Betty si guardò intorno: i ragazzi e i
professori stavano rientrando nelle aule, storditi e confusi, ma non
particolarmente sconvolti dal balletto improvvisato.
«Dov’è Dana?» chiese Michelle.
Betty si girò verso l’ingresso dell’aula
multimediale e sull’uscio non vide nessuno. Era scomparsa.
«Bisogna andare a cercare Zec» disse
Billy. Corse in direzione delle porte antipanico da cui era uscito l’altro
ragazzo. «Potrebbe essere in pericolo.»
«Billy, aspetta…» lo chiamò Betty, ma
lui era già all’esterno. «Vado anche io.»
«No.» Donovan le si parò davanti.
«Lasciali soli. Forse Billy può aiutare Zec in questo casino.»
Betty lo guardò seccata. «Si può sapere
di cosa diavolo parli? E perché continui a metterti in mezzo?»
«Io mi metto in mezzo?» Donovan fece una
risatina sarcastica. «Senti da che pulpito.»
Michelle s’inserì tra di loro. «Andiamo
ragazzi, non è il momento di litigare. Cerchiamo insieme una soluzione per
sistemare questo pasticcio.»
Betty non intendeva lasciar perdere. «Se
Donovan ha qualcosa da dirmi, può parlare chiaramente.»
«Cavoli! Davvero non ti sei accorta di
nulla?» sbottò il ragazzo. «O non vuoi accettare che Zec ha una cotta per Billy
e forse lui lo ricambia.»
Betty si morse il labbro inferiore. Aveva
visto un certo feeling tra quei due, ma non era sicura che Billy ricambiasse
l’interesse di Zec. Anche perché, pur non avendolo ammesso con nessuno, a lei
piaceva Billy. Alzò lo sguardo sul volto di Michelle e le chiese: «La pensi
come lui?»
«Be’ ecco… insomma si vede che a Zec
piace Billy… e forse lui…» Michelle intrecciò le dita imbarazzata. «Però non
so, magari è solo un’impressione.»
Betty scosse la testa. Non le
interessava se pensavano che era un’impicciona o peggio. Non era omofoba o cose
del genere, ma non voleva rinunciare a Billy senza essere sicura che lui fosse
off-limits.
Si girò di scatto verso le porte antipanico
e corse. «Vi sbagliate. Ve lo dimostrerò.» Non si voltò a guardare se la
seguivano e non rimase abbastanza nel corridoio per sentire cosa dicevano.
Arrivata all’esterno, non sentì nessun
rumore, nessuna voce. Il cortile sembrava deserto, ma non potevano essere
andati tanto lontani. Si incamminò verso il campo di atletica e li scorse.
Erano seduti sugli spalti uno di fianco all’altro. Le davano le spalle e non
poteva sentire cosa dicevano.
Betty rimase immobile, indecisa su cosa
fare. Se fosse piombata lì, tra di loro, avrebbe dovuto mostrare interesse per
la situazione di Zec e chiedergli cosa provava, o come si sentiva. In realtà
erano altre le domande che voleva porre. Poi notò Billy mettere un braccio intorno
alle spalle di Zec e attirarlo a sé. Era un gesto innocente, una dimostrazione
di amicizia, però le diede fastidio. La fece ingelosire.
«Allora, cosa vuoi fare?» domandò Dana,
comparendo al suo fianco annunciata dal suo solito fumo viola. «Vuoi solo
guardare, o pensi di agire?»
«Cosa vuoi da me?» domandò Betty,
indietreggiando.
«Aiutarti.»
«In che modo?»
Dana lanciò uno sguardo ai due ragazzi
seduti uno accanto all’altro. «Conosco mio fratello. È difficile resistere a
quella sua aria da cucciolo maltrattato.»
«Non è come sembra. Billy è solo un
ragazzo gentile e premuroso» replicò Betty.
«Non ho detto il contrario» disse Dana.
«Ma forse è confuso e indeciso e Zec può spingerlo in una direzione diversa da
quella che vuole in realtà.»
«No.» Aveva preso ogni dubbio e
tentennamento. «Ci penso io a chiarire le idee a tutti e due.»
Dana sorrise. «Ottimo.» Schioccò le dita
e la musica partì.
Betty si mosse e dopo i primi passi,
riconobbe le note. La canzone perfetta. The
Boy is Mine di Brandy e Monica, un duetto che già sapeva avrebbe cantato da
solista.
Si avvicinò agli spalti e Zec e Billy si
alzarono in piedi, avevano sentito la musica e si guadavano in giro senza
capire.
Betty arrivò di fronte a loro.
«Che succede?» domandò Zec.
«È tutto a posto?» le chiese Billy.
