lunedì 12 novembre 2018

Darklight Children - Capitolo 84


CAPITOLO 84
Mettere insieme i pezzi


Patrick si convinse di non preso quella decisione troppo d’impulso. Quella mattina aveva telefonato ad Angelo Moser e gli aveva chiesto di andare da lui al più presto, dopo le rivelazioni della visone si rese conto che era un passo necessario.
Prima che  arrivasse, frugò in camera e trovò il blocco da disegno e la matita che Kaspar gli aveva regalato quando lo aveva istruito all’uso dei suoi poteri; erano nel terzo cassetto in basso della sua scrivania, l’ultimo posto in cui li aveva lasciati. Per mesi non li aveva più utilizzati, ma doveva riconoscerlo, erano stati un regalo veramente utile, come il suggerimento dell’uomo di riportare sulla carta le immagini delle sue visioni.
Sotto il blocco ritrovò anche il ritaglio di giornale che lo riguardava, un altro dono di Kaspar, ma di quello non era più sicuro che gli fosse stato dato per aiutarlo a  ricordare e soprattutto che era stato disinteressato.  
Trasportò tutto, articolo compreso, sull’ampio tavolo del salone, dove sarebbe stato più comodo e si mise all’opera. Come la prima volta che aveva impugnato la matita, la sua mente e la sua mano agirono di comune accordo, permettendogli di tratteggiare alla perfezione il volto che aveva in testa.
Delineò il viso lungo e spigoloso, la fronte seminascosta dal cappuccio, gli occhi piccoli e la barba liscia che si stendeva sulle labbra carnose, prima di ricongiungersi alle basette.
Patrick constatò che il ritratto rispecchiava l’uomo incappucciato che cercava di rincuorarlo nella visione. Adesso doveva solo scoprire di chi si trattasse.
Il suono urgente del campanello di casa lo distolse dai suoi pensieri. Andò ad aprire e con aria trafelata Angelo gli strinse la mano coperta dal guanto nero.
«Ho fatto prima che ho potuto» disse passandogli accanto per entrare nell’appartamento. «Volevo incontrarla già ieri sera, ma Sara mi ha detto che la situazione era risolta. È successo qualcosa di nuovo?»
«In un certo senso» rispose Patrick. Lo scortò nel salone e lo fece accomodare sul divano. «Possiamo darci del tu?»
Angelo annuì prendendo posto accanto a lui.
«In realtà, la questione di cui voglio parlarti riguarda solo marginalmente i ragazzi. Si tratta di me. Questa notte i miei ricordi si sono sbloccati e ho bisogno di un consulto.»
«Se non ricordo male, eri seguito da Kaspar De Santi. Non è meglio che ti rivolgi a lui?»
«Non posso. Parte dei ricordi lo riguardano.»
Angelo sembrò gradire il suo cambio di atteggiamento nei confronti del professor De Santi. «D’accordo. Cercherò di esserti d’aiuto. Raccontami con calma cosa è accaduto ieri notte. Siete stati attaccati?»
«Sì. Ero andato a controllare le rovine perché sapevo che le ragazze sarebbero state da sole e non ero tranquillo. Poco dopo il loro arrivo, sono comparsi una ragazza e due ragazzi. Avevano chiaramente seguito Naoko e Sara e le hanno sfidate a dimostrare i loro poteri. Hanno detto che volevano mettere alla prova le Alpha.»
Angelo s’incupì. «Hanno usato proprio quel termine?»
Patrick annuì. «Significa qualcosa per te?»
«In effetti sì. Tutti i membri dell’Ordine usano quell’appellativo: Alpha è per identificare i sei mezzo demoni rinati con l’uso del Riciclo delle Anime. Se i ragazzi le hanno chiamate così, devono essere collegati a qualcuno dell’Ordine.»
Patrick intuì subito a chi si riferiva. «Kaspar e i suoi colleghi sono ex-membri dell’Ordine e parte dell’organico del C.E.N.T.R.O.»
«Non voglio lanciare accuse affrettate, ma Kaspar ha ammesso che il C.E.N.T.R.O. rintraccia e addestra da anni gli ultimi mezzo demoni rimasti in circolazione» fece notare Angelo. «E se non ho capito male, i ragazzi che le hanno attaccate possiedono poteri speciali.»
«Esatto. Uno di loro ha dato l’impressione di comandare i pipistrelli, mentre la ragazza ha creato dal nulla una lancia e mi ha colpito» raccontò Patrick. «Ed è per questo che ti ho chiamato. In principio sono svenuto, dopo ho avuto un forte mal di testa e poi toccandomi sono riemersi i miei ricordi.»
