nostra unica occasione. Non può
essere così male e poi se io sono pronto a correre il rischio di dovermi
mettere la calzamaglia davanti a tutta la scuola, devi sacrificarti anche tu.»
Michelle sbuffò, ma alla fine si arrese.
«Va bene, speriamo solo ne valga la pena.»
Donovan tirò un sospiro di sollievo,
almeno un problema era risolto, restava da vedere come avrebbero reagito gli
altri una volta realizzato di ritrovarsi in quella convivenza forzata. Dovette
rimandare le sue riflessioni sulle conseguenze perché la professoressa Noxon,
capo del club e autoproclamata regista, uscì da dietro il sipario e batté due
volte le mani per attirare l’attenzione dei presenti.
«Benvenuti sia ai nuovi membri, che hai
vecchi. Sono felice abbiate risposto così in tanti alla mia richiesta» disse
scendendo dal palco tramite la scaletta alla sua destra e fermandosi a pochi
passi dalla prima fila. Si ravvivò i capelli castani vaporosi per effetto della
cotonatura e continuò. «Sapete tutti che il tempo scarseggia, così deciderò fin
da ora i quattro candidati al ruolo dei due protagonisti.» Scrutò con sguardo
da predatrice la sala e poi allungò il braccio destro in avanti. «Tu in ultima
fila, vieni avanti.»
Donovan la guardò incredulo mentre tutti
si giravano a fissarlo. «Dice a me?»
«Sì, come ti chiami?»
«Donovan» rispose.
La professoressa gli fece segno
insistente di raggiungerla. «Svelto!»
Donovan si alzò, sentendo la risatina di
Michelle che lo accompagnava mentre attraversava il corridoio tra le file dei
posti a sedere e arrivava quasi al fianco della professoressa.
«E tu lì in centro, vieni anche tu»
disse la professoressa Noxon. «Qual’é il tuo nome?»
«Billy.» Con qualche esitazione si alzò
dal suo posto e andò da loro a sua volta.
Donovan si coprì il volto con le mani.
Le cose si stavano mettendo male. Non intendeva iniziare una competizione con
lui, il suo obbiettivo era risolvere i loro problemi, non crearne di nuovi. Scansò
le mani e scambiò un’occhiata con lui sperando che cogliesse il suo dispiacere
nell’essere in quella situazione. Billy non gli sembrò più di tanto
interessato.
Nel frattempo la professoressa Noxon
mandò due ragazzi dietro le quinte per prendere dei materiali e riprese la sua
caccia alle due candiate per il ruolo di Giulietta. Passeggiò avanti e indietro
per qualche minuto e poi si bloccò sulla fila di destra. «Tu e tu.»
Donovan alzò gli occhi al cielo. La
situazione si faceva sempre più complicata. Betty era una delle due prescelte,
mentre l’altra era Chas, una ragazza presuntuosa e competitiva.
«Bene, ora che i candidati per Romeo e
Giulietta sono stati selezionati, dovranno fare un’improvvisazione sul palco.
Proverete con entrambi i partner e poi, noi del pubblico, valuteremo la coppia
più affiatata, che quindi otterrà il ruolo.»
«Professoressa Noxon, dovremmo avere il
tempo per entrare nel personaggio» obbiettò Chas, scostandosi la coda di
capelli color nocciola dietro le spalle. «Cioè, non può pretendere che ci
buttiamo così all’improvviso in un ruolo tanto complesso. Il provino non
farebbe risaltare il nostro talento. O almeno il mio.»
La Noxon fece un sorriso di circostanza.
«Dovrai accontentarti dei pochi oggetti di scena che ho mandato a prendere e vi
farò indossare. E comunque un vero attore si riconosce nel sapersi adattare a
ogni situazione.»
Per fortuna i ragazzi con gli oggetti
sbucarono in quell’istante alle loro spalle, o Donovan era certo che la
discussione tra Chas e la professoressa si sarebbe trasformata in un dibattito
sulla buona e cattiva recitazione. Osservò Billy al suo fianco lasciarsi
allacciare la cintura pesante con il fodero e una spada dalla lama di plastica
e storse il naso quando lo stesso ragazzo fissò invece sulla sua schiena un
mantello corto rosso e blu.
Anche Chas non sembrava soddisfatta nel
doversi infilare un misero corpetto rosa pallido, al contrario di Betty che
sorrise quando vide cosa le era capitato.
«Wow! La Lacrima di Giulietta» esclamò la
ragazza, mentre il compagno le chiudeva dietro al collo il fermaglio di una
collana e strinse con occhi sognanti nella mano sinistra la pietra gialla a
forma sferica appesa alle maglie.
Donovan non riuscì a staccarle gli occhi
di dosso, c’era qualcosa di magnetico in quel gioiello e nello sguardo di Betty.
Avvertì poi una vampata di calore, come quando restava in camera sua solo con
Anika. Ma non era il pensiero della sua ex-ragazza a renderlo così eccitato.
«Perfetto. Direi che possiamo
cominciare» disse la professoressa Noxon. «Donovan, sarai il primo, con Betty o
Chas a tua scelta.»
Donovan guardò le due ragazze alla sua
destra, ma non le considerò. Con una sicurezza e una foga naturali, si voltò verso
Billy, lo afferrò con un braccio dietro la schiena, lo attirò a sé e lo bacio
con trasporto sulla bocca.
Continua…?
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