martedì 15 ottobre 2019

Darklight Children - Capitolo 106



CAPITOLO 106
Chiarimenti



Non appena scesero dal pulmino furono accompagnati da due inservienti nella stessa sala ristoro, in cui si erano rifugiati nella loro precedente visita al C.E.N.T.R.O.
A Naoko fu permesso di condurre anche i suoi gatti nella struttura. Ombra e Scintilla giocavano tra loro sul pavimento, davanti ai piedi della padrona, superando più velocemente degli umani i tragici eventi della serata.
Hans li aveva lasciati soli dicendo di dover predisporre delle misure di sicurezza e poi sarebbe tornato per discutere una strategia. Nel frattempo aveva affidato le loro cure a Clara Cluster.
«Posso farvi preparare dei bagni caldi o potete usare le docce, se preferite» offri cordialmente la donna. «E se avete fame, mando i responsabili nelle cucine.»
Tutti declinarono gentilmente. Erano troppo stanchi e sconvolti per compiere qualsiasi azione.
«Potrebbe portarci dell’acqua?» domandò Yuri, notando che Sabrina stava per risvegliarsi.
Clara annuì e uscì dalla sala.
Leonardo passò in rassegna i loro volti. Tutti seduti intorno a un tavolo rettangolare, ognuno perso in pensieri ed elucubrazioni. Nessuno sembrò avere il coraggio di iniziare una conversazione, e d’altro canto lui stesso si ripeteva che non c’era nulla da dire: dovevano stabilire una strategia per combattere DiKann, la battaglia più difficile che avessero mai affrontato, ma non erano per niente prepararti a farlo.
Samuele comparve sulla porta, con il braccio destro stringeva al petto tre bottigliette di plastica sigillate con l’acqua minerale e ne teneva altre due in bilico tra le dita della mano sinistra.
«Ciao» disse vedendo i loro occhi puntati su di sé. «La professoressa Cluster mi ha mandato a portarvi queste.» Posò le bottigliette sul tavolo e poi si girò cercando Marcus. Lo trovò illeso seduto su una sedia e gli corse incontro.
«Samuele…» fece Marcus, mentre il ragazzino gli stava di fronte impalato. Prima che potesse terminare la frase, Samuele gli buttò le braccia al collo e lo strinse.
Leonardo rimase sorpreso. Non aveva immaginato ci fosse un legame così intimo tra i due. Quel gesto però lo rincuorò. Dopo tanta violenza, una sincera dimostrazione di affetto era l’unica cosa di cui avessero davvero bisogno.
«Dove siamo?» domandò Sabrina frastornata, ridestandosi lentamente.
«Al C.E.N.T.R.O. Hans Strom ci ha portati in salvo» rispose Yuri. Aprì una delle bottigliette e la porse alla fidanzata. «Tieni, bevi un sorso d’acqua.»
Lei la prese tra le mani e bevve a piccoli sorsi.
A quel punto Marcus staccò gentilmente Samuele da sé. «Non dirmi che eri preoccupato per me. Sto bene.» Allargò le braccia così che potesse constatarlo di persona. La sua giacca era sgualcita e la camicia e i pantaloni pieni di terra, ma non c’erano segni evidenti della lotta con Erica. «Vedi? Neanche un graffio.»
«La professoressa Cluster me lo aveva detto, ma volevo esserne sicuro.» Samuele si voltò poi in direzione di Patrick. Lo raggiunse e lo scrutò. «Sono contento che stai bene anche tu.»
Patrick sorrise. «Grazie, sei gentile.»
«Samuele, c’è una cosa che devi sapere su Jonathan ed Erica» lo richiamò Marcus.
«Giusto» replicò l’altro accorgendosi solo in quel momento che non li vedeva in mezzo al gruppo. «Come mai non sono qui con voi? Il direttore li ha portati nel suo ufficio per punirli?»
«Non esattamente» temporeggiò Marcus.
Leonardo rabbrividì riportando alla mente il ricordo della loro metamorfosi.
«Vedi, Samuele, i tuoi amici hanno agito in maniera sbagliata, senza pensare alle conseguenze» intervenne Patrick. «Jonathan ed Erica sono…»
«Dei demoni» s’intromise Sabrina con voce rauca. «Lo erano fin dal momento in cui sono entrati qui dentro e adesso lo sono completamente. Sudici demoni da uccidere.»
«Sabrina!» la riprese Naoko. «Non credo sia il modo migliore per dirglielo.»
«Perché?» ribatté lei. «È giusto che sappia con chi ha avuto a che fare.»
Samuele fece scorrere lo sguardo su chiunque aveva parlato fino a quel momento. «Che cosa significa? Cosa hanno fatto Erica e Jonathan e cosa è successo?»
«Sai che esisteva un Sigillo per tenere i demoni lontani dal nostro mondo?» domandò Patrick.
