Betty non riuscì a credere a ciò che
vedeva. Scostò le mani dalla pietra al collo e si tolse gli occhiali. Strizzò
gli occhi, ma la scena rimase identica.
Donovan baciava appassionatamente Billy.
Si risistemò le lenti sul viso e aprì la
bocca, non sapendo però cosa dire.
«No, no e ancora no!» gridò la professoressa
Noxon. «Non è quello che ti ho detto.»
Billy scansò Donovan e incredulo gli
chiese: «Che ti prende?»
Donovan lo fissò un attimo insicuro, poi
sfoderò un sorriso. «Come sono andato?»
La Noxon li raggiunse davanti al palco e
strappò a fatica Billy dalle braccia di Donovan. Poi gli si rivolse e disse:
«Capisco che l’emozione dell’atmosfera del teatro può averti contagiato, ma non
è con lui che devi provare.» Iniziò a massaggiare la spalla sinistra di Billy e
si voltò a guardarlo con aria trasognata. «Certo… anche il tuo fascino non
passa inosservato. Ho deciso: sarai tu Romeo, senza dubbio.»
Billy la guardò imbarazzato. «È sicura?
Forse è meglio fare i provini. Non credo di essere adatto al ruolo.»
«Certo che lo sei» rispose la
professoressa Noxon. Prese a massaggiargli anche l’altra spalla e si voltò
completamente per essergli di fronte. «Però ti serve una partner esperta.
Qualcuno in grado di guidarti per farti dare il meglio, qualcuno come me.»
Betty si sporse in avanti per ribattere,
ma Chas la precedette. Tolse Billy dalla presa della professoressa e gli mise
il palmo destro aperto sul petto.
«Sta scherzando, vero? Lei è troppo
vecchia per fare Giulietta.» Chas girò la testa, facendo ondeggiare la coda di
capelli castani. «E per Billy. A lui serve una compagna della sua età, che
capisca i suoi bisogni e sappia come soddisfarlo.» Strinse la maglietta di
Billy e lo attirò a sé, baciandolo sulle labbra.
Billy si ritrasse bruscamente. «Credo
sia meglio che vi diate una calmata.»
Sollevata che non si fosse fatto
coinvolgere, Betty gli andò accanto. «Ha ragione, sembrate tutti impazziti.
Anzi peggio.»
«Non è colpa loro» le rispose Billy.
«Almeno non del tutto. Il mio senso del soprannaturale pizzica.»
Betty lo guardò sorpresa. «Non è
possibile. Non c’è nessun mostro qui intorno.»
«Sì che ci sono dei mostri» urlò
qualcuno dal pubblico.
«Siete voi» disse un altro, balzando in
piedi. «Non siete adatti a stare vicino a Billy.»
Betty li fissò allibita. Uno dopo
l’altro i ragazzi e le ragazze seduti nelle poltroncine si alzarono e
incominciarono a gridare di essere l’unico, o l’unica, che poteva stare con
Billy. Rendendosi conto di avere dei rivali, presero a spintonarsi a vicenda, e
urlarsi contro: nessuno meritava Billy quanto lui o lei.
Betty si voltò indietro, illudendosi di
chiedere l’aiuto della professoressa Noxon per riportare l’ordine, ma si
accorse che la situazione era anche peggiore.
La donna urlava e inveiva conto Chas,
che a sua volta la spintonava minacciosa. Donovan si azzuffava con uno dei due ragazzi
che gli aveva fatto indossare il mantello, mentre l’altro era seduto a terra imbronciato
e si massaggiava la guancia destra.
«Hanno perso tutti il controllo» disse
Betty preoccupata.
«Te l’ho detto: c’è di mezzo qualcosa di
soprannaturale» rispose Billy.
Prima che Betty potesse replicare,
qualcuno le afferrò la mano. Alzò gli occhi intimorita e riconobbe Zec.
«Svelti. Usciamo di qui prima che la
situazione peggiori ulteriormente» le disse, prendendo anche la mano a Billy.
