lunedì 26 settembre 2016

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 34

34. La Canzone che Preannuncia la Fine


Michelle sbuffò contrariata. Come aveva supposto, era finita con l’essere la ruota di scorta del gruppo.

Dopo il ballo che gli aveva concesso Donovan, erano tornati al loro tavolo e Betty li aveva messi al corrente dell’arrivo di Billy. Lei e Donovan si erano voltati verso la pista e lo avevano visto insieme a Zec.
Donovan non aveva perso tempo e aveva invitato Betty a seguire il loro esempio. 
In principio Michelle era stata contenta, aveva bisogno di riposarsi, ma poi mentre li aspettava sola al tavolo, la musica era cambiata, al primo ballo ne era seguito un altro, un lento e a quel punto anche Billy e Zec erano rimasti sulla pista.
Si guardò intorno, in pochissimi erano seduti ai tavoli, la maggior parte dei ragazzi erano tutti nel centro della palestra. Avvinghiati a i propri compagni, in un’atmosfera romantica e languida. Dubitava fortemente che i suoi amici sarebbero tornati a farle compagnia.
A tre tavoli di distanza, incrociò gli occhi di una ragazza bionda, stretta in un abito bianco. La riconobbe: Marcy del gruppo dell’ospedale. Michelle distolse rapida lo sguardo. Conosceva l’estrema esuberanza di quella ragazza e se le avesse dato corda, il resto della serata poteva solo andare peggio: si sarebbe autoinvitata al tavolo e avrebbe dato inizio a un’interminabile sessione privata in cui si vantava dei suoi progressi sui suoi disturbi alimentari.  
«Sapevo di  non dover venire a questo stupido ballo.» Tornò a fissare la mandria di coppie che si dondolava al ritmo della musica, finché non terminò. Notò Zec e Billy allontanarsi dalla massa, non procedettero però verso di lei come sperava, ma in direzione delle porte della palestra. «Perfetto. Ecco i primi due che se ne vanno, senza di me.»
«Sai, il broncio non ti dona.»
Michelle girò il volto e trovò seduta di fronte a sé Dana, la sorella demone di Zec. Rimase a fissarla sorpresa.
«Eddai, fai un sorriso, carotina» continuò lei. «Sei così carina stasera.»
Michelle s’imbronciò ancora di più. «Non prendermi in giro.»
Dana divenne seria. «Non lo sto facendo. Quel vestito ti dona, il verde pastello crea un bel contrasto con il rosso dei tuoi capelli.»
«G-grazie» balbettò Michelle, spiazzata. «Mia madre mi ha detto la stessa cosa, quando mi ha costretto a indossarlo.»
«Ha buon gusto e posso confermarti che ha perfettamente ragione.» Dana mosse la mano sinistra, facendole compiere un giro a semicerchio, e in uno sbuffo di fumo violaceo sul palmo apparve un bicchiere di vetro con dentro un liquido dello stesso arancione del punch. «Come va la festa? A me sembra un po’ un mortorio.»
Michelle la squadrò con attenzione. Aveva imparato che quando si presentava, Dana aveva sempre un secondo fine. «Cosa sei venuta a fare, questa volta?»
«Mi conosci, dove c’è un party, ci sono anche io» rispose con un sorriso e una strizzatina d’occhio.   
«Proprio perché ti conosco, so che non è vero.» Michelle si sporse in avanti, posando i gomiti sul tavolo. «E poi non ti preoccupa che qualcuno ti veda e gridi al demone?»
