CAPITOLO
45
Senza pace di giorno e di notte
Il profumo
dell’erba appena tagliata si insinuò delicatamente nelle sue narici. Sara era a piedi nudi e camminava tranquillamente
mano nella mano con suo fratello Leonardo.
Si trovavano in
un immenso campo di girasoli, tutti in fila uno accanto all’altro, con i lunghi
gambi che dondolavano sotto la carezza della brezza leggera. Il centro del
fiore cambiava lentamente tonalità, quando si avvicinava ai petali larghi e
gialli, passando da un verde scuro fino ad arrivare a un’arancione tenue.
I fili d’erba
radi e sottili, solleticavano la pelle delle piante dei piedi di Sara. «Dove
stiamo andando?»
«È una sorpresa»
le rispose Leonardo.
«Dammi almeno un
indizio.»
«Ci siamo quasi.»
Un telo a
quadretti rossi e bianchi era steso sul terreno, circondato dai fiori colorati
e con sopra un cestino di vimini beige. Una serie di contenitori bianchi con il
coperchio trasparente erano disposti in ordine sparso in mezzo al telo, e
accanto a ognuno c’era una forchetta di plastica.
«Ti piace? È da
un sacco di tempo che non facciamo un pic-nic, io e te da soli» Leonardo
allargò il braccio sinistro per mostrale la sua opera.
«Non ricordo di
averne mai fatti insieme.»
«Su, accomodati»
la sollecitò, porgendole la mano destra. La fece sedere sul telo e si
inginocchiò. Estrasse poi dal cesto una coppia di bicchieri dal collo fine e una
bottiglia di vino bianco. Esercitò una leggera pressione sul tappo e lo
sollevò, versò il contenuto in un bicchiere dalla pancia e lo consegnò a sua
sorella.
«Da quando hai
iniziato a bere vino?» domandò stupita.
«Non saprei… ma
la vita è troppo breve e ho deciso di provare prima che sia troppo tardi.» Si
versò mezzo bicchiere a sua volta e lo alzò verso il cielo sereno, per
brindare. «A noi due! Destinati a essere gemelli inseparabili.»
Sara avvicinò il
suo bicchiere, facendolo tintinnare. Lo portò alla bocca e bevve un sorso.
Fissò rapita per pochi secondi le bollicine che salivano in superficie, poi
posò nuovamente lo sguardo su Leonardo e ne rimase sconvolta.
Il ragazzo
stringeva il suo bicchiere nella mano sinistra, mentre con la destra si
tamponava una ferita sanguinante in pieno petto. I rivoli di sangue correvano
come fiumi in piena, attraversavano il suo busto e scendevano lungo le cosce,
dando origine a piccoli affluenti che
terminavano sui piedi.
«Cosa ti
succede?» urlò allarmata.
Lui la guardò
dritta in volto, puntò l’indice della mano macchiata verso lei e con
rassegnazione, disse: «Tu.»
Sara abbassò lo
sguardo e scoprì di stare stringendo un pugnale con la lama sporca di sangue,
nella mano in cui poco prima reggeva il vino. «No, non è vero!»
Il sangue non
accennava a fermarsi e il suo fluire s’ingrossò, raggiunse il telo imbandito e
fagocitò ogni oggetto, come le onde rubino di un mare in tempesta.
Sara si alzò
terrorizzata, mentre i petali dei girasoli diventavano fiamme alte e minacciose,
che consumavano l’ambiente circostante. Corse verso Leonardo, ma lui si
accasciò al suolo e la sua figura divenne evanescente, fino a scomparire tra il
fumo dell’incendio.
Seduta sul
pavimento con la schiena contro il muro, Sara spalancò gli occhi guardando con
attenzione il luogo in cui si trovava. Si era rifugiata nel magazzino del Full
Moon, da poco fatto ristrutturare dai genitori di Yuri, dopo che il loro scontro
l’aveva danneggiato.
Nessuno sapeva
la verità su quell’incidente e si
trovava in quel luogo per una sola ragione: era l’ultimo in cui aveva visto suo
fratello.
Si morse il
labbro inferiore per non ricominciare a piangere. Era una reazione inevitabile,
ogni volta che tornava con il pensiero a lui. Le prime lacrime iniziarono
comunque a inumidirle gli occhi. Fissò il muro ritinteggiato di fronte a sé, dandosi
della stupida e scorse una strana figura. La visuale era appannata, i contorni
erano fugaci, ma la sagoma che si delineò in pochi secondi, le era familiare.
Spalancò la bocca incredula. Leonardo era a mezz’aria, a pochi centimetri da
lei.
«S…Sara...»
sussurrò la figura.
D’istinto Sara
si coprì gli occhi con le mani. Le lacrime sgorgarono sulle guance e urlò: «No! Non ce la faccio!» Non riusciva più a
sopportare gli scherzi della sua mente, da un mese e mezzo il rimorso la
tormentava accompagnato da illusioni e allucinazioni simili.