Il ragazzino annuì.
«I tuoi amici lo hanno infranto e hanno liberato DiKann» spiegò con calma Sara. «Hanno agito senza preoccuparsi del male che avrebbero fatto e DiKann ha visto l’oscurità dentro la loro anima.»
«E li ha trasformati in demoni» concluse Samuele. «Non c’è bisogno che mi trattiate come un bambino, sono stato addestrato qui dentro come loro e li conoscevo abbastanza per vedere che non erano dei santi.» Si rivolse quindi a Yuri e Sabrina. «Li avete uccisi?»
«No, sono diventati dei servitori di DiKann» rispose Yuri.
Patrick si alzò in piedi. «Forse ora è meglio che tu vada a dormire. Non credo che i discorsi che faremo siano adatti a…»   
«Invece è giusto che rimanga.» La voce di Hans colse tutti di sprovvista. L’uomo avanzò nella sala e trascinò una sedia a capotavola. «Lui e Marcus sono gli ultimi elementi validi rimasti della nostra squadra speciale.»
Sabrina scattò in piedi. «La tua squadra di assassini addestrati, vorrai dire.»
«Il loro compito è quello di sterminare i demoni» replicò pacato.
La ragazza serrò entrambe le mani a pugno e le alzò di colpo verso il volto. L’uomo venne strappato dalla sedia e sbattuto contro il muro più indietro. «Era questo il tuo piano fin dall’inizio? Hai finto di prenderti cura di mio figlio, per poi ucciderlo per il rompere il Sigillo?» sbraitò.
«Stai delirando» rispose Hans serio. «Fammi scendere. Subito!»
Leonardo si sporse verso l’amica. «Sabrina, per favore calmati.»
Yuri gli fu accanto. «Sei stanca è sconvolta, non agire d’impulso.»
Sabrina strinse gli occhi a una fessura e Hans cominciò a tossire convulsamente.
«Basta! Fermati» gridò Marcus.
Yuri la strattonò, più deciso. «Smettila!»
«Perché?» domandò lei, ingoiando le lacrime. «Nostro figlio è morto. Lui lo teneva nascosto nei sotterranei, credi davvero che non fosse questa la sua idea fin da principio?»
«Forse… o forse c’è un’altra ragione» intervenne Leonardo. «Diamogli la possibilità di spiegarsi.»
Sabrina lo guardò incerta, spostò gli occhi sul volto del fidanzato serio e infine li puntò con odio sul padre, schiacciato contro il muro.
«Ti prego Sabrina» insistette ancora Leonardo, alzandosi dalla sedia. «Quest’uomo non mi sta simpatico e sicuramente agisce per un suo interesse, ma non posso perderti a causa sua.»
«Perdermi?» ripeté lei.
«DiKann ha sfruttato l’odio di Jonathan ed Erica per trasformarli. Sta per arrivare, lo sappiamo tutti e se ti trova in questo stato, lui ti cambierà. Userà il tuo odio per Hans contro di te.» Leonardo la guardò con occhi supplichevoli. «Angelo è morto. Non voglio che succeda anche a te. Ti prego.»
Confusa, Sabrina tornò a fissare in volto Yuri.
«Fa’ come dice» rispose il ragazzo. «Non siamo ciò che DiKann vuole farci diventare.»
Sabrina lanciò un ultimo, indecifrabile sguardo a Hans, poi aprì le mani e le abbassò lungo i fianchi. L’uomo cadde per terra con un colpo secco.
«Ascolteremo quello che hai da dirci, ma a una condizione» disse Davide, mentre il direttore tornava a sedersi. «Niente balle, sotterfugi e doppi giochi. Volgiamo tutta la verità e prima di prendere una decisione, dovremmo essere tutti d’accordo.»
«Sono due condizioni» precisò Hans, tirando la sedia vicino al tavolo. «Ma mi stanno bene, non ho mai avuto intenzione di ingannarvi. Volevo solo che foste pronti per accettare la realtà.»
«Arriva al punto» lo esortò Davide.
Hans lo guardò di sbieco, poi continuò a parlare. «Prima di tutto l’incantesimo con cui ho bloccato DiKann dura solo ventiquattro ore, Quindi ogni minuto che passa ci rimane sempre meno tempo.» Si girò perché il suo sguardo incrociasse quello di Sabrina e Yuri. «Vi avevo già detto che avevo salvato vostro figlio non solo per una questione tra consanguinei. In lui avevo percepito del bene, potevamo istruirlo all’uso dei suoi poteri, prevedevo che voi mi aiutaste e insieme, una volta pronto, lo avremmo portato con noi in battaglia. Non era necessario ucciderlo per rompere il Sigillo, da adulto bastava qualche goccia del suo sangue e forse con lui avremmo avuto qualche possibilità contro DiKann.»
«In questo modo ci sarebbero voluti anni per lanciare un attacco ai demoni» disse Sara.
