CAPITOLO 108
La verità sulla donna del sogno
Patrick sbadigliò rumorosamente. Era
solo nella sala ristoro del C.E.N.T.R.O. in cui si era sistemato fin dalle prime
ore del mattino per le sue ricerche e non doveva preoccuparsi di eventuali
occhiatacce. Allungò le braccia verso l’alto e si stiracchiò la schiena
indolenzita per il tempo trascorso chino sulle carte sparse davanti a lui sul
tavolo.
Non aveva chiuso occhio. Appena i
ragazzi erano tornati alle rispettive abitazioni, lui era andato nell’appartamento
di Angelo Moser. Non sapeva quando la notizia della sua morte sarebbe giunta
alle orecchie dell’Ordine – o se ci fosse un modo per avvertirli di persona – e
non poteva rischiare che qualche indizio prezioso nella lotta a DiKann,
probabilmente presente nei documenti dell’uomo, sparisse nel nulla senza
spiegazione.
Per sua fortuna, il rapporto con Moser
era migliorato nei tempi successivi alla distruzione del Portale Mistico e Angelo si era fidato abbastanza da rivelargli
dove teneva un doppione della chiave di casa. Mentre aveva girovagato per le
stanze vuote, Patrick si era sentito comunque un ladro.
Sfiorò con le dita il plico di dossier
alla sua destra ancora da esaminare e ricordò con orrore come fosse divelto lo
sportello della cassaforte in cui li aveva trovati. Era lo stesso nascondiglio
in cui Angelo aveva riposto il Ritus,
un cimelio che aveva pagato con la sua vita.
«Ti disturbo?»
La voce sottile e flebile di Samuele lo
fece tornare al presente e girare verso la porta. «No. Entra pure» rispose.
Il ragazzino si fece avanti e gli posò
sotto il naso una tazza fumante di caffè. «Ho pensato che ne avessi bisogno.»
«Grazie» rispose Patrick, soffiando
sulla superficie del liquido e dissipando in piccoli fili i fumi di vapore.
«Hai trovato qualcosa di utile?»
Lui bevve un lungo sorso di caffè. «No.
Niente.»
«La professoressa Cluster, il dottor De
Santi e il resto degli insegnanti sono nella stessa situazione» riferì Samuele.
«Non trovano un punto debole o un’arma abbastanza forte con cui attaccare
DiKann.»
«Non perdiamo le speranze. Ho ancora diversi
documenti da controllare» provò a rassicurarlo Patrick, indicando con la mano
libera il plico.
«Se vuoi, posso aiutarti.»
«Certo» rispose Patrick, spostando la
sedia al suo fianco. «Mi fanno comodo un altro paio di occhi.»
Qualche ora più tardi, il suono di
numerosi passi che si avvicinavano raggiunse Patrick e Samuele e poco dopo,
Hans Strom entrò con al seguito i sei ragazzi e Marcus. Ognuno di loro prese
posto al tavolo e guardarono incuriositi il materiale sparso.
«Wow! Ne hai trovata di roba» gli disse
Davide. «Una collezione privata o del C.E.N.T.R.O.?»
Patrick scosse la testa. «Appartiene
tutto ad Angelo Moser. O meglio apparteneva.»
Nessuno ebbe il coraggio di dire altro e
abbassarono tutti lo sguardo.
«Mi dispiace per lui, ma non possiamo
perdere tempo » fece Hans, rompendo il silenzio. «Non ce ne rimane molto prima
che il mio incantesimo termini e questo sarà sicuramente il primo luogo in cui
DiKann verrà una volta libero.»
«Cosa possiamo fare?» domandò Samuele. «Nessuno
ha trovato nulla da usare.»
«Gli Anziani dell’Ordine non ci hanno
lasciato alcun indizio» commentò amareggiato Hans. «Forse fu proprio perché non
sapevano come contrastarlo, che poterono solo imprigionarlo.»
«Eppure ci deve essere dell’altro»
intervenne Naoko. «Il signor Moser sembrava sempre pronto a ogni evenienza.
