Sorge
Oscurità Maggiore 11: Hart of Darkness
Nella palestra gremita, Zec ascoltò le
parole del preside Espenson, ma la sua mente vagava altrove.
Dopo la morte di Aiden Cheung,
inspiegabile per quasi l’intero corpo docenti e studentesco, le lezioni erano
state sospese. I paramedici intervenuti avevano fatto diverse domande a Billy,
Donovan, Chas e Jordan e li avevano quasi obbligati a fare un test antidroga
per capire se tra le cause possibili c’era l’uso di sostanze illegali, ma erano
risultati puliti.
I signori Cheung non avevano sporto
denuncia e non avevano fatto alcuna pressione per altre indagini. Volevano solo
poter seppellire al più presto il figlio e avevano voluto una cerimonia privata
e così era stata organizzata una sorta di veglia funebre a scuola, per chiunque
tra insegnanti e compagni volesse parteciparvi.
Per Zec non era così strano, o difficile
da condividere come comportamento. Per i genitori di Aiden era un modo per
proteggersi. Lui aveva cercato di fare lo stesso con sua madre: ormai da più di
un anno era caduta in depressione, malata di un brutto esaurimento nervoso
scatenato dalla morte di suo padre e peggiorato dalla scomparsa di sua sorella
Dana e appunto per evitarle altro dolore, le aveva omesso che era tornata, in
giro per Dorms con l’aspetto di un demone…
«Lascio la parola al coach Adams, che lo
ha seguito spesso negli allenamenti della squadra di basket» continuò il
preside. Prima di scendere dal palchetto allestito nella zona nord della
palestra, si avvicinò di nuovo al microfono. «Dopo il suo intervento, se tra
voi, colleghi e ragazzi, c’è qualcun altro che ha voglia di esprimere un
ricordo su Aiden, può avvicinarsi liberamente, in modo ordinato.»
Zec scrutò tra la folla di studenti
seduti sugli spalti e in piedi nel perimetro dello stanzone. Alcuni si mossero,
altri rimasero impassibili. Qualcuno piangeva e non sapeva se fossero lacrime
vere, o una finzione per le circostanze.
Scorse Chas: per la prima volta, da che
ne aveva memoria, era senza trucco, indossava una normale felpa nera e jeans
dello stesso colore. I capelli biondi raccolti in una treccia e gli occhi
arrossati e gonfi. Non aveva dubbi dell’autenticità del dolore del suo pianto.
I suoi amici avevano raccontato a lui,
Betty e Michelle la verità sull’accaduto, la reazione di Chas non era una
sorpresa, come il fatto che Jordan le stesse accanto, seguendola come una
guardia del corpo.
Ciò che sconvolgeva Zec era il modo in
cui aveva agito Oscurità Maggiore. Freddo, calcolatore, drastico. Non provava
particolare simpatia per Aiden, ma non gli avrebbe mai augurato la morte. Per
il nemico, invece la vita del ragazzo non aveva avuto alcun valore: non poteva
sfruttarlo per i suoi scopi, quindi lo aveva eliminato come un giocattolo
rotto.
Alla sua destra, Billy gli strinse le dita
che tenevano intrecciate e mormorò: «Usciamo.»
Zec gli vide fare un cenno anche a
Donovan che a sua volta richiamò Betty e Michelle.
Si mossero con calma tra il gruppo di
ragazzi e ragazze e raggiunsero l’ingresso, camminando quatti fino a metà del corridoio.
Billy li portò nella stanza degli
attrezzi per le lezioni di ginnastica, li fece entrare e chiuse la porta dietro
di sé. «Non possiamo andare avanti così. È il momento di reagire in maniera
decisiva contro Oscurità Maggiore.»
Zec lo osservò sorpreso. Non si
aspettava quel tipo di discorso in quell’occasione. «Questa tragedia ci ha
sconvolti tutti, ma cosa possiamo fare? È senza dubbio imprevedibile,
pericoloso e potente.»
«Ero con te quando è accaduto, ricordi?»
intervenne Donovan, appoggiandosi a una cesta quadrata in metallo, con dentro i
palloni da basket. «Ed ero presente a quasi tutte le apparizioni di Oscurità
Maggiore. È sempre un passo avanti a noi.»
«Hai ragione, per questo sono arrivato
alla conclusione che l’unica soluzione è non frequentarvi più» disse Billy.
«Siete dei bersagli troppo facili se restiamo spesso insieme.»
Betty incrociò le braccia sul petto. «È
una scelta esagerata e oltretutto non è vero. Oscurità Maggiore se l’è presa
con Kerry Wood prima ancora di presentarsi a noi. Inoltre, eri quasi
incosciente quando ha alterato la realtà il giorno del test e le sue vittime
dirette non eravamo noi.»
«Giusto» s’intromise Michelle. «Quel
giorno e l’ultima volta se l’è presa con Jordan, Dylan, Chas e…Aiden.»
Zec strinse ancora più forte le sue dita
intorno a quelle del compagno. «Sappiamo che hai un forte senso di
responsabilità verso tutto ciò che è scatenato dalla Bocca dell’Inferno, ma
questa volta è diverso. Oscurità Maggiore attacca chiunque considera
corruttibile e manovrabile. Nessuno è al sicuro, con o senza di te nei
paraggi.»
