lunedì 18 novembre 2024

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 73

Il Gioco del Branco 37: Confessioni di una Mente Inaspettata

 

La Falce.

L’unico obbiettivo di Billy era afferrarla, strapparla dalle mani di Kate.
Ma Kate non era più lì.
E il non era più nemmeno il cimitero.
Billy sbatté le palpebre due volte e riconobbe la camera d’ospedale del Saint Mary. Non una qualunque, quella in cui Sasha DiVittis riposava in coma. Però con lui c’erano due ragazzine bionde identiche.
Una era stesa nel letto, gli occhi chiusi, la mascherina dell’ossigeno sulla bocca e le coperte tirate fin sopra il petto; l’altra era seduta nella parte inferiore, con le braccia avvolte intorno alla pediera per spostarlo e le maniche del pigiama bianco con i cuoricini allungate fin sopra le nocche.
Questa Sasha sollevò il viso e lo guardò. «Ti ho portato io qui.» 
«Perché?» Un secondo dopo che ebbe pronunciato quella domanda, Billy si rese conto che ce ne erano di più importanti ed urgenti, eppure gli uscì spontanea.
Sasha girò il volto dalla parte opposta alla sua e sussurrò: «Mi serve… aiuto…»
«Mi hai trascinato via dalla lotta con Kate… non capisco… tu vuoi… uccidere i miei amici?»
«No! Non l’ho mai voluto» urlò. Il suo corpo esile di tredicenne fu in piedi in un battito di ciglia e un istante dopo gli era di fronte. «Ho perso il controllo, lei si è ribellata e non so come fermarla.»
Nella frenesia di quelle informazioni, Billy cercò di riordinare le idee. La ragazzina che gli parlava era un’altra emanazione di Sasha, mentre “l’originale” era in coma nel letto; questa seconda versione era in contrasto con Kate; per quanto i suoi poteri fossero grandi, e gli ultimi mesi ne erano stati una prova tangibile, si rivolgeva a lui per tenere a bada un’entità che lei stessa aveva creato.
«Ti aiuterò, ma devi spiegarmi cosa è successo» disse con tutta la calma che riuscì  a trovare in sé. «Partiamo dal principio, perché hai creato Kate?»
«Non c’è tempo, se non ci sbrighiamo li ammazzerà tutti.»
«Non posso fare nulla se non so tutta la storia.»
Sasha abbassò il capo, fissando il pavimento. «Ero arrabbiata, dopo l’incidente e quello successo a Crystal, la mia vita è finita. Non sapevo niente di questi poteri, cosa potevo fare, come si erano scatenati, poi ho scoperto te, cioè Elliott e ho visto cosa ha fatto e ho capito.»
Billy attese, ma lei restò in silenzio, così provò a continuare al posto suo. «La Bocca dell’Inferno e il modo in cui il sogno di Elliott altera la realtà. Hai intuito che il vampiro che vi ha attaccato era una conseguenza di tutto questo e hai deciso di vendicarti.»
«Volevo fare come ha fatto lui, volevo anche io crearmi una nuova vita in cui potevo iniziare da capo.» Sasha rialzò di scatto la testa e sputò quelle frasi rapida, quasi una giustificazione affrettata. «Lui era fan di Buffy, a me piacciono Teen Wolf e Pretty Little Liars: se poteva ricreare le storie della sua serie, io potevo farlo con le mie. E avevo bisogno di essere un’altra, più grande, più forte, un’adulta che non dovesse rendere conto a nessuno e comandare. E mi è venuta in mente una come Kate Argent.»