Anche quando ci ha fornito i nostri Registri, ci ha involontariamente dato un
mezzo per salvare la situazione.»
«Giusto!» esclamò Marcus battendosi un
pugno sul palmo. Guardò Sara, Sabrina e Yuri. «L’indizio potrebbe essere nelle
altre vite. Nel passato eravate alla corte di DiKann, non ricordate niente di
utile? Qualche segreto, storia o voci su di lui?»
«Gli unici ricordi sul passato ci hanno
portato a scontrarci con gli spiriti di chi abbiamo ucciso» raccontò Yuri.
«E l’ultima cosa che farebbero è
aiutarci» aggiunse Sara.
«Non tutti» s’intromise Leonardo.
Patrick lo guardò incuriosito. Dal suo volto parve che un ricordo sepolto sotto altri, si fosse
appena mosso nella testa. «C’è qualcuno del passato che odia DiKann quanto noi.
Tua madre, sorellina.»
Sara lo guardò confusa. «Che stai
dicendo?»
Leonardo si alzò in piedi e passeggiò
per la sala. «Non so perché mi torna in mente solo ora, ma da quando sono
“risorto” lei ha sempre cercato di darmi una mano. Anzi anche prima. Mi ha
istruito su come usare la mia forma astrale per raggiungervi e spiegarvi che
ero vivo.»
«Non ci capisco più niente» sbottò
Sabrina. «Se avevi un’alleata da tutto questo tempo, perché non ce ne hai mai
parlato?»
«Non è colpa sua» s’intromise Hans. «L’intervento
di Kaspar sull’Incantesimo della Memoria deve aver in qualche modo inibito le
interazioni tra Leonardo e lo spirito. Ora che è stato eliminato, i ricordi
stanno tornando.»
Leonardo annuì. «All’inizio credevo
fosse solo un sogno, ma ora so che lei è l’unico essere umano che ho ucciso
nella mia vita passata e non serba rancore verso di me perché da allora ho
protetto sua figlia. È perfino comparsa a salvarmi quando ero prigioniero delle
illusioni di Jonathan e mi ha lasciato un messaggio…o forse un avvertimento… su
questo sono ancora un po’ confuso…»
«Era qualcosa sul tipo “Dal profondo
divora” o “Salva la cheerleader, salva il mondo”?» provò a suggerire Davide.
Gli altri lo guardarono come se fosse impazzito. «Si concentra meglio se gli
esempi vengono da serie TV» si giustificò.
«Non sono sicuro. Forse era più simile
a: “La magia ha sempre un prezzo”» disse Leonardo.
«Leo! È una cosa seria» lo rimbeccò sua
sorella. «Questa donna può aiutarci, o no?»
«Glielo chiederà direttamente» rispose
Hans. «Posso usare i me ipoetri telepatici per portarlo in uno stato di trance
in cui può incontrarla.»
«Allora voglio esserci anche io» affermò
Sara. «In fin dei conti era mia madre.»
«Collegare due menti è complicato e non
so se abbiamo…»
«Noi abbiamo già un legame mentale» lo
interruppe Sara.
«In questo caso, non ho obiezioni.» Hans
guardò Leonardo in attesa di una risposta.
«Va bene» acconsentì Leonardo. «Cosa
dobbiamo fare?»
Hans girò due sedie davanti a lui e si
mise in piedi. «Sedetevi qui. Samuele, dì alla professoressa Cluster di darti
incenso e petali di giglio.»
Samuele ubbidì uscendo dalla stanza.
«A cosa servono?» domandò sospettoso
Patrick.
«A potenziare il nostro esperimento»
rispose. Si rivolse ai gemelli, che avevano preso posto di fronte a lui. «Come
avete tenuto a bada gli spiriti?»
«Abbiamo diviso il fardello delle colpe»
rivelò Sara.
«E credo che loro abbiano trovato uno
spazio nelle nostre menti» ipotizzò Leonardo.
