Il
Gioco del Branco 37: Confessioni di una Mente Inaspettata
La Falce.
L’unico obbiettivo di Billy era
afferrarla, strapparla dalle mani di Kate.
Ma Kate non era più lì.
E il lì
non era più nemmeno il cimitero.
Billy sbatté le palpebre due volte e
riconobbe la camera d’ospedale del Saint Mary. Non una qualunque, quella in cui
Sasha DiVittis riposava in coma. Però con lui c’erano due ragazzine bionde
identiche.
Una era stesa nel letto, gli occhi
chiusi, la mascherina dell’ossigeno sulla bocca e le coperte tirate fin sopra
il petto; l’altra era seduta nella parte inferiore, con le braccia avvolte
intorno alla pediera per spostarlo e le maniche del pigiama bianco con i
cuoricini allungate fin sopra le nocche.
Questa Sasha sollevò il viso e lo
guardò. «Ti ho portato io qui.»
«Perché?» Un secondo dopo che ebbe
pronunciato quella domanda, Billy si rese conto che ce ne erano di più
importanti ed urgenti, eppure gli uscì spontanea.
Sasha girò il volto dalla parte opposta
alla sua e sussurrò: «Mi serve… aiuto…»
«Mi hai trascinato via dalla lotta con
Kate… non capisco… tu vuoi… uccidere i miei amici?»
«No! Non l’ho mai voluto» urlò. Il suo
corpo esile di tredicenne fu in piedi in un battito di ciglia e un istante dopo
gli era di fronte. «Ho perso il controllo, lei si è ribellata e non so come
fermarla.»
Nella frenesia di quelle informazioni,
Billy cercò di riordinare le idee. La ragazzina che gli parlava era un’altra emanazione
di Sasha, mentre “l’originale” era in coma nel letto; questa seconda versione
era in contrasto con Kate; per quanto i suoi poteri fossero grandi, e gli
ultimi mesi ne erano stati una prova tangibile, si rivolgeva a lui per tenere a
bada un’entità che lei stessa aveva creato.
«Ti aiuterò, ma devi spiegarmi cosa è
successo» disse con tutta la calma che riuscì
a trovare in sé. «Partiamo dal principio, perché hai creato Kate?»
«Non c’è tempo, se non ci sbrighiamo li
ammazzerà tutti.»
«Non posso fare nulla se non so tutta la
storia.»
Sasha abbassò il capo, fissando il
pavimento. «Ero arrabbiata, dopo l’incidente e quello successo a Crystal, la
mia vita è finita. Non sapevo niente di questi poteri, cosa potevo fare, come
si erano scatenati, poi ho scoperto te, cioè Elliott e ho visto cosa ha fatto e
ho capito.»
Billy attese, ma lei restò in silenzio,
così provò a continuare al posto suo. «La Bocca dell’Inferno e il modo in cui
il sogno di Elliott altera la realtà. Hai intuito che il vampiro che vi ha attaccato
era una conseguenza di tutto questo e hai deciso di vendicarti.»
«Volevo fare come ha fatto lui, volevo
anche io crearmi una nuova vita in cui potevo iniziare da capo.» Sasha rialzò
di scatto la testa e sputò quelle frasi rapida, quasi una giustificazione
affrettata. «Lui era fan di Buffy, a
me piacciono Teen Wolf e Pretty Little Liars: se poteva ricreare
le storie della sua serie, io potevo farlo con le mie. E avevo bisogno di
essere un’altra, più grande, più forte, un’adulta che non dovesse rendere conto
a nessuno e comandare. E mi è venuta in mente una come Kate Argent.»
«Credo di capire, però hai delle
capacità notevoli, perché coinvolgere altri e formare un branco?»
«Tu hai i tuoi amici, in quelle serie
sono sempre in gruppo e dovevo… volevo anche io avere qualcuno con me.» Si
mordicchiò il labbro inferiore. «Ho pensato che il modo migliore per convincere
degli altri era cercare qualcuno che fosse arrabbiato con voi, potevo offrire
dei poteri, non sapevo bene come avrei fatto a darli, ma era come se Kate
sapesse quello che io non sapevo. Insieme a loro mi sentivo più forte.»
Billy ragionò su quell’ultima
rivelazione. «Quindi è un po’ come tra me ed Elliott: siamo la stessa persona,
ma siamo anche due esseri separati.»
«Si, credo.» Sasha si passò frenetica la
mano destra tra le ciocche bionde. «All’inizio era come essere in due luoghi
contemporaneamente: pensavo a qualcosa e Kate la faceva. Poi ho iniziato a
sentire la sua voce nella testa, mi dava dei suggerimenti, ma a un certo punto
ha deciso da sola come agire.»
«Quando?»
«Dopo la prima del musical. Ero
d’accordo sul rapire Kenny, era parte del gioco ma…» si zittì di nuovo. Lo
fissò incerta. «Volevo farlo ritrovare da qualche parte, solo per spaventarvi,
ma Kate ha voluto trasformarlo in licantropo e poi ha deciso che la mossa migliore
era riunire le ragazze e farle uccidere da lui. Le ho detto di no, te lo giuro,
ma è stato in quel momento che non ha più eseguito i miei comandi.»
Billy ripercorse gli eventi con la
memoria. «Però riuscivi ancora ad alterare in parte la realtà come volevi,
giusto?»
