Appollaiata sullo sgabello come una
civetta sul ramo di un albero, Michelle sbuffò vistosamente.
«Ferma! O rischio di pungerti» le disse
Betty, inginocchiata ai suoi piedi, fermandole il lembo del lungo vestito con
degli spilloni.
«Ho solo respirato» sbottò Michelle.
«Non posso neanche più respirare?»
«Eddai non fare la scorbutica. Il
costume da Balia ti dona» rispose Donovan, soffocando un risolino.
Michelle lo fulminò con lo sguardo.
Quella situazione inverosimile era solo colpa sua. Per essersi fatta
coinvolgere nel suo piano, lei, che odiava essere al centro dell’attenzione,
avrebbe dovuto recitare sul palco nella messa in scena di Romeo e Giulietta. Alla fine, dopo il trambusto derivato
dall’ossessione collettiva per Billy, le selezioni per il cast erano continuate
ed era stata obbligata a sostenere un provino. Aveva dato il peggio di sé, ma a
quanto sembrava la professoressa Noxon non era stata colpita negativamente,
anzi il giorno dopo, quando era stato affisso alla porta dell’auditorium il
cast definitivo, aveva scoperto di dover interpretare la Balia di
Giulietta.
«Non dargli retta» disse Betty,
rimettendosi in piedi. «Il costume ti sta davvero bene e sei una delle poche a
cui non devo fare grandi aggiustamenti.»
«Uffa, speravo ci mettessi di più.»
Michelle scese dallo sgabello e si guardò nello specchio a figura intera,
sistemato contro la parete dello stanzino adibito a sala costumi. Si sentiva
ridicola con quella veste color pesca buttata addosso. «Non muoio dalla voglia
di passare altro tempo sul palco con Chas.»
Betty annuì comprensiva. «Già, da quando
ha ottenuto la parte di Giulietta si dà ancora più arie da prima donna.»
«E nessuna di voi due deve baciarla»
disse Donovan, srotolando la calzamaglia azzurra che aveva appallottolato tra
le braccia.
«Come se al nostro Romeo la cosa creasse
tanto disturbo» lo punzecchiò Betty.
«Sento una punta di gelosia nella tua
voce. Sono lusingato.»
«Ma quale gelosia! Sbrigati. Togliti i
pantaloni.»
Donovan sfoderò il suo solito sorriso sarcastico.
«Vai subito al sodo. Non dovresti prima offrirmi almeno una cena?»
Betty arrossì e spinse ripetutamente gli
occhiali sul naso. «Hai capito cosa intendo. Devo vedere cosa sistemare della
calzamaglia e… quindi tu… devi… indossarla.»
Michelle storse il naso nel vedere i due
amici in quella situazione. Da quando Billy e Zec avevano rivelato a Betty il
sospetto che Donovan nutrisse dei sentimenti per lei, la ragazza aveva cambiato
atteggiamento verso di lui. Non era più pronta a rispondere alle sue battutacce
e sembrava meno diretta e aggressiva nel rivolgersi a lui. Inoltre, ciò che
Michelle temeva di più era quello che sarebbe successo se anche loro due
fossero diventati una coppia. Con già Zec e Billy fidanzati più o meno
ufficialmente, non voleva ritrovarsi a fare la quinta incomoda nel loro gruppo.
«Sai che parteggiavo per te» disse
Donovan, slacciandosi il bottone dei jeans. «Saresti stata una grande
Giulietta.»
Betty si voltò, dandogli le spalle. «Sì,
sì, basta che ti dai una mossa. Non
voglio impiegare il resto del pomeriggio solo per il tuo costume.»
Donovan soffocò una nuova risata e
Michelle rimpianse di aver lasciato la Falce nella borsa in auditorium. Avrebbe
voluto staccargli la testa quando si comportava così.
«Ehm, scusatemi se vi interrompo» una
ragazza dalla pelle color cioccolato e treccine di capelli neri raccolte
insieme in un’unica coda, si presentò davanti all’entrata dello stanzino-sala
costumi. «Volevo sapere a che punto siete?»
«Ciao Kerry, vieni entra» la salutò
Betty, girando lievemente la testa. «Se il nostro futuro Romeo la smette di
perdere tempo, dovrebbero volerci solo pochi minuti.»
«Se pretendi che mi spogli davanti a
tutto questo pubblico, almeno tirate fuori qualche banconota» disse Donovan, facendo
oscillare lentamente i pantaloni sotto la vita.
«In realtà in auditorium hanno bisogno
di Michelle» rispose Kerry sorridendo.