Seguendolo lungo la striscia di
pavimento tra i posti a sedere, Betty chiese: «Come mai non sembri sotto
l’effetto di qualsiasi cosa ha colpito gli altri?»
«Non lo so, ma può essere un segno che
c’è un modo per aiutarli» rispose.
La loro avanzata verso le porte
dell’auditorium venne bloccata da Michelle.
«Sapevo che voi due ne avreste
approfittato» disse con rabbia, squadrando Betty e Zec. «È dalla vostra
serenata al campo sportivo che ho capito che volevate Billy tutto per voi. Ma
non è vostro!»
«Calmati Michelle, non sei in te» disse
Betty.
«Non dirmi come devo sentirmi» urlò lei.
I capelli le si tinsero di nero, le vene scure comparvero sulla fronte e presto
avrebbe dato sfogo ai poteri di poltergeist umano. «Billy ha bisogno di me,
solo io posso amarlo come è giusto.»
«Andate» disse Zec, mentre anche il suo
aspetto fisico subiva la stessa trasformazione della ragazza. «Mi occupo di lei
e vi raggiungo subito.»
Billy indugiò, ma Betty gli prese la
mano e corse verso le porte dell’auditorium, trascinandoselo dietro. «Sa
cavarsela da solo. Sbrighiamoci, può essere la nostra unica occasione.»
Michelle si girò di scatto. «Fermi!»
urlò, puntando le mani verso di loro.
Zec si mosse con altrettanta rapidità e
con i poteri telecinetici la sollevò da terra e le fece sorvolare le
poltroncine, sbattendola contro il muro. «Non voglio farti del male.»
«Io sì.» Chiuse la mano destra a pugno e
sradicò dal pavimento la prima poltroncina alla sua sinistra e la lanciò contro
il ragazzo.
Zec la fermò a mezz’aria con il potere.
Corrugò la fronte e con uno sforzò visibile, la spinse addosso alla compagna,
bloccandola contro il muro. Poi si fece strada spostando senza toccarli i vari
ragazzi che si aggredivano e raggiunse i due amici davanti alle porte.
Dall’esterno, Billy osservò il putiferio
dentro l’auditorium. «Li lasciamo così?»
«Non abbiamo altra scelta» rispose Zec.
Betty incrociò lo sguardo della
professoressa Noxon e trasalì. La donna scansò Chas e gridò: «Portano via
Billy, fermiamoli!»
Tutti i ragazzi occupati a tirarsi i
capelli, graffiarsi e spintonarsi, si voltarono verso di loro e li fissarono
rabbiosi.
«Presto, le porte» disse Betty a Zec.
Zec agitò le braccia una verso l’altra e
le porte dell’auditorium si chiusero con un boato. Indietreggiò mantenendole
serrate, ma dall’interno si sentirono colpi violenti battuti per spalancarle.
«Non li tratterrò ancora per molto.»
Betty si guardò intorno, poi indicò la
spada che Billy aveva ancora nel fodero sul fianco. «Usa quelli per bloccare le
maniglie. Li terranno occupati abbastanza per nasconderci.»
Billy si slacciò il fodero, sguainò la
spada di plastica e infilò entrambi gli oggetti di traverso nell’apertura delle
maniglie, incastrando la chiusura.
«Dove andiamo?» chiese Zec, mettendosi a
correre nel corridoio con i due amici al fianco.
«Ci servono informazioni» rispose Billy.
«Andiamo nell’aula multimediale.»
«No, è il primo posto dove verrebbero a
cercarci. Glielo indicherebbero sia Donovan che Michelle» disse Betty. «È
meglio usare la cara vecchia carta stampata. Andiamo in biblioteca.»
«Pensi che questa follia coinvolga tutta
al scuola?» le domandò Billy.
«Non so.»
I tre stavano per svoltare all’angolo
con l’ingresso della biblioteca, quando un bidello si parò loro davanti.