Sasha annuì. «Con la vostra Falce. La
tenevo qui, nascosta, come il corpo di Elliott. Percepivo una sorta di
connessione, come una chiave che apre tutte le porte. Kate mi ha spiegato che
era il modo di poter modificare il mondo al posto del caos generato dalle menti
influenzate a caso dalla Bocca dell’Inferno.»
«Quindi, per tentare di bloccare Kate,
hai fatto in modo che la luna piena mandasse fuori di testa lei e il branco,
così che non potessero controllare i loro poteri. E poi mi hai guidato fino a
qui, per incontrati.» Mettendo insieme i pezzi, Billy cominciò a domandarsi se
qualcosa, o qualcuno, non avesse alterato anche Kate rispetto all’idea con cui
la ragazzina l’aveva creata. «Perché non mi hai parlato come stai facendo ora?»
«Non potevo» rispose Sasha. «Kate mi ha
impedito di mostrami ed era più potente. Abbiamo litigato per non so quanto
tempo e alla fine è riuscita prendersi la Falce e da quel momento non mi ha più
ascoltato. Quando si è accorta che stavate rompendo il suo legame con il
branco, si è infuriata e ha detto che avrebbe risolto la faccenda da sola, una
volta per tutte.»
«Vuoi dire che non vuoi resuscitare tua
sorella?»
«È possibile?» gli chiese in rimando.
«Con i nostri poteri, io ed Elliott, possiamo modificare anche questo? Lo
voglio, ma non se devono morire altre persone.»
Billy intuì la bontà di Sasha.
Nonostante il dolore e il desiderio di sfogare la sua rabbia, rimaneva una
ragazzina sola e spaventata. «Non si possono riportare in vita i morti. Ti
giuro che vorrei poter annullare tutto il male venuto fuori da quel sogno, mi
dispiace tu sia stata coinvolta.»
«Dispiace anche a me. L’idea del gioco
era un modo per… non lo so nemmeno io, forse punirvi e trovare una nuova vita
da vivere.»
Billy le posò una mano sulla spalla,
trovando il tessuto solido sotto la pelle. «Continui a ripeterlo, ma tu hai una
vita a cui tornare. Il tuo coma non è autoindotto, come per Elliott. Ho letto
la tua cartella clinica la prima volta che sono stato qui, è colpa
dell’incidente, ma il tuo corpo guarirà, dovrai solo aspettare e a quel punto ti
sveglierai.»
Sasha arretrò, sfuggendo al suo
tocco. «Senza Crystal e quello che
progettavamo, che razza di vita mi aspetta? I miei genitori si odiano ancora,
non è cambiato nulla, in compenso non ho più un’alleata, un’amica. Perché
dovrei voler tornare a una situazione del genere?»
«Perché non affronterai tutto da sola, hai
nuovi amici» replicò Billy, leggendo la sorpresa nei suoi occhi. «Jordan e Chas
ti sono rimasti accanto come Kate e sono sicuro che quando ti consoceranno come
Sasha, lo faranno ancora più volentieri. E poi ci siamo noi: io, Zec, Betty,
Michelle e Donovan.»
«Dopo tutto quello che ho combinato, mi
eviteranno come una malattia» replicò seria.
«Sanno perdonare e andare oltre le
apparenze.» Billy le sorrise. «Lo so per esperienza.»
Sasha lo guardò e si poteva leggere
chiaramente quanti dubbi avesse, nuovi che sostituivano i vecchi prima ancora
che potesse formularli a voce. «Se è
così semplice ricominciare, perché Elliott ha fatto il contrario? Perché ha
scelto di dormire per sempre?»
«Non sopportava il dolore» ammise Billy.
«Non ho tutti i dettagli e farò il possibile per scoprirli, ma so per certo che
qualcosa di orribile lo ha sconvolto al punto da fuggire in un sogno. Però
tanti innocenti come te hanno subito le conseguenze ed è per questo che devo
trovare il modo di mettere fine a tutto.
Per farlo però prima devo fermare Kate.»
«Quindi mi aiuterai.»
«Ci aiuteremo a vicenda.» Billy le si
avvicinò di nuovo. «Qualsiasi evento abbia influito dopo la creazione di Kate, lei
resta una parte di te. Se devo fare un’ipotesi, direi che è la parte di te
infuriata e sopraffatta dalla perdita di
Crystal, ma puoi ancora controllarla e annientarla.»
Sasha si girò indietro e osservò se
stessa dormire nel letto dell’ospedale. «Questo mi sveglierà dal coma?»
«Non lo so. Forse, o come ti ho detto
devi solo lasciar guarire il fisico, ma hai un vantaggio.»
Lei si voltò verso lui a fissarlo.
«Quale?»
«Al tuo risveglio, ti aiuteremo a
gestire il potere della tua mente, abbiamo fatto un po’ di esperienza con
Elliott e così imparerai a usarlo senza fare del male. Non dovrai averne paura,
saprai quando è giusto sfruttarlo, oppure a non utilizzarlo se non vorrai. Sarà
una scelta tua, nessuno ti imporrà nulla, ma non commetterai gli stessi errori.»
Sasha mosse un passo, abbozzò un mezzo
sorriso e gli afferrò la mano destra.
«Andiamo. Facciamo vedere a quella
stronza chi è che comanda.»
Continua…?