«Credo di capire, però hai delle capacità notevoli, perché coinvolgere altri e formare un branco?»
«Tu hai i tuoi amici, in quelle serie sono sempre in gruppo e dovevo… volevo anche io avere qualcuno con me.» Si mordicchiò il labbro inferiore. «Ho pensato che il modo migliore per convincere degli altri era cercare qualcuno che fosse arrabbiato con voi, potevo offrire dei poteri, non sapevo bene come avrei fatto a darli, ma era come se Kate sapesse quello che io non sapevo. Insieme a loro mi sentivo più forte.»
Billy ragionò su quell’ultima rivelazione. «Quindi è un po’ come tra me ed Elliott: siamo la stessa persona, ma siamo anche due esseri separati.»
«Si, credo.» Sasha si passò frenetica la mano destra tra le ciocche bionde. «All’inizio era come essere in due luoghi contemporaneamente: pensavo a qualcosa e Kate la faceva. Poi ho iniziato a sentire la sua voce nella testa, mi dava dei suggerimenti, ma a un certo punto ha deciso da sola come agire.»
«Quando?»
«Dopo la prima del musical. Ero d’accordo sul rapire Kenny, era parte del gioco ma…» si zittì di nuovo. Lo fissò incerta. «Volevo farlo ritrovare da qualche parte, solo per spaventarvi, ma Kate ha voluto trasformarlo in licantropo e poi ha deciso che la mossa migliore era riunire le ragazze e farle uccidere da lui. Le ho detto di no, te lo giuro, ma è stato in quel momento che non ha più eseguito i miei comandi.»
Billy ripercorse gli eventi con la memoria. «Però riuscivi ancora ad alterare in parte la realtà come volevi, giusto?»
Sasha annuì. «Con la vostra Falce. La tenevo qui, nascosta, come il corpo di Elliott. Percepivo una sorta di connessione, come una chiave che apre tutte le porte. Kate mi ha spiegato che era il modo di poter modificare il mondo al posto del caos generato dalle menti influenzate a caso dalla Bocca dell’Inferno.»
«Quindi, per tentare di bloccare Kate, hai fatto in modo che la luna piena mandasse fuori di testa lei e il branco, così che non potessero controllare i loro poteri. E poi mi hai guidato fino a qui, per incontrati.» Mettendo insieme i pezzi, Billy cominciò a domandarsi se qualcosa, o qualcuno, non avesse alterato anche Kate rispetto all’idea con cui la ragazzina l’aveva creata. «Perché non mi hai parlato come stai facendo ora?»
«Non potevo» rispose Sasha. «Kate mi ha impedito di mostrami ed era più potente. Abbiamo litigato per non so quanto tempo e alla fine è riuscita prendersi la Falce e da quel momento non mi ha più ascoltato. Quando si è accorta che stavate rompendo il suo legame con il branco, si è infuriata e ha detto che avrebbe risolto la faccenda da sola, una volta per tutte.»  
«Vuoi dire che non vuoi resuscitare tua sorella?»
«È possibile?» gli chiese in rimando. «Con i nostri poteri, io ed Elliott, possiamo modificare anche questo? Lo voglio, ma non se devono morire altre persone.»
Billy intuì la bontà di Sasha. Nonostante il dolore e il desiderio di sfogare la sua rabbia, rimaneva una ragazzina sola e spaventata. «Non si possono riportare in vita i morti. Ti giuro che vorrei poter annullare tutto il male venuto fuori da quel sogno, mi dispiace tu sia stata coinvolta.»
«Dispiace anche a me. L’idea del gioco era un modo per… non lo so nemmeno io, forse punirvi e trovare una nuova vita da vivere.»
Billy le posò una mano sulla spalla, trovando il tessuto solido sotto la pelle. «Continui a ripeterlo, ma tu hai una vita a cui tornare. Il tuo coma non è autoindotto, come per Elliott. Ho letto la tua cartella clinica la prima volta che sono stato qui, è colpa dell’incidente, ma il tuo corpo guarirà, dovrai solo aspettare e a quel punto ti sveglierai.»
Sasha arretrò, sfuggendo al suo tocco.  «Senza Crystal e quello che progettavamo, che razza di vita mi aspetta? I miei genitori si odiano ancora, non è cambiato nulla, in compenso non ho più un’alleata, un’amica. Perché dovrei voler tornare a una situazione del genere?»
«Perché non affronterai tutto da sola, hai nuovi amici» replicò Billy, leggendo la sorpresa nei suoi occhi. «Jordan e Chas ti sono rimasti accanto come Kate e sono sicuro che quando ti consoceranno come Sasha, lo faranno ancora più volentieri. E poi ci siamo noi: io, Zec, Betty, Michelle e Donovan.»
«Dopo tutto quello che ho combinato, mi eviteranno come una malattia» replicò seria.
«Sanno perdonare e andare oltre le apparenze.» Billy le sorrise. «Lo so per esperienza.»
Sasha lo guardò e si poteva leggere chiaramente quanti dubbi avesse, nuovi che sostituivano i vecchi prima ancora che potesse formularli a voce.  «Se è così semplice ricominciare, perché Elliott ha fatto il contrario? Perché ha scelto di dormire per sempre?»
«Non sopportava il dolore» ammise Billy. «Non ho tutti i dettagli e farò il possibile per scoprirli, ma so per certo che qualcosa di orribile lo ha sconvolto al punto da fuggire in un sogno. Però tanti innocenti come te hanno subito le conseguenze ed è per questo che devo trovare il modo di  mettere fine a tutto. Per farlo però prima devo fermare Kate.» 
«Quindi mi aiuterai.»
«Ci aiuteremo a vicenda.» Billy le si avvicinò di nuovo. «Qualsiasi evento abbia influito dopo la creazione di Kate, lei resta una parte di te. Se devo fare un’ipotesi, direi che è la parte di te infuriata e  sopraffatta dalla perdita di Crystal, ma puoi ancora controllarla e annientarla.»
Sasha si girò indietro e osservò se stessa dormire nel letto dell’ospedale. «Questo mi sveglierà dal coma?»
«Non lo so. Forse, o come ti ho detto devi solo lasciar guarire il fisico, ma hai un vantaggio.»
Lei si voltò verso lui a fissarlo. «Quale?»
«Al tuo risveglio, ti aiuteremo a gestire il potere della tua mente, abbiamo fatto un po’ di esperienza con Elliott e così imparerai a usarlo senza fare del male. Non dovrai averne paura, saprai quando è giusto sfruttarlo, oppure a non utilizzarlo se non vorrai. Sarà una scelta tua, nessuno ti imporrà nulla, ma non commetterai gli stessi errori.»
Sasha mosse un passo, abbozzò un mezzo sorriso e gli afferrò la mano destra.
«Andiamo. Facciamo vedere a quella stronza chi è che comanda.»
 