«Non ho mai detto di volerlo fare subito» ribatté Hans.
«Jonathan ed Erica lo avevano capito» constatò Marcus. «Ecco perché, appena hanno saputo degli Alpha, hanno avuto tutta questa fretta di portare a compimento il nostro addestramento. Sapevano del piccolo demone e del suo piano e non volevano restare imprigionati qui per chissà quanti altri anni.»
«Questo è un altro argomento di cui dobbiamo discutere» s’intromise Patrick. «Tutti i ragazzi che sono al C.E.N.T.R.O. sono stati rapiti. Li ha condotti qui cancellando la memoria ai loro genitori, non è vero?»
«Alla fine te ne sei ricordato. Non li ho costretti, ho spiegato loro che era un sacrificio necessario. Educandoli a usare i loro poteri, li avrei anche preparati a combattere la minaccia dei demoni» rivelò Hans. «E a quanto pare questo significa anche che l’esperimento su di te ha avuto buon esito.»
«Cosa significa esattamente?» domandò Naoko. «DiKann ha detto che Patrick possiede la Vista.»
«Un mio vecchio compagno era un mezzo demone con poteri di chiaroveggenza, che però lo stavano consumando dall’interno» raccontò il direttore Strom. «Il suo dono era troppo importante e prezioso per andare perduto, così mi ricordai di un rituale che avevo letto durante i miei anni nell’Ordine. Era possibile trasferire i poteri di un mezzo demone a un soggetto specifico.»
«Che intendi con specifico?» chiese Patrick.
«Doveva essere qualcuno che avesse nella sua linea di sangue un mezzo demone. Non importa se il ceppo della famiglia che poteva sviluppare i poteri si era interrotto, tramite la discendenza il soggetto era predisposto ad accogliere e sopportare il trasferimento. Nonostante la complicazione della perdita della memoria, tu hai acquisito la capacità di vedere passato e futuro e per nostra fortuna questa facoltà ti ha permesso di connetterti sui gemelli, salvandoli più volte.»
Leonardo ripensò a quanto era accaduto dal suo primo incontro con quell’uomo. Non sapeva se ci fosse un destino che operava oltre la loro comprensione, ma di sicuro, intenzionalmente o meno, Hans Strom aveva dato il suo contributo a dirigere gli eventi in una precisa direzione.
«E adesso cosa facciamo?» domandò Samuele. «Come combattiamo DiKann?»
«A dire il vero, non ne ho idea» ammise Hans. «La mia tattica era di coglierlo di sorpresa scendendo noi nel suo Regno, sfruttando i ricordi degli Alpha. Ovviamente adesso non è più applicabile.»
«Magari c’è qualcosa nei sotterranei» disse Davide. «Non ci ha ancora rivelato cos’altro contengono.»
Lui storse lievemente la bocca nel dover fornire quell’informazione. «Ci sono dei mezzo demoni che non accettano di buon grado la loro situazione. Hanno un’indole violenta e irascibile, per questa ragione, nel corso degli anni, abbiamo preferito tenerli lontani dai loro compagni e sistemarli dove potessimo controllarli ed evitare che facessero del male a se stessi o ad altri.»
«Saranno i primi che DiKann verrà a cercare» replicò Sara. «Soldati con super poteri già pronti a essere trasformati in demoni.»
«In questo caso non ci faremo trovare impreparati.» Leonardo incrociò gli occhi di Hans mentre lo squadrava insieme ai sei compagni che aveva più volte chiamato Alpha. «Ho bisogno di voi. Siete esperti, preparati e con il pieno controllo dei vostri poteri. Se vogliamo sopravvivere, devo poter contare su di voi.»
Dovremmo chiedere tempo per consultarci gli sussurrò nella mente Sara.
Non ne abbiamo le rispose lui. «Va bene» disse poi, prendendosi la responsabilità di parlare a  nome di tutti. «Non mi sembra che abbiamo altra scelta.»
Hans annuì. «Ho già messo al lavoro i miei colleghi, stanno cercando in vari testi antichi qualsiasi allusione a un punto debole di DiKann. Qualunque sia l’esito, domani dovremo prepararci a combattere.»
«E nel frattempo, noi cosa facciamo?» s’informò Yuri.
Hans lanciò un’occhiata colpevole a Sabrina. «Tornate a casa. Raccontate ai vostri genitori chi siete e cosa dovete fare. Potrebbe essere la vostra unica occasione di metterli al corrente e non lasciare niente in sospeso.»


                                                    Continua...

Nessun commento: