lunedì 4 settembre 2017

Darklight Children - Capitolo 47


CAPITOLO 47

Risvolti inaspettati
 
Sabrina Corti guardò l’immagine riflessa nello specchio e si rese conto di essere conciata male. Almeno la prof di educazione fisica non crederà che la mia giustificazione per indisposizione sia una scusa per saltare la lezione.
Da sola nel bagno dello spogliatoio, aveva appena finito di vomitare. La gola e il petto le facevano male per via dello sforzo nel rimettere e si sentiva addosso ancora quell’odore tremendo. Per fortuna si era tirata i capelli biondo miele di lato, o sarebbe stata un’impresa eliminare la puzza.
Sabrina apri il rubinetto del lavabo situato di fronte alle porte degli abitacoli dei water, raccolse l’acqua fresca nelle mani chiuse a conchiglia e se la buttò contro il volto.
L’ultimo mese e mezzo era stato massacrante. In un colpo solo aveva perso il suo migliore amico e il ragazzo di cui era innamorata. Senza contare che con quest’ultimo aveva creduto di aver finalmente instaurato un rapporto che andava oltre la semplice amicizia. Yuri, invece, l’aveva liquidata dopo essere andato a letto con lei. Era stata solo un ripiego, uno scacciapensieri dopo aver scoperto la verità sulla loro vita passata. Purtroppo per lei la storia si era ripetuta anche nel presente.
Non è poi così strano che mi senta uno schifo pensò, asciugandosi il volto con una manciata di salviette del distributore automatico. Trattenne ancora una volta i capelli biondi da un lato e si piegò per bere dal rubinetto. Rimescolò l’acqua in bocca e poi la sputò nel lavandino.
Il suo malumore però non spiegava  quelle continue nausee che non le davano tregua. Il primo giorno aveva attribuito la colpa al cibo cinese con cui aveva cenato, mentre sua madre era al lavoro. Il giorno seguente aveva mangiato riso in bianco e frutta, ma la situazione non era cambiata. Aveva evitato di bere bibite gasate e alcolici, ma non c’era stato alcun miglioramento.
«Forse dovresti farti vedere da un medico.» Naoko, fece capolino sulla soglia del bagno alla sua sinistra.
« Come?» domandò sobbalzando. Sabrina odiava quella sua capacità di avvicinarsi senza fare il minimo rumore.
Naoko restò a fissarla, i lunghi capelli lisci e scuri le ricadevano sulla schiena e gli occhi a mandorla rimandavano uno sguardo austero. «Anche l’altra sera al Full Moon sei corsa in bagno a vomitare.»
«Avrò preso un virus» rispose, cercando di liquidare la faccenda.
Naoko avanzò, appoggiando il bacino a uno dei rubinetti attaccati al muro. «È un’ipotesi, ma potrebbero esserci altre ragioni per le nausee improvvise.»
Sabrina la superò, uscendo dal bagno. Non intendeva affrontare una conversazione privata con la migliore amica della ragazza di Yuri. «Se vuoi giocare a fare Veronica Mars, scegliti un’altra vittima.»
«Hai preso in considerazione l’eventualità di essere incinta?»
A sentire quella parola, Sabrina si fermò di colpo in mezzo allo spogliatoio femminile. Nelle sue valutazioni precedenti sul perché si sentisse così male, non aveva minimamente pensato a quella possibilità e solo in quel momento, la sua mente le riportò alla memoria che aveva avuto un ritardo nel ciclo mestruale. Scosse la testa e si girò a guardare furiosa l’altra ragazza. «Ma sei scema? Come ti viene in mente un...»
La porta dello spogliatoio si aprì di colpo, spezzando a metà la sua frase. Un bidello alto e corpulento entrò come un fulmine e chiuse a chiave l’entrata dello spogliatoio.
Le due ragazze lo guardarono allibite.
«Che sta facendo? Questo è lo spogliatoio delle ragazze» disse Naoko autoritaria.
Lui aprì la felpa e abbassò il cappuccio rivelando perché si era camuffato in quel modo. La parte sinistra del suo viso era ricoperta da piccole e irregolari squame color oro, che si estendevano a macchia di leopardo anche sul petto nudo. La mano sinistra era deformata e sembrava più grande rispetto al braccio e le sue unghie erano lunghe e affusolate, simili ad artigli.
«Ma che diavolo ti succede?» Sabrina non riuscì  a staccargli gli occhi di dosso sconvolta.
«Tu… odori di buono… di familiare» le rispose il bidello, camminando lentamente verso di lei. «È tutta la mattina che lo sento.» Balzò poi in avanti, agitando la mano con gli artigli per squarciarle il ventre.
Agendo d’istinto, Sabrina ricorse al suo potere telecinetico e sollevò con la forza del pensiero il bidello. Lo lanciò sulla panca alla sua destra, scompigliando i vestiti depositati dalle ragazze che si erano cambiate prima della lezione.
«Presto! Apri la porta» ordinò Naoko.
Sabrina si concentrò e pur avvertendo una lieve fitta alla testa, riuscì a rompere la serratura e far aprire completamente la porta verso l’esterno. Corsero fuori, ma quando Naoko vide che si dirigeva verso la palestra, le afferrò la mano.
«No, quel mostro ci seguirà e non possiamo andare dove ci sono gli altri. Li metteremmo tutti in pericolo.»
«Dobbiamo avvertire Sara, Yuri e Davide.»
«Ci penso io» rispose Naoko.
La tirò verso la porta che conduceva al cortile esterno, spalancandola e una volta fuori, lasciandola sbattere dietro di loro. Uscendo nel prato, incontrarono i suoi gatti, Ombra e Scintilla, con cui comunicava mentalmente.
Sabrina la osservò incrociare i loro sguardi, non sentì cosa ordinò loro, ma i mici si separarono. Quello con il pelo bianco corse verso le finestre della palestra, mentre quello scuro si mise al loro fianco.
In lontananza udirono il bidello lamentarsi e poi urlare: «Non puoi sfuggirmi! Sento il tuo odore.»
Entrambe ripresero a correre lungo il prato che costeggiava il campo sportivo e pochi istanti dopo, udirono la porta schiantarsi contro il muro e il tonfo dell’uomo che atterrava sul terreno e si gettava senza fatica al loro inseguimento.
Naoko girò il volto all’indietro e lo vide a pochi metri. «Non è strano che c’è l’abbia con te? Sembra che ci sia qualcosa che hai e che lui vuole. Dal modo in cui ha cercato di aprirti in due la pancia direi, di rivalutare la possibilità di una gravidanza.
«Dobbiamo proprio parlarne adesso?» Sabrina ansimò per lo sforzo. «Abbiamo un problema più urgente.»
Il bidello saltò sopra le loro teste e le superò in volo, atterrando davanti alla strada. Le ragazze si fermarono di colpo, appena in tempo per non finire tra le sue braccia.
«Ho fame… tanta fame» disse, come in preda a un delirio, guardando Sabrina con la bava alla bocca. «Odori di buono, hai dentro qualcosa di buono.»
«Mandalo lontano con il tuo potere» le gridò Naoko.
«Non so se ci riesco» rispose. «Ultimamente usare il mio potere mi rende più stanca.»
L’uomo avanzò di qualche passo e poi si fermò. Cominciò a tremare e si piegò in avanti, tenendosi la pancia. «Basta! Mi fai male…no! Non voglio!» urlò con la voce piena di dolore e paura.
«Colpiscilo ora» disse Naoko. «È la nostra unica occasione.»
Sabrina era dubbiosa. «Sembra che stia soffrendo. E se fosse stato infettato da qualche creatura demoniaca come era successo a Leonardo? Rischiamo di fare male a un innocente.»
«Non lo definirei innocente dal modo in cui ci ha attaccato.» Naoko abbassò lo sguardo su Ombra.
Subito dopo il gatto si lanciò in mezzo alle gambe del bidello, gli graffiò i pantaloni, attirando la sua attenzione. Lui, ancora in preda agli spasmi di dolore, si mosse goffamente cercando di calciarlo via, ma il felino fu più veloce e gli sfuggì, tentando nel frattempo di morderlo.
Sabrina ne approfittò. Afferrò la mano di Naoko e la costrinse a scappare nella direzione da cui erano venute. Controllando la situazione alle loro spalle, andarono a sbattere contro i tre amici, portati sul luogo da Scintilla.
«State bene?» s’informò Yuri.
«Che sta succedendo?» chiese Sara, osservando Ombra che veniva scansato malamente verso il cemento dall’uomo e notando le squame e gli artigli sul suo corpo.
Sabrina notò che sul suo volto qualcosa cambiò. Non sembra spaventata o disgustata da ciò che vedeva. Piuttosto sorpresa e anche confusa. Senza porre domande, decise di mettere da parte qualsiasi sentimento contrastante nei confronti dei due. «Ci ha attaccate mentre eravamo nello spogliatoio. Sembra stia subendo una qualche trasformazione involontaria.»