 

                                                                      Continua…? 

lunedì 4 novembre 2024

Adolescenza sulla Bocca dell'Inferno - Puntata 72

Il Gioco del Branco 36: E alla Fine… la Falce!

 

Betty si sentiva in parte ancora intontita.

L’ultima cosa che ricordava era la mano di Jordan stretta sul collo; la tavola calda pronta a diventare un campo di battaglia e poi il buio. Ripresi i sensi si era ritrovata infreddolita e in ginocchio nel cimitero, Donovan per fortuna era davanti a lei con qualche livido, ma nulla di serio. Però c’erano anche Chas, Jordan e peggio di tutti Kate.
Pur con le braccia doloranti bloccate dietro la schiena, Betty aveva ascoltato il discorso delirante della donna e le parole le parvero giungere da troppo lontano, aveva capito il senso, in pratica voleva ucciderli, ma processare i concetti le riusciva ancora faticoso.
E poi era comparsa la Falce ed era sparito Billy.
«Dov’è andato?» sbraitò Kate. «Che fine ha fatto Billy?»
«Non lo sappiamo» rispose Zec.
Dal tono della voce e dall’espressione che intravide sul suo volto, Betty capì che era davvero sorpreso. Non si aspettava quella sparizione e in effetti non aveva senso: il loro amico non li avrebbe mai  abbandonati in mezzo al pericolo.
Kate brandì la Falce contro i tre ragazzi immobili. «Doveva assistere alle vostre morti, sentirsi inutile e impotente come è stato per Sasha, ma non rimanderò il sacrificio. Almeno morirete sapendo con che razza di codardo avete avuto a che fare.»
«Noi non uccideremo nessuno» disse Jordan in tono deciso.
Betty lo vide allontanare le mani dalle braccia e dalla testa di Donovan e avvertì Chas allentare la presa sui suoi polsi e sulla nuca.
«Puoi ripetere?» Kate si voltò con aria infastidita.
Jordan la fissò negli occhi. «Abbiamo accettato di entrare nel tuo branco per dimostrare a Billy e alla sua combriccola che eravamo migliori di loro, ma non ho mai avuto intenzione di ammazzare qualcuno.»
«Nemmeno io» disse in un soffio Chas. Arretrò da lei, lasciandola completamente libera di muoversi. «Volevo solo far parte di un gruppo.»
«Non prendetemi in giro: eravate pronti a dar fuoco all’auditorium solo un paio di mesi fa» replicò Kate. «Fatevi passare la crisi di coscienza.»
«È stato un errore, ma non sarei mai andata fino in fondo.» Chas abbassò lo sguardo intimorita.
Jordan abbandonò Donovan e la raggiunse, posizionandosi al fianco dell’amica. «Sì, volevamo spaventarli, ma eravamo certi che avrebbero ceduto prima che qualcuno si facesse veramente male.»
Kate ringhiò con ferocia e il suo aspetto mutò nella forma di giaguaro mannaro. «Siete delle nullità, dello spreco di spazio e una perdita di tempo.»
Jordan le corse incontro, fiamme giallo scuro avvamparono dal suo petto e dalle braccia, consumando parte della giacca e del maglione, ma prima che riuscisse ad avventarsi sulla sua capobranco, Kate lo afferrò con la mano sinistra per il collo. Sollevandolo senza fatica dal terreno, rimase impassibile mentre il fuoco si abbatteva sulla sua pelle.
«Patetico. Siete ancora parte del mio branco, non avete la libertà di ribellarvi» lo denigrò. «Inoltre, avete quei poteri per mia concessione, credevate sul serio ve li avrei permessi se fossero stati una minaccia per me?» Kate lo lanciò in direzione della lapide di Crystal DiVittis.
Quelle parole e quel gesto furono come una doccia gelata per Betty: si riscosse del tutto dalla confusione di pochi istanti prima e attivò la sua capacità di intangibilità. Si gettò su Donovan e infondendogli la stessa proprietà del suo corpo, lo spinse lontano, passando attraverso il marmo e finendo sul terreno umido, quanto bastava per non venire travolti da Jordan ancora fiammeggiante.
Chas mosse due passi e aprì le labbra esitante.
«Non ti conviene» la ammonì Kate. «Sarebbe più doloroso per te che per me.»
«Stavamo per dirlo noi» fece Michelle.
Betty sollevò lo sguardo e notò che sia lei che Zec avevano i segni distintivi scuri del loro potere da Poltergeist sui visi e puntarono entrambi le braccia con i palmi aperti contro la donna. Colta alla sprovvista, Kate si ritrovò a galleggiare sopra erba e terra scura, i due ragazzi unirono le forze e la sbalzarono addosso al tronco dell’abete distante pochi metri.