«Meno male» fece Michelle avanzando
verso di lei. «Sono pronta, andiamo.» Uscì prima che Betty potesse voltarsi e
che Donovan se ne uscisse con un'altra allusione al suo potenziale futuro da
spogliarellista.
Kerry le fu subito accanto in corridoio.
«Sei tesa per le prove?»
Michelle sospirò. «In verità non sono
fatta per il teatro. Diciamo che sono finita in mezzo a questa storia per
sbaglio.»
«Ti capisco. Anche io non sono una fan
del club del teatro» spiegò Kerry. «Ma i crediti extra fanno sempre comodo e la
professoressa Noxon era davvero disperata per questa messa in scena decisa
all’ultimo minuto, tanto da accettare chiunque fosse disposto a unirsi per dare
una mano.»
«È l’unico aspetto positivo. Così le
dive da palcoscenico sono in numero ridotto» disse Michelle. «Anche perché Chas
basta e avanza.»
Kerry scoppiò a ridere. «Credo che la
pensiamo tutti allo stesso modo su Chas.»
Michelle sorrise a sua volta. Non aveva
visto molto Kerry dall’inizio delle prove, ma le sembrava simpatica. «Tu che
ruolo hai?»
«Faccio varie comparse e poi do una mano
per il resto. Trucco, costumi, richiamare gli attori… vado dove servo.» Kerry
arrivò davanti alle porte dell’auditorium e tenne aperta la sinistra, facendosi
da parte per farla passare. «Prego, prima i ruoli principali.»
«Per favore, non farmici pensare.»
Michelle la superò ed entrò nell’auditorium. La maggior parte degli zaini e
delle borse erano scomparse dai sedili e nessun altro membro del club era
presente. «Dove sono tutti?»
Kerry chiuse la porta dietro di sé. «Ho
dimenticato di dirtelo. Per oggi le prove sono terminate. La professoressa Noxon
ha mandato tutti a casa.»
«Allora perché mi hai riportato qui?»
«Volevamo fare due chiacchiere in
privato.» Un ragazzo, rassomigliante a Kerry sbucò alla sua sinistra, aveva la
stessa pelle scura e gli stessi capelli ricci e crespi. Camminava tranquillo e
si fermò a pochi passi da lei. «Non ti faremo fare tardi.»
Michelle ricordò di averlo già visto in
mezzo agli altri compagni durante i meeting per lo spettacolo, ma non sapeva il
suo nome. «E tu chi sei?»
«È mio fratello gemello Kenny» rispose
Kerry. «È tutto a posto.»
Il sentirselo dire, non convinse affatto
Michelle. Non le piaceva che fossero ricorsi a un piccolo inganno per condurla
lì da sola. «Cosa volete dirmi?»
«Abbiamo solo una semplice domanda da
farti» disse Kenny, sorridendo in maniera amichevole. «Dov’è la Falce?»
«Una falce? Non ricordo che ci sia tra
gli oggetti di scena» fece finta di non capire Michelle.
«Non renderlo più difficile.» Kerry
avanzò, facendosi schioccare le dita della mano destra. «Sai benissimo di cosa
stiamo parlando. Evita di prenderci in giro.»
Michelle spostò lo sguardo da una all’altro.
Non sapeva come comportarsi. Continuare a negare per prendere tempo, o
ricorrere ai suoi poteri e rischiare di fare del male a qualcuno che fin’ora
non le aveva fatto nulla?
Kenny fece un passo avanti. «Mia sorella
è un po’ rude, ma ti assicuro che non abbiamo cattive intenzioni. Non devi
mentire con noi. Siamo al corrente delle stranezze che accadono a scuola e in
città.»
«Ah sì? E cosa siete?» domandò Michelle,
intuendo che la tattica dell’ingenua non avrebbe retto. «Demoni? Vampiri? Una
qualche bestia infernale?»
«Siamo qualcosa di cui dovresti
preoccuparti se provi a usare contro di noi i tuoi trucchetti da Dark Michelle» rispose Kerry.
Michelle la fissò sorpresa. «Come fate a
saperlo?»
«Te l’ho detto: siamo al corrente di
tutto. Diciamo che l’ho visto in anteprima o in diretta, non sono sicuro sui
tempi. Comunque era tutto qui» affermandolo, Kenny si tamburellò l’indice
destro sulla tempia. «Ora rispondi: dov’è la Falce?»