Hans trasse un sospiro. «Cercate di
svuotare la mente da ogni pensiero. Dovete raggiungere il luogo di pace in cui
avete dato ospitalità agli spiriti. Chiudete gli occhi e provate a sincronizzare
il vostro respiro.»
Mentre i gemelli si impegnavano a
mettere in atto quella richiesta, Patrick notò Samuele rientrare accompagnato
da Clara. La donna accese il bastone di incenso e lo agitò lungo il perimetro
della stanza.
«Samuele sistema i petali sul tavolo, il
più vicino possibile ai due ragazzi. Voi altri, dovrete restare in completo
silenzio» ordinò la donna.
Sara e Leonardo iniziarono a respirare
simultaneamente e l’odore d’incenso si mischiò a quello dolciastro del fiore,
penetrando nelle narici.
«Bravi» sussurrò Hans. «Ci siamo quasi.
Conterò fino a dieci e poi le vostre menti vi porteranno dalla donna. Uno. Due.
Tre. Quattro.»
Patrick osservò le palpebre dei due
ragazzi abbassarsi al procedere di ogni numero e prima che l’uomo terminasse il
conto, erano già in trance.
Sara e Leonardo si tenevano per mano e
intorno a loro tutto era completamente bianco.
«Sembra la Stanza Incandescente della Fenice della Corona» sussurrò lui.
«Basta con le citazioni da serie TV»
replicò spazientita Sara.
«Non è una serie TV, è un fumetto… » poi
si zittì. Una donna in abito scuro avanzava sicura verso di loro. «Mayka!» la
chiamò.
La donna era ormai a una spanna da loro
e sorrise. «Ti avevo detto che avresti ricordato il mio nome al momento
opportuno. Sono felice di potervi vedere entrambi.»
Sara la scrutò. Il suo volto era sincero
e gentile, reso ancora più rassicurante dai capelli castani raccolti in uno
chignon. E con sua sorpresa le sembrava anche familiare. «Sei la madre che ho
avuto in passato?»
Mayka annuì. «Quando avete riavuto i
vostri ricordi sull’altra vita, come gli altri spiriti volevo vendicarmi. Ma
quando l’essenza di Leonardo venne strappata con violenza dal suo corpo, il
legame con lui mi ha permesso di vedere il tuo affetto e il dolore per la sua
perdita. Così ho capito che il giovane che mi aveva ucciso con rabbia era
sparito e dovevo aiutarlo in questa vita a ricongiungersi con te. Almeno una
volta dovevo salvarti.»
«Ora tutto è più chiaro. Ecco perché
sapevo che formula usare per dividerci gli spiriti» disse Leonardo. «Ti ho
chiesto come riavere indietro mia sorella e tu me l’hai insegnata.»
«Subito dopo però qualcosa mi ha reso difficoltoso
comunicare con te» rivelò la donna.
«Sì, ma è una lunga storia e noi siamo
un po’ di fretta» rispose Sara. «Sei ancora disposta ad aiutarci? Questa volta
sarà più difficile: dobbiamo sbarazzarci di DiKann.»
«Sono secoli che non aspetto altro» fece
Mayka. «Nei pochi istanti in cui riuscivo a ricollegarmi con Leonardo, ho
provato a metterlo in guardia sulla precarietà del Sigillo: una volta infranto
DiKann avrebbe cercato di convincervi che è imbattibile, ma è una bugia.»
I gemelli la guardarono fiduciosi. «Ne
sei certa?» domandò Sara.
«Ho svolto ricerche su quel demone fin
da prima che mi convincesse a giacere con lui e forse è proprio questo che lo
ha fatto interessare a me» ammise Mayka. «Dall’attimo in cui ti ha strappato
dal mio seno, ho dedicato la mia vita all’occulto. Vi risparmio i particolari,
ma alla fine ho scoperto il segreto del demone: in origine lui era umano.»
«Nessun documento dell’Ordine riporta
questa informazione» notò Leonardo.