«Chas! » la chiamò Betty. «Vieni ad aiutare Jordan.»
La ragazza si mosse verso di loro senza fiatare, piegandosi accanto al compagno – che aveva nel frattempo estinto le fiamme – e aiutandolo a rimettersi in piedi.
Lei fece altrettanto con Donovan, il fidanzato la guardò e disse: «Dobbiamo riprenderci la Falce.»
«Non sarà così facile» rispose Jordan. «È come se fosse riuscita a instaurare un legame con quell’arma.»
«Ce l’ha tenuta nascosta per tutto il tempo» ammise Chas. «Non avevamo idea l’avesse lei.»
«Non importa, l’abbiamo creata noi» replicò Betty.
«Idioti» urlò Kate. «Mi sono sbarazzata di Sasha e ora sono più potente. L’Oscurità Maggiore mi sostiene e non ho rivali!»
Nello sguardo della nemica, Betty lesse una furia smisurata e una convinzione ferrea. In passato Billy e Zec avevano già menzionato questa Oscurità Maggiore, legata proprio al cimitero, e a quanto pare avevano fatto male a sottovalutarla. In qualche modo aveva conferito a Kate una spietatezza e una sete di sangue che non aveva mai mostrato nei mesi passati. Sembrava quasi una persona diversa… nuova.
«Cervellona, fatti venire qualche idea» la incitò Dana, riscuotendola dalla riflessione. «Mio fratello e la mia ragazza non la trattengono più.»
Betty si concentrò sui due amici e vide il sudore scivolare sui bordi delle tempie e la fatica piegare i lineamenti dei volti. Erano quelli con la potenza maggiore e stavano riuscendo a stento a tenerla ferma. Non andava bene, era la prova che quelle di Kate non erano spacconate, aveva subito sul serio un qualche potenziamento. E c’era un unico modo per provare a indebolirla.
«Strappatele la Falce» ordinò.
Kate scoppiò a ridere, agitò il braccio destro e vibrò un fendente nell’aria con la lama dell’ascia nella parte superiore dell’arma. Nel cimitero risuonò come un tuono, mentre una scia di luce cremisi li investì, buttandoli tutti distesi a terra.
«È irritante quando vi ostinate a non capire.» La donna staccò la schiena dal tronco e percorse con passo calmo il sentiero di terra tra le lapidi che la divideva da loro. «Finché esisterò, non riavrete mai il vostro giocattolo. E non intendo andarmene.»
Betty si rialzò e seguita da Donovan, andò verso gli altri due amici. Dana stava aiutando Michelle a rimettersi in piedi e lei porse una mano a Zec. «Dobbiamo provarci di nuovo, ma tutti insieme» disse a i tre compagni.
«Senza Billy non siamo abbastanza forti… credo» rispose Zec.
Donovan gli afferrò la mano destra. «Non abbiamo altra scelta.»
Betty strinse la sinistra in quella di Zec. «È probabile che per controllare la Falce serva anche lui, ma dobbiamo almeno provare.»
Guardò il volto del fidanzato e poi degli altri due ragazzi. Condividevano lo stesso dubbio, eppure quella semplice mossa poteva risultare decisiva. Come avevano già fatto in passato, legati uno all’altro nel fisico con l’intreccio delle mani, seppe che tutti e quattro si focalizzarono con la mente sull’arma forgiata dalla loro unione.
«È nostra!» urlò Betty. «E ce la riprendiamo!»
Kate continuò la sua avanzata senza timore, poi la Falce tremolò nella mano destra e si spinse verso l’esterno, attirata dalla volontà dei quattro ragazzi. Frenando il tentativo dell’arma di sgusciarle via, rinsaldò la presa stringendola anche con la mano sinistra, lanciò un ululato selvaggio e tagliò l’aria davanti a sé con un colpo violento.
Scariche di saette rosse si riversarono sulle lapidi, sugli alberi e sui presenti.
Betty avvertì la testa andarle in fiamme e poi crollò sul terreno. Con fatica tenne gi occhi aperti. Dana, Chas, Jordan e suoi tre compagni erano a terra, stesi e stremati.
Si arrese, avevano perso. Non le avrebbero mai strappato la Falce.
Il ringhio di Kate, simile a una risata grottesca, riempì il silenzio.
«Bene, ora resta solo un’ultima domanda» disse la nemica con le zanne bene in mostra. «Chi vuole morire per primo?» 
 
 
 
                                                                          Continua…?