Tanto per cominciare avevo intenzione
di pubblicare questo post per festeggiare il raggiungimento delle 20.000
visualizzazioni (a proposito: grazie a tutti!) del blog, ma purtroppo impegni
vari e contrattempi mi permettono di farlo solo adesso, con qualche giorno di
ritardo (e visualizzazione in più). Consideratelo quindi un regalo a tutti voi
che con affetto tornate a leggermi ormai da quasi 6 anni.
La domanda che forse vi frulla in
testa è: ma di che regalo si tratta?
Quello che potrete leggere qui sotto
è un capitolo di Darklight Children –
Gemelli per Destino che scrissi all’epoca della primissima stesura del
romanzo. Dopo varie riletture e correzioni, decisi di eliminarlo, anche perché
la storia in minima parte prese pieghe diverse e questo capitolo divenne
superfluo.
Prima che vi addentriate nella
lettura sono necessarie alcune precisazioni, in primis il fatto che ho deciso
di non correggere più di tanto il suddetto capitolo: tranne alcuni piccoli
accorgimenti è rimasto fedele alla prima stesura. Quindi noterete di sicuro
delle differenze.
Se avete letto il romanzo quando era
presente nella forma a puntate qui sul blog, sappiate che questo capitolo è
comunque inedito. Avevo deciso di tagliarlo già al tempo della sua
pubblicazione qui.
Se siete lettori della versione
uscita in ebook, vi indico nel titolo dove si colloca pressappoco, tenendo
sempre presente che essendo stato eliminato non si inserirà perfettamente nella
continuità narrativa della storia.
Se invece non avete mai letto nessuna
versione del romanzo, non dovete comunque preoccuparvi: tranne la presenza
dell’intero gruppo di personaggi principali, non ci sono rivelazioni o spoiler
(anticipazioni su eventi importanti della trama) che possano rovinarvi la
lettura se decideste di comprarlo in futuro.
Vi ho dato tutte le informazioni
utili del caso.
Adesso mettetevi comodi e godetevi
questo contenuto extra.
Capitolo 35.2: Rendez-vous con la morte
La campanella che decretava la fine
delle lezioni aveva già suonato da venti minuti.
L’edificio si era completamente
svuotato dei ragazzi che lo frequentavano, lasciando gli inservienti e un
manipolo di professori soli al suo interno.
Leonardo guardò le cinque figure al
suo fianco, ferme davanti alle porte a vetri dell’ingresso. Avvolti in giacconi
e sciarpe, erano sistemati sul muretto che costeggiava il lato sinistro della
costruzione.
«Non per farvi fretta, ma comincio ad
avere freddo» sentenziò Davide, tirandosi su il bavero della giacca.
«Perché ci siamo riuniti?» si informò
incuriosita Sabrina.
«Volevo parlarvi di un mio piano»
spiegò Leonardo.
«Vuoi dire nostro» lo corresse Sara,
mentre Yuri la sgomitò per prenderla in giro.
«Avanti parla» lo incitò Naoko.
Leonardo trasse un respiro. «Dopo
tutto quello che è successo negli ultimi mesi, io e mia sorella siamo arrivati
alla conclusione che niente di ciò è avvenuto per caso. I poteri, i sogni non
sono solo collegati, ma possono essere dei segnali. Dobbiamo assolutamente
saperne di più.»
«D’accordo, ma arrivati a questo
punto che cosa facciamo? A chi possiamo chiedere spiegazioni?» chiese Davide.
«Alle uniche persone che
probabilmente ne sanno più di noi: i membri della setta di DiKann» rispose
Leonardo.
«Credevo fossero tutti
irraggiungibili» fece notare Sabrina. «Per così dire.»
«In realtà, sappiamo dove è sepolto
uno di loro» replicò Sara.
Yuri li guardò sbalordito. «Volete
resuscitare un morto?»
«E come fate a sapere dov’è il suo
corpo?» chiese diffidente Naoko.
Leonardo guardò la sorella, e lei gli
fece cenno di continuare. «È uno dei primi cadaveri ritrovati da nostro zio. Lo
sappiamo grazie a lui, ma non sa cosa vogliamo fare.»
Gli altri rimasero in silenzio per
qualche minuto a fissare sia lui che sua sorella.
«So che tutto questo può sembrarvi
assurdo e pericoloso, ma dobbiamo decidere insieme. Ormai siamo tutti
coinvolti» disse Sara.