«Ti riferisci a ciò che  avevi dimenticato prima del coma?»
Patrick non era sicuro di aver mai messo al corrente Angelo della sua situazione, ma non si sorprese che ne fosse comunque a conoscenza. «Non tutto. Questa notte, per la prima volta da mesi, ho cominciato ad avere dei frammenti di immagini sul mio passato.»
Angelo si fermò a riflettere. «La lancia della ragazza è un’arma psichica, anche se l’ha usata per ferirti,  potrebbe aver intaccato il blocco mentale sulla tua memoria e averti in realtà aiutato.»
«Quindi adesso ricorderò ogni cosa?»
«Non lo so, non posso dirlo con certezza» gli rispose. «Quel genere di arma ha la capacità di scuotere la mente e nel tuo caso di rimuovere lo shock che ti ha impedito di accedere ai ricordi dopo l’esperienza che ti ha mandato in coma. Se è così, è molto probabile che un po’ alla volta tutto tornerà a galla.»
«Spero che tu abbia ragione. È davvero importante che succeda. E non solo per me.» Patrick si alzò in piedi. Andò verso il tavolo e prese l’articolo e il disegno. «Il bambino con me è Samuele e l’ho salvato anni fa. Ieri notte l’ho rivisto: era tra i ragazzi che ci hanno attaccato.»
Angelo prese il ritaglio di giornale dalle sue  mani e lo osservò per alcuni secondi.
«Tra le visioni, o meglio, i ricordi che ho avuto dopo lo sblocco, c’è n’è uno in cui gli parlavo, era come se fossi un suo professore al C.E.N.T.R.O. e gli promettevo che una volta insegnatogli come usare i suoi poteri, lo avrei portato fuori da quell’istituto.»
Angelo sollevò la testa di scatto. «Vuoi dire che facevi parte dell’equipe di Kaspar, ma lui te lo ha tenuto nascosto?»
«Mi ha raccontato che ero un suo collaboratore, ma non so se ero solo quello o qualcosa di più. Fin quando non riavrò tutti i ricordi, non posso accusarlo di niente… anche se incomincio a sospettare che su certi fatti mi abbia mentito» replicò. «Inoltre devo capire perché non sono riuscito a mantenere la mia promessa, o se qualcuno me lo ha impedito.»
Angelo corrugò la fronte. «Cosa ti fa pensare che abbiano cercato di fermarti?»
Patrick gli porse anche il foglio con il ritratto dell’uomo. «L’ultimo frammento di memorie riguardava un rito, qualcosa di strano e di sicuro collegato con l’occulto, che si svolgeva al C.E.N.T.R.O. . Ero su un tavolo di pietra e mi sentivo come una vittima sacrificale. Tra le persone che lo stavano mettendo in atto c’era quest’uomo.»
«Sai il suo nome?» gli chiese Angelo scrutando con attenzione il volto disegnato.
«No.»
«Non posso dartelo per certo, ma forse in questo posso aiutarti. Mi ricorda una fotografia che ho visto negli annali dell’Ordine.»
«Era anche lui un membro?»
Angelo scosse la testa. «In realtà ho visto il suo volto nei files dei mezzo demoni schedati. Ma è successo anni fa e dovrei ricontrollare nei fascicoli che ho salvato dalla distruzione del Portale Mistico
Patrick lo osservò. Gli sembrò più preoccupato da quell’ultima rivelazione che da quanto aveva detto in precedenza. «È qualcuno pericoloso?»
«Forse, o forse no. A ogni modo dobbiamo tenere d’occhio i ragazzi e metterli in guardia. Se tra le alte sfere del C.E.N.T.R.O. c’è anche un mezzo demone, la situazione potrebbe farsi complicata. Dobbiamo evitare di finire di nuovo nei guai.»
Il telefono squillò, facendoli voltare entrambi. Patrick afferrò l’apparecchio cordless e rispose: «Pronto? Ciao Sara.»
Angelo lo guardò in silenzio.
«Va bene arrivo subito. Sì, so dove si trova il locale di Yuri.» Sollevò poi gli occhi incrociando quelli del suo ospite. «Sì, è qui con me vuoi che… ah, ok. A dopo.»
«Cosa succede?» domandò Angelo.
«Leonardo e Davide sono stati attaccati di nuovo. Non so i particolari, Sara vuole che andiamo al Full Moon, faremo una riunione con gli altri. E hanno anche bisogno di spiegazioni da te su un problema personale.»
Angelo abbandonò il foglio da disegno sul divano e si mise in piedi. «Sbrighiamoci. Ho come l’impressione che i guai ci hanno trovato prima che potessimo metterci al riparo.»


                                                     Continua…

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