Davide le superò, avanzando verso il bidello. «Me ne occupo io.» Piegò le dita di entrambe le mani, come a schiacciare dei bottoni invisibili, e plasmò una barriera invisibile di forma cilindrica intorno all’uomo.
Il bidello riusciva a vedere la coltre opaca che formava la sua prigione e cercò di abbatterla a suon di colpi di artigli. Poi rallentò e appoggiò le mani sul muro invisibile e cadde sulle ginocchia. Iniziò a respirare a fatica e sul suo volto si dipinse un’espressione di terrore.
Sabrina e i compagni si avvicinarono prudentemente a osservare la scena senza capire.
«Che gli prende?» domandò Yuri.
«Non lo so» rispose Davide, mantenendo attiva la barriera.
Il bidello li guardò con occhi supplichevoli. «Aiuto… mi manca.. l’aria…»
Sabrina fu colta dal senso di colpa. Temeva che la fretta con cui avevano deciso di considerarlo un pericolo, potesse farli pentire. Le notizie degli attacchi di demone lette sul giornale potevano essere vere, ma non era certa di voler sacrificare qualcuno a sangue freddo. «Forse dovremmo liberarlo» propose.
«No. Potrebbe essere un trucco» replicò Naoko.
L’uomo cominciò a tossire in modo violento e dopo un paio di colpi, vomitò una strana sostanza liquida e violacea. Davide distrusse il cilindro invisibile, permettendo così al bidello di accovacciarsi per terra sull’erba, prima che perdesse del tutto i sensi. In pochi secondi le squame dorate svanirono dalla sua pelle e la mano artigliata riprese la sua normale forma umana.
Lo strano liquido viola emanò un fetore che si diffuse nell’aria.
Sabrina si allontanò di un paio di passi, prima che quell’odore schifoso le facesse tornare la nausea. «Pensate che sia morto?»
«Se non lo è, lo ucciderà questa puzza» ribatté Davide, coprendosi il naso.
Sara si inginocchiò con cautela accanto al bidello e gli tastò con la mano destra il collo e con la sinistra il polso. «No, è solo svenuto.»
Qualcosa si mosse nella poltiglia violacea tra la lei e l’uomo e Yuri le balzò al fianco, trascinandola a sé. «Stai attenta!»
Naoko si avvicinò a Sabrina e Davide la imitò. Videro chiaramente una creatura simile a una biscia molto sottile e con la pelle chiara e rosata, strisciare verso il bidello. Yuri lasciò che la mano destra si ricoprisse di fuoco e lanciò tre fiamme, per colpirla. La biscia non ebbe il tempo di reagire. Il suo esile corpo venne subito avvolto e consumato, riducendosi in cenere.
Davide puntò il cumulo color carbone con il dito indice e disse: «Che accidenti era quella cosa?»
«Sembrava simile all’embrione di un serpente, o un animale di quel genere» commentò Sara, liberandosi dalla presa di Yuri.
«Non di un animale»  la corresse Naoko. «Ma di un demone.»
Sabrina la fissò incredula. «Come fai a dirlo?»
«Non lo hai visto? Aveva le squame e gli artigli» le rispose.
Yuri lanciò una fugace occhiata a Sara e poi disse: «La stessa descrizione dell’aggressore di cui parlava il giornale l’altra sera. Pensate che siano la stessa persona?»
«No, questo non era un demone completo. Era come se fosse in corso di trasformazione.» disse Sara.
Sabrina studiò l’espressione assorta dell’altra ragazza. Le sembrava quasi che stesse ricordando come dovesse essere la reale forma di un uomo trasformato in demone.
«Dobbiamo saperne di più» replicò Yuri.
Naoko annuì. «Non abbiamo scelta. C’è solo un posto dove trovare questo genere di informazioni. Dobbiamo andare al Portale Mistico e parlare con Angelo Moser.»
Davide annuì. «Sarà meglio chiamare qualcuno dall’infermeria per questo poveraccio.»
Uno dopo l’altra s’incamminarono per rientrare nell’edificio scolastico. Sabrina rimase indietro, scossa da una fastidiosa sensazione. Aveva l’opprimente convinzione che ci fosse qualcosa di strano in Sara e nel modo in cui Yuri era estremamente protettivo verso di lei.
Forse era gelosia, per non avere quel genere di attenzioni, oppure avevano un segreto. Ma anche lei e Yuri ne condividevano uno. E se le supposizioni di Naoko riguardo la fame del bidello posseduto erano esatte, il loro rapporto stava per complicarsi ancora di più. 

 

                                                                    Continua…   

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