Michelle non riuscì a capire cosa voleva
dire con quella storia di aver visto tutto. Forse i gemelli erano stati
presenti in sala mensa quando aveva manifestato i suoi poteri; oppure li
avevano spiati in un’altra occasione, ripensandoci né lei e neanche i suoi
amici erano stati sempre attenti non ci fosse qualcuno in giro quando affrontavano
minacce soprannaturali.
«Ammesso che sappia di cosa parliate e
dove si trova, perché la volete?»
«Non ti riguarda» sbottò Kerry, con la
mascella contratta.
«Possiamo usarla meglio di voi e in un
certo senso ci appartiene» rispose Kenny.
«Neanche per sogno.» Michelle si girò e
corse verso la fila centrale dei sedili, dove aveva lasciato la borsa con
l’arma.
Kerry, essendo più magra di lei, compì
uno scatto da maratoneta e l’afferrò per la manica della lunga veste,
trattenendola. «Dove credi di andare? Devo farti sputare la risposta con i
pugni?»
Michelle era convinta non fosse una
minaccia a vuoto. L’avrebbe fatto sicuramente e senza neanche troppa fatica, a
giudicare dalla semplicità con cui riusciva a bloccarla con una mano sola.
Sembrava più forte di quanto il suo fisico asciutto e longilineo facesse
pensare.
Kenny camminò tranquillo verso di loro e
le superò. «La violenza non è necessaria. Basta un po’ di cervello.» S’inserì
tra due file di sedili, finché non notò la borsa sul pavimento. S’inginocchio e
la raccolse, estraendo la Falce. «Hai visto? Abbiamo comunque ottenuto quello
che volevamo.»
«No! Lasciala!» urlò Michelle provando a
divincolarsi dalla presa della ragazza. «Non è Vostra! Ridatemela!»
Le porte dell’auditorium si spalancarono
sbattendo contro il muro. Michelle, Kenny e Kerry spostarono lo sguardo
sull’entrata, dove erano comparsi Donovan, Betty, Billy e Zec.
«Leva la mano dalla nostra amica» intimò
Donovan serio.
Kerry lo ignorò e strinse ancora di più
il braccio di Michelle. «Che diavolo ci fate voi ancora qui? Credevo ve ne
foste già andati.»
Zec mutò d’aspetto con vene scure sulla
fronte e sotto gli occhi, preannunciando il manifestarsi del suo potere. «Sei
stata avvertita. Peggio per te.» Allungò le braccia in avanti e staccò telecineticamente
Kerry dal terreno e da Michelle e la fece volare contro il palcoscenico.
Kenny corse fuori dalla platea e mise il
braccio destro intorno al petto di Michelle in modo che la lama della Falce le
sfiorasse il collo. «Fermi o la userò. Come sapevate che eravamo qui?»
«Kerry non è tornata a chiamare Donovan,
poi Zec e Billy ci hanno raggiunti dicendoci che le prove erano finite e siamo
venuti a cercare Michelle» spiegò Betty. «Passando qui davanti l’abbiamo
sentita urlare.»
«Quindi è stato un caso. Il vostro amico
non ha avvertito niente di soprannaturale» si compiacque Kenny.
«Perché avrei dovuto?» domandò Billy. «E
come fai a sapere del mio senso speciale? E cosa vuoi fare con la nostra Falce?»
«Siete più stupidi di quanto credevamo»
rispose Kerry, rimettendosi in piedi e ripercorrendo il corridoio in direzione
del fratello, senza mostrare neanche un livido o un graffio. «Tu sei un
impostore e noi siamo gli unici e originali.»
Donovan inarcò le sopracciglia. «Che
diavolo stai dicendo?»
«Siamo i veri ammazzavampiri» disse
Kenny. «I legittimi discendenti delle Cacciatrici.»
«Ma tu sei un maschio» fece Betty poco
convinta.
Michelle intuì perché l’amica era
scettica, ma poi le tornò in mente un particolare. «Vuoi dire che siete come la
Cacciatrice del futuro, quella del fumetto, siete come Fray e suo fratello?»
«Sì siamo come Melaka Fray e Harth»
disse Kenny alle sue spalle.
Kerry li raggiunse e si fermò al suo
fianco. «Io ho la forza e l’agilità. Lui i sogni profetici e le conoscenze
passate.»
«Ma tu hai detto di avermi visto usare i
miei poteri in una di queste visioni e questo non è quello che succede a una
vera Cacciatrice» disse Michelle con l’arma ancora sotto il mento.
«Ha ragione. Le abilità psichiche di una
Cacciatrice creano un collegamento mentale con ciò che chi l’ha preceduta ha
vissuto» confermò Billy. «Quindi la conoscenza che hai su di lei da dove deriva?