Gli altri quattro si scambiarono
diverse occhiate, poi Naoko domandò: «Avete già un’idea di come fare?»
«Chiederemo aiuto al proprietario del
Portale Mistico, mi ha detto che era disponibile per qualsiasi cosa
avessimo avuto bisogno» rispose Leonardo. «Ma andremo solo io e Sara. È meglio
non dare troppo nell’occhio.» Guardò di nuovo i compagni, nessuno si oppose.
Abbandonarono quindi il muretto e si avviarono
verso l’esterno.
I
gemelli Martini varcarono la soglia del negozio con passo deciso e a testa
alta, mentre un paio di clienti rimasero assorti nell’ispezionare la merce
esposta.
Angelo
Moser sorrise, sembrando contento di vederli. «Benvenuti, posso aiutarvi?»
«Sì,
grazie, vorremo un testo per un incantesimo» esordì Leonardo.
«Di
che genere?»
«Uno
adatto a resuscitare un morto.»
Una
ragazza poco distante si voltò a fissarlo incuriosita.
L’uomo
sorrise imbarazzato alla cliente e li spinse in disparte. «Non è il caso di
dire espressioni del genere ad alta voce.»
«Perché?
Questo non è un negozio specializzato in arti magiche?» replicò Sara.
Il
signor Moser scosse la testa. «La maggior parte dei miei clienti non crede che
la merce in vendita abbia realmente proprietà magiche e a essere completamente
sinceri, non credono neanche che la magia esista.»
Leonardo
lo guardò serio. «Non è il nostro caso. Può aiutarci?»
«Potrei,
ma voi sapete quanto sia pericoloso un esperimento del genere? Non sono del
tutto sicuro di potervi permettere di metterlo in atto.»
«Se
le cose stanno così, è un bugiardo»
disse Sara. «L’ultima volta che ci siamo visti, mi ha assicurato di essere a
nostra disposizione.»
Il
commerciante rimase in silenzio per qualche secondo. Qualcosa che non voleva
condividere con loro lo faceva esitare. Poi rilassò le spalle e disse: «Aspettatemi
qui.»
Poco
dopo ritornò con in mano un foglio a righe e un ampolla contenente un liquido
denso e cremisi.
«Questo
è sangue di capra, va sparso in circolo sul terreno in cui è sepolto il
cadavere. Vi servirà come offerta e per evitare che tenti di scappare o
aggredirvi» spiegò Moser, porgendo la bottiglietta di vetro a Leonardo. «Qui
invece vi ho scritto l’incantesimo necessario per risvegliarlo dal suo sonno
eterno.»
Sara
prese il foglio, curiosa di leggere il testo. «Ma in che lingua è?»
«Rumeno
antico. Mi raccomando fate attenzione: i morti non amano essere disturbati.»
«Ma
possiamo fargli delle domande?» chiese dubbioso Leonardo.
«Poche
e chiare. Attenetevi alla prima risposta che vi dà, se gli formulate due volte
la stessa richiesta si innervosisce.» Angelo Moser stava per aggiungere altro,
am ppoi si zittì all’istante e li scortò verso la porta.
«Aspetti,
questa volta voglio pagare» lo fermò Sara estraendo il portafoglio dalla tasca
e facendo marcia indietro in direzione della cassa.
L’uomo
non fece storie, andò verso il ricevitore e batté il prezzo sulla tastiera. Lo
comunicò e le porse lo scontrino. «Se qualcosa dovesse andare storto,
ricordatevi che basterà strappare il foglio con l’incantesimo per fermare il
processo.»
I
due annuirono e uscirono dal Portale Mistico, pronti ad affrontare il
loro primo vero e proprio rito esoterico.
Per
non fare preoccupare i rispettivi genitori ed essere liberi di agire con calma
senza dover tenere d’occhio l’orario, usarono
tutti la stessa scusa di una serata al cinema.
Yuri
e Davide, gli unici con la patente, erano passati a prendere i compagni. Leonardo viaggiava con Davide e Sabrina,
mentre sua sorella era in auto con il fidanzato e Naoko. Le due vetture
proseguirono verso la periferia della città, dove si erigeva un cimitero di
modeste dimensioni e in cui sapevano di trovare il loro uomo.