«È vietato correre per i corridoi» disse
l’uomo di mezza età e tarchiato, puntando contro lo spazzolone che reggeva in
mano. «Cosa ci fate ancora in giro a quest’ora?»
«Dobbiamo fare una ricerca urgente»
rispose Billy. «È per domani e non abbiamo ancora scritto neanche una pagina…
quindi… andiamo in biblioteca.»
L’uomo li squadrò e poi, con la mano
libera, afferrò il polso di Billy e lo tirò verso di sé. «Ti aiuto io. Ti
accompagnerò dove vuoi. Possiamo andare a casa mia, di cosa hai bisogno? Sono
bravo in…»
«Non è il caso.» Betty gli strappò lo
spazzolone e lo colpì in testa con il manico un paio di volte, tramortendolo e
facendolo cadere pesantemente sul pavimento. Abbandonò quindi al suo fianco
l’arma improvvisata. «A quanto pare questa malattia d’amore verso Billy
coinvolge chiunque, non solo il gruppo del club di teatro.»
Zec scavalcò il bidello, abbandonò
l’aspetto da poltergeist umano e tenne aperta la porta della biblioteca per
fare entrare gli altri. «Ho paura che forse vada ben oltre i cancelli della
scuola.»
«Pensi all’intera città?» domandò Billy
allarmato, mentre lo superava e si guardava intorno nella biblioteca vuota.
«Può essere» rispose Zec. «Mi è tornato
in mente l’episodio di San Valentino della seconda stagione di Buffy, quello in cui Xander diventa
l’oggetto del desiderio di ogni ragazza o donna di Sunnydale.»
Betty lo fece spostare e chiuse la porta
dietro di sé. «Allora dovremmo cercare una strega. Nell’episodio Xander chiede
aiuto ad Amy Madison per un incantesimo d’amore.» Squadrò poi Billy. «Non è che
hai lanciato un sortilegio del genere, vero?»
«No, ovviamente e se ci fosse di mezzo
una strega, credo che il mio senso speciale per il soprannaturale me l’avrebbe
fatta già trovare» rispose Billy.
«Forse non serve una strega per questa
magia, basta un oggetto» riprese Zec. «Nella settima stagione c’è un episodio
simile che coinvolge una giacca di un giocatore di football.»
Betty annuì. «Me lo ricordo, ma veniva
perseguitato chi lo indossava e a meno che Billy non si rifornisca in un outlet
stregato, non credo sia il nostro caso.»
Billy si fermò a riflettere. «Perché non
è qualcosa che ho indosso io. Ma tu.»
Betty lo fissò offesa. «Che vuoi dire?
Pensi che ti abbia lanciato un incantesimo?»
«Be’ no… non apposta forse… ma quando ti
sei avvicinata a me dopo che Donovan e Chas mi hanno baciato, ho percepito il
soprannaturale.»
Betty si tastò gli abiti che aveva
indosso. «Non ha senso. Ho questi vestiti da anni e li ho messi altre volte senza conseguenze
come queste.»
Zec le andò accanto e la scrutò con
attenzione. «La collana. Non l’avevi quando sei venuta a scuola oggi, te
l’hanno messa al club poco fa.»
Betty sollevò lievemente il pendente
della pietra gialla e la esaminò attraverso le lenti degli occhiali. «In
effetti, ora che mi ci fai pensare c’è una sorta di leggenda sulla “Lacrima di
Giulietta”. Però non vedo connessioni con quello che sta succedendo.»
«Perché? Raccontaci questa storia» la
incalzò Billy.
«A quanto mi hanno detto alcuni membri
del club dell’ultimo anno, si racconta che ogni volta che la ragazza che
ottiene il ruolo di Giulietta indossa questa pietra, riesce non solo a far si
che il ragazzo che le piace reciti come Romeo, ma al termine dello spettacolo i
due si fidanzano.» Betty rimase in silenzio a guardare i volti dei due ragazzi
al suo fianco. Riusciva a leggere nei loro occhi cosa stavano pensando: era
ovvio che dato che lei aveva una cotta per Billy, era colpa sua tutto quel
putiferio. «Vi sbagliate, la storia non c’entra con la follia generale e
nemmeno io. Non ho ancora ottenuto il ruolo di Giulietta.»
