lunedì 20 novembre 2017

Darklight Children - Capitolo 55


CAPITOLO 55

Seconda lezione di incubazione demoniaca

 
«Non capite? Questo è proprio quello che vuole» disse Sara, chiudendo la fila dei quattro compagni che le camminavano davanti a coppie. «Quell’uomo non aspetta altro che avere una scusa per obbligarci a entrare nell’Ordine.»
«Purtroppo non abbiamo alternativa» rispose Naoko, subito prima di lei con vicino Sabrina. «Dobbiamo rivolgerci a lui.»
 Sara sbuffò. Non amava essere in minoranza nelle decisioni e nemmeno essere obbligata a fare qualcosa che non la convinceva. «Non ci siamo neanche fermati a parlarne un attimo Siamo usciti da scuola e siamo subito venuti qui, senza nemmeno mangiare un boccone.»
In testa al gruppo, Yuri si voltò per guardarla. «Non abbiamo tempo da perdere.»
«Ma ce la siamo cavata bene anche da soli» insistette lei.
Davide emise un risolino. «Come no. Una favola.» Lo vide scuotere la testa. «Abbiamo avuto solo fortuna e dopo due volte, non proverei a sfidarla ancora.»
Sara non sapeva dare una motivazione precisa, le definiva più una serie di sensazioni, ma non si fidava di Angelo Moser. Era convinta che accettare il suo aiuto, avrebbe portato altri guai. Ebbe il timore di dovere quei pensieri alla parte di Sayka in lei, e per una volta decise di passarci sopra, ignorare un avvertimento conscio o meno era peggio. «E se cercasse di incastrarci? Di ricattarci per quello che sta succedendo a tutte queste persone?»
«Non dire sciocchezze. Se avesse voluto farlo, ci avrebbe provato la prima volta che gli abbiamo raccontato del bidello» rispose Sabrina.
«E poi nessuno di loro è rimasto ferito. Forse possiamo ancora salvare il bibliotecario, come abbiamo fatto con il bidello» precisò Yuri.
Ancora un rifiuto ad ascoltarla. Quest’ultimo le diede più fastidio dei precedenti perché le sembrava un’alleanza tra Sabrina e Yuri. Anzi, Sara aveva l’impressione si fossero coalizzati tutti contro di lei. «E  se non fosse possibile salvarlo?» provò a stuzzicarli. «Accettereste di diventare degli assassini per lui?»
Sabrina si fermò. Si girò, mettendosi di fronte a lei. «Sai cosa si prova sentirsi colpevoli della morte di qualcuno. Tutti noi lo sappiamo. Per questo non dobbiamo permettere che accada ancora. Mi dispiace se il bibliotecario dovesse morire, ma se per farlo vivere dovessi lasciare che uccida dieci, cento, o mille altri innocenti, non lo risparmierei. Ormai è un demone, non lo ha scelto, ma è quello che è diventato.» 
Sara rimase in silenzio a fissarla. Era la prima volta che la vedeva tenerle testa così risoluta. E le dava ancora più fastidio, una volta riflettuto e messo da parte le sue sensazioni, doverle dare ragione. Ricordò con angoscia cosa aveva provato nel venir perseguitata da una vittima di Sayka, non sapeva se si sarebbe ripetuto, ma non voleva aggiungere nuovi nomi alla lista dei morti per le sue azioni, del passato o del presente, e scoprire in quali altri modi potevano tormentarla.
Sabrina tornò a procedere, come gli altri e lei fece altrettanto, rinunciando all’idea di opporsi.
Un cliente uscì dal cancello del Portale Mistico e li obbligò a rompere la formazione. Davide aprì la porta e rimase in attesa che entrassero gli altri. Quando fu all’interno, Sara individuò Angelo intento a chiudere il ricevitore di cassa.
L’uomo alzò la testa dal macchinario e li osservò entusiasta. «Buongiorno a tutti. Speravo che sareste passati. Ho delle novità.»
«Anche noi» replicò Yuri. «E non le piaceranno.»
«Ancora demoni?» domandò Angelo.
Sara non rispose, ma Yuri, Naoko e Sabrina annuirono nello stesso momento.
«Ho capito. È meglio andare di sotto.» Angelo uscì da dietro il bancone e controllò che sistemi di allarme mistico e tecnologico fossero attivi. Passò tra di loro e chiuse a chiave la porta, girando come da abitudine il cartello. «Sbrighiamoci, dalle vostre facce credo sia più grave di quanto mi aspetto.»
Lo seguirono nel magazzino che avevano scoperto durante la loro visita precedente e trovarono le sedie già disposte in cerchio.
Sara sentì riemergere la sua diffidenza e lo guardò con fare accusatorio. «Sembra che ci stesse aspettando.»
«Come vi ho anticipato, speravo di avere l’occasione di incontrarvi. È arrivata una parte del materiale che avevo richiesto all’Ordine e volevo sottoporvelo» spiegò, sollevando una scatola posta accanto all’ingresso con sopra un timbro in cera lacca, simile a quello di una casata nobile.