Lei allontanò con garbo, ma anche decisa
Zec dall’altro e iniziò a cantare:
«Devi lasciar perdere
So
che ne hai abbastanza di tutto
Ma
non è difficile da capire
Questo
ragazzo non è tuo
Mi
dispiace che tu
Sia
così confuso
Ma
non ti appartiene
Billy
non è tuo.»
Betty si voltò verso Billy e lo spinse gentilmente a sedersi di nuovo. Quindi riprese:
«Penso che sia ora di mettere tutto in chiaro
Puoi
sederti e starmi ad ascoltare
Non
c’è ragione per cui la tua premura sia fraintesa
È
tutto un equivoco, vero?»
Guardò Zec e continuò:
«Capisco che tu possa
Esserne
geloso
Però
saresti cieco a confonderlo
Per
amore verso te.»
Tornò a rivolgersi a Billy:
«Ti ho visto esitare
Forse
per paura di ferire
Ma
non posso più tirarmi indietro
Non
è necessario che tu corra sempre al suo soccorso
Non
c’è niente di male.»
Betty scese di un gradino, tornando sul
prato e guardando Zec, disse:
«E forse anche tu hai frainteso
Non
ti colpevolizzo più di tanto
Billy
è un gran bel ragazzo
E
può avere tutto il mio amore.»
I due ragazzi la guardarono ammutoliti e
Betty udì qualcuno raggiungerla alle spalle, senza voltarsi continuò a cantare,
mentre i nuovi arrivati le facevano da coro.
«Devi lasciar perdere
So
che ne hai abbastanza di tutto
Ma
non è difficile da capire
Questo
ragazzo non è tuo
Mi
dispiace che tu
Sia
così confuso
Ma
non ti appartiene
Billy
non è tuo.»
Billy si alzò e scese dallo spalto per
raggiungerla, ma Betty lo fermò alzando la mano destra.
«Devi continuare fare ciò che fai
Cacciare
i vampiri, combattere il male
Io
sono con te, più di un’amica e compagna
Però
devi sapere che quel che provo per te è vero.»
Betty puntò lo sguardo su Zec e disse:
«E tu devi capire
che
è inutile fare la vittima
Puoi
combattere con noi
Ma
lui non combatte solo per te
Anche
se ti fa male.»
Betty venne afferrata per una spalla e
costretta a girarsi indietro.
Donovan era uno dei coristi e le cantò:
«Non puoi parlare così
Pretendere
ciò che non hai
È
inutile scappare dalla realtà
Devi
distinguere il vero dall’illusione.»
Betty sentì una mano posarsi sul braccio
fu costretta a sentire Michelle cantarle:
«Se vedi il quadro nel suo insieme
Capirai
che era così dall’inizio
Non
insistere e non fare pressioni
Billy
non è tuo.»
Betty si allontanò infuriata. La
situazione le stava sfuggendo di mano.
Donovan e Michelle si fecero avanti con
calma e cantarono:
«Devi lasciar perdere
So
che ne hai abbastanza di tutto
Ma
non è difficile da capire
Questo
ragazzo non è tuo
Mi
dispiace che tu
Sia
così confusa
Ma
non ti appartiene
Billy
non è tuo.»
Billy e Zec si accostarono ai due
compagni. Betty scosse con violenza la testa. Non l’avrebbero convinta delle
loro idee. Li fissò tutti con rancore e continuò:
«Non potete distruggere i miei sogni d’amore
Non
è uno stupido gioco per me
Billy
non è mio, ma non è suo
Non
getto la spugna
Cosa
vi fa credere che voglia lui?
Sono
stata la prima che ha avvicinato
L’ho
cercato e aspettato
So
che fin dal principio l’ho amato.»
La musica continuava in sottofondo e
Betty sentì le lacrime rigarle le guance. Aveva detto più di quanto avrebbe
dovuto e anche voluto. La canzone l’aveva trascinata ad aprirsi fino in
profondità e ora non poteva fermarsi finché non fosse finita.
In un singhiozzo cantò:
«Billy amerà me
Sarà
mio, non suo.»
Donovan, Michelle e Zec le risposero in
coro:
«Non lo sai.»
E Betty insistette:
«Sarà mio!»
Loro replicarono:
«Non lo sai.»
Betty urlò:
«Sarà mio!
Mi
dispiace che tu
Sia
così confuso
Ma
non ti appartiene
Billy
non è tuo.»
La musica sfumò fino a svanire.
Betty sollevò gli occhiali e si asciugò
le lacrime con il dorso delle mani.
Billy la fissò senza parlare. Non aveva
interagito nella canzone.
Tutti la fissavano.
Si era mortificata sotto il gioco di un
demone e aveva spiattellato i suoi sentimenti.
Si girò di colpo e corse lontano. Ora
era il suo turno di scappare a nascondersi.
Continua…?
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