«Ma sei una delle candidate» disse Billy
in tono pacato. «E la professoressa Noxon mi ha proclamato Romeo dopo che ti
hanno messo addosso la collana. Quindi…»
Betty scosse la testa. «Non ha comunque
senso. La “Lacrima di Giulietta” fa innamorare tra di loro solo i due
protagonisti, non chiunque altro.»
«Ma noi siamo sulla Bocca dell’Inferno,
secondo mia sorella» spiegò Zec. «E sappiamo per esperienza che le regole
possono essere stravolte.»
Betty lo guardò arrabbiata. «Cosa
vorresti insinuare?»
«Calma, sono sicuro che non vuole
offenderti» s’intromise Billy.
«Infatti. Sto solo facendo una
considerazione» rispose Zec, incrociando le braccia sul petto. «Non è un
segreto che hai una cotta per Billy e non sei sicura di essere corrisposta.
Quando però ti sei ritrovata con la pietra al collo hai pensato che forse la leggenda era vera e tu
avevi una possibilità. Questo desiderio può essere stato intensificato e stravolto dalle energie della Bocca
dell’Inferno e così, adesso, chiunque sia in presenza di Billy finisce con
provare i tuoi stessi sentimenti per lui.»
«Ho sedici anni e sì, sogno che il
ragazzo che mi piace provi lo stesso» ammise Betty sulla difensiva. «Ma non
desidererei mai far del male a qualcun altro pur di averlo e tu lo sai bene.»
«Non ti sto accusando di nulla» replicò
Zec.
«Davvero? A me sembra che mi incolpi di
tutto, solo perché provo qualcosa per Billy come te.»
«Proprio perché entrambi abbiamo
sentimenti reali per lui siamo immuni a questa magia. Come vedi è la
spiegazione più logica.»
Betty gli lanciò uno sguardo di sfida.
«Quindi se avessi tu questa pietra al collo, saremmo nella stessa situazione,
giusto?»
«Ehm… forse… non so…»
«Allora la tua teoria è sbagliata.»
«Perché per una volta non puoi darmi
ragione» gridò Zec infuriato. «Hai deciso che sono tuo nemico solo perché amo
Billy.»
«L’amore è come una guerra. Se vogliamo
lo stesso ragazzo, siamo nemici.»
«È assurdo»
«Non è vero.»
«Sì, invece» sbottò Zec. «E se non fossi
così cocciuta, capiresti che io tengo alla tua amicizia. Non ho fatto e non
farò mai niente per portarti via Billy, se lui vuole stare con te. E non
smetterò comunque di esserti amico.»
Betty rimase senza parole. In quel
momento le tornò in mente che aveva sempre provato tenerezza per Zec e si
trovava bene con lui. Tutto era cambiato quando era entrato in scena Billy e si
era accorta che tra loro c’era più intimità di quanta avesse lei con
l’ammazzavampiri.
«Ragazzi è meglio che ci muoviamo, sento
dei passi che si avvicinano.» Billy guardò verso la porta e nel silenzio
udirono in lontananza un gruppo di persone correre avanti e indietro per il
corridoio. «Non ci impiegheranno molto a scoprirci. Se la teoria di Zec è
corretta, dobbiamo distruggere quella pietra.»
«D’accordo.» Betty afferrò con le dita
le maglie sottili, per sfilarsela, ma la trovò pesante come piombo e non riuscì
a sollevarla. «Non viene via. È bloccata al mio collo.»
«Non fa niente» disse Zec. «La
spaccheremo così, troviamo qualcosa con cui romperla.»
