Il Gioco del Branco 39: L’Inizio della Fine
Billy scrutò i volti di Chas e Jordan
davanti a lui all’imboccatura del corridoio del Saint Mary.
I due ragazzi li avevano accompagnati
all’ospedale in caso di dover creare un diversivo per farli entrare, ma non ce
ne era stato bisogno. Il personale all’ingresso non aveva fatto troppo caso a
loro e sembrava non fossero più considerate persone non gradite: la gente
dimenticava gli scandali facilmente, sostituendoli con qualcosa di nuovo e più
interessante.
«Qual è al situazione tra noi?» chiese
Jordan senza girarci intorno.
«Dipende da voi» replicò Billy.
«Possiamo essere un’unica squadra.»
Chas emise un risolino. «Non avere
fretta di stampare le tessere di adesione al vostro club.»
Billy si strinse nelle spalle. «Come
volete. Mi basta che non facciate male a nessuno.»
Jordan grugnì qualcosa di
incomprensibile, poi disse: «Un concetto soggettivo. Consideriamoci in rapporti
semi-amichevoli.»
«Useremo i nostri poteri quando e come
ne avremo voglia» puntualizzò Chas. «E se non dovesse andarvi bene… vedremo chi
la spunterà.»
La ragazza prese il compagno sotto
braccio e andarono verso l’ascensore.
Billy li seguì con lo sguardo e mentre
le porte scorrevoli li coprivano dalla sua visuale, si ripeté di affrontare un
problema alla volta e solo in caso si presentasse.
«È andata bene» fece Zec, accostandosi a
lui. «Non siamo amici per la pelle, ma è un po’ più di una tregua.»
Billy annuì. «Dove sono Michelle, Betty
e Donovan?»
«Sono andati a controllare Sasha.»
«Bene, vediamo se ha mantenuto la
promessa.» Si spostò verso la parete con la stanza di Elliott Summerson e trovò
la porta chiusa. «Un buon segno. Se è tutto a posto, dovremmo chiamare Nicole
Racher e discutere con lei di una soluzione per svegliarlo. Le avevo fatto
questa promessa.»
«Vuoi che entri con te?» domandò Zec.
«No, resta fuori di guardia. La prudenza
non è mai troppa.»
Billy posò la mano sul pomello e lo
girò, con uno scatto la porta si aprì di uno spiraglio. Prese un respiro e la spinse
in avanti, entrò nella camera e chiuse la porta alle sue spalle.
Il suo sguardo si posò subito sul letto:
Elliott dormiva in quella stessa posa in cui lo avevano lasciato mesi prima.
L’occultamento di Sasha era svanito.
Avanzò di pochi passi verso l’uomo e si
sentì sollevato nel ritrovarlo davanti a sé. Era assurdo, ma per lui era come
un ritorno alla normalità.
«Non è finita.»
Billy riconobbe quella voce dal tono
fermo. Si guardò attorno e individuò una coppia di occhi che lo fissavano
dall’angolo vicino alla finestra. La Prima Cacciatrice compì un passo in avanti
e il suo corpo e le sue vesti stracciate si mostrarono a tratti, confuse nella
penombra.
«Ti rifai viva solo adesso» replicò un
po’ irritato.
«La ragazza bloccava anche me» rispose
lei.
«Puoi essere meno vaga? Abbiamo chiuso
il gioco di Kate e Sasha ha annullato la sua presenza.»
La Prima Cacciatrice compì un secondo
passo. «Una minaccia è conclusa, ma una più grande è in arrivo.»
Billy incrociò le braccia spazientito.
Non sapeva se sceglieva apposta di parlare per mezze frasi, o se qualcosa le
impediva di essere esplicita, però era stanco di doversi scervellare per
interpretare ogni avvertimento.
«Basta con indovinelli ed enigmi» le
ribadì. «Se hai qualcosa da dirmi, fallo e basta.»
Lei lo fissò con le labbra chiuse.
Billy attese pochi secondi e stanco, fece
dietrofront per lasciare la stanza. Posò le dita sul pomello e alle sue spalle
la Prima Cacciatrice parlò di nuovo.
«L’oscurità è in agguato.»
Lui si voltò di scatto. «Ti riferisci
all’Oscurità Maggiore?»
La donna era scomparsa.
Oltre a lui e ad Elliott non c’era
nessuno nella camera.
Girò il pomello e tornò in corridoio.
Zec notò subito la sua espressione
rassegnata. «Qualcosa non va? Non c’è? Sasha ha mentito.»
Billy rilassò i muscoli del volto e si
sforzò ad assumere un’espressione più rilassata. «È tutto ok. Elliott è dove
deve essere.» Prese il compagno per mano e si avviarono all’ascensore.
«Raggiungiamo gli altri all’ingresso.»
Billy decise che era inutile mettere in
agitazione i suoi amici. Non avrebbe menzionato la Prima Cacciatrice e il suo
avvertimento. Si era detto di non preoccuparsi di un problema finché non si
fosse concretizzato e così avrebbe fatto.
Anche se temeva di dover tornare in
azione prima del previsto.
FINE STAGIONE 2