Billy scostò la mano e si allontanò da
lui. «Non avete capito. Durante l’attacco ad Aiden, quando ho cercato di fermare Oscurità Maggiore, ho
riportato nel modo reale un ricordo di Elliott. Si è trattato di pochi istanti,
ma vuol dire che la connessione tra me, lui e Oscurità Maggiore è rimasta
attiva. E come ha detto Betty e avete visto, riesce a rendermi inoffensivo… non
riesco più a trovare il limite tra me e lui, e se la prossima volta mi usasse
per ferirvi e uccidervi? Non posso sopportarlo.»
«Donovan, tu eri lì, digli che è una
stupidaggine» fece Zec, accostandosi all’altro ragazzo.
Donovan si morse il labbro inferiore e
strinse il pugno destro. «No… purtroppo è vero, cioè ci ha davvero trascinati
per pochi secondi in uno di quei ricordi e anche io mi chiedo quanto sia
profondo il loro legame.»
«E poi questo è un buon modo per
abituarvi all’inevitabile» continuò Billy. «In qualunque modo chiuderemo la
Bocca dell’Inferno, c’è l’alta probabilità che io scompaia.»
«Ma mi avete ascoltato?» replicò Betty
allargando le braccia esasperata. «Oscurità Maggiore usa e userà chiunque. Non ha importanza con chi
siamo, farà in modo di portare avanti il suo piano e se non lo asseconderemo,
ci eliminerà. Billy, non puoi evitare tutto questo separandoti da noi.»
«Però anche quello che dice Billy ha una
certa… importanza.» Michelle sfiorò il bordo di una pettorina rossa, in cima a
una pila di quelle usate per dividere in squadre i ragazzi, e giocherello con
una cucitura. «Ha cancellato una parte di memoria di Nicole Racher, solo per
punirci e punire lei. Billy non può difenderci da qualcosa del genere e noi non
possiamo fare niente se succederà quello che teme.»
Zec li scrutò in volto. Nessuno guardava
negli occhi gli altri e tutti avevano paura e angoscia ben visibile nelle
espressioni. La morte di Aiden stava avendo un effetto più deleterio di quello
che Oscurità Maggiore aveva previsto: li stava facendo dubitare della loro
unione.
«Abbiamo tutti ragione e tutti un po’ torto»
rispose poi, provando a sembrare calmo. Tornò accanto al suo ragazzo e gli
avvolse la schiena con il braccio sinistro. «Ora non è il momento di prendere
queste decisioni. Dobbiamo ancora elaborare la morte di Aiden, riparliamone tra
un paio di giorni e valuteremo ogni proposta.»
Betty gli strinse la spalla. «Sono
d’accordo. Rientriamo in palestra per il resto della commemorazione.»
Donovan annuì non molto convinto e si
scostò dal cesto dei palloni. Michelle si mosse seria, con lo sguardo incerto e
aprì la porta del magazzino.
«Andiamo, non rimuginarci su» sussurrò
Zec a Billy, ma anche se l’altro abbozzò un sorriso, gli lesse in faccia che
non aveva affatto abbandonato la sua idea.
S’incamminò con il ragazzo al fianco,
seguendo i suoi amici. Rientrarono in palestra e si sistemarono in piedi, due
file dietro le prime sedie di fronte al palchetto.
Osservando una ragazza alta e con i
capelli scuri raccontare qualche aneddoto su Aiden, Zec decise di non pensare
più alla folle proposta di Billy. Era sicuro che una volta superate quelle
giornate tristi e cariche di lutto, lo avrebbe di nuovo convinto che Elliott li
aveva scelti per affrontare tutto uniti e separarsi non era un’opzione da
considerare in nessun caso.
Il preside Espenson tossicchiò al
microfono e richiamò la sua attenzione nel presente.
«Dunque non vedo più nessuno desideroso
di parlare, quindi è arrivato il momento di un annuncio ufficiale.» Fece una
pausa udendo il brusio tra i ragazzi e aggiunse: «Domani riprenderemo le
normali lezioni e introdurremo una nuova figura nel nostro organico. L’Unione
Genitori e il Consiglio Docenti hanno valutato di comune accordo la necessita
della presenza a scuola di un esperto che vi aiuti ad affrontare i recenti
traumi ed episodi sconvolgenti in cui siete stati coinvolti. Pertanto, saranno
obbligatori gli incontri con il nostro nuovo Consulente Scolastico e psicologo
autorizzato. Venga pure avanti.»
Zec osservò un uomo alzarsi sulla
destra, dalla zona in cui erano raggruppati gli insegnanti e camminare sicuro
nel centro della palestra, per raggiungere il palchetto. Non appena fu salito
bene in vista, gli mancò il fiato e la mano di Billy si irrigidì nella sua.
Vestito in un perfetto completo blu scuro
con camicia azzurra, Oscurità Maggiore sostava in piedi al fianco del preside
Espenson.
«Ragazze, ragazzi, vi presento il dottor
Hart Wyngarde» fece l’uomo. «Avrete modo di conoscervi meglio negli incontri
personali a partire da domani.»
Zec lanciò un’occhiata fugace ai suoi
amici, allibiti quanto lui e poi riportò gli occhi sul nuovo Consulente. Anche
se la sua somiglianza con Billy – ed Elliott – per loro cinque era ancora
evidente, era riuscito a camuffarla: nessuno dei presenti tra studenti e adulti
commentò quel particolare tanto palese.
Hart Wyngarde si avvicinò al microfono e
disse: «Sarà un piacere parlare a tu per tu con ognuno di voi.»
Zec non riuscì a staccare lo sguardo,
per un secondo i loro occhi si incrociarono e la bocca dell’uomo si distese in un sorriso subdolo.
Continua…?