La pietra si illuminò, Betty avvertì il
calore lungo le maglie e staccò i polpastrelli per il bruciore. «No, non
servirebbe. Ha iniziato ha surriscaldarsi, credo non si fermerà finché non avrà
ottenuto ciò che vuole.» Alzò lo sguardo e oltre le lenti, lo puntò su Billy.
«Una confessione d’amore sincero.»
«Ne sei sicura?» domandò Zec dubbioso.
«Mi sono fidata di te, tu fidati di me.
Billy deve scegliere.»
Billy la guardò serio. «Betty, non
voglio far del male a nessuno.»
«Lo so, ma è inevitabile.» Betty provò
un’inaspettata calma nel rendersene conto. «Chi di noi sarà rifiutato soffrirà,
ma non porterà rancore. Quello che mi hai detto prima Zec, mi ha fatto
ricordare che anche io tengo alla sua amicizia e alla tua. Non importa chi di
noi potrà stare con te, ma devi fare una scelta.»
Billy passò in rassegna i loro volti. La
porta si spalancò di colpo. Il bidello barcollò tenendosi la testa dove era
stato colpito e avanzò verso di loro. Dietro di lui fecero capolino alcuni
ragazzi.
«E va bene» disse Billy. «Io… Zec, mi
piaci tanto. Quanto io piaccio a te. E ne sono felice.»
Il fermaglio della collana si aprì e
cadde con la sua pietra ai piedi di Betty.
Il bidello si fermò e si guardò intorno
confuso e lo stesso fecero i due ragazzi alle sue spalle.
«Cosa stavo facendo?» chiese l’uomo,
guardando gli altri presenti.
Betty colse lo sguardo confuso di lui e
dei ragazzi, intuendo non riuscissero ad ammettere consciamente quello che era
successo. «Ci stava dicendo che la biblioteca deve esser lasciata libera e ce
ne stavamo andando.»
Billy e Zec annuirono e tutti e tre
uscirono.
Betty, Zec e Billy s’incontrarono
all’uscita da scuola con Donovan e Michelle, raccontando cosa era veramente
successo.
«Mi dispiace, scusatemi. Scusatemi» li
supplicò Michelle.
«È tutto a posto» la tranquillizzò Zec.
Poi strinse forte la mano di Billy nella sua. «Per fortuna è servito a
qualcosa.»
«Voi due..» Michelle allargò le labbra
in un sorriso. «Voi due state insieme?»
«Direi di sì» rispose Billy, lanciando a
Zec un’occhiata complice.
Donovan si girò verso Betty. «Tu stai
bene?»
Lei sorrise. «Credo di sì. Alla fine
avevo bisogno di sentirmi dire la verità in faccia.» Era realmente sollevata,
era stata una delusione non venire scelta, ma nel suo cuore sospettava già di
non essere chi desiderava Billy.
«Vuol dire che posiamo tornare a essere
un gruppo?» chiese Michelle speranzosa. «Scooby
Gang di nuovo?»
Betty annuì. «Non ho obiezioni.»
«Bene. Il mio piano è riuscito» gongolò
Donovan. Si rivolse poi a Betty e disse: «Adesso che hai le idee più chiare,
guardati intorno. Chi è interessato a te non è così lontano.»
Betty inarcò un sopracciglio, mentre lui
la superava e si avviava verso casa. Michelle lo seguì ridacchiando e Zec e
Billy le si avvicinarono.
«Credo possa valere come una
dichiarazione» disse Billy.
«Che vuoi dire?» domandò Betty
incredula.
Zec sorrise. «Donovan ha una cotta per
te.»
Betty tornò a osservarlo di spalle. Non
riusciva a crederci. Le era stato vicino durante la rottura con gli altri e lei
non si era accorta di niente. Aveva passato tanto tempo a correre dietro a
Billy e a combattere i mostri, ma in quel momento provò una paura diversa.
Per fare chiarezza dentro di sé non
poteva contare su qualche altra assurdità creata dalla Bocca dell’Inferno,
adesso doveva contare solo su se stessa.
Continua…?
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