A
turno scavalcarono il cancello e non tutti con facilità. Una volta sul luogo,
muniti di una torcia elettrica, si
misero a cercare la tomba di Domenico Batoli, mentre i gemelli ripeterono agli
altri le informazioni avute da Angelo Moser su come compiere l’incantesimo.La lapide era posizionata sul lato sinistro, all’ultimo posto di una lunga serie e circondata da una distesa di ghiaia. Sul marmo di cui era fatta, erano state incise oltre al nome, le date di nascita e di morte. Ai suoi piedi c’era solo un misero vaso di rame contenete dei fiori appassiti ormai da tempo.
Leonardo e i compagni si fermarono davanti.
Sara aprì la borsetta che aveva a tracolla e prese l’ampolla con il sangue. «Tenete, questo è un lavoro da maschi» disse disgustata e allungò l’oggetto ai tre ragazzi.
Leonardo guardò l’ampolla schifato e Yuri rimase immobile.
Sbuffando, Davide disse: «Che pappamolle che siete! Dammi qua, faccio io.» La afferrò, tolse il tappo in sughero e lasciò cadere un sottile rivolo del liquido, con cui tratteggiò il cerchio partendo da sotto la lapide.
I ragazzi lo costeggiarono facendo attenzione a non infrangerlo.
«E ora l’incantesimo.» Leonardo prese il foglio piegato dalla tasca del giubbotto e recitò: «Asculti a nostru invitaÞie, revenesti de decedat!»
Rimasero tutti in attesa che succedesse qualcosa, ma non ci fu alcun cambiamento.
«Sei sicuro di aver letto correttamente?» gli chiese la sorella.
«Non so, non conosco il rumeno antico.»
Naoko gli prese il foglio dalle mani. «Fai provare me. Asculti a nostru invitapie, revenesti de decedat!»
Tornarono a fissare il terreno, mentre un fugace fulmine e un fragoroso tuono squarciarono il cielo.
Sobbalzarono quasi tutti nello stesso istante, ma nessuno si presentò all’interno del cerchio rosso.
«Siete sicuri che quel tipo non vi abbia imbrogliato?» domandò sospettosa Sabrina.
«Già, avete detto che ha fatto storie prima di aiutarvi» ricordò Yuri. «Forse vi ha solo dato del succo di pomodoro e scritto una frase qualunque in chissà che lingua.»
Mentre loro discutevano, una debole pioggia iniziò a cadere.
«È inutile. Andiamocene. Non ho voglia di bagnarmi per un morto che non vuole resuscitare» sbottò Davide.
Gli altri non obbiettarono e si voltarono per fare marcia indietro, quando sentirono un tonfo provenire dal terreno.
Leonardo si girò indietro. «Aspettate. Ho sentito qualcosa.»
«Credi che sia stato lui?» gli chiese Sabrina.
Yuri si girò a sua volta per fissare la ghiaia all’interno del terreno racchiuso dal sangue ed ebbe una rivelazione. «Ragazzi, abbiamo combinato un guaio. Non abbiamo dissotterrato la bara.»
Un nuovo fragore proveniente dal cielo, fu seguito da un rumore sordo proveniente da sotto la terra.
Davide guardò intimorito la terra che continuava subire colpi dal basso. «Ha ragione! Adesso quel tipo sarà incazzato nero.»
«Che facciamo?» domandò Sara allarmata.
La pioggia crebbe d’intensità, andando a sciogliere lentamente il disegno circolare.
«È meglio che ce ne andiamo» disse impaurito Leonardo.
«No, dobbiamo restare» rispose Naoko, indicando una mano violacea che stava emergendo dal terreno davanti alla lapide.
A poco, a poco, il morto si fece strada scavando dalle profondità fino a raggiungere la superficie. Appoggiò entrambe le mani sui sassi spigolosi e si tirò su, mostrandosi in tutta la sua ripugnante figura.
Era calvo, con il volto coperto di bruciature e ustioni. Negli occhi le pupille erano minuscole, quasi impercettibili. Indossava un completo grigio, probabilmente una richiesta dei i familiari per il giorno del funerale. I lembi di pelle che non erano coperti, presentavano una vasta gamma di pustole.
Si avvicinò al sangue di capra, ridotto a poche chiazze e si bagnò il pollice. Se lo infilò successivamente tra le labbra e iniziò a succhiare con vigore. Alzò quindi il volto al cielo, e seguendo un istinto ormai non più necessario, aprì la bocca per espirare, riempiendola invece di acqua piovana. «Fresco» disse, pronunciando ogni lettera con voce rauca e atona. Si voltò poi verso i suoi spettatori.