Dana abbandonò il bicchiere sul tavolo. «Sei gentile a preoccuparti per me, ma so passare inosservata, se lo voglio.» Scostò la sedia e accavallò le gambe fasciate nei soliti pantaloni viola aderenti, mentre il top scollato lasciava in evidenza ampi pezzi di pelle rosso rubino. Nel decolté risaltò la collana con il pendente giallo che aveva rubato mesi prima alla rappresentazione di Romeo e Giulietta.
«Non mi hai detto perché sei qui?» ripeté Michelle.
«Neanche tu» replicò Dana. «E non rifilarmi la storiella che sei venuta per divertirti con i tuoi amici. »
«È la verità.»
Dana scosse la testa. «Ammettilo, non ci credi nemmeno tu. Ti hanno convinta a venire con loro per pietà, ma nessuno è qui con te.» Allungò il braccio destro e indicò Donovan e Betty che ballavano tra la folla di ragazzi. «Fred e Velma sono laggiù a dimenarsi come due idioti, in mezzo agli altri imbecilli in tiro. E di mio fratello e del suo ragazzo non vedo traccia. Che fine hanno fatto?»
Michelle si morse il labbro inferiore. Dava ragione a Dana, ma si trattenne dal dirlo apertamente. Sforzandosi di ricacciare indietro la sfuriata di rabbia contro i suoi amici che l’avevano mollata da sola, cercò di capire quale fosse la vera ragione della presenza della ragazza demone. La osservò. Sembrava interessata più alla mancanza di Billy e Zec, rispetto a quello che facevano Donovan e Betty.
«Si tratta di tuo fratello» concluse ad alta voce Michelle. «Anzi di Billy. L’ultima volta che ci siamo viste, eri in ospedale proprio mentre scoprivamo il corpo di Elliott Summerson.»
Dana la guardò maliziosa, giocherellando con la collana. «Abbiamo fatto anche altro, io e te, in quell’ospedale.»
Michelle arrossì, ripensando al bacio con cui le aveva permesso di tornare visibile. «Non cambiare discorso. Avevi detto a Zec di chiamarti con il cellulare che gli hai lasciato, se avesse avuto bisogno, ma non lo ha fatto. Quindi sei qui perché sta per succedere qualcosa. Di cosa si tratta?»
«Ancora una volta mi sorprendi, carotina. Sei più vicina alla verità di quanto immagini, ma se vuoi tutte le risposte, devi darmi qualcosa in cambio.»
«Perché? Forse posso aiutarti a impedire questa “cosa” che spaventa anche te. Non ti basta?»
Dana scrollò le spalle. «Mi dispiace, ma sono un demone. Fare buone azioni gratis, non è parte delle regole.»
«Cosa vuoi?»
«Canta per me.»
Michelle la fissò confusa. «L’ho già fatto. La sera della recita.»
«Sì, ma era per salvarti. Ora voglio un’interpretazione più personale, più sentita. Capisci cosa intendo?»
Michelle lo sapeva. Cantare per Dana significava tirare fuori una parte personale che si teneva nascosta. Si partiva da una canzone famosa, si modificava il testo e un segreto, un sentimento negato, diventavano di dominio pubblico. Riluttante disse: «Accetto.»
«Ottimo» gongolò Dana. Scattò in piedi e prese la mano sinistra dell’altra ragazza, facendola alzare dalla sedia. «Ora non pensare a nulla. Lasciati andare, la musica farà il resto.»
Michelle deglutì per niente tranquilla.
Dana schioccò le dita, qualsiasi canzone stesse risuonando nella palestra si interruppe. Pochi secondi di silenzio e gli accordi di una nuova iniziarono.
I Kissed a Girl”  di Katy Perry. Michelle la riconobbe all’istante e non ne fu poi così tanto sorpresa. Dana la osservò e in automatico, lei si preparò a  cantare:
 