«Basta!» Allontanò
lentamente le mani dagli occhi e scoprì che, come era logico, non c’era nessun altro, era completamente
sola. «D’ora in avanti, sarò sempre sola» si disse. Si rese conto di essere
stata una privilegiata, perché fin da quando era nata era stata affiancata a
qualcuno, ma adesso poteva contare unicamente su se stessa. La forza per andare
avanti, doveva trovarla dentro sé.
Non poteva
neanche incolpare qualcuno. Era stata una sua scelta tagliare fuori tutti gli
altri da quel dolore e ora doveva accettare le conseguenze. Quando la
situazione si faceva pesante, però si rifugiava sempre lì, scoprendo di non
aver ancora imparato a convivere con quel dolore.
Sara si strofinò
gli occhi e attribuì l’incubo, e anche quella visione, alle continue notti
insonni in cui si rigirava nel letto senza sosta. Si rimise in piedi e i
capelli neri le ricaddero sulle spalle. In realtà c’era qualcuno con cui poteva
condividere la sua angoscia, anche se non ne aveva tanta voglia. Gli unici che
erano stati responsabili di quella decisione insieme a lei e che la stavano
aspettando davanti all’entrata del Full
Moon.
Si tastò
un’ultima volta il viso, per essere certa che non ci fosse più traccia delle
lacrime. Trasse un lungo sospiro e chiuse gli occhi. La brezza del
teletrasporto l’avvolse e scomparve dal magazzino.
Sabrina notò Yuri
solo davanti all’ingresso del Full Moon.
È la mia occasione per parlargli
pensò. Velocizzò il passo per raggiungerlo, appena gli fu accanto, disse: «Sei
in anticipo anche tu?»
Yuri si voltò.
«Uh… sì.»
«Gli altri
arriveranno sicuramente tra poco. Non c’è mai l’occasione per restare soli e
vorrei parlarti in privato» disse tutto d’un fiato, prima che potesse
interromperla, come era successo negli ultimi tempi. «Dopo che siamo stati insieme…
non abbiamo avuto il tempo di discutere della nostra situazione.»
«La nostra
situazione?» ripeté aggrottando la fronte.
«Sai cosa
intendo. Con tutto quello che è successo dopo, non abbiamo avuto modo di
parlarne apertamente, ma immagino che tra di noi sia cambiato qualcosa.»
Yuri la fissò
interdetto. «Non voglio offenderti e nemmeno darti un’idea sbagliata. Devi aver
frainteso quello che è accaduto. Credo che il modo migliore per definire quello
che c’è stato tra di noi, sia “un momento di debolezza”.»
«Come? Ma io
pensavo che…»
«Davo per
scontato che fossi d’accordo con me di non pensarci più» la interruppe. «Eravamo
sconvolti e ci siamo consolati a vicenda.
Sabrina non riuscì
a trattenere la rabbia. «Tutto qui? Mi stai dicendo che è stata solo una sc…»
«Ehi ragazzi!
Siete già qui» Davide comparve, avanzando verso di loro. Si accorse poi delle
loro facce imbarazzate e aggiunse: «Ho interrotto qualcosa?»
«No, niente»
rispose Yuri.
Il ragazzo si allontanò
e seguendolo con lo sguardo, Sabrina vide che Sara era appena comparsa dal
nulla e lui le stava andando incontro.
«Manca solo
Naoko. Andiamo dentro ad aspettarla. Qui fa troppo freddo.» Yuri fece un cenno
con il capo a lei e Davide ed entrò con Sara nel Full Moon.
Sabrina li fissò
sentendo di essere sul punto di scoppiare, ma non voleva correre il rischio di
attivare i suoi poteri telecinetici e fare un disastro. Strinse i pugni e si
calmò, per quanto le era possibile. Avanzò verso l’entrata e scorse Davide alzare
le spalle con noncuranza e seguirla.
Si diressero
sicuri verso l’ultimo tavolo in fondo al locale, che da un mese e mezzo era
diventato la loro postazione abituale. Rimasero in silenzio per diversi minuti,
ognuno assorto nei propri pensieri. Sabrina non riuscì a non fissare Sara e
Yuri: la tensione tra loro sembrava svanita.
«Per quanto
andremo avanti così?» domandò all’improvviso Davide.
Tutti e tre si
voltarono verso di lui.
«Cosa intendi?»
chiese Sara.
«Questa storia
di ritrovarci qui, ogni settimana per la riunione commemorativa» rispose,
mimando due virgolette nell’aria con le dita. «Abbiamo provato a tenere questa cosa tra di noi. Non parlarne con altri
però non sembra funzionare.»
«E cosa vorresti
fare?» chiese Sabrina.