«Avanti chiediamogli qualcosa» li incitò Naoko.
«Sai perché siamo dotati di questi poteri?» domandò Leonardo, superando lo sgomento e sperando di concludere al più presto la loro scampagnata al cimitero.
«No» rispose Domenico senza alcuna inflessione e mantenendo lo sguardo fisso sul suo interlocutore.
«P-perfetto non s-sa niente. A-ndiamo via» balbettò Leonardo infreddolito e spaventato.
«Neanche per sogno» fece Yuri, trattenendolo per il braccio. «È stata una tua idea parlare con lui e non ce ne andremo senza le nostre informazioni.» Lasciò la presa e avanzò di un passo verso il cadavere in piedi. «Tu non sai il perché dei poteri, ma c’è qualcuno della setta che può esserne a conoscenza?»
«Non so. Barbieri forse. O i cinque» rispose il non-più-morto e puntò lo sguardo su Leonardo.
«I cinque? Chi sono?» domandò questa volta Naoko.
Domenico la ignorò e mosse un passo con estrema lentezza.
Nessuno di loro aveva prestato attenzione che il sangue cosparso da Davide, ormai era stato completamente lavato via dalla pioggia. Il morto vivente non avvertendo più l’obbligo a restare fermo sulla sua tomba, acquistò velocità e si avventò addosso a Leonardo, stringendogli le dita intorno al collo.
Il ragazzo cadde all’indietro, con il cadavere resuscitato sopra di lui che continuava nel suo intento di strangolarlo, aiutandosi con entrambe le mani.
Sabrina fu la prima a reagire: afferrò il vaso di rame e lo sbatté con forza contro la testa dell’assalitore. Ne seguì un rumore sordo e pezzi di carne caddero per terra mettendo in evidenza le ossa del cranio.
Domenico non avvertì alcun dolore, staccò una mano dalla sua preda e colpì violentemente la ragazza, scaraventandola contro Davide. I due finirono contro una lapide e rimasero a terra.
Leonardo cercò di spingere via il suo aggressore, ma scoprì che aveva più forza di quanta si potesse attribuire ad una persona deceduta.
«Perché se la prende con lui?» domandò Davide, massaggiandosi la testa e scostando Sabrina ancora intontita.
«Che importa. Usa il fuoco, Yuri» urlò Sara in preda al panico.
Il ragazzo cercò di “accendere” le sue mani come aveva fatto qualche giorno prima, ma la pioggia incessante glielo impedì.
Vedendo l’amico in difficoltà e non scovando altre vie di uscita, Sabrina ignorò il dolore per la botta, si concentrò e riuscì a sollevare di pochi centimetri da terra Domenico. Quest’ultimo però non mollò la presa: le sue mani erano ancora strette intorno al collo del ragazzo.
«L’incantesimo» gridò Yuri. «Leonardo lo ha usato per primo, forse per questo ce l’ha con lui.»
«Stracciamolo! È l’unico modo per fermarlo» ricordò Sara.
Naoko, rimasta immobile e atterrita, si riscosse. Strappò con foga il foglio con l’incantesimo e buttò i pezzetti per terra.
Le mani ossute allentarono la presa dal collo di Leonardo. La fievole scintilla di vita, si spense dai suoi occhi e ricadde inerte sul copro del ragazzo.
Leonardo emise due violenti colpi di tosse e poi riprese a respirare regolarmente. Yuri e Davide lo liberarono dal cadavere, mentre Sara lo aiutò a rimettersi in piedi.
«Per un soffio» esclamò Sabrina tirando un sospiro di sollievo.
«Dobbiamo rimetterlo a posto» domandò preoccupato Davide, osservando il cadavere steso sulla ghiaia.
«Meglio di no» rispose Yuri .«Violare le tombe è un reato e visto che nessuno di noi ha toccato quel corpo, è più sicuro lasciarlo dove si trova, in modo che non abbia addosso alcuna prova che ci identifichi. Andiamocene.»
Leonardo gettò un ultimo sguardo a Domenico. Poi insieme si allontanarono rapidamente sotto lo scrosciare dell’acqua temporalesca, ancora parzialmente sconvolti per la brutta esperienza.
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