«Non era ciò che avevo programmato

Mi hai incastrato
Volevo solo bere il punch e ballare
Ora perdo il controllo
Senza preavviso, non so che dirò
Mi vuoi mettere alla prova
So che sei curiosa
E forse anche io un po’
Ho baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto
Sapevi di ciliegia e zolfo
Ho baciato una Ragazza Demone per non svanire
Ma ho sperato che i miei amici non lo sapessero
Non so se è giusto
Non so se è sbagliato
Non so se potrei innamorarmi di te
Ho baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto
Mi è piaciuto davvero!»
 

Come succedeva ogni volta, all’intonare della strofa modificata, tutti i presenti nella palestra diedero il via a una coreografia. Ragazzi e ragazze si divisero in due file, i primi sulla sinistra e le seconde sulla destra. A loro si affiancarono anche i poliziotti di guardia alle porte, i professori e i genitori scelti come sorveglianti. Ancheggiarono a ritmo e si riunirono in modo da  lasciare una striscia di pavimento libera tra i loro gruppi, in attesa della coppia principale.

La palla da discoteca vorticava e lampi argentei colpirono i distintivi dei poliziotti, riflettendo la luce sui volti e gli abiti dei ballerini improvvisati.
Sculettando, Michelle si lasciò guidare da Dana in mezzo a loro, nel centro della pista. Giunte lì, la demone la fece girare e mettendosela di fronte, le circondò la schiena con il braccio e le strinse la mano sinistra in alto. Ballarono prima avanzando e poi retrocedendo una dall’altra.
 
«Non mi avresti mai notato
Non mi sarebbe importato
Credo di essere un gioco per te
È nella natura dei demoni
Corrompete brave ragazze
Non mi comporto mai così
Mi sento confusa
Ma non ho resistito
Ho baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto
Sapevi di ciliegia e zolfo
Ho baciato una Ragazza Demone per non svanire
Ma ho sperato che i miei amici non lo sapessero
Non so se è giusto
Non so se è sbagliato
Non so se potrei innamorarmi di te
Ho baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto
Mi è piaciuto davvero!»
 

Le persone intorno a loro si avvicinarono, formando delle coppie miste, ma anche dello stesso sesso. Imitarono le loro mosse, fissandosi negli occhi e continuando a ballare.

Anche Dana la fissò e cantò:
 

«Sono una ragazza magica, ma non diversa dalle altre

Pelle rubino, labbra bollenti, pronta a baciare ancora
So che è difficile resistermi
Mi piace che non lo neghi
E non c’è niente di male, se ti va, mi puoi baciare»
 

Michelle si staccò da lei, imitata da una parte di ragazze e qualche ragazzo e uomo, si portò le mani ai capelli e agitò la testa cantando:

 

«Ho baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto

Sapevi di ciliegia e zolfo
Ho baciato una Ragazza Demone per non svanire
Ma ho sperato che i miei amici non lo sapessero
Non so se è giusto
Non so se è sbagliato
Non so se potrei innamorarmi di te
Ho baciato una Ragazza Demone e mi è piaciuto
Mi è piaciuto davvero!»
 

La canzone si concluse e di colpo tutti smisero di ballare. Si guardarono tra loro confusi, come accadeva ogni volta che Dana portava a termine un numero del suo spettacolo.

Il deejay notò il silenzio imbarazzante e riprese con un nuovo brano. Gli insegnanti e i genitori tornarono al banco del punch, i poliziotti ai loro posti di guardia alle porte e i ragazzi ripresero a ballare a coppie, come se nulla fosse accaduto.
Michelle rimase a guardare Dana sorridente.
«Niente male» si congratulò la ragazza demone. «Sono davvero impressionata.»
«Hai avuto ciò che volevi, dammi le mie risposte» disse Michelle.
Dana le andò al fianco. «Un patto è un patto» sussurrò al suo orecchio destro, superandola.  Andò a sedersi di nuovo al tavolo, costringendo l’altra ragazza a seguirla. Afferrò con pollice e indice destro il pendente della collana e disse: «In questo gioiello è stato racchiuso il sentimento più profondo di Billy. È l’unica forza in grado di mantenere reale qualsiasi cosa la sua mente ha creato, se l’uomo in coma dovesse svegliarsi.»
«Quindi sai la verità su Elliott» dedusse Michelle.
«Ho fatto le mie ricerche» replicò Dana. «Da quando l’ho addosso, oltre che un’assicurazione sulla vita, ho una sorta di collegamento con le emozioni del tuo amico ammazzavampiri. Niente di preciso, ma da un paio di giorni so che ha preso una decisione dolorosa.»
«Che vuoi dire?»
«Vuole mettere fine a questa storia della Bocca dell’Inferno. Da solo. Una volta per tutte.»

 

 
                                                 Continua…?




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