«Potremmo
annullare quell’incantesimo.» E puntò lo sguardo su Sara
«No. Questa è
l’unica soluzione per non dover dare spiegazioni. E poi così nessun altro dovrà
soffrire» rispose lei. «Non torneremo indietro.»
Davide sbuffò.
«Sei peggio di un disco rotto. Se non ne parliamo con qualcuno all’infuori del
gruppo, finiremo con l’impazzire.»
«Basta. Lasciala
in pace» s’intromise Yuri. «Questa è la nostra decisione. Discussione chiusa.»
Sabrina lo fissò
infuriata. «Ha deciso solo lei» gli ricordò. «La nostra opinione non le
importava.»
Sara le rispose
con la voce carica di rancore. «E tu eri
la migliore amica di mio fratello? Tra tutti dovresti essere quella che capisce
il perché della mai decisione.»
«Ragazze non è il
caso di litigare tra di noi» disse Yuri.
Sabrina notò,
però, che lo sguardo di rimprovero era solo per lei.
«Visto? Non
riusciamo a gestire questa storia» replicò Davide.
«Dovremo
imparare alla svelta a farlo perché abbiamo problemi più gravi.» Naoko si sporse sul tavolo, annunciando il suo
arrivo e fece segno a Yuri di spostarsi un po’ per farle posto. Prese una sedia
dal tavolo vicino, aprì il quotidiano che reggeva sotto il braccio e lo passò
agli altri. «Andate a pagina quindici. Il trafiletto in basso a sinistra.»
Yuri aprì il
giornale tra lui e Sara, Sabrina si avvicinò, imitata da Davide, e lesse ad
alata voce: «“Strane aggressioni alla periferia della città. Un uomo a passeggio
con il suo cane afferma di essere stato aggredito, intorno alle ore venti, nel
parco vicino alla sua abitazione da un essere mostruoso e bestiale simile a un
demone. L’uomo è riuscito a fuggire all’aggressione e ha dato l’allarme tramite
il cellulare. Quando sono arrivati i
soccorsi e li ha condotti sul luogo, hanno trovato l’animale dell’uomo ridotto
a una carcassa esangue.”» Si interruppe e disse: «È orribile.»
Sabrina scattò
in piedi. Scostò velocemente Davide e si gettò oltre il tavolo. «Spostati. Devo
andare in bagno.» Si coprì la bocca con entrambe le mani e corse verso la
toilette del locale. Preoccupata dall’ennesimo conato di vomito in pochi
giorni.
«Cosa le prende?
È debole di stomaco?» commentò Davide.
Sara lanciò uno
sguardo a Sabrina che entrava in bagno e poi riportò gli occhi su Naoko. «Che cosa a che fare questa storia con
noi?»
«Nel resto
dell’articolo, la vittima descrive l’assalitore dicendo che al posto della
pelle aveva le squame e un paio di corna di ariete, che gli partivano dalle
tempie» spiegò. «È chiaro che ha incontrato davvero
un demone e noi sappiamo che questi esseri sono esistiti realmente nel passato.
Siamo gli unici in grado di trovarlo e impedire che faccia altre vittime.»
«Perché proprio
noi?» domandò Yuri
«Nessun altro ha
i nostri poteri. Le persone normali non sanno come difendersi» rispose. «E
inoltre è meglio che siamo noi a trovarlo, prima che sia lui a trovare noi.»
Sara era
riluttante all’idea di dover ancora avere a che fare con quella storia che
aveva sconvolto le loro vite, ma non riuscì darle torto.
Continua…
2 commenti:
Buona sera^^ Eccomi qui come promesso e come immaginavo questo capitolo non ha deluso le mie aspettative, succedono un paio di cose interessanti. Sono quasi sicura che Sabrina sia incinta in caso contrario potrebbe davvero essere debole di stomaco ma dopo tutto quello che ha visto ne dubito fortemente. Sara apparentemente sembra stia impazzendo ed ho seriamente paura di cosa potrebbe fare. Poi c'è tutta la questione di Leonardo che non mi è chiarissima, sento puzza di bruciato(perdona l'infelice battuta XD) e Gabriel? il demone è un'altra delle sue evocazioni? Che senso avrebbe ordinargli di attaccare delle persone a caso? Oppure qualche demone ha trovato un passaggio secondario e Gabriel non c'entra niente? Arrrrghh troppe domande e troppi pochi elementi, spero arrivi presto il prossimo cap. Complimenti ancora e alla prossima
Ciao! Grazie ancora per essere tornata a leggermi!
Mi piacerebbe poter rispondere a qualcuno dei tuoi dubi, ma rischierei di rovinarti la sorpresa :)
Comunque mi piace che tu faccia delle teorie sullo sviluppo! E complimenti anche per la memoria nel ricordare cosa è successo nell'altro libro ;)
Spero che anche con i prossimi capitoli di continuare a non deludere le tue aspettative.
Grazie ancora per i complimenti. Alla prossima lettura.
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