«Ha i Registri che ci riguardano?» domandò Davide, prendendo posto.
«No, non li hanno ancora inviati. Potrebbero arrivare tra qualche ora» rispose, sedendosi a sua volta e sistemando la scatola aperta accanto al piede destro. Attese che anche gli altri si accomodassero e poi continuò. «Ma credo che quello che c’è qui dentro, ci sarà più utile in questo momento. Immagino vogliate parlarmi di un nuovo attacco?»
Sara aprì la bocca, ma Yuri si schiarì la voce e disse: «Sì, è successo questa mattina. Ero in biblioteca, quando il bibliotecario si è trasformato davanti ai miei occhi. Mi ha assalito e quasi mangiato vivo, se non fossi riuscito a contattare mentalmente Sara che ha riunito gli altri.»
Angelo le lanciò un’occhiata come se volesse scrutarla nel profondo. Poi tornò a rivolgersi a Yuri. «Quindi, a differenza dell’assalitore precedente, quello di oggi era un uomo senza alcun segno evidente di una mutazione in atto?»
«No, aveva delle chiazze sul collo, ma era coperto con i vestiti e quando me ne sono reso conto era già troppo tardi.»
Davide lo guardò confuso. «Se hai visto le chiazze, perché non sei scappato subito?»
Yuri rimase in silenzio. 
Sara notò l’espressione cambiare all’improvviso. Nei suoi occhi non trovò più il capo deciso che li guidava. Vide solo un ragazzo spaventato. Terrorizzato da qualcosa che aveva visto. O rivissuto.
Lui incrociò il suo sguardo nello stesso istante e la voce di Yuri, le risuonò nella mente.
Perché quello che ho visto prima era più spaventoso. Un fantasma grigio.
D’istinto, gli parlò telepaticamente. È successo anche a te?
Yuri la fissò allarmato e poi guardò altrove. Sara capì cosa provava e non aggiunse altro, prendendo quel gesto come un assenso. «Non è questo il punto» disse poi per andargli in aiuto. «Il problema è che si è trasformato all’improvviso e molto più velocemente di quell’altro. Deve spiegarci come mai c’è questa differenza per ogni mutamento.» 
«Suppongo dipenda da quanto tempo ha impiegato l’uovo ad attecchire nell’ospite» rispose Angelo, afferrando il primo volume dall’interno della scatola vicino a sé. Aveva una copertina rigida color rame con diversi disegni in rilievo. L’aprì delicatamente  e girò le pagine fino a quella in cui aveva posto un normale segnalibro di cartone. «Presupponendo che le uova siano state impiantate tutte nello stesso momento e non in periodi diversi, bisogna tenere conto di come reagisce il corpo ospite. Probabilmente Barbieri si è premurato che non ci fosse un rigetto, dopodiché l’uovo ha dovuto nutrirsi dell’organismo in cui si è trovato per poter essere pronto in un secondo momento a prendere il sopravvento. Quando si è creato un ambiente favorevole, ha avuto inizio la procedura per schiudersi.» Si fermò nuovamente e girò la pagina. Seguì con il dito indice destro le frasi e dopo qualche riga riprese. «Ecco, qui spiega che ogni uovo ha una tempistica di mutazione sul corpo dell’ospite determinata in base alla resistenza con cui le difese immunitarie continuano a combatterlo, anche dopo che l’attecchimento è avvenuto.»
«In poche parole è come un batterio, o un virus. Più il fisico della persona a cui è stato iniettato è forte e in salute, più a lungo ci impiega a infettarlo, rimanendo quindi in incubazione» disse Naoko.
Sara e gli altri si voltarono a guardarla stupefatti.
«Perché fate quelle facce?» domandò lei. «Non è così strano che io sappia queste cose. Mio padre  è un medico. Sento questi discorsi da quando ho sei anni.»
«Ok, però se la consideriamo come una malattia, ci deve essere anche una cura» dedusse Sabrina.
Angelo sfogliò per la terza volta il libro dall’apparenza antica. «Non esattamente. Se l’uovo è ancora in fase di incubazione e il soggetto ospite mostra solo i primi segni della trasformazione, è possibile aiutarlo facendogli espellere il parassita demoniaco. L’embrione ha infatti bisogno di ossigeno per svilupparsi e sopravvivere insieme al suo corpo, quindi soffocando momentaneamente l’ospite, la mancanza d’aria lo spingerà a liberarsi dell’intruso.»
Sara annuì, ma nessuno se ne accorse. Quella spiegazione le tornò alla mente, come se l’avesse già sentita in passato…