Metà scuola era presente al manifestarsi dei poteri di Michelle, quindi per
logica o tra loro c’è una vera Cacciatrice, o siete degli impostori anche voi.»
Kerry lo guardò rabbiosa. «Vuoi una
prova? Ti farò sputare i denti a suon di pugni per dimostrasti che ho davvero
una forza soprannaturale.»
«Non alzerai un dito contro nessuno di
noi» ribatté Betty. «Michelle, quella Falce è nostra, l’abbiamo forgiata noi e
tu sai ha una particolarità che quella della serie tv non possiede. Usala.»
Michelle non dovette riflettere molto
per capire a cosa si riferiva, ma non sapeva come poteva fare quello che le chiedeva. «Non so se ci riesco da
sola.»
«Non sei sola» rispose Zec. «Ti
aiuteremo noi.»
Billy gli afferrò la mano e poi prese
quella che gli porgeva Betty. «Ricorda: noi l’abbiamo forgiata.»
Betty le sorrise, mentre Donovan pendeva
la mano della ragazza e diceva: «Basta volerlo.»
«Siete patetici oltre che stupidi»
replicò Kenny. «Ho io l’arma in mano, cosa credete di poter fare?»
Michelle chiuse gli occhi. Focalizzò
nella sua mente l’arma e ripensò alla prima volta che l’avevano usata, quando
Billy aveva spiegato loro il segreto derivante dall’averla creata insieme.
«Questo!» disse riaprendo gli occhi.
La Falce tremò nelle mani di Kenny. Il
paletto con cui terminava si staccò e volò in mano di Michelle, mentre la parte
a forma di ascia sgusciò dalla presa del ragazzo e volò davanti ai suoi quattro
amici.
Donovan l’afferrò e li guardò con un
sorriso sarcastico: «Vuoi ancora stabilire chi è originale e chi no?»
Michelle si voltò e puntò il paletto contro
Kenny e poi lo mosse verso Kerry. «Ci dovete delle spiegazioni. Perché volete
rubarci la Falce?»
Kenny scosse la testa. «Non capite.
Noi…»
«Zitto. Non vi dobbiamo nulla» lo
interruppe la sorella. «Tenetevi pure l’ascia, per ora. Volevamo darvi una
possibilità di uscirne senza danni. Peggio per voi. Non rinunceremo.»
«Ci troverete sempre pronti a difenderla»
disse Billy.
Kerry lo squadrò con disgusto. «Tu più
di tutti non dovresti toccarla. Ti sei autoproclamato ammazzavampiri, ma non
sei degno del nome. Anche se è vero che le Cacciatrici hanno in loro una parte
di demone, che le rende oscure, nessuno di voi si è accorto che lui ha più
oscurità che luce.»
Michelle si girò d’istinto a guardare
Billy e notò che anche gli altri compagni lo fissavano interdetti.
Kerry ne approfittò, prese la mano del
fratello e corse come una furia verso le porte. Spintonò Betty e Donovan di
lato e scappò con Kenny nel corridoio, diretti all’uscita.
Zec posò la mano sulla spalla di Billy.
«Li riacciufferemo la prossima volta e non preoccuparti per quello che ha
detto.»
«Già. La loro è tutta invidia» disse
Donovan e si voltò verso Betty. «Vero?»
Betty annuì. «Sì, certamente.»
Michelle la osservò e vide che non era
affatto convinta. La sua voce diceva una cosa, ma i suoi occhi oltre le lenti
rivelavano il contrario. Per qualche ragione che non sapeva spiegarsi, Betty
credeva alle ultime parole di Kerry sul conto di Billy.
4 commenti:
Che? Come?Cosa? da dove escono mo ti tizi? Ripeto chi è in realtà Billy? Questa è stata la mia reazione quando ho letto questi ultimi capitoli. Tu hai la grande quanto snervante capacità di far spuntare una serie di interrogativi a catena per ogni capitolo oltre che una fantasia davvero allucinante.
Bhe che dire tanta invidia(sapessi scrivere anche io così) e al prossimo cap ^^
Ciao Lady Red Moon!
Grazie!!! Soprattutto per i tuoi complimenti, mi fanno davvero piacere.
Sapere poi di riuscire a farti arrovellare sulla trama è bellissimo (non sono sadico ;) ) vuol dire che dopo 17 capitoli riesco ancora ad appassionarti. Fai bene a farti delle domande su Billy...
Grazie ancora per continuare a seguirmi.
Nooo non sei sadico sei super sadico è decisamente diverso
Diciamo sadico a fin di bene :P
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