«DiKann si è premurato bene di uccidere
chiunque ne era a conoscenza, ma per mia fortuna avevo imparato a invocare i
morti.» Mayka scosse la testa come a voler allontanare un brutto ricordo. «A
ogni modo, in origine era un alchimista che riuscì a trasmutare la propria
anima in frammenti di essenza demoniaca. Quella è l’origine del suo potere e
anche il suo punto debole.»
Sara aggrottò la fronte confusa. «In che
modo è entrambe le cose?»
«Avendo in sé parti di più demoni può
attingere a vari poteri» spiegò Mayka. «Allo stesso tempo però, se un’anima
umana rientra nel corpo, anche se solo per pochi istanti, può purificare le
essenze demoniache sia all’interno e che all’esterno del corpo e a quel punto
DiKann non sarà altro che polvere.»
«Ma se non possiamo usare la sua, dove
la troviamo un’altra anima da sacrificare?» chiese Leonardo, temendo in parte
la risposta.
«Non vorrai offrirti tu?» domandò Sara.
«Se potessi lo farei» disse con un
sorriso amaro la donna. «Purtroppo con le mie ricerche ho praticato anche magia
proibita e non sono sufficientemente pura. Però so che con voi ci sono altri
spiriti.»
«Dopo l’ultima volta che li ho visti,
non credo che siano ben disposti ad assecondarci» replicò Leonardo.
«Forse spiegando che si tratta
dell’unico modo per distruggere DiKann, accetteranno» propose Sara. «Dobbiamo
almeno tentare.»
Mayka diede loro le spalle. «Avete
sentito Anime Insoddisfatte? Fatevi avanti e ascoltate questa richiesta» li
richiamò.
Il corteo di spiriti grigi apparve in
rapida successione, macchiando con il loro colorito il bianco incontaminato di
quel luogo. Si strinsero intorno a loro in cerchio, senza far intuire nulla dai
loro volti.
«Abbiamo udito la vostra intenzione»
annunciò una donna che già tempo prima si era rivelata ai gemelli e aveva
spesso preso la parola. «Tuttavia non era quello che ci era stato promesso per
placare il nostro rancore. Per quanto aneliamo la fine del Re Demone, nessuno
di noi è disposto a perdersi nel farlo. La nostra riposta è no.»
«Un momento, non puoi parlare anche a
nome mio» lo spirito di un uomo di mezza età si fece avanti, creando una
fessura nel muro di spettri. «Io accetto questo incarico. Mi offro per essere
la vostra arma.»
Mayka lo osservò con sguardo
accondiscendente. «Ne sei certo? Uccidendo DiKann, svanirai anche tu. Sei
pronto a perdere il diritto della pace eterna?»
«Solo sapendo che quel demone è svanito
per sempre, avrò veramente pace.» L’uomo li guardò dritto negli occhi. «Accettate?»
Sara lo fissò dubbiosa. Non lo
riconosceva, ignorava chi fosse e pensò che si trattasse di una conseguenza
della condivisione con il fratello. Aveva la sensazione che ci fosse un secondo
fine nella sua offerta. «Forse dovremmo va…»
«Sì, accettiamo e ti ringraziamo» la
precedette Leonardo.
Mentre gli spettri svanivano, restando
comunque in quel luogo in cui gli era concesso di sostare, Sara si rivolse a
Leonardo. «Perché non mi hai consultata? Come sai che non si tirerà indietro
all’ultimo momento?»
«Io… non so dirtelo con precisione…»
rispose Leonardo, osservando Mayka che congedava l’uomo con gentilezza. «Nel
suo sguardo però c’è qualcosa che mi ispira fiducia.»
Mayka li raggiunse. «Al momento del
confronto finale, io guiderò il vostro alleato. Ora andate, dall’altra parte
c’è chi vi aspetta con ansia.»
Leonardo e Sara chiusero gli occhi e il
candore del luogo scomparve dietro le loro palpebre.
Continua…
Nessun commento:
Posta un commento