Davide si sporse in avanti. «In effetti la mia barriera era piuttosto stretta la prima volta in cui abbiamo avuto a che fare con quei tizi, e il bidello si agitava talmente tanto che deve avere esaurito in pochi secondi tutta l’aria presente.»
«E se l’ospite si è trasformato completamente?» domandò Yuri. «Come si fa a farlo tornare normale?»
«Purtroppo è impossibile» rispose Angelo in tono grave. «Quando la trasformazione è avvenuta, l’essere umano perde la sua umanità e l’anima è totalmente corrotta, rendendolo un demone. All’inizio è preda di istinti famelici, quasi animali. Può imparare a controllarli, a comportarsi in parte come la creatura che era prima, ma resterà pur sempre soggiogato dalla violenza e dal bisogno di uccidere, solo per il gusto di farlo. La mutazione è irreversibile.»  
Sabrina impallidì. «Ci sta dicendo che dobbiamo uccidere il bibliotecario?»
Angelo la guardò perplesso. «Credevo lo aveste già fatto.»
Sara passò in rassegna i volti dei suoi compagni, tutti sconvolti, e represse il bisogno di dire “Ve lo avevo detto che non c’era da fidarsi.”  
«È riuscito a fuggire» rivelò Davide. «Era molto rapido, in qualche modo ha visto le pareti invisibili che stavo costruendo per imprigionarlo e le ha saltate.»
L’uomo scattò in piedi. «Avete lasciato un demone in libertà?»
«Perché crede che siamo venuti qui?» sbottò Sara irritata. Come si permetteva di trattarli in quel modo? «Avrà sicuramente qualche aggeggio o incantesimo per rintracciarlo.»
«Dovevate dirmelo subito. Se trova chi può risvegliare gli embrioni a comando, la situazione può diventare pericolosa.» Angelo ripose il libro nella scatola e si chinò a cercarne un altro.
«Ma l’altra volta ci ha detto che nessuno può farlo» ricordò Sabrina.
 «Vi ho detto che non sapevo come si potesse fare una cosa del genere» rispose, rialzandosi con un nuovo volume, dalla copertina color acciaio, aperto tra le mani. «Ora ho scoperto un possibile  piano originale: prevede l’uso di un non ben specificato Catalizzatore, uno strumento in grado di attivare tutti gli embrioni perché diventino demoni e prendano parte al sacrifico per  liberare DiKann.»
Sara si alzò dalla sedia. «Sapevamo che io e Leonardo eravamo gli unici a poter rompere il Sigillo.»
«E in principio lo credevo anche io. Ma dopo aver consultato questo nuovo materiale, ho scoperto che il rito è molto più complesso. Quando gli Anziani Originali bloccarono l’ingresso del Primo Inferno e i demoni nei regni infernali con il Sigillo, dopo la battaglia scatenata da Sayka e Lucen, lo fecero sacrificando le loro energie e i loro poteri. Per essere sicuri che l’accesso alla Terra fosse bloccato da entrambe le vie, legarono questo sacrificio a quello degli ultimi demoni rimasti sulla Terra, convinti in questo modo, che non ci fosse più alcuna possibilità per qualcuno di poter infrangere interamente il Sigillo.» Angelo trasse un lungo sospiro. «Mesi fa, però, Oliver Barbieri ha scoperto come spezzare la parte del Sigillo legata agli Anziani Originali, grazie a voi e all’incantesimo del Riciclo delle Anime, e che per rompere l’altra metà bisogna sacrificare dei demoni che camminano sulla Terra. E dato che non ne esistono da secoli, con l’aiuto di DiKann, ne ha creati di nuovi tramite le uova.»
Sara si sentì invadere dal panico. Le sue sensazioni erano corrette. Anche se non per scelta, quell’uomo annunciava guai e problemi. Non era finita. Il pericolo di DiKann era ancora reale.
«Questo vuol dire che se non riusciamo a trovare e liberare tutti quelli che hanno un uovo in corpo…  Naoko non riuscì a completare la frase.
«Saremmo costretti a ucciderli» concluse serio Yuri.
«Non c’è altra scelta» concordò Angelo. «Più uomini diventano demoni, più possibilità ha questo qualcuno in grado di usare il Catalizzatore di rompere la metà del Sigillo ancora intatta.»
«E cos’è questo Catalizzatore?» domandò Davide. «Come scopriamo chi ce l’ha?»
«Non lo so ancora scoperto, ma conto di farlo presto.» Angelo chiuse il libro che mandò nell’aria uno sbuffo di polvere. «Intanto, stasera, dovete prepararvi.»
«Per cosa?» chiese Sabrina.
«Non è ovvio? C’è un demone da stanare ed eliminare» rispose Sara. Era furiosa perché la sua vita stava imboccando  di nuovo la strada delle complicazioni, ma non avrebbe mai permesso a DiKann di liberarsi. «Dobbiamo andare a caccia.»

 
Continua…

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